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giovedì 28 agosto 2014

Romania



10 agosto 2014
Arriviamo a Timisoara con volo Wizzair da Bergamo (150 euro a/r). Ritiriamo l’auto noleggiata con Autoeurope per l’intera settimana a 164 euro più un sovrapprezzo di 32 euro perché è domenica e quindi fuori dal normale orario di ufficio, al banchetto della Budget; l’impiegato è molto gentile e preciso e parla italiano molto meglio di tanti nostri connazionali.
La temperatura di 32 gradi ci spiazza visto il pessimo clima che abbiamo lasciato nel nord Italia. Fortunatamente il caldo secco ci accompagnerà per tutta la settimana.
Prendere le strade di percorrenza è semplicissimo, infatti poco dopo l’aeroporto si raggiunge una rotonda che offre tre possibilità: Timisoara, l’autostrada A1 o Bucarest. La meta della nostra gita odierna è Alba Iulia e potremmo scegliere sia l’autostrada sia la statale; optiamo per la seconda che è abbastanza lenta, ma in certi momenti offre degli scorci interessanti, soprattutto nel tratto di attraversamento montano. In ogni caso, rispetto alle tempistiche offerte da google map (che per quanto riguarda la Romania non imbrocca nemmeno un tempo di percorrenza), si tira molto più per le lunghe, non solamente per la presenza di lavori stradali. Ci vogliono 4 ore per percorrere 220 km. La guida degli automobilisti rumeni è alquanto sportiva e in più di un’occasione si rivede la propria vita come in un film accelerato, a causa dei sorpassi, per così dire, azzardati. Alba Iulia è una vera sorpresa! Dopo aver preso possesso della stanza (assai confortevole e accogliente) alla pensione Marylou, ci mettiamo in marcia (breve) per la visita della città ed in particolar modo della cittadella fortificata: scendendo dalla strada Transilvania accediamo dalla porta IV dove, intorno alla fontana, si raduna un sacco di gente che ha il gusto, un po’ dimenticato dalle nostre parti, di stare all’aperto e socializzare in un’atmosfera leggermente retrò, fatta di popcorn, limonate e zucchero filato.
 
Alba Iulia 
Si erge imponente la torre della chiesa ortodossa, come a dire che tutto, d’ora in avanti, sarà bello e maestoso.
Alba Iulia
A fianco di questa chiesa di recente costruzione vi è la millenaria cattedrale romanica e poi è tutto un susseguirsi di palazzi di stampo religioso e non, ben armonizzati ed adornati di statue e giardini che rendono il complesso fortificato un apprezzabile luogo di destinazione per i visitatori della zona.
 chiesa ortodossa di Alba Iulia

cattedrale romanica di Alba Iulia
Pur essendoci una bella varietà umana ci sono anche degli angolini riservati. Si può percorrere l’intero giro delle mura dove si trovano diversi bar in posizione suggestiva ed è possibile concedersi una birra media a poco più di 1 euro.

giro delle mura Alba Iulia
 
Il Cafe Gravoche invece si rivela una delusione, con prezzi alti (per la Romania) e cibo scarso.

11 agosto 2014
Partiamo da Alba Iulia in direzione Sighisoara; prima di arrivare facciamo una deviazione di 8 chilometri dalla strada principale, per addentrarci in una pittoresca valletta in cui si adagia tranquillamente il villaggio sassone di Biertan.
 Biertan
Le guide turistiche raccomandano vivamente la visita della chiesa fortificata (ingresso a pagamento: 8 LEI a persona), ma noi siamo un po’ sfortunati perché molte aree sono inagibili per lavori di restauro e non si riesce a vedere quasi nulla di quanto consigliato (e comunque l’impressione è che non ci stiamo perdendo molto). Forse bisognerebbe suggerire al ministero dei beni culturali una strategia più adeguata riguardo la gestione dei biglietti di ingresso ai siti di interesse. Piuttosto è meglio fare un giro intorno alla struttura e fermarsi a mangiare nel ristorante antistante Unglerus: soldi spesi meglio!!

 chiesa di Biertan
Dopo circa 2 ore e 30 ore arriviamo nella piacevole Sighisoara, una cittadina di 33.000 abitanti.
Dormiamo alla Pensiunea Joker ,in posizione strategica a 5 minuti a piedi dal centro storico, con parcheggio e camere essenziali ma pulite a ottimo prezzo.
La cittadella medievale con mura e torri è di pregevole fattura e buona conservazione e la torre dell’orologio è elegante ed imponente al tempo stesso.

torre dell'orologio Sighisoara
Vi sono anche delle belle piazze e una particolare scalinata coperta che conduce alla chiesa della collina (Biserika Dindeal).

