Luglio-Agosto 2005
La destinazione è la Namibia, ma abbiamo più di un mese a disposizione e quindi decidiamo di volare su Cape Town, in modo tale da rivedere una parte del Sudafrica che amiamo, risparmiando anche parecchio sia sul volo sia sul noleggio auto. I prezzi dei voli sul Windhoek, la capitale della Namibia, e i noleggi auto sono molto più cari rispetto al Sud Africa.
L’ufficio del turismo namibiano ci ha inviato una guida, una cartina e altro materiale molto utile www.namibiatourism.com.na.
Prima della partenza abbiamo prenotato i pernottamenti nei parchi nazionali della Namibia tramite www.namibiareservations.com, anche se avremmo comunque trovato posto.
Arriviamo a Cape Town con volo South African Airways con scalo a Francoforte.
Ritiriamo l’auto prenotata con Drive South Africa. E’ una opel corsa al costo di 173 rand per 33 giorni per un totale di 5709 rand, decisamente poco.
Abbiamo scelto un’auto normale e non una 4x4 perché le strade che percorreremo, anche se in gran parte sterrate, sono tutte transitabili con auto 2x4.
Non visiteremo infatti l’estremo nord ovest, terra dei San, che richiede un mezzo di trasporto diverso e una maggior organizzazione.
E’ fondamentale comunicare alla compagnia di noleggio l’esigenza di oltrepassare il confine prima dell’arrivo in modo tale da consentire loro di predisporre la documentazione necessaria a portare il mezzo oltre confine.
E’ fondamentale comunicare alla compagnia di noleggio l’esigenza di oltrepassare il confine prima dell’arrivo in modo tale da consentire loro di predisporre la documentazione necessaria a portare il mezzo oltre confine.
Partiamo verso nord e dopo un’ora di strada ci rendiamo conto di non avere ritirato proprio questa documentazione. Torniamo a Cape Town dopo aver pranzato bene in una Spur Steak House.
Giorno 1
Ci dirigiamo a Citrusdal. La cittadina è adagiata in una graziosa ambientazione da semi vallata, in cui la presenza dell’uomo si armonizza con la raffinatezza della natura. Ci stupiamo di vedere molta gente che bivacca sulla strada principale. Scopriamo che al venerdì i lavoratori delle campagne si ritrovano in centro al paese per festeggiare la fine della settimana lavorativa.
Abbiamo prenotato un bed and breakfast gestito da una signora che sembra uscita da un film inglese di altri tempi. Ci facciamo un te, anzi un roybos. Scopriamo questo te tipico del Sudafrica che berremo per il resto del viaggio. Siamo stanchi il giusto e dormiamo dalle 5 di pomeriggio alle 8 del giorno dopo. La colazione è pantagruelica e la proprietaria del BB ci regala un sacchettone di mandaranci tipici della zona, buonissimi. Citrusdal gode infatti del clima ideale per la coltivazione degli agrumi che vengono commercializzati in tutto il paese.
Giorno 2
Proseguiamo verso la Namibia. Fa freddo e in alcuni punti c’è la neve.
La stagione non è ancora abbastanza calda per consentire di ammirare la fioritura, che caratterizza questa zona del Northern Cape, che raggiunge il suo apice nei pressi di Springbok, dove in piena stagione di rinascita giungono in molti per osservare questo spettacolo naturale, alla ricerca delle colorazioni preferite.
All’altezza di Clanwilliam effettuiamo una deviazione imboccando la R364, una strada stupenda con magnifici paesaggi rocciosi. In due ore circa arriviamo a Calvinia. E’ un paese assurdo e dormiamo in un BB ancora più assurdo, Steenkamp’s Gastewoonstel, dove non hanno mai visto degli europei che non siano tedeschi.
Giorno 3
Ci dirigiamo verso Vanrhynsdorp, percorrendo una strada con bei panorami sul Knersvlakte Plain.
Arriviamo a Springbok dove passeremo la notte all'Elkoweru Guest House http://www.sa-venues.com/visit/elkoweruguesthouse/, trovato tramite l’utilissimo libretto di wheretostay www.wheretostayonline.com.
