GIOVEDÌ 05 GIUGNO 2025
È un’estate precoce questa italiana ed in Grecia lo è ancor di più: quando
scendiamo la scaletta dell’aereo Ryanair da Bergamo per Atene delle 7.45 (meno
di 300 euro A/R per due persone) non ci scortica la faccia il solito vento
aggressivo ma ci avvolge un abbraccio caldissimo che ci mette subito di buon
umore. Ci rechiamo all’uscita dell’aerostazione per raggiungere poi il
parcheggio di sosta breve n. 2 dove, dopo poco, ci incontriamo con l’addetto
dell’autonoleggio Imperial, presso cui abbiamo prenotato una piccola vettura
per 17 giorni al prezzo di 300 euro, compresa la possibilità di portare l'auto sulle isole. Il tipo si
presenta con una Panda dalla carrozzeria vissuta; incrociamo le dita sperando
che le condizioni pietose si limitino all’estetica e ci fiondiamo direttamente
in autostrada puntando la prima tappa della nostra gita, cioè la città di Corinto. Impieghiamo circa un’ora e mezza contando una sosta per fare il pieno
e le tre fermate ai caselli (2.5 euro + 2.46 euro + 2 euro). Qui c’è qualcuno
che sa il fatto suo in termini di prenotazione alberghi ed il Pegasus Rooms, che
si trova nella zona dell'Antica Corinto, è un’ottima soluzione. Paghiamo 60 euro per la
stanza con colazione inclusa e ci rechiamo immediatamente all’esplorazione dei
dintorni, probabilmente la cosa più interessante della città, ed alla ricerca
di una taverna; scegliamo Gemelos che dispone di una terrazza con una vista
mozzafiato sul sito archeologico e sulla montagna dell’Acrocorinto, il cui
castello era il sorvegliante dell’occhio del Peloponneso. Nel pomeriggio ci
rilassiamo sulla spiaggia cittadina che non è proprio incantevole, perché dal
fondo un po’ grezzo e non proprio ben tenuta, a parte le aree attigue ai locali
fighetti, ma ci riconcilia con uno stato delle cose che ci appartiene. La baia
è comunque molto bella e l’acqua è pulitissima e di una temperatura
apprezzabile. Sulla strada principale che corre lungo la costa c’è un centro
commerciale con il Decathlon ed un grande supermercato se si vuole fare la
spesa.

VENERDÌ 06 GIUGNO 2025
Dopo un’abbondante colazione ci mettiamo in macchina per recarci a Neapolis, dove prenderemo il traghetto per l’isola di Kythira, che costa 71 euro per due
persone e l’auto. Procediamo senza indugio perché la strada è piuttosto lenta
(ci vogliono più di tre ore), poi quando arriviamo ad una distanza ragionevole
da consentire una pausa ci fermiamo alla bella spiaggia di Plitra e alla vicinissima e splendida spiaggia di Pachia Ammos dove
approfittiamo delle basse e placide acque cristalline per un bel bagno
rinfrescante.

Il traghetto è previsto per le 16.30, ma bisogna trovarsi sulla
banchina un’ora prima; arriviamo a Neapolis verso le 15.00 quindi ci stendiamo
sulla spiaggia cittadina, meno affascinante della precedente, ma assai
dignitosa e con un mare molto pulito, nonostante la vicinanza del molo d’attracco
(non che ci sia tutto sto traffico di natanti). La traversata dura un’ora e
quindici minuti in assoluta tranquillità perché non c’è un’onda in tutto lo Ionio.
Il porto di Kythira ci accoglie in una location suggestiva, le spiagge nelle
immediate vicinanze ci appaiono invitanti, ma non abbiamo tempo per ora, perché
abbiamo un’ulteriore mezz’ora di guida per giungere a Kalamos dove abbiamo
riservato una stanza con una bellissiima terrazza con vista collina da Filio rooms (52 euro a notte senza colazione, ma c’è un
cucinino e vengono forniti tè, caffè, crostini e marmellata) i cui gestori
possiedono anche la Filio taverna (a circa 100 metri) ed un’altra specializzata
in pesce, che si chiama Alatarea e si trova a Kapsali.
SABATO 07 GIUGNO 2025
Da Filio Rooms imbocchiamo la strada per Kaladi che richiede circa mezz’ora; è
completamente asfaltata e riserva delle panoramiche d’effetto sulle morbide
colline dell’interno. Arrivati in fondo alla strada parcheggiamo l’auto e
scendiamo l’elegante scalinata che porta alla spiaggia, o meglio, alle tre
insenature caratterizzate da alta scogliera alle spalle, da grandi massi a fare
da divisoria e da sabbia mista a ciottoli e sassolini. L’ambientazione è
sublime e rende questo luogo tra i più originali per chi si voglia rilassare,
ma anche per chi preferisca dedicarsi al nuoto, allo snorkeling e addirittura
al free climbing. Il colore dell’acqua, eccezionalmente pulita, prende tutte le
tonalità del turchese e dello smeraldo, sino al blu intenso del largo.
Nonostante sia sabato di un weekend da festività nazionale, per buona parte
della mattinata rimaniamo da soli nell’ultima caletta, quella che ha una grotta
aperta sul susseguente paesaggio costiero.

