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giovedì 28 aprile 2011

Seychelles: Mahe, La Digue, Praslin e Cerf Island


Aprile 2009

Arriviamo a Mahe con volo Emirates pagato la modica cifra di 500 euro. In marzo Emirates ha sempre ottime offerte di volo per le Seychelles.
Cambiamo gli euro all’unico sportello bancario aperto dell’aeroporto di Mahe. Già da qualche anno il cambio di denaro in nero non è più conveniente.
Noleggiamo l’auto per un giorno per fare il giro dell’isola e spendiamo 45 euro.
Ci dirigiamo quindi all’hotel Chateau Bleu http://www.chateaubleu.sc/contact.htm, prenotato tramite email e scelto dopo una lunga ricerca, per la posizione (vicino all’aeroporto) ed il prezzo basso rispetto alla media del’isola.
Il proprietario ci dice che a causa di lavori in corso all’interno dell’hotel la stanza non è disponibile e ci dirotta verso il vicino bed and breakfast Carefree (http://seychelles.travel/en/products/accommodation.php?aid=108), una schifezza!
Visitiamo l’isola: partendo dall’ ”hotel” si ha subito una bella panoramica su Anse Au Pins; l’immagine è molto suggestiva, ma non v’è lo spunto d’attrazione sufficiente per considerarla luogo di spiaggiamento.
Subito dopo, verso sud, si incontra Anse Royale che è la nostra prima vera sosta: ci sono parecchi abitanti e l’atmosfera è spensierata, l’acqua è molto calda, la vegetazione stimolante (nel senso che i rami degli alberi piegati dal vento ti fanno il solletico anche se stai coricato) e la vista dei famosi massi levigati produce il suo effetto sensuale. Qui si può anche fare snorkeling, ma bisogna sempre stare molto attenti alle correnti perché possono ingannare…
Le strade dell’isola si percorrono con una certa facilità, gettando un’occhiata ogni tanto alla larghezza della carreggiata, ai profondi fossati al ciglio di essa e, soprattutto, agli autisti degli autobus, che sembrano avere una tabella di marcia molto simile a quella dei piloti di Le Mans.
Oltre alla litoranea, sono assai affascinanti le strade che tagliano verso l’interno dove ci si addentra in una natura poderosa, che non sembra risentire della modernità e del traffico di alcune altre zone dell’isola.


Le spiagge su cui è assolutamente necessaria la “svaccatura” del proprio corpo sono: Anse Intendance e Anse Takamaka, entrambe piccole e molto discrete, Baie Lazare, più “aggolfata” e ben delineata in un arco sottosperonale e la più aperta Anse à La Mouche che si sviluppa nella bella continuazione di Anse Luis e Anse Boileau; la strada termina a Bay Ternay dove molti vanno a godersi il tramonto.
Tutto sommato si può affermare che Mahè sia una delle “isole di partenza” migliori, ma che non offra grandi cose per cui spendervi più di un paio di giorni.
La mattina seguente prendiamo un volo air Seychelles per Praslin e da qui un taxi per il porto e quindi il traghetto per La Digue che in 15, 20 minuti ci porta a destinazione. Compriamo i biglietti direttamente al porto.

Con il senno di poi ci rendiamo conto che sarebbe stato meglio prenotare il catamarano direttamente da Mahe a La Digue, essendo il mare estremamente tranquillo. La traversata è di circa un’ora e si risparmia tempo e denaro rispetto alla scelta volo-taxi-traghetto. Ecco il link della compagnia di aliscafi http://www.catcocos.com/
A La Digue pernottiamo presso Beryls Guest House non lontano dal porto  http://www.seychelles-info.com/en_beryls.htm prenotata tramite la SITOURS Ltd (www.seychelles-info.com email: office@seychelles-info.com).
Per 7 notti dal 29 marzo al 5 aprile in mezza pensione paghiamo per un bungalow 560 euro. La stanza è carina e pulita, la proprietaria gentilissima e la colazione al cena servite sotto il portico della nostra stanza squisite. Dai proprietari noleggiamo anche due biciclette per tutta la durata del soggiorno a 5 euro al giorno l’una. Facciamo la spesa per il pranzo all’unico vero supermercato dell’isola con prezzi simili a quelli italiani.