Il paese è carino. Ceniamo da Carne Casa sulla strada principale, dove sono specializzati in carne ovviamente, ma anche pesce alla griglia. Ottimo. Le porzioni sono abbondanti e si può scegliere la pezzatura della carne, che in ogni caso fuoriesce dal piatto.
Giorno 4-5
Attraversiamo la frontiera a Vioolsdrif. Il passaggio è sempre aperto. La tariffa per un'automobile è di 120 rand e non accettano carte di credito. La procedura di espatrio è semplice e gli addetti sono molto gentili.
Dopo aver percorso un tratto di strada piuttosto lineare e noioso abbandoniamo finalmente l’asfalto, sperimentando il selvaggio dello sterrato che conduce ad Ais Ais, con un’auto completamente inadatta all’uso, ma che per ora sembra potercela fare.
Dopo aver percorso un tratto di strada piuttosto lineare e noioso abbandoniamo finalmente l’asfalto, sperimentando il selvaggio dello sterrato che conduce ad Ais Ais, con un’auto completamente inadatta all’uso, ma che per ora sembra potercela fare.
Dormiamo all’Ai-Ais Hotspring Resort, prenotato tramite www.namibiareservations.com, come tutti gli altri pernottamenti all’interno dei parchi. E’ all'interno del Fish River Canyon, ma per visitare il canyon in automobile è necessario uscire, percorrere circa 70 km, e rientrare nel parco da Hobas. La guida Lonely Planet crea l'erronea convinzione che ci sia un percorso interno al parco. In pratica ad Ai-Ais si possono fare solo brevi camminate intorno al resort ed eventualmente visitare il parco partecipando al trekking di 5 giorni. Già immotivati a questa possibilità ci convinciamo ancor di più della nostra pigrizia vedendo le facce stravolte dei trekkers di ritorno (esiste una spiegazione logica al fatto di prendere dei giorni di ferie per autoinfliggersi simili sofferenze??). Le strutture del resort sono vecchie e poco pulite, le terme hanno buchi nel tetto e tubi arrugginiti. La cifra che si paga negli appartamenti (542 rand cioè circa 100 euro al giorno) è astronomica per il servizio offerto.
Ci rendiamo conto che sarebbe stato meglio pernottare presso il Gondwana Canon Park http://www.gondwana-canyon-park.com/accommodation.htm, che ha diverse possibilità di alloggio.
E’ più vicino all’ingresso della parte del Fish River Canyon accessibile in auto, è molto carino e si mangia bene al ristorante della Canon Roadhouse.
La visita al Fish River Canyon è importante non tanto per la bellezza del canyon in particolare, quanto per la generale fusione con una natura così assoluta da essere indifferente alla presenza dell’uomo. Vi sono in Namibia paesaggi di una totalità devastante e ad ogni lieve cambio di direzione si scorge un nuovo anfratto di meraviglia a cui dedicare attenzione e fotografie.
Giorno 6
Percorriamo 500 km per arrivare a Keetmanshoop. Facciamo fatica a trovare una sistemazione per la notte perché i sudafricani stanno rientrando dalle vacanze e Keetmanshoop è tappa quasi obbligata per dormire. Dormiamo al BB Home Sweet Home.
Qui altri alloggi a Keetmanshoop http://www.namibia-travel-guide.com/bradt_guide.asp?bradt=1877
Ci rendiamo conto che è meglio prenotare gli alloggi in anticipo per non correre il rischio di trovare tutte le sistemazioni occupate nel giro di 300 km.
Da oggi prenoteremo tutte le sistemazioni tramite i due libretti Wheretostay e Coast to Coast degli ostelli (ottimi in Namibia) www.coastingafrica.com.
Mangiamo da Ushi’s Kaffeestube, consigliato soprattutto per i dolci. Si trova sulla strada principale che arriva dal Sudafrica, sulla sinistra su un angolo. Fuori dal locale ci sono alcuni bambini che ci guardano mangiare con espressione invidiosa. Prima di alzarci dal tavolo facciamo un pacchettino di cibo e glielo regaliamo; sono molto contenti e ci ringraziano di cuore.