Sighisoara 
Nei pressi dell’ingresso alla scalinata facciamo una sosta beveraggio in uno dei caratteristici caffè del centro storico, dove scopriamo la bevanda preferita dai rumeni, la lemonada, che viene aromatizzata in mille modi e spesso servita in caraffe in quantità industriale.
Anche il boulevard sottostante la città fortificata offre alla vista immagini suggestive, perché seppur minori, sempre figli della lupa sono anch’essi.
  Sighisoara
Sighisoara

 Sighisoara

12 e 13 agosto 2014
Sulla strada che unisce Sighisoara e Brasov (circa 2 ore) la Lonely Planet consiglia la deviazione per il villaggio sassone di Viscri con chiesa fortificata,
ma si potrebbe tranquillamente evitare perché i 7 kilometri di strada sono un supplizio per le orrende condizioni del fondo e l’obiettivo finale non vale assolutamente la pena.

 chiesa di Viscri
Meglio conservare questo tempo per visitare a pieno la città di Brasov che, nonostante l’accoglienza un po’ pacchiana in stile Hollywood, con tanto di scritta cubitale sulla collina verdeggiante, offre parecchi spunti creativi: la piazza centrale (Sfatului) è bella e sempre animatissima; lo stesso discorso vale per le vie circostanti grazie alla presenza di centinaia di locali con tavolini all’aperto per mangiare e bere.
 
 piazza Sfatului Brasov
piazza Sfatului Brasov

Spostandosi leggermente fuori, percorrendo la strada di Poarta Skei, si giunge all’omonimo ingresso cittadino, nei pressi del quale si trova la ben conservata Porta Ecaterinei; da qui in poi il quartiere si fa più popolare e si arriva alla piazza Unirii che permette l’accesso alla chiesa di San Nicola. 

 Poarta Skei Brasov
 piazza Unirii Brasov
 chiesa di San Nicola Brasov
Per il ritorno scegliamo le parallele e più esterne Costantin Brancoveanu e Sirul Gheorghe Dima per poter raggiungere la torre nera con un’ultima ed agevole risalita boschiva, che offre una bella panoramica sulla chiesa nera e sui tetti delle case del centro storico.
 vista dalla torre nera Brasov
Molto più faticosa è la scalinata che porta alla torre bianca, ma dopo aver espulso ogni liquido corporeo, sotto forma di goccioloni di sudore, il fine ha un sapore più intenso, finché si scopre che molti sono arrivati qui in macchina da una strada posteriore.

 vista dalla torre bianca Brasov
Un altro point of view caratteristico è la cittadella; per giungervi si parte dal parco Nicolae Titulescu, si passa davanti al municipio di Brasov, si imbocca la strada Eminescu, più o meno alla metà della quale si incontra una scalinata (meno ripida rispetto a quella della torre bianca) che taglia fino alla strada Cetatuia, da qui ancora due passi rivelano dove vivono gli oltre 300.000 abitanti censiti in città: se fosse solo per la parte storica non si varcherebbe la soglia dei 60.000, mentre dietro la cittadella si apre più spazioso l’insediamento urbano moderno.
 parco Nicolae Titulescu Brasov

municipio di Brasov
Dormiamo 2 notti in un monolocale del Select city Apartments, in pieno centro, nuovo e pulito, ma molto piccolo e soprattutto senza reception.
In quanto a bar e ristoranti c’è l’imbarazzo della scelta. Il migliore per la colazione è certamente Coffe Back, che propone ottime bevande calde, grande selezione di tè e buoni croissant e dolci veri.
Gran bella sorpresa è il ristorante italiano Prato, più caro degli altri ristoranti della zona, ma con cibo di ottima qualità (spendiamo 30 euro per due buonissimi piatti e due birre medie).
Soddisfatti della visita rinunciamo alla visita ai castelli di Bran e Rasnov, raggiungibili con una gita di mezza giornata dalla città.