Sull’isola ci sono pochissime auto e qualche taxi-carretto trainato dai buoi.
In bicicletta si percorre per intero, verso sud, l’unica strada dell’isola, attraversando una foresta molto fitta ed avvolgente, ci sono non pochi saliscendi per cui un minimo di agilità sui pedali è richiesta, per il gran caldo umido si suda parecchio, perciò gli agricoltori locali hanno predisposto dei pitstop per l’erogazione di succhi di frutta ed il ripristino del livello di zuccheri. Una grandissima soddisfazione è l’arrivo a Grand Anse. Questa spiaggia meravigliosa, insieme a Petit Anse, forma un unico golfo e con il mare tranquillo le due insenature sono paradisiache, mentre con il mare agitato fanno veramente paura, anche perché acque di quel colore tenue non sembrerebbero poter essere mosse da correnti così minacciose e determinanti. In caso di onde alte ci si può bagnare in mezzo alle rocce dove il moto è quasi nullo.

Partendo da Petit Anse la passeggiata per giungere ad Anse Coco è molto pittoresca: si passa da campi a canneti a sentierini di scollinamento e qui il panorama comincia ad essere misterioso ed attraente, finché si scende sulla spiaggia che si stende come un poetico tappeto bianco ad abbracciare un mare color di bacio (non perugina) e le palme si sporgono ad offrire ai visitatori un dolce tetto d’ombra che, a volte non sembra se tira vento, è fondamentale per evitare di lasciare nell’oceano indiano buona parte del proprio cotenname.


Nella parte nord dell’isola ci sono: Anse Severe che, in alcune giornate, è semplicemente stupenda con un acqua cristallina indefinibile ed in altre è alquanto insignificante, anzi piuttosto bruttina, Anse Patates con una disposizione di rocce unica ed intrigante, Anse Gaulettes dove le acque tendono a calmarsi e Anse Banane dove si fanno basse basse e calde ed infatti questa spiaggia attira anche le galline della fattoria vicina.


Qui vi è una tartaruga gigante che si muove in piena libertà ed è impressionante vedere il quantitativo di vegetali che riesce ad ingurgitare in brevissimo tempo (ma non erano lente?!?).

La più famosa è certamente Anse Source d'Argent, che è considerata la spiaggia più fotografata del mondo. Il mare è protetto dalla barriera corallina ed è molto calmo e poco profondo con un letto di sola sabbia. L’accesso alla spiaggia è tramite l'Union Estate il cui ingresso per i non residenti è di SCR100, circa 5 euro. E’ meglio andare la mattina presto per evitare di trovarsi in mezzo ai gruppi di turisti che sbarcano dalle navi da crociera (o arrivano in gita da Praslin).
Dopo una settimana nell’atmosfera rilassata di la Digue ci dirigiamo con un traghetto a Praslin. Al porto contrattiamo con un taxista la tariffa di 10 euro per farci portare alla guest house Villa Manoir prenotata tramite il solito sito. La camera doppia con mezza pensione per 4 notti costa 480 euro http://www.seychelles-info.com/en_manoir.htm.
Una vera delusione. La stanza è sporca, i proprietari scortesi e incapaci ed il cibo pessimo. Ci facciamo restituire i soldi della mezza pensione e scegliamo di cenare sul balconcino della stanza. Avevamo scelto la mezza pensione perché la guest house si trova lontano da centri abitati e da ristoranti e senza auto è impossibile uscire a cena. La posizione è invece strategica per la vicinanza ad Anse Lazio, la migliore spiaggia dell’isola (raggiungibile in 15 minuti a piedi) ed alla fermata dell’autobus.



Con l’autobus si raggiunge in circa 40 minuti l’altra spiaggia spettacolare dell’isola, Anse Georgette. Si trova all’interno di un resort 5 stelle e il numero giornaliero di visitatori è limitato. Chiediamo alla proprietaria della guest house di prenotare l’ingresso, gratuito. 


La spiaggia è quasi deserta, gli ospiti dell’hotel preferiscono infatti  giocare a golf nel campo che si costeggia per raggiungere la spiaggia. La camminata è di circa 20 minuti.
Anche Anse Volbert è molto bella, soprattutto al mattino quando le acque sono bianche e morbide e Talmente calde da essere terapeutiche.