La strada che va da Livadi alla
Chora e successivamente a Kapsali è semplicemente stupenda per l’aspetto
naturalistico e per l’architettura ardimentosa del castello e delle chiese
sulla roccia, e del piccolo paese sulla coda dell’istmo.
A Kapsali ci godiamo
un ottimo pranzo alla taverna Alatarea con vino offerto dalla casa, come premio
fedeltà, e la bella spiaggia di sassolini che rappresentano anche una buona
soluzione per la cura per i reumatismi perché in superficie hanno la
temperatura dei carboni ardenti.
DOMENICA 08 GIUGNO 2025
La spiaggia di Fyri Ammos, da noi denominata Fyri Ammos 2, perché c’è
un’omonima che si trova più a nord, dista pochi kilometri da Kalamos, quindi la
raggiungiamo agevolmente percorrendo una strada in discrete condizioni, a parte
qualche piccolo residuato franato sull’asfalto; gli ultimi metri sono sterrati
ed un po’ dissestati, perciò è preferibile lasciare l’auto nello slargo e
proseguire a piedi. L’insenatura è molto selvaggia con una policroma parete
rocciosa alle spalle; vi è un’alternanza di sabbia rossa e, in prevalenza,
sassolini. L’acqua è super trasparente e pulita. La parte sud è caratterizzata
da strapiombo scuro che offre possibilità d’ombra nei suoi anfratti ed un tipo
di nuotata “alternativa” andando ad esplorare le grotte che sono state scavate
dalla costanza delle onde nel tempo. Ci sono anche alcuni scogli trampolino da
cui lanciarsi in tuffi acrobatici.

Nel pomeriggio ci spostiamo a Chalkos che è
una spiaggia piuttosto piccola e per lo più occupata da uno stabilimento
balneare con un po’ di spazio libero; è molto bella e ci ripromettiamo di
tornarci al mattino, magari sul presto, quando sarà sicuramente meno
frequentata. Decidiamo perciò di orientarci verso la più intima Sparagario che,
data la difficoltà di accesso (non proibitiva, ma comunque maggiore rispetto
alla precedente), conta al massimo una decina di persone. Per arrivarci
parcheggiamo l’auto all’ingresso del lungomare di Kapsali e risaliamo a piedi
in direzione della Hora, seguiamo i segni bianchi e blu del sentiero che devia
quando si incontra una sterrata col cartello “dead end road”. Ad un certo punto
è indicato il footpath to Sparagario e lo percorriamo con cautela fino a
poggiare i piedi su questa bellissima spiaggia di sassolini e qualche sporadico
inserto di sabbia grezza, che rappresenta il culmine costiero di un barranco
selvaggio dalle pareti spioventi, ottimo habitat per chi avesse voglia di
allenarsi nel freeclimbing.

L’occhio si perde guardando il mare dai colori
incantevoli: da una parte l’isolotto solitario e dall’altra il porticciolo di
Kapsali, sovrastato da un faro di modeste dimensioni, ma di grande effetto
scenico; più indietro una collinetta sul cucuzzolo della quale è stata
edificata una piccola chiesa che sembra voler benedire l’abitato sottostante.
Ci concediamo una buona cena da Trattamento, con tavolini quasi in spiaggia, a
base di sardine e calamari alla griglia.
LUNEDÌ 09 GIUGNO 2025
Dopo aver letto le descrizioni promettenti della strada sterrata per
raggiungere Vlychada imbocchiamo la trazzera a pietraia che, a considerare la
vegetazione e le sterpaglie presenti nel centro, sembra non essere transitata
dal 2005 (anno della recensione) o probabilmente solo da Jeep e/o trattori;
alla prima grattata robusta smorziamo l’entusiasmo, a dire il vero, già flebile
ed alla prima possibilità di slargo rimaniamo per un attimo indecisi se
parcheggiare la Panda, che è già un cesso con le ruote, ma per ora ancora
funzionanti, non vorremmo compromettere pure quelle, e continuare a piedi, o
fare inversione in cerca d’approdi più sicuri. Optiamo per la seconda ed
ingraniamo la prima lasciandoci alle spalle la codardia di questo tentativo
miseramente abortito. Per sentirci meno in colpa e tirarci su il morale
ritorniamo alla splendida Kaladi, questa volta all’estremità opposta, dove
troviamo ancora ombra proiettata dalla parete rocciosa. Anche questo lato offre
una gamma variegata di nuotate “particolari”. Dopo alcune ore risaliamo la
scalinata e ripartiamo in direzione Paleopoli dove ci godiamo l’ampiezza della
baia e la purezza incredibile delle sue acque. Ci posizioniamo sotto il muro
d’argilla lavorato dagli elementi come un ricamo artistico. Centinaia di metri
a perdita d’occhio, con la sensazione di essere completamente soli, sull’isola
deserta d’un naufragio, nonostante sia il lunedì di festa e ci si potrebbe
aspettare la grande folla incontrata in precedenti trasferte greche.

