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giovedì 10 marzo 2011

Le Ande Argentine - Salta e Jujuy


Visualizzazione ingrandita della mappa
Dicembre 2010
Abbiamo volato da Cordoba a Salta con andesair, una compagnia low cost argentina. Ci siamo trovati bene. Inoltre il costo del volo era decisamente più economico rispetto ad aerolinas argentinas e non abbiamo dovuto fare scalo a Buenos Aires, tappa obbligata per tutti i voli aerolinas.
I biglietti si acquistano sul sito www.andesonline.com
L’auto è il modo migliore per visitare la zona e l’unico per raggiungere determinate aree.
Dopo avere contattato praticamente tutte le compagnie di noleggio auto locali trovate a questo link
http://www.welcomeargentina.com/salta/car-rental.html abbiamo optato per Leadrentacar http://www.leadrentacar.com.ar/ . Il costo per una settimana di noleggio è stato di 1.308 pesos con 2.000 km liberi (che sono sufficienti per la visita della zona, noi ne abbiamo percorsi in totale 1.950) per un’auto di categoria economica. In realtà ci hanno assegnato una renault megane perché avevano terminato le auto piccole. La compagnia di noleggio ha l’ufficio solo in centro in città, ma manda qualcuno ad attendervi all’aeroporto. Sono gentili e disponibili.
La pianificazione dell’itinerario in questa zona è stata impegnativa perché non si trovano molte informazioni sul web e la guida (lonelyplanet) crea non poco allarmismo per quanto riguarda la percorribilità delle strade. In realtà le uniche strade non percorribili con un’auto a due ruote motrici sono il tratto tra San Antonio de Los Cobres e La Poma sulla via per Cachi e quello a nord di Salinas Grandes verso Abra Pampa. Inoltre ci è stato sconsigliato di raggiungere in auto la cittadina di Iruya, che è raggiungibile con un autobus locale.
Trascorriamo la prima notte a Salta, dove torneremo altre due volte nel corso della settimana. Le tappe a Salta sono d’obbligo per via della lunghezza degli spostamenti e della mancanze di strutture turistiche in alcune zone.
Ci spostiamo prima al nord dove facciamo base a Tilcara per due notti. Ci consigliano di percorrere la strada “bassa” invece dell’autopista per raggiungere Jujuy, ma non ne vale la pena; è molto tortuosa e passa attraverso una folta vegetazione e non consente di ammirare i paesaggi. L’autopista è molto più veloce e conduce più in fretta nella zona che merita veramente una visita. Il tratto da Jujuy a Tilcara attraversa un tratto di canyon ed è spettacolare.
La cittadina di Tilcara è carina e accogliente e vi sono numerose posadas e ristoranti.
Ha un’aria un pò hippie ed è il luogo ideale per visitare le attrattive della zona.
Pernottiamo presso la Posadita http://www.laposadita.com.ar/, in una stanza con una superba vista sul canyon, pulita e arredata con gusto, per la modica cifra di 170 pesos a notte con colazione inclusa.
Da qui visitiamo il primo giorno la Quebrada de Humahuaca e ci avviciniamo al confine con la Bolivia. Scopriamo solo al termine del giro che per visitare l’interno della Quebrada (e per vedere le stupende rocce rosa, che la rappresentano in tutte le foto) è necessario contattare una guida, che può essere procurata tramite l’ufficio turistico di Tilcara, al quale ci si può rivolgere anche per avere una mappa della zona circostante, con l’indicazione delle passeggiate dei dintorni. Noi visitiamo (in auto) le rovine di Pucarà, che non sono un gran che, ma facciamo una piacevole passeggiata ammirando lo stupendo panorama. Un’altra gita consigliata, che non abbiamo tempo di compiere è quella alla Garganta del Diablo, che si trova a circa mezz’ora di auto da Tilcara. Anche qui si può arrivare a piedi.
 Quebrada de Humahuaca