14 AGOSTO 2014
Nei dintorni di Brasov si trovano il paese di Harman, con piccola cittadella fortificata, e Prejmen con la solita chiesa fortificata, ma entrambi possono essere facilmente dimenticati.
 Harman
 Prejmen
Ciò che invece rimane ben impresso nella memoria è il paesaggio che si osserva percorrendo la strada che conduce a Sinaia; qui ci si immerge in un’atmosfera completamente diversa rispetto alla precedente, più tipicamente collinare; ora si incontrano le vere montagne ed anche l’architettura si adegua. L’unica nota stridente è il traffico delle auto che si fa sempre più lento e, poco prima di Azuga e fino a Sinaia, si trasforma in una vera e propria colonna a passo d’uomo (quando va bene). Finalmente però si arriva e quella che, forse un po’ pretenziosamente viene definita la perla dei Carpazi, ci si mostra nel suo perfetto innesto montano.
Dormiamo all’Hotel Smart, un buon hotel 3 stelle, con stanze grandi e confortevoli e dei camerieri un po’ scontrosi (ma in Romania è un classico) e si trova in zona tranquilla a 15 minuti a piedi dal centro e alla stessa distanza dal castello di Peles.
Si rimane incantati nell’osservare il castello di Peles situato in posizione privilegiata e dolcemente armonizzato al verde della vallata sottostante.

castello di Peles
 castello di Peles
Pare che la visita degli interni sia molto interessante (20 Lei per il tour base e 50 per quello approfondito), ma c'è troppa gente e non abbiamo voglia di intrupparci e poi abbiamo già visto Versailles...
Oltre a Peles, che attira migliaia di visitatori, è di interesse la visita del monastero (ingresso a 5 Lei e, se manca l'addetto alla biglietteria come nel nostro caso, gratuito).
 Monastero di Peles
In generale è piacevole camminare nei boschi e nelle vie cittadine che si inerpicano sulla montagna ed anche riposarsi su una panchina dei giardini pubblici, dove non possono mancare le consuete attività ricreative per i bambini.
Lungo il trafficato corso principale vi sono alcuni ristoranti e bar.
Scegliamo La Terasa (appartenente all'Hotel New Montana) dove mangiamo una buona pizza e una migliore torta, osservando i passanti.

15 AGOSTO 2014
La strada da Sinaia per Sibiu è una lagna mostruosa, infatti gli automobilisti stressati dalle code e dai rallentamenti cercano di recuperare il più possibile nei tratti scorrevoli, andando ben oltre il senso logico dell’azzardo: si assiste a innumerevoli frontali mancati per un soffio e persino ad una bella BMW nuova di fabbrica ribaltata a ruote all’aria su una curva, con conseguenti ulteriori code per la corsia bloccata e le operazioni di soccorso. Dopo quasi 5 ore di viaggio arriviamo a Sibiu, una bella cittadina di 160.000 abitanti con un centro storico di tutto rispetto, ma bisogna comunque andarci cauti con le lodi sperticate. Piazza Mare è il nucleo vitale e in questi giorni d’estate è teatro di importanti iniziative musicali.
 Piazza Mare Sibiu
Da essa, attraversando il passaggio sotto la torre dell’orologio, si entra in piazza Mica dove si trova un bel ponte di ferro dal quale fotografare gli edifici centrali.
 torre dell'orologio Sibiu
 piazza Mica Sibiu
Sibiu
Percorrendo l’elegante Nicolae Balcescu str. Si raggiunge il vertice della fortificazione ed è gradevole spostarsi sulla Cetatii str. Per seguire le mura; vi è anche un camminamento di guardia da torre a torre, purtroppo inaccessibile in occasione del nostro arrivo.

Sibiu
Dopo l’interruzione delle mura si incontra la Sala Thalia della Filarmonica di Stato di Sibiu, che è, forse, l’ultima attrazione di rilievo del percorso urbano.
Il centro storico è pieno di ristoranti e caffè molto carini e frequentati.
Passiamo la notte presso Casa Merisor, il cui pregio principale è di trovarsi in pieno centro, in una strada con parcheggio libero. Le caratteristiche della struttura non sono proprio quelle descritte da booking.com ed il letto è scomodo, ma, visto il costo non esorbitante, può andare.

