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venerdì 25 agosto 2017

Paesi Bassi

13 agosto 2017
Voliamo con Alitalia da Linate per Schipol per 150 euro a testa. Il treno è il mezzo più comodo ed economico per raggiungere la stazione centrale di Amsterdam. Le corse sono frequenti e la stazione si trova direttamente sotto l’aeroporto. Nella stazione ci sono alcuni sportelli con operatore aperti per l’acquisto dei biglietti, ma ci sono delle code abbastanza consistenti. Ci orientiamo verso i distributori automatici, che accettano pagamento esclusivamente con monete o carte di credito o maestro/v-pay. C’è un sovrapprezzo per l’utilizzo della carta di credito e quindi utilizziamo il v-pay. Il biglietto costa 4,20 euro per un tragitto di circa 15 minuti e c’è pure il sovrapprezzo di un euro per il biglietto di sola andata. I biglietti vanno vidimati prima della salita e dopo la discesa dal mezzo.
L’ufficio del turismo della stazione centrale è preso d’assalto e le mappe della città sono a pagamento (come tutto ad Amsterdam). Fortunatamente all’uscita c’è un cartellone con mappa con tanto di addetti dell’ufficio turismo che ci danno le indicazioni per raggiungere il Grand hotel Amrath, che si trova a 500 metri dalla stazione.  Si trova in un edificio storico, con camere spaziose e luminose e dagli alti soffitti. Il prezzo è abbastanza impegnativo (170 euro a notte per la camera doppia senza colazione, ma con free minibar), ma la città è cara e quindi mettiamo in conto questa spesa, avendo almeno la soddisfazione di alloggiare in un albergo molto bello ed ottimamente posizionato.
 Amsterdam - Grand hotel Amrath

Ci lanciamo immediatamente nella visita della città, zigzagando tra vie e canali, e prestissimo ci troviamo nella zona del Neuwmarkt, dove si tiene un mercatino proprio davanti al caratteristico Waag, e troviamo un pub irlandese con una discreta selezione di birre alla spina (non proprio regalata la Kilkenny a 6,20 euro). Manco a farlo apposta si chiama Temple Bar, ma ci sentiamo di consigliarlo solo se si ha sete, perché le cibarie non hanno proprio niente da raccontare.
  Amsterdam- Neuwmarkt
 Amsterdam - Neuwmarkt
 
Ci muoviamo agilmente sulle sponde dei canali, prestando sempre attenzione ai ciclisti che sembrano invasati pronti allo sprint finale. Rivoltiamo il nucleo storico come un calzino, scoprendone ogni anfratto e traiamo la conclusione che non vi è nulla di particolarmente bello, ma nel complesso c’è una sensazione di media vivibilità, anche se c’è in giro troppa gente, soprattutto turisti rincoglioniti dagli smartphone e dai coffee shop: ogni poco ci si imbatte in soggetti assurdi dagli occhi pesti che ridacchiano, fanno scorrere i pollici sulle tastiere mentre camminano e si fanno investire da bici con cestini di vimini e bestemmie. Abbiamo notato che anche gli automobilisti sono abbastanza nervosetti. Insomma, nonostante ci si muova bene, c’è un po’ troppa confusione, soprattutto lungo Damrak, la via principale che congiunge la stazione al centro.

 Amsterdam - Damrak
Amsterdam - Damrak

La visita della città è abbastanza faticosa dal punto di vista fisico.
   Amsterdam
Anche perché, cammina cammina, arriviamo fino al quartiere Joordan per vedere l'Homomonument, il memoriale creato per commemorare tutti gli omosessuali che sono stati soggetti a persecuzioni a causa del loro orientamento sessuale. Tanto significativo dal punto di vista umano quanto insignificante da quello artistico.
 Amsterdam

Lì vicino, al civico 263 di Prinsengracht, c'è la casa più famosa della città, quella di Anna Frank. La coda dei visitatori ci sembra infinita, nonostante sia obbligatorio l'acquisto dei biglietti online per la visita effettuata prima delle 15.30. 
 Amsterdam
 
La zona che ci è piaciuta di più è quella che si trova tra Stopera e Rokin, più ariosa e varia,



 Amsterdam


  Amsterdam

mentre quella forse più particolare è il Begijnhof, un'area di tranquillità nel mezzo del caos cittadino.
  Amsterdam - Begijnhof
Amsterdam - Begijnhof
 