Abbiamo scelto di non noleggiare l’auto per le tariffe molto alte che avevamo letto su alcuni racconti di viaggio che parlavano di 50, 60 euro al giorno. Grosso errore. Noleggiando sul posto si trovano auto a 30 euro al giorno.
Rientriamo a Mahe con volo air Seychelles sempre prenotato con expedia. Con un taxi raggiungiamo il porto turistico dove ci attendono i gentilissimi proprietari del Fairy Tern Chalet (sempre prenotato tramite http://www.seychelles-info.com/fairychalet.htm) per portarci con il loro motoscafo su Cerf Island.
L’isoletta è una delusione perché il mare non è limpido e c’è poca spiaggia, l’appartamento invece è fantastico e si può usufruire dei servizi del vicino Cerf resort. Approfittiamo della bella piscina. Spendiamo 130 a notte, ma ne vale la pena perché dobbiamo riprenderci dopo il soggiorno in quello schifo di stanza al Villa Manoir.
La proprietaria ci mette in contatto con una signora Laura che affitta un paio di stanze vicino all’aeroporto. La stanza è pulita, il bagno in comune, la cena ottima e abbondante. E’ comodissimo perché ci viene a prendere al porto e ci porta all’aeroporto la mattina all’alba. Il tutto per 80 euro.


Link agenzia prenotazioni alloggi: http://www.seychelles-info.com/

martedì 26 aprile 2011

Rodi


Settembre 2010

L’unico volo diretto per Rodi a fine settembre è il volo Ryanair da Bergamo www.ryanair.com (90 euro a testa). L’altra soluzione, più cara e impegnativa, è fare scalo ad Atene con la Aegean Airlines.
Abbiamo prenotato uno studio presso il complesso Ziakis Studios http://www.tripadvisor.it/Hotel_Review-g227884-d1226186-Reviews-Ziakis_Studios_Rhodes-Lindos_Rhodes_Dodecanese.html, prenotato tramite www.alpharooms.com. Spendiamo 157 euro per 7 notti.  Lo studio è pulito e carino, anche se il bagno puzza un po’, e la piscina è eccezionale.
Si trova poco fuori Pefkos, in posizione favorevole, zona poco turistica rispetto al resto dell’isola e vicina alla splendida Lindos. Il complesso non è stupendo, ma non è deturpante per l’ambiente come lo sono, invece, certi casermoni che sono stati costruiti in zone dell’isola prese di mira dai tour operator; non ci si trova quindi  nella classica situazione da isola greca a cui siamo abituati, ma almeno non siamo a Rimini2.
Noleggiamo l’auto come sempre tramite www.autoeurope.it  e paghiamo 140 Euro per l’intero periodo.
Per quanto riguarda i pasti il vivo consiglio è di scegliere i ristoranti più belli ed eleganti perché si mangia meglio e si spende esattamente come nelle bettole. Insomma pare non esistano “osterie” super economiche.
Le spiagge sono tutte organizzate e attrezzate con ombrelloni nonostante i turisti in questo momento siano relativamente pochi. Sono riusciti a piazzare ombrelloni e sdraio anche sulle rocce e su quei ritagli di spiaggia che compongono l’insenatura ed il porticciolo naturale di Lindos.  L’acqua del mare è calda.
A questo link le spiagge dell’isola: http://www.greeka.com/dodecanese/rhodes/rhodes-beaches.htm
Non vale assolutamente la pena di visitare epta piges. Le sette sorgenti non sono altro che delle insignificanti pozze d’acqua vicino a un ristorante. Mio marito mi fa notare che, però, forse dipende da qualche fattore estraneo, tipo il periodo o la nostra sfiga, come quando ci addentrammo nella Restonica in Corsica, pensando di trovare un paradiso di vegetazione e pozze d’acqua a piscineddra e ci trovammo in una specie di “selva oscura e aspra e forte” in cui tutto era bruciato, rinsecchito e prosciugato… infatti su internet sono pubblicate immagini anche molto gradevoli di epta piges.
L’isola è veramente troppo turistica. Anche fuori stagione Lindos è  invasa da orde di turisti dell’est europa scaricati da pullman giganti che non vedono l’ora di risalire la collina a dorso d’asino sino all’acropoli (immagine effettivamente suggestiva, l’acropoli intendo, non i turisti a dorso d’asino: questi fanno un po’ ridere). Quando se ne vanno la cittadina diventa vivibile e la sera è un vero piacere girarla.

