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giovedì 21 novembre 2013

Creta orientale


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14 ottobre 2013
Voliamo con Ryanair da Bergamo a Chania. L’aeroporto di Heraklion è sicuramente più conveniente per la visita della parte orientale di Creta, ma la partenza da Bergamo è estremamente comoda ed il biglietto costa solo 100 euro.
Abbiamo prenotato l’auto con autoeurope presso la National, che non ha un ufficio in aeroporto. Ci aspetta un tipo con cartello che ci porta all’ufficio National, a circa 5 km dall’aeroporto, nei pressi di un benzinaio sulla strada per Chania. Notiamo subito che il prezzo della benzina è simile a quello italiano, anche se in alcune località tipo Elounda raggiungerà vette mai toccate nemmeno nel belpaese.
Sono le 21 e, per evitare di guidare a lungo nel buio pesto (l’illuminazione stradale non è una prerogativa dei cretesi) abbiamo prenotato un hotel proprio lungo la strada per Chania, a 12 km dall’aeroporto e a 2 dalla città. L’hotel Akrotiri si trova in una zona tranquilla, sopraelevata con vista sul golfo di Chania. La proprietaria è gentilissima (l’accoglienza è da BB inglese), la stanza è molto grande con una bella terrazza vista mare. Il bagno sarebbe da rifare, ma questa pecca è compensata da alcune attenzioni, come vino e acqua in omaggio, accappatoi e ciabatte. La colazione è buona e il costo della notte prenotata con booking è di 43 euro, un classico prezzo greco. C’è anche la WIFI gratuita, che troveremo praticamente ovunque nel corso della vacanza.

15 ottobre 2013
Da Chania a Sissi ci sono 174 km di National road, molto scorrevole e poco trafficata. Per raggiungere Sissi è necessario svoltare per Malìa (un paese insignificante), e dopo poco, prima di raggiungere Malìa, girare a destra (la deviazione non si vede perché indicata solo nel senso contrario).
Il paese di Sissi (o Sisi) si sviluppa intorno a un caratteristico porticciolo su cui si affacciano molti bar e taverne. Il cielo è limpidissimo e la temperatura ideale, 26 gradi. Scegliamo la taverna Potri, dove ce la scialiamo con polipo, sarde alla griglia e birra (Mithos ovviamente) per la modica cifra di 22 euro. Evviva la Grecia!
 
Dopo 26 km di National road raggiungiamo Agios Nikolaos dove cerchiamo un hotel in zona porto, ma la situazione è un po’caotica e ci sono pochi parcheggi, per cui lasciamo la cittadina in direzione della penisola di Elounda e dopo pochi km, proprio lungo la strada troviamo l’hotel Lato, dall’ottimo rapporto qualità/prezzo. La stanza è carina e pulita con un bel balcone vista mare e un bagno con doccia “appesa” (una vera rarità da queste parti). La colazione è buonissima e c’è anche una piscina. Il tutto per 45 euro.
La caratteristica principale di Agios Nikolaos, adagiata sulla baia di Mirabello, è il lago interno di Voulismeni, collegato al porto da uno stretto canale, intorno al quale si trova la maggior parte dei caffè e ristoranti. 
Ci rendiamo conto che, anche se la metà di ottobre è arrivata, c’è ancora turismo, costituito soprattutto da coppie di mezza età del nord Europa e dagli ormai onnipresenti russi e polacchi.
Anche se si è fatto tardi decidiamo di cercare una spiaggia sulla strada che porta a Elounda (che viene descritta dalla guida come una specie di porto Cervo di Creta; in realtà è un paese non particolarmente attraente, abbastanza movimentato, con una spiaggia di sabbia scura poco invitante). Purtroppo la maggior parte delle spiagge si trova all’interno degli hotel e, anche se sono pubbliche, è necessario passare all’interno delle strutture private per raggiungerle e sono occupate da ombrelloni e sdraio privati appunto (anche se di solito si possono affittare). Oltretutto la sabbia è marrone ed è tutto piuttosto triste. In ogni caso la spiaggia migliore sembra quella di Havania, che è indicata anche sulla strada, mentre altre non sono indicate e non si vedono ed è necessario sapere esattamente dove fermarsi.
Ce ne andiamo a cercare una vera spiaggia pubblica e la troviamo a Plaka, proprio in fondo alla penisola di Elounda. E’ la spiaggia del paese, con un grande parcheggio vicino, e con qualche sdraio e ombrellone che però non riesce a rovinare l’atmosfera. La spiaggia è di sassi con acqua limpida e vista sull’isola di Spinalonga (Plaka è infatti il luogo più vicino da cui partono le gite per raggiungerla). I ristoranti e caffè sono più numerosi delle abitazioni private. Peccato non avere fame perché sono molto invitanti.

16 ottobre 2013
La nostra meta è la spiaggia di Kolokytha sulla penisola di Spinalonga, che ci è stata decritta con toni idilliaci.
Trovare la strada per raggiungere la penisola non è semplice. A Elounda, a circa 10 km da Agios Nikolaos, bisogna effettuare una decisa svolta a destra dove c’è il cartello per l’hotel Akti Olous.

Si attraversa la laguna su una stretta striscia di strada, passando vicino a caratteristici mulini, e si attraversa la penisola su strada sterrata, seguendo le indicazioni per la chiesa di Saint Luke e la spiaggia di Kolokytha.

Si parcheggia presso la chiesa e con uno dei sentieri che scendono dalla collina con una camminata di 5 minuti si raggiunge una bella baia con due spiaggette di sabbia grigio-bianca. Una si riempie di turisti tedeschi, alcuni dei quali arrivati a piedi direttamente da Elounda e l’altra è il parcheggio per un gommone-mostro, utilizzato per fare divertire dei cerebrolesi che arrivano con le crocierine organizzate a rovinare la tranquillità del luogo.