Riprendendo la strada per Kaladi, dopo poco, imbocchiamo una strettissima
sterrata che porta alla tranquillissima spiaggia di Limni, apprezzata dai
nudisti, che dispongono di tutto lo spazio necessario alla loro privacy. Anche
in questo caso le due estremità, contraddistinte da promontori rocciosi,
offrono l’occasione per bagni avventurosi, in particolare quella a sud che ha
“sfranato” piccoli faraglioni da esplorare.
Sembra quasi paradossale dirlo, e ancora di più scriverlo, perché Diakofti,
nonostante la presenza del porto, di tre o quattro stabilimenti balneari, di un
ponte esteticamente orrendo e di una quantità di persone esponenzialmente
superiore alle altre spiagge viste finora, è un posto super; gioca un ruolo
fondamentale la sabbia chiara, ma anche la morfologia del territorio: il molo
d’attracco dei traghetti è stato costruito su un isolotto collegato alla
“terraferma” dal ponte suddetto e si è creata così una specie di laguna dai
colori quasi caraibici, abbracciata da un contesto romanticamente greco.
Trascorrere qui le ultime ore della giornata è una goduria. Ceniamo dal simpatico Pierros
con un’ottima moussaka da ricetta casalinga. Il ristorante si trova a Livadi,
dove c’è anche un’ottima forneria (V.P. Kasimatis) da cui ci siamo riforniti
più volte di ortopita ed altri tipi di torte salate dai ripieni disparati,
valide alternative al classico pasto da taverna.
MARTEDÌ 10 GIUGNO 2025
Come volevasi dimostrare Chalkos al mattino relativamente presto è un luogo
affascinante, ci sono pochissime persone mansuete e l’unico rumore percepito è
il ricciolo dell’ondina che si ripiega sulla riva. È un vero peccato aver
piantato su una parte della spiaggia gli ombrelloni, perché, per quanto di
paglia siano, tolgono un po’ di poesia ad un contesto naturale che altrimenti
sarebbe perfetto. I sassolini garantiscono una stratosferica trasparenza
dell’acqua ed un’aderente tenuta anche in caso di forte vento. La cala è
talmente arrotondata e raccolta su sé stessa da apparire quasi chiusa: le due
estremità, come le chele di un granchio, si oppongono al mare aperto,
proteggendo acque placide su cui è un vero piacere lasciarsi galleggiare.

Tutto l’opposto vale per Melidoni che, a dispetto della sua fama, a noi è
risultata anonima se non addirittura fastidiosa, forse a causa del beach bar
che spara una musica insopportabile che instupidisce dopo due minuti; insomma,
tempo e carburante sprecato!
Discendiamo per la terza volta a Kaladi perché sappiamo che la troveremo
ombreggiata, requisito essenziale per la fase post prandiale e la scopriamo
diversa dalle volte precedenti: vi è molto vento ed il mare è mossissimo,
nonostante ciò mantiene il suo appeal.
A Kombonada troviamo una situazione assai più tranquilla, soprattutto per ciò
che concerne l’aspetto eolico, e poi non c’è un’anima criata su l’intera
pilaia. Il soggetto che l’ha definita di “ciottoli fini” dovrebbe apportare una
modifica alla gradazione degli occhiali, del vocabolario o, al limite, nel
navigatore gps, perché in questa baia c’è un po’ di tutto tranne ciottoli fini:
c’è sabbia a macchie, ma soprattutto sassi, anche grossi, delle dimensioni di
un pallone da basket. Nonostante i marosi ruggiscano pure qui, ci si sente in
pace con la natura, anche quando fa la voce grossa.