La città vecchia di Rodi probabilmente aveva un certo fascino 40 anni fa. Oggi è presa d’assalto, soprattutto dai turisti delle navi da crociera e nelle vie principali si è assaliti da venditori e camerieri, che sono abituati ad avere a che fare con i gruppi di turisti intruppati. L’unica possibilità di sopravvivenza è cercare tranquillità nelle vie laterali che sono molto affascinanti, anche se bisogna ammettere che, a volte, i patrimoni dell’UNESC O andrebbero tutelati e conservati un poco meglio. Le mura della città sono imponenti e verrebbe proprio la tentazione di chiudere i portoni e lasciar fuori tutti i croceristi. Qualche abitante deve essersi immaginato per forza questa scena buffissima, con tutti i turisti sovrappeso in camicia hawaiana e ciabatte ammassati fuori dalla cinta muraria che decidono, dopo aver consultato il loro agente di viaggio ed il nostromo, spiazzati dall’evento, di utilizzare un compagno di crociera dalla testa particolarmente pronunciata, come ariete, cercando di forzare la resistenza e conquistare i, tanto agognati, tavolini dei ristoranti.
Comunque il Palazzo del Grande Maestro e la Torre dell’Orologio sono sicuramente molto belli.

Se si vuole visitare l’isola in tranquillità è necessario andare fuori stagione, scegliere una sistemazione per la notte lontana dalla città di Rodi (nelle vicinanze sono stati commessi dei veri e propri crimini contro il buon gusto, l’ambiente e qualsiasi tipo di normativa edilizia, ma finché ci saranno turisti disposti a pagare per posti del genere, essi si moltiplicheranno, perché gli affari sulla speculazione fanno gola e non tutti hanno un Presidente della Regione che ti obbliga a rispettare vincoli di tutela ambientale).
Si possono scegliere itinerari poco battuti e trovare una piccola cappella che osserva la valle, solitaria e riflessiva e si possono buttare gli occhi su cose che ancora possono emozionare, nonostante si siano posati già su altre oggettivamente più belle, come, ad esempio, la strada che da Lahania passa da Messanagròs con una visita a Skiadi e poi Arnitha e scendere da Vati per Genadi. (A Lahania la Lonely Planet e altre guide consigliano la taverna Platanos che, forse a causa di questa pubblicità, ha perso la classica ospitalità greca cortese e sincera ed è meglio non ripiegare per l’osteria sulla strada in cui si viene accolti da un pope, o uno vestito da pope, perché lui è pure simpatico , ma non si mangia mica tanto bene e si paga come all’Enigma.)
Oppure dirigersi verso Monolithos che, con il suo castello e le splendide panoramiche costiere è una visita obbligata. Da Lardos ci si può addentrare verso Laerma e Thari e scoprire scorci rurali molto piacevoli e delicati insediamenti religiosi.
Sul versante costiero orientale è possibile visitare il monastero di Tsambika che, essendo posizionato su un’altura, apre la visuale sia sull’omonima spiaggia e conseguente prolungamento litoraneo, sia sulle vallate dell’entroterra. La scalinata che sale dal parcheggio all’oratorio non è da lasciarci le penne, ma non è nemmeno per tutti…
Ah un dettaglio non trascurabile, ma nemmeno troppo significativo, considerando le distanze, riguarda il prezzo della benzina: di tutti i posti al mondo in cui siamo stati è l’unico a superare quello praticato in Italia.

mercoledì 20 aprile 2011

Giro delle Fiandre e un po’ di Francia (Nord-Pas de Calais, Piccardie e Champagne)


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Agosto 2010

Prendiamo un volo Ryanair su Bruxelles-Charleroi da Orio al Serio, che ha praticamente sempre posti disponibili ed è tra i più economici (68 Euro in due).
All'arrivo ritiriamo l'auto, noleggiata sempre tramite www.autoeurope.it (208 Euro per 1 settimana). Ci assegnano una smart con il cambio automatico.
Ci fermiamo a Lovanio (Loeven) che è una bella città universitaria, il clima è pessimo, troviamo rifugio in un simpatico bistrot dove ci rifocilliamo ed attendiamo il ritorno di una schiarita che permetta di visitare con più tranquillità il bellissimo centro storico in cui moltissimi localini si incastonano nei pregevoli edifici del XV e XVI secolo che vennero restaurati dopo che le due guerre mondiali inflissero gravi danni. Molto interessante è l’antica piazza del mercato su cui s’affaccia il suggestivo gotico del municipio di Loeven, più oltre si trova la Sint Pieterskerk ed anche in questa città, come in altre delle Fiandre, si può visitare il Begijnhof (avendo voglia di stare in pace).