 
Torniamo a Agios Nikolaos, da dove seguiamo la strada litoranea verso Siteia invece della National road, con l’obiettivo di vedere tutte (o quasi) le numerose spiagge di questo tratto di costa.
La spiaggia di Almiros si trova a 2,5 km dal centro di Agios Nikolaos (è raggiungibile anche a piedi da un sentiero che parte da Gargadoros Beach, a 5 minuti dalla marina). Pare sia molto popolare, anche se al momento c’è poca gente. Forse per via del cielo un po’ coperto, non si avvicina minimamente all’immagine della foto gigante che campeggia sulla strada. Deludente e desolante.
Ammoudara, a 6 km da Agios Nikolaos, è un agglomerato costituito da qualche struttura per il pernottamento e due taverne sul mare che affittano anche ombrelloni e sdraio. Il mare è bello. Peccato per la solita sabbia marrone!
Cerchiamo inutilmente la spiaggia di Vathy, che dovrebbe essere di sabbia bianca, in quanto creata artificialmente da un hotel di lusso. Non troviamo né la spiaggia né l’hotel.
Poco male, ci fermiamo a Istro (a 12 km da Agios Nikolaos) dove vi sono 3 spiagge: Karavostasi, Saint Panteleimon e Voulisma. L’unica che merita è quest’ultima, situata in una bella baia, con acqua bassa e azzurra e sabbia più chiara. Sicuramente la migliore spiaggia fino ad ora, anche se è molto frequentata con tanto di moto d’acqua a rompere le palle. L’acqua è ancora calda ovunque nonostante l’avvicinarsi dell’autunno.

A 26 km da Agios Nikolaos incrociamo la strada che conduce a Tholos beach (o Kavounissi beach), ma è ancora nuvoloso e optiamo per la visita ad un ulivo vecchio di 3500 anni, percorrendo per 2 km una strada sterrata (indicata sulla strada principale appena fuori dal paese di Kavosi) tortuosa  e piena di buche. Proseguendo lungo questa strada si arriva al Canyon di Mesonas, popolare tra gli amanti del trekking.

Dopo questa poco interessante deviazione riprendiamo la strada principale in direzione Siteia, che si trova a 69 km da Agios Nikolaos.
L’arrivo a Siteia ci dà un senso di deja vu. Ci sentiamo catapultati in una località della Liguria nei primi anni 80.
Ci fermiamo per la notte al Flisvos hotel, situato sul lungomare pedonale, ma con un comodo parcheggio sul retro. La camera è spaziosa, con vista sul cortile interno e la colazione buona (costo 45 euro).
La sera facciamo una piacevole passeggiata sul lungo mare tornando dodicenni e scegliamo tra i numerosi ristoranti il più caratteristico Zorba (che offre molte varianti di menu). Optiamo per il solito polipo e calamari e mangiamo bene a 22 euro (in due ovviamente).

17 ottobre 2013
Da Siteia al sito archeologico di Itanos ci sono 24 km. Sui cartelli e sul navigatore non è indicato come Itanos, ma come Ermoupoli. Comunque basta seguire le indicazioni per Vai. A un certo punto le indicazioni per Vai si biforcano. Prendiamo a sinistra per la strada più vicina alla costa. E’ un po’ curvosa ma panoramica e passa dal famoso monastero di Moni Toplou (che è proprietario di buona parte della zona, spiaggia del Vai inclusa).

Il sito archeologico di Itanos si trova in una posizione abbastanza suggestiva, anche se le rovine non sono molto interessanti (non c’è un ingresso a pagamento). Ci sono invece tre spiagge. La prima, che si vede dal parcheggio è bruttina, con la sabbia marrone; la seconda si raggiunge dal sentiero che costeggia la fortezza ed è carina, con sabbia più chiara e qualche palma per ripararsi dal sole; la migliore e più lunga delle tre si raggiunge salendo la collina sulla sinistra del parcheggio (guardando il mare) ed è tranquilla con un mare calmo dal colore turchese. C’è anche una vicina caletta più appartata.


Mangiamo a un km dalle rovine sulla strada che porta al Moni Toplou al Metohi Vai, un ristorante all’interno di un antico edificio in pietra in un bel cortile. Il cibo è ottimo; la bistecca di maiale gigante per due, servita con tzatziki, patate e pita costa 15 euro.
Ritorniamo verso Itanos e prendiamo la deviazione verso Vai, che si trova a soli 800 m. da Itanos. Il parcheggio è a pagamento: 2,50 euro, ma in alta stagione il prezzo lievita. Il tempo è brutto e non ci fermiamo con l’idea di tornare il giorno successivo visto che cercheremo una stanza nelle vicinanze. Dopo pochi chilometri passiamo Paleokastro perdendoci la deviazione per Kato Zakros, che è nascosta nei pressi della chiesa sulla sinistra della strada che prosegue per Siteia. Ci sono parecchi cartelli di affitto di appartamenti. Noi cerchiamo un hotel con piscina dove passare il resto del pomeriggio riparati dal fortissimo vento che qui soffia molto spesso. Ce ne sono due, Hiona hotel, dove stanno facendo dei lavori di manutenzione e il Marine Village che si trova su una stradina che parte dalla strada che conduce alla spiagge di Hiona e Kouremos. L’hotel non è male, ma è caro, 58 euro la doppia con colazione, che viene servita all’aperto nonostante la temperatura autunnale.
Facciamo un giro alle due spiagge. Hiona è una spiaggia non organizzata di sabbia e sassi in bella posizione. Kouremos è più sabbiosa, lunga 1,5 km, con qualche ombrellone, un bar e un ristorante. La location è suggestiva ma non c’è nessuno perché il vento imperversa (anche se ci dicono non è stagione di vento…) ed è infatti famosa per il windsurf.