Attività fondamentale è andare a zonzo lungo i canali, i principali Prinsergracht, Keizergracht, Singel e Herengracht, quest'ultimo con il tanto decantato dalla Lonely Planet Gouden Bocht (Golden Bend), il tratto di strada tra Leidsestraat and Vijzelstraat su cui si affacciano alcuni dei più lussuosi edifici di Amsterdam. A noi dice poco e ci affascinano di più le case galleggianti dei canali "minori".
Amsterdam - Costagracht
 
E' in corso il Grachten Festival e si trovano vari palchi con musica jazz più o meno ufficiali ovunque.
  Amsterdam - Gratchen Festival


 Amsterdam
 
La scena gastronomica del centro città, almeno per quanto riguarda le scelte non troppo costose, è desolante e optiamo per il ristorante libanese Dabka, che si trova su Oudezijds Kolk, una vietta lungo un canale in piena zona incasinata, ma leggermente scostata rispetto ai viali più frequentati e quindi più tranquilla. Il cibo è senza infamia e senza lode ma il personale è gentile e la cucina è sicuramente meglio di quella autoctona.

14 agosto 2017
Se non si entra nei musei, Amsterdam si vede in pochissimo tempo e decidiamo di occupare qualche ora con un giro ad Haarlem. Prendiamo uno dei frequentissimi treni per raggiungerla al costo di 9,40 euro andata e ritorno per un tragitto di 15/20 venti minuti. La stazione di Haarlem è molto bella con pittoreschi edifici piastrellati e accoglienti sale d’attesa con panchine in legno ed altissime volute in ferro.
 
 Haarlem
Con una bella passeggiata di pochi minuti si attraversa il ponte su un canale e si giunge nel raccolto centro storico che si sviluppa intorno al Grote Markt, su cui si affacciano edifici dalle svariate architetture e la bella cattedrale. Prendiamo una mappetta su foglio A4 all'ufficio del turismo, che si trova proprio in piazza, e ci chiedono 50 centesimi...
  Haarlem 

Spostandosi lungo il fiume Spaame si incontra un’ansa caratteristica al cui vertice si staglia un mulino esagonale molto scenico. Si possono visitare gli interni o sedersi piacevolmente all'adiacente caffè.
 Haarlem
 
Dalla parte opposta della cittadina, e precisamente in fondo a Drosse Straat, si trova la Jopen Brewery, una fabbrica di birra artigianale all'interno di una ex-chiesa, che apre ai visitatori assetati, ma a prezzi eccessivamente alti, data anche la distanza esistente tra produttore e consumatore.
Per pranzo optiamo per il Thrill Grill, che si trova proprio dietro la chiesa, in una nascosta ramificazione della piazza, attirati dalla scritta “for the love of burgers”. E infatti… Buon hamburger, ottima location e gentile servizio, così commentiamo sul questionario di gradimento che ci invitano a compilare, dopo averci portato il conto.
Torniamo ad Amsterdam e siccome la giornata s’è messa al meglio ed è uscito un bel sole limpido, ci andiamo a svaccare sul tetto del NEMO, il museo della scienza che domina il porto del museo della navigazione, dove sono ormeggiati mastodontici velieri. Il tetto è aperto fino alle 21.00 durante l'estate ed il giovedì sera si tengono concerti dei giovani del conservatorio di Amsterdam.
 Amsterdam
  Amsterdam - NEMO

Qui ci sono anche tanti bambini che si divertono a giocare con gli zampilli delle fontane.
Dal NEMO raggiungiamo in pochi minuti il quartiere Plantage, costeggiamo il Wertheimpark, con il memoriale alle vittime di Auschwitz, e attraversiamo una zona tranquilla senza incontrare l'ombra di un turista.

Amsterdam - Plantage

Anche questa sera per la cena ci affidiamo ai sapori del Libano, alla Hummus House in Sint Antoniesbreestraat. Un locale piccolo con personale gentile che serve pochi piatti ben cucinati, primo su tutti ovviamente l'ottimo hummus, a prezzi sotto la media. L'acqua è gratis dal boccione.
15 agosto 2017
Per evitare code alla biglietteria del Rijks Museum abbiamo acquistato i biglietti online (17,50 euro). Al momento dell'acquisto non è necessario indicare il giorno di ingresso, per cui teniamo la visita per la giornata più uggiosa. Non evitiamo però la coda al guardaroba dove è obbligatorio lasciare gli zainetti.
La visita necessita di almeno tre ore per apprezzare i capolavori presenti in mezzo ai fastidiosi scattatori di foto.
Amsterdam - Rijks museum