Prendendo la N26 da Loeven in poco più di mezzora (circa 30 km) si arriva a Mechelen, un’altra perla incastonata nella pianura belga, qui il sole ci accoglie con gloriosa benevolenza e ci possiamo godere la vista della meravigliosa piazza dal tavolino del Caffè Den Amitie; dopo un po’ le quasi 200 campane, famose in tutto il mondo, cominciano a scassare, ma i palazzi alti, dalle facciate colorate, sono talmente attraenti che ci si passa sopra. Bella è la cattedrale con un’imponente torre campanaria carillonata e qualche edificio vivace ne smorza un poco l’austero rigore e con immenso orgoglio si erge la city hall. E’ molto piacevole passeggiare per le viuzze del centro.


Per raggiungere Anversa (Antwerpen) si può optare per l’autostrada E19 (circa 25km in 25 minuti) oppure si può percorrere la N1. Scegliendo per questa soluzione si può constatare quanto le strade in Belgio, almeno in questo periodo dell’anno, siano sempre scorrevoli ed anche nei centri urbani minori (paesi di campagna che si trovano sulle vie di percorrenza) sono state create carreggiate molto larghe e sicure su cui si può viaggiare a 70 km/h. In questo modo non si crea mai un vero rallentamento della propria andatura (si sentirà molto il peso di questa “innovazione” varcando il confine francese). Comunque anche in questa situazione i belgi dimostrano di essere all’avanguardia della civilizzazione e l’assenza del governo testimonia:
1) che si vive bene anche senza un Potere;
2) che se sei un cittadino educato ed attento, il tuo Paese ti può assomigliare e può far innamorare il visitatore.
Anversa è una città “vera”: 500.000 abitanti,viali di scorrimento, tunnel, attività produttive e commerciali, porto, stazione ferroviaria (inserita peraltro in un contesto architettonico molto vario in una piazza affascinante e dinamica). Pernottiamo presso il B&B Alegria, che si trova a 5 minuti a piedi dalla stazioni dei treni. I proprietari sono gentilissimi, la stanza è enorme, pulita e ben arredata. La colazione in camera eccezionale. Il costo della camera di 70 euro è un affare considerando la qualità della sistemazione e i prezzi medi di Anversa.
La città è vivace e si gira bene a piedi. Intriganti sono le piccole strade medievali. Il numero di ristoranti è impressionante e denota la propensione degli abitanti a cenare fuori. La qualità-prezzo dei posti che scegliamo è piuttosto bassa, ma con una selezione più accurata si può trovare di meglio.


Il luogo migliore per iniziare la visita è il Grote Markt, la piazza del mercato, una delle principali attrazioni del Belgio e luogo ideale dove fermarsi per una birra. E’ circondata da edifici storici e dallo Stadius, il palazzo del comune del 16th secolo. Al centro la statua di Slavus Bravo simbolo della città. Appena fuori dalla piazza da vedere la Onze Lieve Vrouwekathedraal (cattedrale di nostra signora).
Merita una visita anche la Groenplaats Square, da cui si gode una bella vista sulla cattedrale e sul "Boerentoren".


Molto stimolante è una passeggiata lungo la Schelda; osservando il “Het Steen” si potrebbe pensare di essere stati proiettati in una fiaba in cui la principessa slega la sua treccia da una torre merlata oppure semplicemente a Disneyland, ma tutto sommato la costruzione è pregevole ed il contrasto con la modernità intravista sull’altra sponda stimola la creatività. Proseguendo la passeggiata in direzione del porto si giunge in una zona in cui si sono instaurati, come un po’ ovunque in città, diversi ristoranti. Forse Anversa è la città in cui vale veramente la pena mangiare i famosi “moules” (cozze) serviti in grosse pentole, sempre che il cameriere non decida improvvisamente di darsi alla pittura fiamminga utilizzando le salse come tempera ed i vostri pantaloni come tela.
Per raggiungere Bruges (Brugge) da Antwerpen si potrebbe anche evitare di passare da Gent (Gand), ma se uno lo facesse sbaglierebbe alla grande, perché questa città, che dista circa 60 km (50 minuti) da Anversa, è sicuramente una genialità d’architettura (apparentemente impassibile agli attacchi dei vari lavori in corso) ed una splendida generatrice d’atmosfera con un senso di armonioso benessere.