Per la cena si può optare per una delle numerose fish tavernas della vicina località di Angathias.

18 e 19 ottobre 2013
Da Paleokastro partiamo accompagnati dal solito forte vento. Inoltre il cielo è nuvoloso e fa freddo. Anche per oggi saltiamo la visita alla spiaggia di Vai e ci dirigiamo verso sud-est, la vera meta della vacanza.
Arriviamo a Zakros in mezz’ora (27 Km). Da qui  una strada diparte verso il paesino di Kato Zakros, che si trova a circa 2 km, in una baia riparata in posizione suggestiva. Ci sono più turisti del previsto, soprattutto francesi. La spiaggia è di sassi e sabbia scura con qualche ombrellone su cui si affacciano invitanti taverne. Il sito archeologico minoico di Zakros ci sembra un insieme di muretti a secco. Si paga e quindi decidiamo di saltare la visita.
Torniamo a Zakros, deviando ad un certo punto a destra per la strada vecchia, che ci illudiamo passi vicino alla Dead’s gorge, meta di numerosi camminatori. E’ invece una semplice stradina di campagna. Dopo l’inutile visita alle springs giriamo a destra alla fine del paese per Xerokambos. La strada di 8 km è scorrevole e le nuvole si aprono al nostro arrivo. Ci piace già.
Ci fermiamo per la notte alla Lithos Guest House, casa in pietra con appartamenti su due piani con tanto di camino, cucina completamente attrezzata, televisioni, lettore dvd e balconi con vista mare. E’ nuovo, pulito, raffinato ed arredato con estrema cura dei dettagli. Ci sono caffè e zucchero gratis e nel frigorifero il necessario per cucinare una colazione all’inglese, birra e vino a pagamento. L’immancabile raki è un omaggio della casa. Siamo ancora più soddisfatti della nostra scelta quando scopriamo che il costo per la prima notte è di 50 euro e per la successiva 45.
Nel paese ci sono cinque taverne, di cui due sul mare vicino alla spiaggia “principale”, l’unica attrezzata, e altre sulla via principale.
Proviamo la Dolphin Taverna, sul mare ed è senza infamia e senza lode; la moussaka è molto tradizionale e l’insalata greca un po’ scarsa.
Anche la taverna Akrogiali è vicina al mare, un po’ più cara della precedente e con la medesima qualità.
A cena optiamo per la Creta Sun taverna, molto frequentata dalla gente del posto, dove la proprietaria/cuoca ci invita in cucina a scegliere i piatti direttamente dal forno. Si mangia bene, basta non ordinare niente di fritto. Il retsina è buono ed il prezzo è basso. Alla fine, come da tradizione dell’ospitalià greca ci vengono offerti dei dolcini con l’immancabile raki.
Le spiagge si trovano tutte nell’arco di tre chilometri.
Provenendo da Zakros è possibile raggiungere una prima spiaggia molto isolata e dall’ambientazione assai suggestiva. La sabbia è soffice e la sua colorazione grigiastra ben si armonizza al giallo e al rosso delle rocce e della bassa vegetazione retrostante. Il percorso è piuttosto agevole: si lascia la strada principale prima dell’abitato, precisamente in prossimità di una curva dove sono collocati i primi cartelli degli studios, si imbocca una stradina sterrata, ma ben tenuta, che attraversa alcuni campi coltivati ad ulivo, alla fine della quale c’è una spiaggia di ciottoli nei pressi della quale si può lasciare l’auto.

Potremmo fermarci qui se la mancanza di curiosità limitasse l’orizzonte ottico, che invece si apre sotto forma di sentiero sulla sinistra guardando il mare passando tra basse dune e in una decina di minuti si approda all’insenatura sabbiosa decisamente adatta allo svacco rilassante. In ogni direzione lo sguardo è rapito dal fascino desolato e illuminante: il mare sconfinato e aperto, la sabbia ondeggiante che s’accumula e che non vuole rinunciare alla vita per cui regala radici, le rocce multiformi della costa e dell’entroterra lavorate dal vento e talvolta dalla necessità dell’uomo che ne ricavò riparo.

Riprendendo la strada per il paese di Xerokambos un cartello indica una spiaggia e conduce direttamente alla lunga distesa sabbiosa che fa da barriera al lago salato e prosegue oltre.

Godiamo dell’intera solitaria distesa sabbiosa su cui è facile trovare alcuni angolini riparati dal vento che altrimenti a lungo andare diventerebbe fastidioso. Dalla caletta la strada costiera raggiunge rapidamente le taverne affacciate sul mare nei pressi delle quali si trova la vera e propria spiaggia del paese attrezzata con qualche sdraio e ombrellone per poi risalire e ricongiungersi alla strada principale.
Oltre il paese lungo la strada principale verso sud un cartello indica altre spiagge. La prima è una bella e lunga baia sabbiosa che guarda alcuni isolotti rocciosi.


Poi quando subentra lo sterrato ogni cosa è più selvaggia e le insenature sono più piccole e rocciose 
L’ultima spiaggia raggiungibile in auto ha un attracco per piccole imbarcazioni.