Usciti dal museo siamo travolti dal maltempo, quindi i progetti vanno a farsi benedire e siccome un certo languorino, unito alla pioggia, ci spinge in un locale, ci rechiamo a pranzo al Aran Irish Pub, vicino all'Hard Rock Cafe, situato proprio davanti all’ingresso del Vondelpark, che decidiamo di visitare dopo l’approvvigionamento calorico. I prezzi sono i soliti medio/alti ma le porzioni di sandwich e hamburger giganti. 
Da qui in circa 20 minuti a piedi raggiungiamo il De Hallen, una serie di magazzini riqualificati, all’interno dei quali è stata ricavata una food court di buon livello e prezzi onesti.
Amsterdam - De Hallen
Per ritrovare la via del ritorno al centro si attraversa piacevolmente il quartiere Joordan. Facciamo un giro al caotico mercato dei fiori (bulbi in questo momento) che non ci dice molto se non per le variopinte bancarelle.

16 agosto 2017
Partiamo verso Delft, dove soggiorneremo per 3 notti, con sosta di visita a Den Haag (o come di diceva una volta L’Aia). Arrivarci in treno da Amsterdam dovrebbe essere rapido ed indolore ma diventa un’impresa in questa settimana di ferragosto e di lavori in corso. Arriviamo in stazione e vediamo subito sul monitor che il primo sprinter previsto è stato soppresso, ma ve n’è un altro programmato per una decina di minuti dopo. Compriamo i biglietti (12.5 euro a cranio), dopo aver chiesto al banco informazioni se è sicura la partenza di questo. Ci rispondono affermativamente quindi saliamo in carrozza. Poco dopo l’avvio, una voce impercettibile si propaga nel vagone e produce un annuncio lunghissimo in olandese ed una breve frase incomprensibile in inglese. Un dubbio nasce, ma il tempo di fugarlo chiedendo ad altri passeggeri autoctoni e la seconda stazione di Amsterdam è già un ricordo (avremmo dovuto scendere qui per cercare una coincidenza con percorso alternativo, perché probabilmente c’è un problema sulla linea). Scendiamo alla successiva e torniamo sui nostri passi. Riusciamo a prendere un treno che ci metterà circa un’ora, rispetto alla metà prevista, per non parlare del tempo perso con l’andirivieni precedente.
Lasciamo gli zaini ai lockers della stazione (6 euro per 24 ore con pagamento esclusivamente con carte di credito o di debito) che si trova a 500 metri dall'ufficio turismo in centro. Ritiriamo una esauriente cartina della città, gratuita perché Amsterdam è lontana.
Den Haag è piuttosto brutta, se non per il nucleo centrale che si sviluppa attorno al Binnenhof, perciò ci si mette un gran poco a visitarla, pranzo compreso al Full Moon City, un ristorante di  cucina Dim Sum di buona qualità e molto frequentato all’interno della piccola Chinatown. Ottimi i ravioli dai più svariati ripieni.
 Den Haag - Binnenhof
  Den Haag - Binnenhof
  Den Haag - Binnenhof
 
Da Den Haag a Delft non ci sono percorsi ferroviari alternativi da improvvisare; a causa dei lavori sulla linea, l’unico mezzo su rotaia che ci arriva in circa mezz’ora è il tram numero 1, che percorre ogni 10/15 minuti il tragitto Schevingen – Delft. La fermata più vicina alla stazione è in centro, davanti all’ufficio del turismo. Il biglietto singolo, che dura 1 ora, costa 3.5 euro a persona. C’è anche la possibilità di un biglietto giornaliero di 6.50 euro. Entrambi i tickets si possono acquistare direttamente sul tram, pagando con l'importo esatto.
Arriviamo a Delft, che abbiamo scelto come base per visitare le altre città poco distanti, nel tardo pomeriggio e andiamo direttamente all’albergo prenotato per le prossime tre notti, il Leewenbrug. Dopo l’Amrath era facile avere una delusione, ma ci sarebbe stata comunque, anche senza il confronto: la stanza è molto al di sotto delle aspettative, alimentate da recensioni eccellenti… pazienza. Per la cena optiamo per il Thuis By Ladera, un pittoresco locale a gestione casalinga, con un menù a lavagna in olandese. I gestori sono molto gentili anche con i clienti stranieri e traducono sul momento le caratteristiche dei piatti principali, che sono di buona fattura, anche economica. E' aperto solo per cena, dalle 17.00, ed è sempre pieno. Abbiamo letto pareri diversi sulla mancia e quindi, vista anche l'esiguità del conto, lasciamo un 15% in più. Il gestore del locale è quasi imbarazzato. Decidiamo che lasciare la mancia nei Paesi Bassi è una stronzata, tranne che per le monete negli appositi barattoli che alcuni caffè tengono vicino alla cassa.