Si parcheggia gratuitamente oltre il canale in prossimità del ring, appena passato uno dei vari ponti si è in centro e si incontrano subito edifici di ammirevole fattura, ma nulla di particolarmente sconvolgente finchè si giunge nella zona dei canali centrali su cui navigano barche di turisti e su cui si affacciano palazzi stupendi, ognuno con particolarità singolarissime, mantenendo lo stile uniforme, che rende questa ambientazione mozzafiato. Si pranza bene degustando salumi e formaggi locali, accompagnati da una languida birra ambrata, in un bellissimo locale restaurato a due passi dal castello dei conti (una specie di ufficio del turismo gastronomico).
Da Gent a Bruges ci si impiega un’oretta (circa 50 km).
A Bruges dormiamo al B&B Be my guest in pieno centro.
La stanza è carina e il letto molto comodo. L’unica pecca è il bagno molto piccolo e senza finestra. La colazione è molto buona e abbondante e la proprietaria Anne molto disponibile.
La posizione è perfetta, in pieno centro. Non c’è un parcheggio ma si può parcheggiare gratuitamente vicino alla porta Kruis, dall’latra parte del ring, a soli 10 minuti a piedi dal centro.


  
Bruges è stupenda e fa parte dei siti protetti dall’Unesco. Camminando nelle vie e sui canali si ha la sensazione di essere ritornati al Medio Evo. Caratterizzata da due nuclei medievali, il Markt e il Burg, vanta anche alcune delle collezioni d'arte più importanti del paese.
Da visitare il beghinaggio, il Belfroi, la torre che svetta per 83 metri, la chiesa di nostra signora, che contiene una collezione d’arte di un certo valore, Stadhuis del XIV secolo, il municipio più antico di tutto il Belgio, la cattedrale gotica del Santissimo Salvatore, la Basilica del Sacro Sangue, la piazza del Mercato, il palazzo del Municipio, le Halles.
 
Qui ci sono 4 percorsi a piedi che consentono di visitare tutta la città:
http://www.brugge.be/internet/en/toerisme/sightseeing/wandelroutes/index.htm
 Da Brugge, percorrendo la E403, in meno di un’ora si raggiunge Tournai con il suo sorprendente Beffroi (torre campanaria patrimonio dell’unesco) del 1188 con recente restauro, l’armoniosa cattedrale romanica, il municipio e la bellissima piazza di forma trapezoidalsvasato su cui, “stranamente”, si srotolano i tavolini dei vari ristoranti.
Andare in Francia Nord-Pas de Calais dopo aver visitato le Fiandre è un po’ come sentire le barzellette di Berlusconi dopo aver conversato con Margherita Hack, ma la visita di Lille (meno di 30 km da Tournai) è comunque assai piacevole, soprattutto per l’impressionante complesso architettonico che si offre alla meravigliosa piazza.


Da Lille ci si sposta nella zona di Reims (la città dello Champagne) utilizzando la E17/A26 impiegando poco più di 2 ore (200 km): il paesaggio non è particolarmente vario; Laon merita una fermata per l’imponente cattedrale e per la posizione panoramica e se si prestasse un poco di attenzione alla pulizia delle vie forse anch’esse potrebbero rappresentare un’attrazione… cioè immaginatevi Bergamo alta, Castell’Arquato o San Gimignano cosparsi di merde di cane e lavori in corso… (ah la grandeur francaise).
Ci si aspettava molto di più anche dalla città di Reims, ma bisogna ammettere che la cattedrale dedicata a Notre Dame è notevole soprattutto per la facciata lavoratissima a statue e portali, un rosone gigantesco e le due torri tronche di oltre 80 metri d’altezza ultimate nella seconda metà del 1400, circa 200 anni dopo che la struttura della chiesa fu edificata.
  
Anche Soissons è una cittadina di discreta bellezza, che potrebbe valorizzare molto meglio le proprie potenzialità, ma la cosa sicuramente unica di questa tappa è la sistemazione per la notte presso La carriere L’eveque, una specie di tenuta/castello da sogno in campagna nei pressi di Septmonts.
Il check in non può essere effettuato per nessun motivo prima delle 18.00 e i gestori non sono il massimo dell’ospitalità, soprattutto con i non connazionali. Il prezzo di una notte con colazione è di 70 euro. A cena mangiamo piuttosto bene al ristorante Granedin di Belleu. Molto gustose anche le galettes divorate a Les Terrasses, un caratteristico ristorantino nel pittoresco villaggio di Longpont che merita senz’altro una visita anche solo per la bella Abbazia con una chiesa diroccata e priva di copertura dall’immagine evocativa. Longpont si troba 4 km a est della strada N2 tra Soissons e Villes-Cotterets.
 