Il panorama retrostante è molto ruvido a al tempo stesso intrigante e si presta bene alla scoperta di anfratti inesplorati con la scarsa fatica di una breve camminata a contatto con la natura incontaminata.
La spiaggia più bella che rappresenta una sorpresa si trova proprio di spalle alla principale del paese. Per raggiungerla si parte dal lungomare nei presi della taverna dolphin e si risale verso il paese. A metà della strada di risalita si svolta su una sterrata che inizialmente sembra portare in mezzo agli ulivi e a casa del loro proprietario, ma proseguendo per poco si arriva a questa piccola baia che ha tutte le caratteristiche delle migliori, con la possibilità di fare naturali maschere di argilla.

Pubblicare le virtù di tesori seminascosti genera sentimenti contrastanti perché si vorrebbe che rimanessero tali, ma nel contempo è forte la voglia di condividere per fare apprezzare anche ad altri la bellezza che ancora si può trovare in luoghi un po’ sfruttati.
A Xerokambosi si può trovare un’atmosfera pacifica fatta di canto d’uccelli e di insetti, di odori anticamente nuovi difficilmente immaginabile a pochi chilometri da sbarchi massivi di turisteria dall’Europa tutta. Una corona di dura roccia posata sulle morbide gentilezze concesse agli uomini in cui l’ulivo ripaga prima di scendere a godere del rumore che è l’altro regalo parlante, quello del mare.

20 ottobre 2013
Da Xerokambos imbocchiamo la strada che porta a sud. E’ tortuosa e selvaggia e sale parecchio. Arriviamo nell’abitato di Goudonas a 34 km da Ierapetra. La spiaggia del paese non è niente di particolare ed il vento è fortissimo. Più adatte per una sosta sono le calette tranquille e riparate che si scorgono lungo la strada fuori dall’abitato. Dopo un km, nella zona di Kato Nero, ci sono altre 3 cale tranquille e facilmente raggiungibili dalla strada. Vediamo alcuni camminatori imboccare la Gorge of the deads, segnalata sulla strada.
La spiaggia migliore che incontriamo lungo questo tratto di costa è certamente Ammoudi, a 29 km da Iarapetra.


Per raggiungerla parcheggiamo vicino alla strada non lontano dal cartello che indica la taverna dragon’s cave e da qui scendiamo lungo un sentierino sconnesso, per qualche minuto. La baia è ben riparata dal vento, la sabbia è marrone ma il mare limpidissimo.
Dopo 5 km entriamo nel paese di Makry Gialos, il più turistico della zona, con tanto di negozi che vendono gonfiabili e giochi per la spiaggia. Non vediamo hotel, ma numerose stanze e appartamenti in affitto. Il lungomare si affaccia sulla spiaggia principale, una lunga striscia di sabbia scura e ciottoli vicino alla quale troviamo il ristorante Petra. Il cibo è ottimo e biologico ed i prezzi sono stracciati come al solito. Dopo una decina di km scorgiamo la spiaggia attrezzata di Alhia presso il paesino omonimo e dopo altri 5 km ci fermiamo in una delle cale di Ferma. Sono ben segnalate sulla strada principale e si raggiungono attraverso sentieri e scalini costruiti all’uopo.

E’ una zona frequentata dai nudisti perché queste spiagge sono riparate e non organizzate. Nella zona ci sono stanze in affitto e qualche hotel nel paese di Koutsounari.
Commettiamo l’errore di continuare verso Iarapetra e cercare qui una stanza per la notte. La cittadina è abbastanza brutta, con un lungomare con alcuni bar e taverne, negozi di souvenir e un bel forte veneziano.
Gli hotel sono pochi. Pare che il turismo sia legato quasi esclusivamente alle imbarcazioni che da qui partono per l’isola di Crissi e ogni esercizio commerciale vende i biglietti per il traghetto. Non ci pensiamo nemmeno perché il mare è molto mosso ed il vento freschino.
Dormiamo all’hotel Astron, il più costoso della storia greca, con impostazione da catena internazionale di livello medio-alto. Il costo di 65 euro è decisamente troppo alto per la qualità della stanza, anche se la colazione a base di tipici prodotti  cretesi è ottima.
21 ottobre 2013
La giornata è dedicata al ritorno verso Chania, che dista da Ierapetra 240 km di strada scorrevole, e dove in serata ci attende il volo per Bergamo.

giovedì 29 agosto 2013

Germania: Romantichstrasse e dintorni


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10 agosto 2013

Voliamo con Ryanair da Bergamo a Francoforte Hahn (l’aeroporto si trova a circa un’ora e venti in auto da Francoforte). La tariffa è stracciata, 40 euro, come ai vecchi tempi. Ritiriamo una polo quasi nuova al banco della Buchbinder, prenotata tramite Autoeurope, al costo di 204 euro per 8 giorni.
La meta della nostra gita è la Romantichstrasse.
Partiamo in direzione Wurzburg. L’autostrada è molto trafficata, ma, a differenza di quelle italiane, il fondo stradale è in perfette condizioni e non esiste pedaggio. Uscendo dall’autostrada si respira un’atmosfera più pacifica e l’arrivo a Wurzburg è particolarmente rasserenante.
La città è di dimensioni medio-piccole con tutti i vantaggi conseguenti. Parcheggiamo l’auto in un comodissimo parcheggio gratuito nei pressi del fiume, il Talavera con l’indicazione P+R (Park and Ride). Si trova a 10 minuti a piedi dal centro e dal nostro hotel il Dortmunder Hof, che si trova in una strada centrale molto tranquilla. La stanza non è nulla di speciale, ma è confortevole. La televisione prende solo canali tedeschi e la wifi è disponibile nel ristorante. La colazione è eccezionale, abbondante, variegata e di ottima qualità. Il prezzo per la camera doppia non è propriamente economico (85 euro), ma la città è piuttosto cara ed è il meglio che abbiamo trovato considerando anche la posizione centrale.
Iniziamo la visita della città dal lungofiume e ci interrompiamo immediatamente per un assaggio di germanicità sedendoci a bere due pils e mangiare due bratwurst nella zona proletaria del locale Alter Kranen sui bastioni. Ora che si ragiona ci si mette in marcia rinvigoriti.