Giorno 7
Arriviamo a Windhoek, la capitale. Si visita piacevolmente, anche se non ha nulla di particolarmente interessante dal punto di vista architettonico. Nell’insieme si respira un’aria di energica vitalità. Ci sono molti locali con una ristorazione di buon livello e grandi supermercati dove acquistare provviste per i giorni successivi.
Dormiamo al Chamaleon City Backpackers http://www.chameleonbackpackers.com/bps_home.asp, con un ottimo rapporto qualità/prezzo. Una doppia con bagno pulita e ben arredata costa 220 rand, con colazione self service.
La sede della Namibian Wildlife Resorts si trova di fronte allo zoo park in Indipendence Avenue. Non è necessario prenotare gli alloggi nei parchi qui; se c'è disponibilità si può prenotare direttamente all'ufficio del parco. Noi prenotiamo comunque alloggio al Waterberg Plateau Park.
Giorno 8
Al Waterberg Plateu Park prenotiamo all’ufficio del parco un’escursione per la mattina successiva. E’ l’unico modo per visitare il parco, all’interno del quale non si può circolare con il proprio mezzo, ma solo con le jeep del parco.
Ci sistemiamo in un bungalow. C'è il problema "babbuini", per cui si devono tenere porte, finestre e tende dei bungalow sempre chiuse se non si vuole attirare la loro attenzione. Naturalmente sudafricani e namibiani non possono rinunciare al loro braai, per cui piazzano i loro pick up nelle immediate vicinanze degli appositi barbecue, si chiudono in auto mentre la carne si cuoce e poi di corsa scendono, ritirano la preparazione e si rintanano nuovamente a consumarla. Una cenetta rilassante!
Nei pressi dei bungalows c’è una bellissima piscina alquanto invitante, ma avendo testato la temperatura dell’acqua preferiamo rimanere sul bordo a prendere un po’ di sole che forse avrà rinunciato a scaldarla di principio.
Nei pressi dei bungalows c’è una bellissima piscina alquanto invitante, ma avendo testato la temperatura dell’acqua preferiamo rimanere sul bordo a prendere un po’ di sole che forse avrà rinunciato a scaldarla di principio.
Giorno 9
Verso le 10 partiamo per il safari (fotografico naturalmente) La sola esperienza dell’inoltrarsi in un si mirabil mondo è già piuttosto sorprendente, ma al primo avvistamento di animali in libertà si rimane senza fiato. E non ha senso descrivere segretarie che planano nella radura, giraffe che mangiano dagli arbusti più alti o si inginocchiano a bere in un elegante inchino o una nuvola di fumo che si avvicina e porta un branco di bufali.
Si può solo guardare, riempirsi gli occhi e la memoria di immagini sensazionali che spalmano sulla faccia un’aria inebetita di infantile euforia malcelata. L’osservazione dei bufali che si abbeverano si tiene in un’apposita postazione che consente di non essere visti e quindi di non disturbare gli animali. Qui consumiamo anche un pasto frugale incluso nel prezzo della visita. Nel tardo pomeriggio si fa ritorno al campo e quando cala il sole lo fa anche la temperatura ed il viaggio non è divertente come all’andata.
Giorno 10 -11-12
L’Etosha National Park è tutt’altra esperienza rispetto al Waterberg perché qualsiasi cosa uno possa vedere è solo merito suo; il parco si gira infatti in modo autonomo in assoluta libertà, anche se bisogna rimanere su determinate piste ed è vietato scendere dal veicolo.
Dedichiamo al parco tre giorni. E’ enorme e quindi abbiamo prenotato una notte in ognuno dei campi, la prima a Namutoni, la seconda a Okaukeujo e la terza ad Halali. Ogni notte costa 482,87 per il bungalow. Oltre a questo si paga l’ingresso (80 rand pp + 10 rand per il veicolo). Se si pernotta nelle strutture dei parchi, la tassa va pagata per persona per notte. In due all'Etosha paghiamo la bellezza di 490 rand di tasse per 3 notti.
Presso ogni campo c’è una pozza d’acqua che consente di vedere gli animali anche dopo il tramonto. Infatti alle 17 è necessario rientrare nei campi perché al buio può diventare pericoloso là fuori. Ci raccontano di una povera guardia incornata la notte precedente da un rinoceronte.