MERCOLEDÌ 11 GIUGNO 2025
Lasciamo Kalamos e ci trasferiamo nel nord est e precisamente ad Agia Pelagia
dove abbiamo prenotato una stanza, grande, pulita e con balcone vista mare, da Aperanto Galazio/Deep Blue per due notti
senza colazione (ma c’è la cucina) al prezzo totale di 74 euro con carta di
credito o di 65 euro in contanti; decidiamo di sfanculare simultaneamente il
ministero delle finanze e quello del turismo optando per la seconda scelta e ci
domandiamo come sia possibile che alcuni ti affittino una stanza per 32 euro a
notte ed altri te ne chiedano il doppio o addirittura il triplo per soluzioni
similari.
La spiaggia del paese è la classica comunale semi organizzata senza infamia e
senza lode. Siccome qui il mare è leggermente mosso, a causa dei venti
provenienti da nord est, proviamo a controllare il versante opposto recandoci
alla bella Lykodimos il cui fondo si compone di sabbia grezza, ciottoli e
sassolini. L’insenatura è di medie dimensioni, chiusa sul lato nord da un
vecchio pontile e dall’altro da uno sperone roccioso ricoperto da bassa
vegetazione mediterranea. Le alte pareti centrali mostrano una notevole varietà
geologica stratificata ed evidenti segni di frane, come sulla stretta ed
articolata strada asfaltata che ci arriva. Vi è anche una grotta dalla
discutibile affidabilità che, comunque, presta la sua ombra rinfrancante ai
rarissimi visitatori. Il mare è quieto e dai colori invitanti: una buona
iniziativa è dotarsi di maschera e boccaglio.
Thea Thalassa è un buon ristorante sulla rena di Agia Pelagia; ceniamo qui con
una certa soddisfazione anche paesaggistica: il paese al calar del sole assume
un’atmosfera tipicamente isolana con l’aggiunta di un tocco di romanticismo
malinconico dato dalla scarsa affluenza turistica di questi giorni.
GIOVEDÌ 12 GIUGNO 2025
Da Agia Pelagia prendiamo la strada costiera verso sud. Oggi il mare è
decisamente più tranquillo quindi appare interessante anche la spiaggia del
paese, ma noi abbiamo deciso di recarci a Kaki Lagkada, qui si trova una lunga
spiaggia di sabbia e ciottoli con un bar ed uno stabilimento balneare con
parecchio spazio libero, ma siamo tentati dal continuare sullo sterrato (a
piedi) per raggiungere la piccola insenatura di sassi al culmine del canyon di
Barbarossa, un vero e proprio Vadi con acqua stagnante a monte ed il mare
cristallino davanti: un ambiente decisamente scenografico!

Tornando indietro verso Fyri Ammos 1 incontriamo un’altra caletta dalla quale
ci facciamo attirare. Sulla parte destra, guardando il mare, c’è uno spazio
d’ombra garantito dalla roccia. Nuotando verso Lagkada si può entrare in una
grotta abbastanza profonda, procedendo a rana e guardando il fondale, ma anche
le pareti ed il soffitto levigati dalle onde, si ha la sensazione di prodursi
in un’esperienza esplorativa accattivante. Questo luogo si chiama Spilia
Lavrenti da non confondersi con la spiaggia di Lorenzo che si trova tra qui e
Fyri Ammos 1.
Nel pomeriggio puntiamo il nord e come prima tappa scendiamo alla spartana
spiaggia di Fourni percorrendo con molta cautela la carretera petrosa di circa
due kilometri e mezzo; qui c’è un po’ di sabbia e molti sassolini su cui
distendersi ad ammirare il paesaggio incontaminato, dopo una bella nuotata
nelle acque smeraldine.
Dopo aver fatto un veloce sopralluogo dell’insignificante Platia Ammos
ritorniamo in zona Agia Pelagia per dare un’occhiata alla spiaggia di Lorenzo e
poi chiudere la giornata sulle sabbie rosse di Fyri Ammos 1, in particolare ci
posizioniamo sul versante sud, ancora ben esposto al sole calante, quasi dove
la parete rocciosa dello stesso colore del fondo si divide in comproprietà il
promontorio con un altro pezzo giallo. Notiamo subito i classici bastoncini
piantati nella rena ad indicare l’area di nidificazione delle tartarughe e
purtroppo, in secca, poco distante, la carcassa di un esemplare adulto morto.
Cena buona ed economica da “It’s pita time”.