Wurzburg

 
 Wurzburg
 
Il ponte vecchio è affascinante e le sue dodici statue troneggiano sul camminamento godendosi il paesaggio. Come a Firenze il ponte vecchio conduce nel cuore pulsante della città.. si va beh, non si entra in piazza della Signoria, ma Wurzburg accoglie con disicantata armonia. Percorrendo la Domstrasse si incontra subito il municipio dietro il quale si trova la piazza del mercato con la Marienkapelle e il Falkenhaus, un impressionante palazzo con facciata in stile rococò lavorata a stucchi preziosi, all’interno del quale si trova il tourist office.
 
 Wurzburg
Wurzburg  
Sbucando su Schonbornstrasse si può accedere alla Neumunster, la basilica romanica con apprezzabili affreschi, ed il Duomo, il cui impatto iniziale è un po’ deludente. Scendiamo su Franzinkarnerstrasse, Neubanstrasse, costeggiamo la Alte Univesritat e sfociamo sul passeggio di Baltazar Neumann su cui risplende la stupenda Residenz attorniata da un parco con giardino di tutto rispetto.

 Wurzburg
Wurzburg  
Gradevole la continuazione su Theaterstrasse per amalgamarsi definitivamente sulla Julius promenade. Qui si trova lo Spital, di raffinato stile architettonico e maniacale cura degli spazi esterni. Il centro si gira piacevolmente a piedi in una giornata. I menù dei ristoranti sono tutti esclusivamente in lingua tedesca ed è abbastanza sorprendente considerando il numero di turisti stranieri in visita. Decidiamo quindi di mangiare al ristorante dell’hotel certi che il proprietario ci tradurrà il menu in inglese. In realtà la spiegazione molto precisa ce la fa il cuoco che sa il fatto suo. I piatti sono infatti piuttosto ricercati e molto buoni. Spendiamo 31 euro per due piatti di carne e 3 birre.

11 agosto 2013
Dedichiamo la mattinata alla visita della zona al di là del fiume, che conduce, in salita, attraverso splendidi giardini, boschetti, zone gioco per bambini da far invidia a certe attrattive a pagamento, alla residenza Marienberg, caratterizzata dalle poderose fortificazioni e da una raffinata architettura degli spazi interni alle mura. Da questa posizione privilegiata inoltre si gode di panoramiche solenni della città sottostante.

 Wurzburg
 Wurzburg
  Wurzburg

 Wurzburg

Un giorno e mezzo è sufficiente per visitare la città, anche se è talmente piacevole che varrebbe la pena fermarsi un’altra notte. Potrebbe svilupparsi un senso di nostalgia abbandonando una città così bella se non si avesse la quasi certezza di andare incontro a nuove conoscenze affascinanti.
 Weikersheim
 Weikersheim
 Weikersheim
La conferma è pronta a sorprenderci all’ingresso di Weikersheim, un paese molto vivace reso ancora più allegro dalla festa dell’estate, che si svolge all’interno del parco dello scenografico castello, che per l’occasione si è riempito di bancarelle di artigianato e prodotti alimentari, ma c’è talmente tanta umanità che si creano code chilometriche e in preda ad una fame mostruosa, dopo avere fallito vari tentativi nei ristoranti locali, ci spostiamo verso il paese di Creglingen, carino per una visita veloce e uno spuntino.
  Creglingen

Creglingen
 
L’approssimarsi a Rotenburg ob der Trauber è quasi commovente. Non c’è un elemento urbano fuori luogo, la città è armoniosa, ci sono edifici colorati assimilati dal graticcio, ci sono piazze e chiese, fontane e giardini, vicoli e viali, porte e bastioni, torri e mura di cinta sulle quali è possibile camminare percorrendo buona parte del giro di ronda, gustandosi la visuale da una prospettiva insolita e molto accattivante, per poi ridiscendere e percorrere ancora ed ancora le strade cittadine fino al Burggarten, dal cui vertice si possono osservare la valle del fiume Tauber e la città da una nuova prospettiva.



 Rothenburg
 Rothenburg

 Rothenburg
 Rothenburg

Insomma è facile trovare la risposta al perché la cittadina sia presa d’assalto da turisti di ogni nazionalità, giapponesi su tutti. Nonostante il grande afflusso è sufficiente spostarsi di poco dalle vie principali per imbattersi in angoli suggestivi godibili in solitudine. Anche qui i menu esposti sono in maggioranza in tedesco stretto e optiamo per il frequentato ristorante dell’hotel Roterhan. Il cibo è discreto e la birra buona come al solito e il menu tradotto in varie lingue. Dormiamo alla Gasthaus Raidel, che occupa un edificio storico in pieno centro. Le stanze sono un po’ vecchie, ma caratteristiche ed il prezzo è buono considerando la posizione 69 euro. I proprietari, che si arrangiano come possono con l’inglese, ci indicano la via Rodersschutt, dove si può parcheggiare gratuitamente all’interno delle mura.

12 agosto 2013
Definita la giornata delle mura di cinta. Finiamo il giro di quelle di Rothenburg e saliamo in auto verso Feuchtwanger, dove apprezziamo la porta della città, la solita Markplatz, ma la tappa è piuttosto sfuggente perché non vogliamo perdere un istante della visita di Dinkelsbhul.