Il giorno successivo ci dirigiamo verso le Salinas Grandes con tappa a Purmamarca. La cittadina si trova in una posizione meravigliosa tra rocce dai mille colori. Mangiamo bene nel ristorante sulla piazza, di cui non ricordo il nome. Comunque è l’unico ristorante in mezzo a molti caffè. All’ufficio turistico, dove svegliamo l’addetto in piena siesta, ci procuriamo una mappa della zona e decidiamo fortunatamente di fare il giro a piedi che ci viene consigliato, che inizia (o termina) vicino al bellissimo cimitero. Si può percorrere in auto ma vale la pena di faticare un poco. La strada non è impegnativa e passa all’interno delle rocce colorate che si vedono dalla strada. Un vero spettacolo.
 Purmamarca

Le Salines sono belle, ma si tratta pur sempre di una distesa di sale che non cambia mai. La strada che vi conduce invece si apre su scorci fantastici. Si toccano i 4200 metri di altezza in un punto ben indicato, dove due signore indigene vendono i loro manufatti. 

Il giorno successivo ritorniamo a Salta e visitiamo la città, stranamente con il sole. Se nelle zone circostanti piove pochissimo nella fertile Salta piove spesso. La visita non richiede più di mezza giornata ma è piacevole.
A Salta dormiamo (tutte e tre le volte) al Ghala Hotel (http://www.hotelghala.com.ar/) super consigliato soprattutto per chi arriva in auto visto che ha un garage gratuito. Le tariffe praticate direttamente dall’hotel sono alte. Prenotando con www.booking.com paghiamo circa 200 pesos a notte con colazione inclusa.
Il quarto giorno partiamo per Cachi, sulla ruta 33. Come consigliatoci partiamo dopo le 9 di mattina per evitare di trovare la nebbia e infatti la troviamo, densa e bassa. Non vediamo nulla del Parco Nacional Los Cardones, che viene descritto dalla Lonely Planet come il tratto più spettacolare del percorso. Fortunatamente la strada, prima stretta e sterrata, in questo punto è asfaltata e più larga. Il paese di Cachi è molto carino e merita certamente una visita. Dormiamo alla Posada Sala de Payogasta http://www.saladepayogasta.com.ar/
L’hotel è una estancia ristrutturata con un bel cortile, la stanza è caratteristica e accogliente con un’enorme finestra con vista superba e un caminetto. Il ristorante annesso è ottimo e il prezzo è basso. Paghiamo 220 pesos a notte con colazione.
E’ meglio prenotare in anticipo l’hotel perché ce ne sono pochi e potrebbero essere chiusi al momento della visita. http://www.welcomeargentina.com/cachi/lodging.html
Il giorno successivo ci dirigiamo verso Cafayate attraversando la Valles del los Calchiquies sulla mitica ruta 40. La strada è stretta e polverosa, ma non incontriamo praticamente nessuno. Entriamo in tutti i paesini. E’ molto bello e suggestivo. Impieghiamo circa 7 ore perché la strada è per gran parte sterrata e la velocità media è di 40 km orari.
 Ruta 40

Pernottiamo a Cafayate alle Cabanas Don Rene (che sconsigliamo), prenotate tramite il sito http://www.cabaniasregionales.com.ar/, che è molto utile perché a Cafayate vi sono pochi posti per dormire e più cari rispetto agli standard argentini. Ottimo invece il ristorante Terruno http://www.terrunogourmet.com/fotografias.html, sulla piazza principale.
La mattina decidiamo di fare un giro delle cantine con visita gratuita per comprare dell’ottimo Cafayate, il vino bianco tipico della zona. L’ufficio turistico (nel chiosco nella piazza principale) fornisce una cartina con l’indicazione di tutte le cantine, degli orari di visita e delle eventuali tariffe di ingresso). Visitiamo Etchart e Vasija Secreta; sono molto belle ed è facile uscire ubriachi perché non conoscono il significato della parola assaggio.
La  ruta 68 (interamente asfaltata) che conduce da Cafayate a Salta è una sorpresa continua. Cambiano continuamente i colori delle rocce. Il primo tratto si chiama Quebrada de Las Conchas e vi sono diverse formazioni rocciose tutte ben indicate da cartelli sulla strada. L’area è senz’altro è più turistica e “civilizzata” rispetto alla Valles Calchiques, ma altrettanto bella. 
  Ruta 68