La pozza di Namutoni è molto frequentata e di giorno è uno spettacolo di zebre, giraffe e springbok, quella di Halali è più piccola e adatta per l'osservazione degli animali a distanza ravvicinata e quella di Okaukeujo è la più movimentata.
Ci sono migliaia di occasioni per incamerare esperienza indimenticabili come l’affettuosità dei rinoceronti e degli elefanti adulti con i loro piccoli, l’astuzia subdola delle iene e delle manguste, la solidarietà dei branchi e la rapidità di reazione dei singoli, il boato che straccia il silenzio della notte africana che è il richiamo del leone maschio alle sue femmine che gli procurino il pasto. Assistiamo infatti alla caccia di tre leonesse ad un’assediata giraffa, la strategia del ventre basso e della posizione d’attacco migliore ed infine uno scatto che pare condanna, ma quella ha orecchie allenate e zampe lunghe che scalciano zoccolate anche in laterale e c’è una via di fuga ed un sospiro di sollievo, almeno per questa volta… e c’è un grande esemplare di elefante che nel risalire una duna quasi decide di proseguire il suo cammino zampettandoti sul cofano dell’auto o quell’altro che, mentre dietro un baobab nasce una luna d’argento che neanche in una canzone dei Cowboys Junkies, trangugia acqua generando il suono di un’autobotte che si riempie o quei due orici che si contendono a cornate lunghe un metro e chissà quale idea di possesso.
Ebbè adesso ogni cosa ha il suo senso anche se ne fai parte solo per tre giorni perché d’ora in avanti capisci un’importanza così vitale da essere scontata e purtroppo da molti troppo spesso ignorata.
Purtroppo la opel corsa comincia a tirare le cuoia e a lamentare il fatto di non essere stata concepita per camminare libera nelle savane (e pensare che c’è gente che compra delle land rover per andare a fare la spesa in Brianza!), il cambio ha qualche problema a riconoscere l’autorevolezza del pilota e quindi non sembra sensato il programmato attraversamento del Caprivi per raggiungere le cascate Vittoria. 500 km senza neanche un benzinaio! Addio ippopotami! Si torna al sud.
Giorno 13
Lasciamo a malincuore l’Etosha con una passeggero, un ragazzo che lavora nel parco e che deve rientrare a casa a Otjiwarongo per il riposo settimanale. Lungo la strada ci fermiamo ad un mercatino di oggetti di artigianato fantastico. Dormiamo in un BB a Outjo.
Giorno 14
Raggiungiamo la tappa successiva, Maltahohe, a 190 km da Sossuvlei. La sera c’è una specie di blackout , pare a causa di una parte della popolazione che non ha pagato le bollette della luce e al buio pesto cerchiamo il ristorante http://www.maltahoehe-hotel.com/ consigliatoci dalla gentilissima proprietaria del BB. La cena è ottima. Tanto per rimanere in tema di catena alimentare si mangia spezzatino di antilope. Al ritorno ci sono talmente tante stelle in cielo che illuminano la strada, alla faccia dell’azienda elettrica municipalizzata.
Giorno 15
Destinazione Namib Naukluft Park a Sossuvlei. Il consiglio è di raggiungere le dune di Sossuvlei al mattino presto perché a metà mattina si alza il vento, e di conseguenza la sabbia, che rende impossibile la visione delle dune. I nostri vicini di stanza partono infatti in piena notte per vedere l’alba sulle dune.
Noi partiamo più tardi. A Sesriem c’è l’ingresso al parco. Il percorso principale è percorribile in 2x4. La Duna di Elim e la Duna 45 sono uno spettacolo e facciamo 100 foto.
l Dead Vlei e l’Hidden Vlei non sono raggiungibili in 2x4. Si deve parcheggiare qualche km prima. Le navette per percorrere i 4 km dal parcheggio dei veicoli 2x4 a Sossuvlei costano 90 rand a testa e gli autisti sembra ti facciano un favore. Molto meglio chiedere un passaggio ai visitatori che viaggiano in 4x4. Noi rinunciamo perchè quelli che tornano ci dicono che si è alzato il vento e non si vede nulla.