 Feuchtwanger

Parcheggiamo nei pressi della meravigliosa Rothenburg Tor che apre lo sguardo sulle mura a specchio nelle acque del laghetto antistante e iniziamo il giro perimetrale; qui non è possibile fare il percorso delle sentinelle, ma si può scegliere tra l’interno, più affascinante e l’esterno, più naturistico. Optiamo per il giro interno perché le strade, le case e i monumenti che si incontrano sono talmente tanti e sorprendentemente belli da trascurare la passeggiata salutare nel verde. Le torri sono moltissime e di aspetto particolare.
 
 Dinkelsbhul
  Dinkelsbhul

Da quasi tutte le posizioni, alzando lo sguardo verso il centro del borgo medievale, si può vedere la grande chiesa di Saint George e, quando terminiamo il giro e percorriamo la stupenda strada centrale, la raggiungiamo e ci entriamo per apprezzare la maestosità e lo slancio poderoso verso l’alto.
Pranziamo al Cafe Munster, adiacente alla cattedrale, specializzato in crepes dolci e salate. Il solito menu in tedesco e la solita cameriera compiacente che traduce in inglese.
Ripartiamo in direzione Nordlingen e scopriamo con piacere che il nostro hotel si trova nel delizioso centro cittadino, all’ombra della torre campanaria dell’enorme chiesa di St. George, che ha stesso nome e stessa forma di quella da poco visitata a Dinkelsbhul. I parcheggi in centro sono a disco orario e a pagamento, ma il tourist office rilascia un permesso a coloro che pernottano negli hotel del centro che consente di parcheggiare gratuitamente nella zona.


Nordlingen

Con una già buona quantità di chilometri nelle gambe ci rimettiamo in marcia seguendo il percorso indicato nella cartina fornita dal tourist office, che copre le principali attrazioni della cittadina, caratterizzata da un’architettura diversa rispetto ai paesi precedentemente visitati; le abitazioni a  graticcio sono sostituite da quelle in stile svevo, altrettanto eleganti e pittoresche.

 Nordlingen
 Nordlingen

 La scelta di ristoranti per la cena in centro è piuttosto scarsa. Troviamo comunque un’ottima pizzeria, La Fontana, che offre prodotti della cucina italiana ben cucinati a buon prezzo e dove i camerieri ci accolgono in italiano.
Dormiamo all’hotel Konditorei Altreuter. Il sito è solo in tedesco, ma rispondono alle mail in inglese. La nostra stanza è gigantesca e da poco rimodernata. Spendiamo 66 euro con la colazione, che purtroppo,se pur consumata nella pasticceria sottostante, non include nessuna delle prelibatezze dolciarie in vetrina.

13 agosto 2013
Ci rimettiamo sulla Romantichstrasse e dopo circa 20 km ci fermiamo ad Harburg, un piccolo borgo con un bel ponte sul fiume, alcuni edifici interessanti, tra cui il Rathaus, e soprattutto la folgorante immagine del castello che sovrasta dalla collina boscosa con prepotente durezza.

Harburg

Da qui verso Augsburg (Augusta) la strada si fa meno romantica e più scorrevole, il paesaggio si allinea e in circa mezz’ora si entra in città, la quale, essendo una vera città rispetto alle bomboniere visitate sino ad ora, si propone in maniera completamente diversa: non proprio metropolitana, ma con un approccio sicuramente più articolato, anche se non ci sono caos e traffico tali da rendere l’ingresso stressante.
Come per l’accesso a tutte le altre città tedesche di una certa dimensione è necessario esporre il bollino verde, pena multe salate. La nostra auto a noleggio ne è ovviamente provvista, ma chi volesse partire dall’Italia premunito lo può richiedere attraverso questo link. Avendo prenotato l’hotel Ibis Koeningplatz (tramite il sito della accor grazie al quale abbiamo risparmiato 10 euro sulla tariffa normale, pagando 59 euro) possiamo usufruire del parcheggio-garage, aggiungendo 8 euro al costo della stanza, non poco, ma così possiamo evitare di vagare in mezzo a  quello che sembra un infinito lavoro in corso, e abbiamo l’occasione di lanciarci immediatamente alla scoperta del centro, che si trova a soli 5 minuti a piedi. La piazza del municipio è molto ariosa e su di essa si affacciano molti palazzi di pregevole fattura ed altrettanti bar con tavolini all’aperto presso cui è d’obbligo la fermata per una birra (nello specifico un’ottima Tucher Hell); Maximilianstrasse è la via centrale che può lasciare a bocca aperta il visitatore per la bella mostra di edifici, fontane e l’impressionante chiusura rappresentata dalle chiese di St. Ulrich ed Afra.

 Augsburg
 Augsburg
 Augsburg
 Augsburg

 
 Augsburg

Rinunciamo alla visita al Fuggerei, troppo costosa per i nostri gusti (8 euro). E' gratuito invece l'ingresso alla bella chiesa di Santa Maria (forse per via dei lavori in corso), con un interessante chiostro.
Molto piacevole la zona del duomo, caratterizzato da portali finemente lavorati, con sosta nell’elegante Hofgarten sulla via Fronhof che si raggiunge attraversando il portone della residenza episcopale.
Vista la dimensione del centro ci si aspetterebbe di incontrare un elevato numero di caffè e ristoranti. In realtà il luogo più gettonato per il pranzo è lo Stadtmark (city market) raggiungibile da Fuggerstrasse o Annastrasse, con molti banchi interessanti, ma pochissimi posti a sedere, e siccome non ci va di mangiare in piedi, decidiamo di mangiare lì vicino, al WeiberHase, per avere la conferma (serviti da un personale parecchio odioso) che la cucina locale ha decisamente scassato i maroni.
Augusta è considerata una delle città più importanti della Germania dal punto di vista storico, ma, pur essendo ricca di monumenti, è sicuramente meno caratteristica delle cittadine viste sino ad ora.