17 agosto 2017
La meteorologia non è con noi; piove a dirotto, quindi decidiamo di posticipare la gita ad Utrecht e di dedicarci totalmente alla scoperta di Delft, cominciando dalla piazza del mercato che si tiene al giovedì e perdendoci nei vicoli, per ritrovarci sui canali principali le cui acque si presentano immobili, con un velo verde di vegetazione, che pare d’essere a Boston il giorno di San Patrizio; anche come birrerie non siamo lontani dal concetto irlandese della sbevazzino.


Delft


Delft
Delft
Non possiamo certo esimerci e cominciamo con il Locus Publicus, un pub vero, con più di 200 birre tra cui molte spine interessanti, come la Chouffe e la Kastell Rouge, vere prelibatezze per palati raffinati. La nuova e la vecchia chiesa sembrano voler contenere i cittadini nel centro. Si possono visitare entrambe con un biglietto cumulativo di 5 euro. Fortunatamente prima di acquistarlo entriamo nel negozietto all'interno della Nieuwe Kerk dal quale vediamo l'interno della chiesa, decisamente spoglio, ma soprattutto invaso dai ponteggi dei lavori in corso, e rinunciamo alla visita.
E' bello anche farsi guidare dalla Oude Delft, la via più bella della città sulla quale si trovano gli edifici di maggior importanza, verso l’esterno, sino all'Hooikade, il punto da cui è stata dipinta la famosissima “veduta" di Vermeer, che a Delt è nato e vissuto. I cambiamenti avvenuti sono tali e tanti che con grande delusione non riusciamo nemmeno ad ipotizzarla.

Delft
Bella è anche l’antica porta della città, la Ootsport, raggiungibile dal centro tramite l'Oosteinde, viale alberato con vecchie case e scorci suggestivi.

 Delft
Per pranzo ci facciamo attrarre dallo Stads Koffy Huis su Oude Delft, un locale originale ed accogliente, famoso per preparare ottimi panini dal ripieno sorprendente. Nel ristorante c’è un’atmosfera gioviale; tutti sembrano entusiasti dei piatti pluripremiati e sono presenti tutte le generazioni possibili, persino alcune di cui si pensava aver perso le tracce. Rimaniamo decisamente soddisfatti, anche della birra in bottiglia di produzione locale.
Si riprende a bighellonare placidamente per le vie della città e ad apprezzare i mastri birrai della zona alla Bier Fabriek, che vende tre tipi di birra di produzione propria (chiara, "rosso" e "nero")e cucina invitanti polletti alla griglia. Per variare ancora un poco l’alimentazione ci rechiamo da Eazie, un posto molto frequentato dove si possono consumare vari tipi di noodles a ottimo prezzo.
In conclusione Delft si potrebbe definire come la versione meno bomboniera di Bruges: meno bella, ma un po’ più sincera.

18 agosto 2017
Utrecht è una città arcigna: solamente a pronunciarne il nome ti provoca la laringite… piove a spruzzo continuo. Arriviamo con un treno da Den Haag con un’unica fermata intermedia a Gouda (circa quaranta minuti in tutto e 23 euro il biglietto a/r). La stazione è già abbastanza movimentata per la presenza di un centro commerciale conglobato, inoltre ci sono lavori in corso, per cui l’uscita verso il centro, ma soprattutto il ritorno ai binari è più impegnativo del previsto. Fortunatamente ci sono banchetti e addetti dell'ufficio del turismo piazzati nei punti strategici che ci indicano la via e ci forniscono una cartina.
Una volta preso il via non ci ferma più nessuno, tranne la pioggia di cui sopra e la fame, perciò ci impantaniamo subito al Cafe Olivier, un bellissimo pub di ispirazione belga situato in una ex chiesa. Il centro storico riserva un sacco di sorprese: è veramente un piacere visitarlo ed è particolarmente bello perché si estende maggiormente rispetto al solito nocciolo del Markt o del Duomo, che in questo caso è preponderante per dimensioni ed altezza della torre campanaria. Molto interessante è il chiostro.
 