6 AGOSTO 2014
Fortunatamente da Sibiu a Timisoara si riesce a percorrere qualche tratto di autostrada A1, per cui il viaggio è meno penoso del previsto (meno di 4 ore contro le 6 preventivate su strada statale). In questo periodo Timisoara è un cantiere a cielo aperto: sono in atto grandi opere di riqualificazione, perciò alcune strade e addirittura piazze come la Unirii (dell'Unità) e Libertad sono praticamente sventrate.
 piata Unirii Timisoara
Nonostante ciò la città riesce a mostrarsi non completamente vulnerabile nella zona centrale con la Piata Victoriei, la grande piazza nella zona pedonale della città che comprende la Cattedrale Ortodossa, la più bella chiesa di Timisoara, e il teatro dell'Opera; da qui parte la zona pedonale che la collega a piazza dell'Unità.

cattedrale ortodossa Timisoara

teatro dell'opera Timisoara
Timisoara
piata Victoriei Timisoara
In zona vi sono parecchi ristoranti molto affollati e numerosi bar e gelaterie.
Scegliamo di pranzare al ristorante Lloyd, in piazza Vittoria, vicino all'Opera, che si rivela una piacevole sorpresa, dopo aver letto alcuni commenti negativi su tripadvisor, con piatti gustosi e abbastanza ricercati a buon prezzo.

17 AGOSTO 2014
Lasciamo il deludente hotel Savoy, descritto dalla Lonely Planet come una villa in stile liberty restaurata e in realtà un edificio di cemento senza nessuna attrattiva, attraversiamo una città deserta (è domenica mattina) e in 15 minuti raggiungiamo l'areoporto. E prima di salire sull'aereo ci copriamo bene per affrontare la fredda estate bresciana. 

mercoledì 11 giugno 2014

Aruba

5 Aprile 2014


La meta della nostra gita è Aruba, un'isola delle Antille Olandesi, situata poco a nord del Venezuela.
L'alta stagione, come nel resto dei Caraibi, va da metà dicembre a metà aprile, periodo in cui è necessario prenotare le sistemazioni per tempo. In realtà è sempre molto frequentata, anche perchè non piove mai molto e gli uragani sono rari. 
Sicuramente da giugno a settembre il clima è più caldo e umido rispetto ad aprile, quando abbiamo trovato un clima praticamente perfetto, con minima di 23°, massima di 28°, sempre ventilato, senza la necessità di accendere il condizionatore.
Le lingue ufficiali sono l'olandese è il papiamento, un misto di olandese e spagnolo. L'inglese è parlato ovunque e lo spagnolo è molto diffuso.
Partiamo con volo KLM da Malpensa al costo di 560 euro. 
Dopo varie ricerche tra le agenzie di noleggio locali (autoeurope in questo caso non è conveniente) abbiamo noleggiato l'auto da  Aruba Royal che ha un ufficio noleggio a 500 metri dall'areoporto. Per 11 giorni spendiamo 260 USD  a cui va aggiunta la CDW a 8 USD al giorno. Il pagamento in contanti ci consente un risparmio del 5% sul totale, così come per l'affitto dell'appartamento. Per questo motivo abbiamo portato dollari in abbondanza, ma non ci sono problemi a ritirare dollari americani o fiorini di Aruba dai numerosi ATM e a pagare con la carta di credito, accettata ovunque. 
L'auto è fondamentale per muoversi agevolmente e vedere tutte le spiagge; l'isola è grande e per percorrerla interamente in lunghezza ci vuole circa un'ora. 
L'auto a noleggio è il mezzo più diffuso tra i visitatori; qualcuno si muove in taxi o con i bus, che consentono di raggiungere la maggior parte delle spiagge. 
Le strade sono piuttosto trafficate soprattutto nei pressi della capitale Oranjstead. Nella zona di S. Nicolas, l'unico altro centro abitato di una certa dimensione, la situazione è più tranquilla.
Il nostro appartamento si trova nel Cunucu resort in zona Noord, non lontano dalla zona degli albergoni (High Rise Hotel Area, che si contrappone alla Low Rise Hotel Area, sempre molto urbanizzata, ma caratterizzata da edifici di dimensioni più contenute), ma in un quartiere tranquillo con belle ville. Il prezzo è onestissimo (le sistemazioni sono infatti generalmente molto care) di 860 USD per 11 giorni, con un versamento anticipato di 200 USD e il saldo all'arrivo in contanti. 
La sistemazione ci piace molto. L'appartamento è grande e ben arredato con cucina completa, che può ospitare tranquillamente quattro persone. Ha un ingresso sull'accogliente zona piscina, ideale nelle giornate troppo ventose. Le pulizie vengono fatte ogni due giorni e i teli mare sono gratuiti. 
Per cucinare si può acquistare tutto nei numerosi supermercati dell'isola, che vanno dai negozietti a gestione obbligatoriamente cinese ai market superforniti, il migliore dei quali è senza dubbio SUPERFOOD dove troviamo prodotti provenienti da tutto il mondo e ottima carne.  Il pesce è assente perchè presupponiamo si compri direttamente al porto o al mercato..  
Per chi vuole uscire a mangiare non c'è che l'imbarazzo della scelta, soprattutto nella zona più turistica di Low Rise e High Rise Hotel Area, dai fast food ai ristoranti etnici alla cucina locale.
Il motivo principale (per non dire unico) per venire fin qui è naturalmente il mare. 
La costa est dell'isola è sempre battuta da vento forte e caratterizzata da mare molto mosso, a tratti pericoloso. Le spiagge frequentabili a scopi balneari si trovano tutte lungo il versante ovest.
Partendo da nord, la prima che si apre allo sguardo, srotolando un tapeto di borotalco bianchissimo, prima di declinare nel classico verde caraibico del mare è Arashi. E' lunga un km ed al mattino presto è un vero gioiello. Poi  purtroppo comincia a riempirsi di gente che ha la buona educazione di chiedervi il permesso di sdraiarsi quasi sul vostro pareo... Ritorna ad essere frequentabile nel tardo pomeriggio, quando ci si può godere in relativa tranquillità il tramonto. 
Ci sono un comodo parcheggio, un noleggiatore di lettini non troppo invadente, e un baracchino che vende gelati e bibite.  
Molto apprezzata dagli amanti dello snorkelling è anche Boca Catalina (chiamata anche Malmok Beach), costituita da alcune calette. Anche qui purtroppo la situazione è tutt'altro che selvaggia, con il rumore dei lavori di un edificio in costruzione proprio a ridosso della sabbia. Il miglior momento per sostarvi è il tramonto, quando la maggior parte degli snorkelisti se n'è andata, sempre che non si venga disturbati da una delle tante crocierine apertivo che partono da Palm Beach... 
Dopo una breve parentesi rocciosa la costa procede nella sabbiosità più candida, anche se violata dall'abuso edilizio dei casermoni orrendi, rappresentanti lo sfarzo dell'ambizione turistica americana (tutto grande, vistoso e fuori luogo). Prima di giungere a questo scempio però c'è la possibilità di prendere fiato per andare in apnea ad Hadicurari, vicino all'Holiday Inn. 
Qui l'acqua è bassissima e dai colori spettacolari, la sabbia fin troppo sottile. Riusciamo a ritagliarci un posticino nonostante la presenza di alcune scuole di kite surfing. Anche qui c'è un parcheggio. Praticamente le spiagge dell'isola sono tutte raggiungibili in auto (molte anche in autobus) e non si fa nessuna fatica ad accedervi. Anche questo ne spiega la popolosità. 
Palm beach è per la maggior parte inavvicinabile per chi non abbia gettoni del casinò nelle tasche ed un hot dog infilato nel naso. Ma proprio dove si trova la stazione di polizia (e il solito comodo parcheggio) è possibile immaginare come sarebbe bello anche questo tratto di costa senza i casermoni. Il mare è infatti il più spettacolare di tutta l'isola, con effetto piscina incorporato. La presenza di alcuni alberi frondosi inoltre la rende una valida soluzione se pur vicina al caos.