Dormiamo a Solitaire al "Solitaire Country Lodge" http://www.namibialodges.com/solitaire.html. Le stanze sono molto belle e pulite e si affacciano su una splendida piscina. C'è anche un ristorante. La stanza doppia con un'ottima colazione costa 450 rand. E' il lodge più economico della zona. Anche la cena è ottima e d’atmosfera.
Giorno 16
Dormiamo a Solitaire al "Solitaire Country Lodge" http://www.namibialodges.com/solitaire.html. Le stanze sono molto belle e pulite e si affacciano su una splendida piscina. C'è anche un ristorante. La stanza doppia con un'ottima colazione costa 450 rand. E' il lodge più economico della zona. Anche la cena è ottima e d’atmosfera.
Giorno 16
Raggiungiamo lo Tsaobis Leopard Nature Park, dove passeremo la notte. E’ un bellissimo posto per fare passeggiate, ma la guida è un po' troppo entusiasta a proposito degli animali. In realtà ci sono solo tre ghepardi, due leopardi, due caracal, una iena vecchissima e due scimmie, tutti ingabbiati, anche se dopo essere stati salvati da un destino certo se lasciati in natura. Qui si impara che i leopardi amano marcare il loro territorio e che riescono ad indirizzare il getto un’ po’ dove vogliono, anche verso l’alto!
Giorno 17-18
Andiamo a Swakopmund dove dormiamo in un bell’ostello, il Villa Wiese http://www.villawiese.com/index.htm trovato sul libretto di coastingafrica.com.
Rimaniamo subito spiazzati perché i nomi delle vie di Swakopmund sono quasi tutte cambiati rispetto alla mappa della LP.
Acquistiamo il permesso per il Namib Naukluft National Park (40 rand a persona + 10 per il veicolo) al Ministero dell'ambiente (aperto anche il sabato fino alle 13.00). Ci facciamo intortare dalla LP, che spreca una pagina per il Welwitschia Drive (tra l'altro riportando semplicemente le parole del foglio di spiegazione che danno insieme al permesso, perdendosi in particolari privi di interesse). I due aspetti che meritano realmente del Welwitschia Drive sono il Moon landscape (avvallamenti che ricordano appunto il paesaggio lunare) e le piante di Welwitschia, per chi è interessato alla botanica. Impieghiamo un pomeriggio intero per portare a termine il giro.
Molto interessante è la visita alla colonia di foche di Cape Cross http://www.namibweb.com/capecross.htm. Si percorre una strada costiera di sale compattata e si capisce bene perché si utilizzi questa superficie per le gare di velocità. La colonia vede la presenza di circa 80.000 animali e si sente! Ogni capo di abbigliamento ha bisogno di essere sterilizzato e disintegrato e forse bisognerebbe tagliarsi anche i capelli tanto contaminante è la puzza.
Giorno 19
Ci dirigiamo verso Luderitz. 120 km a est di Luderitz sulla NR B4 tra Luderitz e Keetmanshoop seguiamo la deviazione a Garub dove c’è una pozza d’acqua dove si abbeverano i cavalli selvaggi, gli unici in grado di adattarsi alle estreme condizioni del deserto.
Luderitz è una bella cittadina costiera che ha mantenuto alcuni tratti del suo passato, soprattutto nella disposizione architettonica e nella tradizione culinaria (fa una certa impressione fermarsi in pasticceria per una fetta di black forest). Dormiamo in un ostello molto carino che sembra stato edificato da un geometra di Vipiteno.
Nei pressi di Luderitz si trova un’importante salina dove, come di consueto, si possono osservare i fenicotteri rosa ed è un’interessante porta sul deserto del Namib, con dune di sabbia bianca altamente fotogeniche.
Giorno 20
Percorriamo la strada D707, neanche menzionata dalla guida, che è una delle più sceniche della Namibia. Su di essa si affacciano sia le Tiras Mountains che il deserto del Namib. Ingaggiamo una gara di velocità con uno struzzo. Vince lui.