Da Septmonts, utilizzando la E17 e la E19, si giunge a Charleroi (da dove parte il volo per Bergamo) in poco più di 2 ore e mezza (220 km) e se si vuole vivere un’esperienza un po’ surreale, non si può lasciare il Belgio senza essere stati a dormire nel B&B Le Relais De Charlinette a Boignée, a soli 20 minuti dall’aeroporto. Si trova in una cascina, con tanto di asini e le tre stanze sono riadattate in stili diversi (noi veniamo sistemati in quella arredata all’orientale) E' gestito da una coppia molto simpatica e gentile che organizza anche cene per amici e ospiti di varia ispirazione (casualmente ci tocca la serata all’italiana).



 



domenica 17 aprile 2011

Cataratas de Iguazu

Dicembre 2010

Voliamo da Salta a Iguazu con la comodissima andesair (www.andesonline.com). Appena atterrati ci rendiamo conto che il turismo è arrivato in massa e i prezzi si sono adeguati. Un taxi per il centro costa infatti 100 pesos.
Ci facciamo ingannare dalla Lonely Planet (che nella parte relativa a Iguaçu è stata aggiornata probabilmente 5 anni fa) e prendiamo un taxi, mentre appena fuori dalla sala degli arrivi c’è un banchetto che vende i biglietti per il bus a 20 pesos a testa.
Pernottiamo da Si mi Capitan http://www.simicapitan-iguazu.com.ar/ (prenotato tramite booking) per 70 euro a notte. Non è economico, ma per Puerto Iguazu nemmeno caro. Abbiamo un bungalow molto bello e la sera ci portano un’ottima cena in camera. Anche la colazione è molto buona, forse la migliore della vacanza. Il proprietario è gentile e ci dà molte indicazioni indispensabili relative alla visita alle cascate.
Il modo più economico, e anche comodo, per raggiungere il parco argentino è il bus che parte dalla stazione e fa varie tappe nel paese. Costa 10 pesos ar se acquistato sull’autobus. Alla stazione cercheranno di vendervelo prima di salire, ma vi costerà 5 pesos in più. La parte argentina (ingresso 90 pesos) merita un’intera giornata di visita. Ci sono molti percorsi e si vedono le cascate da vicino, in alcuni casi addirittura da sopra. Manca il colpo d’occhio spettacolare che si ha dalla parte brasiliana, ma la visita è più piacevole. C’è gente, ma non si è intruppati. Vi sono molti sentieri e un trenino che porta alla stazione centrale da cui partono i sentieri e alla stazione della Garganta del Diablo. Meglio lasciare la visita a quest’ultima alla fine. Dalla stazione alla garganta vi è un percorso si passerelle sull’acqua di circa mezz’ora.
Oltre a varie attività a pagamento si può prendere gratuitamente una barca che vi porta sull’Isla San Martin per ammirare le cascate da un’altra angolazione. Calcolate almeno un’ora di tempo per questa deviazione.















Il giorno successivo ci accordiamo con un taxi per visitare il parco brasiliano e per essere portati subito dopo all’aeroporto. Per il servizio paghiamo 220 pesos, non poco. Arrivati al confine con il Brasile ci rendiamo conto di avere un problema. A differenza di quanto indicato dalla Lonely Planet, cioè che per la visita in giornata alle cascate non verranno fatti controlli, i controlli ci sono e sono molto lunghi. Si deve infatti scendere dal veicolo e mettersi in coda per farsi timbrare il passaporto in un ufficietto. La trafila porta via più di un’ora di tempo. E ci aspetta la stessa solfa all’uscita dal brasile.
Finalmente al parco ci troviamo davanti a una coda chilometrica, in termini di tempo direi almeno due ore. Il nostro tassista conosce qualcuno e ci fa saltare la coda. Altrimenti saremmo dovuti tornare indietro senza entrare perché avremmo perso l’aereo. L’ingresso è più caro di quello argentino, circa 100 pesos a testa.
Si è obbligati a prendere un pullman insieme ad una marea di persone (quasi tutti brasiliani dei viaggi organizzati, evviva!) che in 20 minuti arriva all’inizio del sentiero (l’unico esistente nel parco che si può percorrere senza guida) che costeggia le cascate. Il percorso richiede non più di 45 minuti, la vista ripaga dallo stress di stare in mezzo a un miliardo di persone vocianti. Ultima tappa del giro è la piattaforma sotto la Garganta del Diablo, impressionante. Evitiamo l’ennesima coda per salire sull’ascensore panoramico e ci avviamo all’uscita.