VENERDÌ 13 GIUGNO 2025
Lasciamo lo studio e puntiamo la spiaggia di Limnionas che raggiungiamo
in circa mezz’ora. La strada è tutta asfaltata e molto panoramica, ma non
bisogna distrarsi troppo a guardare il bello attorno, perché ci sono parecchie
curve e tornanti. Quando si poggia il piede sulla rena mista sassi viene
immediatamente voglia di buttarsi in acqua che qui ha delle sfumature
meravigliose. In questo periodo non sono ancora stati approntati lettini ed
ombrelloni quindi lo spazio è tutto disponibile. Approfittiamo di una tamerice
che spande la sua ombra benefica. Le cicale cantano gagliardamente il loro inno
alla vita e non si può far altro che godersi l’intera mattinata in totale relax
e solitudine.

Certo è che aspettare il traghetto a Diakofti non è come farlo a Piombino o a
Livorno, ma neanche ad Olbia o a Golfo Aranci: qui è una vera libidine perché
ci si può piazzare in spiaggia fino a poco prima e godersi un angolo di
paradisola. Oggi poi, nello specifico, è meraviglioso perché c’è pochissima
gente, il sole splende a picco, glorioso, sulla baia riverberandone i colori
all’inverosimile.
Sbarchiamo a Neapolis e ci dirigiamo verso Pounta dove abbiamo prenotato due
notti all'hotel Vias. La stanza non è speciale, ma costa solo 40 euro a notte senza
colazione oppure 58 euro con colazione, scegliamo questa formula e poi la cosa
importante sono i dintorni, a cominciare dalla vicina lunghissima spiaggia
dalla sabbia chiara, le dunette alle spalle, insieme alla laguna assalinata ed
i colori del mare che, pur essendo quasi il tramonto, sono ancora favolosi.
Ceniamo con piena soddisfazione alla taverna Pounta in un bel cortile alberato
ed atmosfera familiare.
SABATO 14 GIUGNO 2025
A circa 45 minuti da Pounta visitiamo la zona della
foresta pietrificata, con il suo paesaggio quasi surreale e straziante: si
entra in questa specie di parco protetto, tipo riserva dello Zingaro, con la
robusta roccia da una parte ed il mare incredibile dall’altra e nel mezzo tanti
sentieri da percorrere e nuove vie da scoprire. Gli alberi pietrificati ed i
fossili attirano l’attenzione poi diventano secondari o meglio comprimari in un
ambiente naturale unico, fatto di rocce levigate e bianche, anfratti marini dai
colori elevati all’ennesima potenza… in ognuna delle calette che si incontrano
sul cammino verrebbe la tentazione di buttarsi in acqua e farsi coccolare da
questa avvolgente poesia: il mondo fortunatamente è ancora un bel posto dove
posare piedi e occhi ed ha sempre affascinanti sorprese da regalare a chi sa
guardarsi intorno, chiedere il permesso e prendere, e ringraziare dopo aver
preso. Riempiamo il più possibile il bagaglio dei ricordi che sta lì, a metà
strada tra il cuore e la mente.

Spostandoci verso ovest, su una strada
litoranea sterrata, ci imbattiamo in una spiaggia grigia con un nome greco che
tradotto in caratteri a noi meglio comprensibili dovrebbe essere Aottec. Dopo
aver vaporizzato una carriola d’acqua sull’incandescente sabbia scura,
riusciamo a metterci i parei e a stenderci a prendere un po’ di sole, poi
facciamo un bel bagno rinfrescante in un mare che più pulito non si può. È
decisamente entusiasmante andare sulle isole per l’atmosfera e le spiagge più
selvagge e solitarie, ma la Grecia è un Paese incredibile perché anche sulla
terra ferma, specialmente in questa zona, dispone di litorali incontaminati e
totalmente deserti; qui, ad esempio, siamo stati da soli per tutto il tempo,
come anche alla successiva Rionari dove, però, ci siamo fermati pochissimo
perché il sole bastonava alla grande e non v’era uno spiraglio d’ombra.

Poi ci siamo spostati tra Neapolis e Pounta sulla lunga e piacevolissima
Neratziona dove abbiamo trovato cinque ombrelloni fissi piantati all’occorrenza
d’usufrutto gratuito per giovani (e meno giovani) esploratori dal cervello
vicino all’ebollizione, prima che si mettano a scrivere cose poco realistiche
attinenti alla loro esperienza di viaggio; ne approfittiamo e ci fiondiamo nel
mare placido a sondarne la gentilezza.
DOMENICA 15 GIUGNO 2025
Lasciamo la stanza di Vias e ci precipitiamo sulla spiaggia di Pounta per
goderla nel pieno sole della mattinata e, nonostante ci sia un poco di brezza,
troviamo un discreto riparo in prossimità di una duna e ci immergiamo per
alcune ore nella magia cromatica di questo luogo, restando per buona parte del
tempo in completa solitudine.