14 agosto 2013
Riprendiamo la Romantichstrasse verso sud. La prima tappa della giornata è Landsberg, un paese assai pittoresco sulle sponde del fiume Lech, che nei pressi del ponte principale gioca in salti decisi, creando un gioco dinamico in contrasto con la staticità urbana di sfondo. La piazza principale irregolare ha un effetto visivo particolare, le vie che la circondano sono caratteristiche e la passeggiata sul lungo fiume rilassante.

 Landsberg am Lech

 
  Landsberg am Lech

Il paese meriterebbe forse una visita più approfondita, non scandita dal solito parcheggio a disco orario.
Incontriamo l’abitato di Altenstadt, a due km da Schongau, l’antico insediamento della città. Al suo interno la grande chiesa romanica di St. Michael del XIII secolo è ancora ben conservata.
La cittadina di Schongau si sviluppa intorno alla oblunga Marienplatz, la piazza circondata da antiche case gotiche, dal Rathaus e dalla chiesa in rococò bavarese, ricca di stucchi e affreschi e lungo le mura si susseguono numerose torri e porte d’ingresso.

 Schongau

All’altezza di Steingaden abbandoniamo la Romanrichstrasse per raggiungere la Wieskirche, un importante monastero visitato da centinaia di pellegrini, ma se non si rientra in questa categoria, conviene tirare dritto. L’esterno è imponente e fotogenico, ma non particolarmente affascinante e si paga tutto, dal parcheggio al bagno.

Wieskirche
 
Arriviamo in zona castelli di Hohenschangau e Neuschwanstein, quest’ultimo rappresenta lo stereotipo del castello delle fiabe. La coda di auto che tentano di entrare nel parcheggio è chilometrica ed immobile. Qualcuno lascia l’auto sulla strada e raggiunge il castello con una camminata attraverso i campi. Ma c’è pure brutto tempo e chi ne ha voglia! Ci accontentiamo di una fotografia dal basso molto scenografica.

Castello di Neuschwanstein

Scegliamo di dormire a Schwangau invece che a Fussen , il centro principale della zona, dove le stanze libere scarseggiano e sono più costose.
Abbiamo fatto più che bene perché la coda in direzione Fussen verso l’ora di punta, che è quella in tutto il mondo o quasi le 17.30-18.00, è chilometrica quasi quanto quella per visitare i castelli.
Dormiamo al Schwangauer Hof per un prezzo decisamente economico per la zona, 67 euro, con una buona colazione. La stanza è pulita e confortevole e si affaccia su un balcone con vista montagna. L’unica pecca sono le pareti non tinteggiate da decenni e Schwangau è un paese del cavolo, con pochi posti per mangiare e gente piuttosto buzzurra.

15 agosto 2013
La sosta in questa zona montagnosa sarebbe inutile se non avessimo la bella pensata di visitare Fussen nell’unico momento in cui non è presa d’assalto dai turisti, la mattina “presto”, tra virgolette perché abbiamo capito che qui prima delle 11 non si muove nessuno. E’ proprio una bella sorpresa e la passeggiata nelle vie del centro è molto piacevole.

 
 Fussen
 Fussen

 
 Fussen

Tra gli edifici più interessanti la chiesa di S. Magno, che si affaccia sul limaccioso fiume Lech, il solito rathaus e l’antica abbazia, che colpisce per i colorati affreschi che danno vivacità a strutture un po’rigide. Da vedere anche la panoramica del paese dal ponte sul fiume.
 
Fussen
Iniziamo il nostro ritorno verso Francoforte, decidendo di evitare l’autostrada, veloce ma monotona, per raggiungere Ulm attraverso strade secondarie, che ci fanno costeggiare laghetti frequentati da bagnanti coraggiosi (ci sono circa 15 gradi) ed attraversare paesini dalla classica impronta montana.
Ci fermiamo a Kempten, una bella cittadina sviluppatasi intorno all’elegantissima Residenz con splendidi giardini fioriti e con l'imponente chiesa di San Lorenzo, la cui immagine è purtroppo rovinata dai lavori in corso nella piazza antistante. E’ festa, essendo questo uno dei paesi cattolici della Bavaria, dove si festeggia il ferragosto, ed è in atto una festa tradizionale dove tutti gli amici della nostalgia tirolese sfoggiano bermuda in camoscio, camice a scacchi e zoccoli.
L’abitato è diversamente godibile, diversamente nel senso che si discosta per architettura dai paesi della Romantichstrasse, ma è comunque molto interessante.

 Kempten
  Kempten
  Kempten

Anche la tappa successiva Memmingen è meno stucchevole del lato romantico anche se c’è una Markplatz dalle ambizioni svolazzanti ed un centro storico di grande attrattiva.
Memmingen

  Memmingen
 Memmingen
Ulm è abbastanza caotica, anche perché sfortunatamente non si festeggia il ferragosto ed è una normale giornata lavorativa in una città di 120.000 abitanti e pare non esistano parcheggi gratuiti. Tra l’altro il genio alla reception dell’hotel Ibis Budget Ulm City non sa dove si trova l’accesso al garage dell’hotel. Dopo averlo cercato inutilmente per una mezz’ora lasciamo l’auto in un parcheggio col parchimetro con rabbocco di monete. Comodo...
Nonostante l'evidente carenza intellettiva del personale, l'hotel è in posizione centrale, comoda per la visita della città e la stanza è nuova e pulita. Il prezzo è un po' alto per un Ibis Budget, ma le sistemazioni in città sono piuttosto care.
Il Danubio divide la città in una parte vecchia e una nuova Neu Ulm, la prima appartenente alla regione Baden-Württemberg, e la seconda alla Baviera.
La visita è mediamente interessante. Molto rilassante il lungo fiume (Danubio) con la possibilità di camminare sulla fortificazione che protegge il Fischerviertel, un vecchio quartiere di pescatori molto caratteristico.