Vicino alla stazione della polizia il Divi Aruba Phoenix Beach Resort si affaccia su due calette splendide con acqua bassissima, la prima affollata all'inverosimile, la seconda tranquilla e con un paio di palme di cui sfruttare l'ombra. Non c'è gente e nessuno si formalizza se si utilizzano gli ombrelloni fissi dell'hotel.

In quanto ad abuso edilizio la situazione migliora rispetto a Palm Beach ad Eagle Beach, ma solo perchè è talmente lunga da diluire la mediocrità di un approccio invadente e volgare.

La spiaggia è lunga 2 km e la camminata controvento è sfiancante, ma è ripagata da frangenti di assoluta solitudine.

All'estremità di Eagle si trovano la vastissima Manchebo Beach di fronte al Manchebo Beach Resort (dove pare che le autorità chiudano un occhio di fronte a un eventuale topless, anche se non ne vediamo) e oltre il promontorio,  Druiff Beach (spesso vengono entrambe indicate con il nome di Manchebo). In questa zona il mare è sempre piuttosto mosso.

In zona areoporto una piacevole sorpresa è la poco frequentata Surfside Beach, che colpisce per intensità di colori.

Mangel Alto, adatta principalmente allo snorkelling, si raggiunge dalla zona dove partono i ferry per Palm Island.

Non c'è una vera spiaggia (o meglio ce n'è una, un po' triste, nascosta tra le mangrovie) e per entrare in acqua si utilizzano apposite scalette che scendono dalla costa rocciosa.