In questa zona è necessario prenotare la sistemazione per la notte perché non c’è nulla tranne qualche fattoria. Arriviamo alla Gunsbewys Farm http://www.namibweb.com/gunsbewys.htm kidogo@mweb.com.na. La proprietaria non c’è e ci accoglie un operaio che dorme in una roulotte (vedi Bestie di Magnus Mills). Ci dice che la proprietaria 70enne è andata a Luderitz a fare spese (4 ore di auto!). . La sistemazione è spartana e non c’è la luce elettrica, ma il posto è pazzesco. La mattina facciamo una splendida e faticosa camminata sulle dune che arrivano a ridosso del nostro bungalow.
Giorno 21
Imbocchiamo la strada di ritorno verso il Sudafrica. Facciamo sosta per la notte all’Orange River Lodge http://www.orlodge.iway.na/, con stanze pulite e ben tenute e un buon ristorante, lungo la strada nei pressi di Noordoewer.
Giorno 22
Torniamo a Springbok alla ricerca della fioritura che inizia ad apparire timidamente. Abbiamo la malsana idea di seguire il consiglio della LP e visitare Honeklip Bay. Non ci arriveremo mai perché la strada è in condizioni pessime.
Giorno 23
Arriviamo a Citrusdal e scopriamo di avere una ruota bucata. La cambiamo consapevoli che lo sterrato è finito. Dormiamo presso il Citrusdal Lodge, molto carino hotel http://www.citrusdallodge.co.za/.
Visto che siamo in anticipo sulla tabella di viaggio decidiamo di tornare nei luoghi del nostro viaggio sudafricano del 2002, di cui non abbiamo ricordi fotografici. Da qui in avanti il racconto si sovrappone all’altro e i posti visitati si ripetono e non sono cambiati affatto.
Giorno 24-25
Andiamo a Hermanus, uno dei miei posti preferiti al mondo.
Siamo in piena stagione di avvistamento balene e all’arrivo ci accolgono le evoluzioni di una balena che fa tuffi incredibili.
Siamo in piena stagione di avvistamento balene e all’arrivo ci accolgono le evoluzioni di una balena che fa tuffi incredibili.
Dormiamo in un BB stupendo http://www.portfoliocollection.com/go/House-On-Westcliff e ceniamo in un ristorante altrettanto bello l’Harbour Rock http://www.harbourrock.co.za/. Mangio il calamaro migliore della storia.
Giorno 26
Si va a Swellendam e da qui visitiamo Witsand, dove le balene vengono ogni anno a riprodursi http://www.witsandtourism.co.za/. Dalla riva vediamo solo qualche spruzzo ma il luogo è bello e merita una visita.
Giorno 27-28
Ci dirigiamo verso Knysna nella Garden Route e facciamo una deviazione verso la costa a Arniston, una località affascinante in posizione spettacolare tra le dune.
Dormiamo in una posto fantastico http://www.portfoliocollection.com/go/Bridgewater-Manor e mangiamo sempre al Cafe Mario, una pizzeria sul waterfront gestita da un italiano, che fa delle buone pizze, cha a noi sembrano le migliori del mondo, tanta è la brama di carboidrati dopo un mese in Africa
Visitiamo The Heads e Buffalo Bay con la sua lunghissima spiaggia.
Giorno 29
Chissà perché ci fermiamo una notte a Mossel Bay, cittadina in bella posizione, ma decisamente troppo costruita.
Giorno 30
Percorriamo il Chapman’s Peak Drive, che stavolta è interamente aperto. E’ una delle strade costiere più belle del mondo.
Torniamo ancora sui nostri passi a Simon's Town per vedere i pinguini di Boulders Beach.
Torniamo ancora sui nostri passi a Simon's Town per vedere i pinguini di Boulders Beach.
Arriviamo a Fish Hoek. Dormiamo in un BB meraviglioso http://www.dunvegan.co.za/. Non troviamo il bagno. E’ in un armadio!
Ceniamo al The Brass Bell a Kalk Bay http://www.dining-out.co.za/member_details-MemberID-2374.html
Solo un mese in namibia?? Poveracci vi accontentate di poco ... L.
RispondiEliminaIn effetti è un po' poco.
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