Ulm

 Ulm

Come sempre il Rathaus (palazzo del comune) ha il suo magnetismo e si affaccia su una Markplatz piccola e abbastanza tranquilla animata da due locali attraenti che ti obbligano quasi ad una sosta birra in uno dei tavolini all’aperto.
Il monumento più impressionante della città è l’antico duomo con la torre campanaria in pietra più alta del mondo.
Ceniamo vicino al nostro hotel alla Wirsthaus in Sterngasse 17, un bel locale con tanto di biergarten, dove gustiamo una cucina più raffinata del solito.

16 agosto 2013
Da Ulm a Heidelberg ci sono circa 240 km e il traffico è rallentato a causa degli innumerevoli lavori stradali (che uno potrebbe domandarsi: ma perché continuano a lavorare sulle strade che sono comunque 10.000 volte meglio delle nostre? E soprattutto dove trovano i soldi per fare tutti questi interventi che da noi non tappano neanche le buche? Mi piacerebbe vedere lo stipendio di un dirigente della società che gestisce le autostrade, che tra l’altro sono sempre gratuite..).
Heidelberg si trova sulla strada A5, che porta a Francoforte. Dall’uscita 37 si arriva in centro in una decina di minuti.
La città ha 150.000 abitanti e i paesini tranquilli della Romantichstrasse sono ormai un ricordo.
Parcheggiamo in uno dei numerosi parcheggi sotterranei e solo sbucando in superficie ci accorgiamo di essere proprio all’inizio di Hauptgasse, la via principale lunga 2 km attorno alla quale si anima l’intera città e sulla quale si affacciano stupendi palazzi.
La via è molto animata, sia da studenti (è infatti sede di una frequentata università) sia da turisti di ogni nazionalità. 

 
 Heidelberg

 Heidelberg

 Heidelberg

La piazza principale del centro storico è la Marktplatz, con una splendida fontana, signorili residenze borghesi, e la famosa chiesa Heiliggeistkirche. Dalla vicina Kornmarkt, ritenuta da molti la piazza più bella di Heidelberg, comincia a scorgersi la sconcertante mole del castello arroccato sul monte Königstuhl, raggiungibile sia con un sentiero a piedi sia con la funivia.
Parallelo alla Hauptgasse scorre il fiume Neckar e si può scegliere di percorrere la riva opposta attraversando eleganti sobborghi immersi nella vegetazione, osservando la città da una diversa prospettiva, o rimanere dalla parte cittadina e raggiungere il vecchio ponte che merita di essere attraversato e fotografato da varie angolazioni, soprattutto per la presenza di un arco trionfale con due torri circolari a fare da porta di ingresso alla città.

  Heidelberg

  Heidelberg

Lasciamo Heidelberg e dopo pochi chilometri raggiungiamo Ladenburg, dove abbiamo prenotato una stanza per la notte al Leonardo Hotel Mannheim-Ladenburg, facente parte di una catena di hotel di buon livello, che propone offerte interessanti. Spendiamo 49 euro per la camera doppia, senza colazione, che invece costa uno sproposito.
La scelta, ricaduta su Ladenburg esclusivamente a causa dei prezzi improponibili delle stanze della gettonatissima Heidelberg, si mostra vincente. Il paese ha un approccio molto rilassante, specie per chi giunge dalla città, grazie ad un lungo fiume assai ben tenuto, ideale per osservare il tramonto, e al centro storico che sembra la ricostruzione di un sogno possibile, in cui i ristoranti ed i bar offrono l’occasione di vivere appieno gli spazi all’aperto, soprattutto quando gli ambulanti smontano i loro banchetti sulla piazza principale e lasciano il posto ai tavolini, che si riempiono velocemente.

 Ladenburg

17 agosto 2013
L’ultimo giorno è fondamentalmente utilizzato per ritornare all’aeroporto di Hahn, ma viene comoda una tappa a Worms, dove è stato costruito un duomo pazzesco, forse la chiesa più bella vista durante il viaggio, e anche unico motivo di attrattiva della cittadina. Visto che si trova in una posizione non facile da sfruttare a livello fotografico, approfittiamo della terrazza del caffè Dom Terrasse proprio di fronte, che ci permette di cogliere in uno scatto la mole impressionante del duomo. Approfittiamo anche di un interessante assaggio di birre locali a 5 euro.
Worms

Su Markplatz ci prendiamo anche un cono gelato alla gelateria Vannini (italiani doc i gelatai) per 1,60 euro, un cono che in Italia ne costerebbe 3. Beh continuiamo pure a farci prendere per il culo con la scusa della crisi economica!
Da Worms tramite la A61 raggiungiamo Hahn dove lasciamo l’auto con un giorno di anticipo. Abbiamo infatti deciso di dormire al B&B Hotel (che fa parte di una catena di hotel economici, stile Ibis, 59 euro la doppia) che si trova a due passi (proprio due) dal terminal dell’aeroporto, avendo il volo all’alba del giorno successivo.