Utrecht
Prendiamo svariate direzioni e troviamo sempre un angolo affascinante dove fermarci a riempire gli occhi e i pixel.


Utrecht
 
Utrecht
 
 Utrecht

Su Oude Gracht ci sono moltissimi localini a pelo d’acqua assai invitanti, dove sarebbe divertente trascorrere una serata spensierata.
Utrecht
Molti turisti entrano a visitare il Duomo e le altre chiese rinomate, che a noi, in tutta sincerità, non risvegliano alcun tipo di curiosità, ma ce n’è una su Minrebroederstraat che si chiama Sint Willibrord (il patrono di Utrecht) che è veramente originale per le decorazioni multicolore dei suoi interni.
Ci dispiace lasciare Utrecht, che sembra il posto ideale per passare la serata anche perché, dopo il tramonto, è possibile seguire un percorso di luci artistiche lungo i punti principali della città trajectumlumen.com.
Comunque non disperiamo, perché sulla via ferrata di ritorno a L’Aia ci fermiamo a Gouda, una cittadina famosa in tutto il mondo caseario, ma un po’ sottovalutata dal punto di vista del patrimonio architettonico. A pochi passi dalla stazione, infatti, si articolano le strade e le piazze di una località fuori dal comune, nonostante l’edificio municipale sia ben presente e valorizzato, al centro della piazza principale. Merita certamente una visita, anche se breve.

Gouda


Gouda
 
Gouda
Gouda

19 agosto 2017
Decidiamo di vistare Leiden, che si trova a soli 10 minuti da Schipol, sulla via dell’aeroporto (il volo è alle 20.00). Lasciamo i bagagli ai lockers della stazione per 3,85 euro per le 24 ore (come al solito pagamento solo con carte).
Compriamo direttamente il biglietto per Schipol in quanto è possibile effettuare tutte le soste che si vogliono sulla stessa linea col medesimo biglietto.
Il treno da Den Haag a Leiden impiega una quindicina di minuti. Appena usciti dalla stazione si incontrano gentilissimi addetti dell’ufficio informazioni che regalano cartine della città ben disegnate e facilmente leggibili, anche per i poveri afflitti da presbiopia.
La stazione è molto ben posizionata e nelle immediate vicinanze si trovano subito edifici di interesse, tra cui il museo del violino, situato ovviamente in un mulino, ed il Volkenkunde, il museo nazionale etnografico, all’esterno del quale si trovano simpatiche installazioni.
Leiden
 
Leiden
Come sempre la città si articola sui bei canali. I nostri preferiti sono Oude Vest e Apothekersdijk,  dove ci fermiamo per un buon caffè da Francobolli.

Leiden

 

Leiden

 

Leiden
 
Leiden
 
 Leiden
 Leiden

Il fulcro della città è rappresentato dalle piazze principali Botermarkt, Vismarkt, Aalmarkt, che però sono interamente occupate dal mercato, che qui si tiene due giorni a settimana da 900 anni. Le bancarelle occupano anche il canale Nieuwe Rijn, ed il ponte coperto, con ambizioni fiorentine.
 
  Leiden
Nel centro della città, poco distante da Vismarkt, vi è anche una piccola collina (artificiale), il Burcht, una vera chicca nella totale pianura circostante, al di sopra della quale spicca la fortificazione di difesa, da cui si aprono paesaggi da cartolina della visione urbanistica.
 
 Leiden - vista dal Burcht
   Leiden - vista dal Burcht

Raggiungiamo Pieterskerkhof  con i pregiati palazzi e la piazza sulla quale si affaccia Pieterskerk che ospita installazioni artistiche dedicate a De Stijl.
 
Leiden - Pieterskerkhof
Tornando verso la stazione raggiungiamo la Moorsport e il Rembrandt Park, dove sorgeva la casa natale del pittore ed ora un busto di Depuis del 1960 in suo ricordo.
 
 Leiden - Moorsport
Leiden - Rembrandt Park
 
Pranziamo al Oude Leide vicino al Turfmart, di cui sono tanto balsonati i pancakes, ma noi li troviamo delle crepes meno buone.
 
Una settimana nei Paesi Bassi basta e avanza, soprattutto per un clima estivo poco clemente: gli autoctoni ci saranno anche abituati, ma a noi andare in giro a ferragosto coperti dalla testa ai piedi, dopo un po’ ci dà noia; inoltre le città visitate ci sono piaciute, ma a lungo andare possono risultare leggermente ripetitive.

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