El Calafate e Perito Moreno


Dicembre 2010

Raggiungiamo El Calafate con volo Aerolinas Argentinas da Buenos Aires, acquistato all’interno del South Pass.
Anche Lan e Lade hanno voli El Calafate. Prenotare voli dall’Italia con Lade è praticamente impossibile.
A El Calafate pernottiamo presso l’Hostaria Hainen (http://www.hosteriahainen.com/), vivamente consigliata. La stanza era pulita e confortevole, la colazione un po’ più curata rispetto alla media argentina e la tariffa di circa 56 euro a notte un vero affare, considerando la qualità- prezzo media delle strutture alberghiere di El Calafate.
Si trova a 10-15 minuti a piedi dal centro in una zona tranquilla. L’unico ristorante vicino è il Don Pinchon, che però è eccezionale. La vista è fantastica e per assicurarsi un tavolo vicino alla vetrata è necessario prenotare. Il servizio, il cibo ed il vino sono ottimi ed il prezzo ridicolo (almeno per un italiano). Il conto più alto che abbiamo pagato è stato di 33 euro (in due ovviamente) per una fantastica parrillada mista e una bottiglia di Malbec. Il ristorante fa anche servizio gratuito di trasporto.
Per il noleggio auto ci siamo rivolti a Nunatak rent a car, contattati tramite email, che per una Fiat Uno Fire ci hanno proposto la tariffa di 520 pesos per due giorni con 400 km inclusi, km extra $0.70 (con pagamento in contanti. Il pagamento con carta di credito prevedeva una maggiorazione del 10%). Ecco i recapiti dell’autonoleggio:
Nunatak Rent a Car
Tel /  (02902) 491987 – Cel. (02966) 15341323
Fax  (02902)  493316
Gobernador Gregores 1075
El Calafate – Santa Cruz
Ho contattato tutti i car rentals trovati  su http://www.welcomeargentina.com/elcalafate/alquilerdeautos.html e gli unici che hanno risposto, oltre a Nunatak sono stati Fiorasi Rent a Car (fiorasifte@cotecal.com.ar  www.fiorasirentacar.com) e Alamo Argentina (reservas@alamoargentina.com.ar).
Le gite che si possono fare in auto in giornata da El Calafate sono solo due. La prima, d’obbligo, al Perito Moreno, che dista circa 1 ora e 30.

La strada è in parte sterrata, ma in buone condizioni. L’ingresso al parco è di 75 pesos a persona. Dall’ingresso del parco al ghiacciaio c’è ancora mezz’ora di strada, non particolarmente interessante. Una volta arrivati in zona ghiacciaio si deve parcheggiare ed attendere il pulmino, che passa molto spesso, per portarvi all’inizio delle passerelle (il tragitto è breve, inferiore ai 5 minuti). Qui ci sono varie scelte di percorsi (indicati non proprio splendidamente, ma non vi perderete) che consentono di vedere il ghiacciaio da vari punti o semplicemente di fare una passeggiata all’interno della vegetazione.


Un’ora è sufficiente per vedere il ghiacciaio da tutte le angolazioni consentite. La vista è impressionante, ma la visita è superficiale. Chi se la sente dovrebbe assolutamente fare il trekking sul ghiacciaio. In questo caso non potrete andare da soli, ma dovrete rivolgervi ad una delle agenzie di escursioni di El Calafate, che sembrano proporre tutte le stesse cose. Tornando dal parco del Perito Moreno è possibile fare una deviazione per il Lago Roca, che ci è stata consigliata dalla gente del posto, ma abbiamo trovato poco interessante e costosa (considerando il fatto che abbiamo dovuto pagare per i km extra percorsi).

L’altra gita da fare in auto è a El Chalten, da cui si ha una magnifica vista del Fitz Roy. Si percorre parte della mitica Ruta 40. Il paesaggio è molto bello. I km per raggiungere El Chalten sono 200, ma si percorrono molto facilmente in quanto la strada è asfaltata, dritta e senza traffico.

Dovrete riportare l’auto con il pieno, ma ricordate che i benzinai non sono sempre forniti di benzina. Se vedete code dal benzinaio, fate il pieno, perché significa che nelle ore successive le pompe saranno vuote.