Le spiagge di Savaneta e Salto Alto non entrano nel catalogo delle più apprezzate del mondo.

E' necessario fare un salto nel profondo sud a cercare a Serao Colorado quelle che vengono rappresentate come le spiagge più selvagge dell'isola: Baby beach e Rodgers beach.

Per raggiungerle si prosegue dopo Serao Colorado fino alla gigantesca ancora rossa, che segna l'estremo sud dell'isola e si gira a destra.

La prima è veramente incantevole per ambientazione e colori riverberanti, ma è molto frequentata, soprattutto nel fine settimana. C'è un bar ristorante molto attivo, il Big Mama, che noleggia anche sdraio e ombrelloni. Noi sfruttiamo l'ombra dei gazebo.

Sul lato opposto rispetto al Big Mama, rovina la visuale un brutto edificio in ristrutturazione che contiene un altro ristorante e un diving center. Non deve stupire la presenza di numerosi turisti in quanto la spiaggia è ben segnalata, raggiungibile da una strada asfaltata e con un grande parcheggio. Il vento può essere molto fastidioso.

Rodgers è praticamente adiacente a Baby beach, ma è ancora abbastanza pura, se non fosse per la visuale surreale che offre l'orizzonte occidentale: una raffineria di petrolio.

Dall'ancora rossa girando a sinistra si imbocca una strada costiera sterrata su cui si incontra subito Bachelor's beach, che, data la grinta di vento e onde, si presta ai kiters più ardimentosi.

Poco oltre si scorge il carcere che torreggia sul resto di questo inospitale litorale. Oltre alle spiagge ad Aruba non c'è molto da vedere. La zona più interessante è nella punta nord dell'isola; è molto suggestiva infatti l'area intorno al faro California, costruito da un architetto francese nel 1910, che svetta sulle dune bianche e sul mare mosso. C'è sempre gente che si tiene in forma con la bici e con il corri corri, ovviamente con risultati non omogenei, nonostante il vento che, se possibile, in questo punto sembra soffiare più potente che nel resto dell'isola.

Per noi il massimo è inoltrarsi tra le dune e godersi lo spettacolo della natura al tramonto.

Da qui parte una strada sterrata praticabile con un mezzo 2x4 che costeggia la parte selvaggia dell'isola (con il mare costantemente in agitazione e il vento perennemente presente) e giunge in un'ora circra sino al natural bridge, raggiungibile anche per via più breve dal centro dell'isola.

Sono considerate attrazioni anche Ayo e Casibari Rock, formazioni rocciose tondeggianti che ricordano un paesaggio del sud-est asiatico, ma meno imponente. L'ingresso è gratuito e l'interesse scarso.

  Arashi

Boca Catalina (Malmok Beach)


 Hadicurari

 Palm Beach (c/o stazione polizia)

Palm beach

Eagle Beach

 Eagle Beach

Manchebo Beach

Surfside Beach

Mangel Alto

 Savaneta 

 Salto Alto

 Baby Beach
 
  Baby Beach

 Rodgers Beach

  Rodgers Beach

 Bachelor's beach

Ayo e Casibari Rock

 Monte Hooiberg
 

Il Monte Hooiberg è così chiamato per la sua forma (Hooiberg significa pagliaio in olandese) con i suoi 562 scalini che possono essere saliti per avere una vista su Oranjestad e, nei giorni limpidi, sulla costa del Venezuela. Un'attrazione molto pubblicizzata è Alto Vista Chapel, un'insignificante chiesetta in posizione isolata, raggiungibile sia dalla strada sterrata che gira intorno all'estremità nord dell'isola sia da una strada asfaltata indicata dal centro dell'isola. Il 20% della superficie totale dell'isola è coperta dall'Arikok National Park, dove si possono osservare flora e fauna locali. Si può percorrere solo con un mezzo 4x4 e sono numerosissime le escursioni che vi giungono, organizzate dalle agenzie turistiche del luogo. Dopo aver visto la flora dell'Asia e la fauna dell'Africa non riteniamo di rilevante importanza la visita del parco e infatti la saltiamo a piedi uniti. Dopo 11 giorni di svacco totale e ricarica di energie partiamo per Atlanta all'inseguimento del tour di Springsteen con il terrore di perdere la coincidenza del volo che ci porterà a Nashville per il primo concerto. Fortunatamente all'areoporto (dove è fondamentale recarsi con tre ore di anticipo) vengono fatti anche i controlli doganali statunitensi evitandoci la stessa trafila in territorio americano.