GIOVEDÌ 06
GIUGNO 2024
Dopo aver prenotato il volo con Aegean, la stessa ne ha modificato
l’operatività, per cui la nostra formula con scalo ad Atene, non era più
esistente, di conseguenza abbiamo ottenuto il rimborso completo e nel frattempo
Ryanair ha istituito un volo diretto da Bergamo per Skiathos ad un prezzo
decisamente più vantaggioso (e questo è culo). Quindi partiamo in orario ed
arriviamo in circa due ore e un quarto con un atterraggio piuttosto rude che
non si capisce se sia colpa della pista breve o del pilota un po’ naif. La vera
figata è poter raggiungere il paese a piedi dall’aeroporto senza menate di
autobus o taxi esosi. Per recarci al Grecos Art (con stanze nuove e molto centrali), dove abbiamo una prenotazione
per due notti a 84 euro in totale, infatti, ci sono un paio di kilometri di
cammino, su una strada praticamente priva di traffico (esattamente come a
Mykonos ahahahah…) Arriviamo a destinazione un po’ stanchini, accaldati e con
una voglia matta della classica cenetta greco-isolana a base di taramosalada,
hummus e sardine, ma soprattutto di una birrona fresca alla spina, che proviamo
a soddisfare alla taverna Hellikion, in centro, con qualche piccolo difetto.
VENERDÌ 07
GIUGNO 2024
Prendiamo dimestichezza con la cittadina e ci inoltriamo nelle sue viette
traditrici alla ricerca del miglior noleggiatore di motorini. Quando ci
sembrava d’aver trovato quello che faceva al caso nostro, praticando le tariffe
migliori con sconto ulteriore per pagamento in contanti (e conseguente evasione
fiscale da parte sua) e periodo prolungato, tutto è franato in un misero: “Eh,
ma son rimasto senza”… “Eh, ma va a ciapà i rat, fai il noleggiatore di
motorini o il pasticciere?!?” Perciò ci siamo rivolti al più serio e
professionale Rent Scooter Skiathos, che ti dice una sola parola ed un solo
prezzo (anche se poi, alla fine ci farà uno sconto di 2 euro al giorno sui
periodi successivi), ma almeno non ti fai illusioni, anche se a dirla tutta, 20
euro al giorno per un 125 fanno girare vagamente i maroni, ma suvvia, tanto
ormai non c’è più l’inflazione e possiamo scialarcela alla grande! In sella al
nostro destriero ci lanciamo alla scoperta dell’isola, della sua bella
conformazione compatta ed articolata, della sua vegetazione rigogliosa (qui
piove spesso, siam mica alle Cicladi) e delle sue spiagge, cominciando dalla
popolarissima, ma non per questo screditata ai nostri occhi, Agia Paraskevi,
che condivide la baia con Platania (praticamente sono lo stesso litorale) e
poco oltre un piccolo promontorio con Kolios a est e Poros a ovest.
Qui sì che la sabbia è più fine ed anche più chiara, perciò i colori si fanno vicini a quelli dei tropici o della cara Sardegna (anche l’affollamento, però, s’avvicina a quello della nostra regina mediterranea). Nonostante la presenza di stabilimenti balneari anche molto frequentati non c’è un casino bestiale, soprattutto nella parte centrale; invece i due estremi per un motivo da una parte (porticciolo con sbarco crocieristico) e per un altro da quella opposta (beach bar e acquasport), sono decisamente evitabili, se si preferisce la tranquillità o quantomeno si è infastiditi dal painismo dilagante. Le due “Banana”, Banana e Mikri Banana sono tutta un’altra faccenda, perché la sbarra che blocca la strada ai veicoli dei non residenti e la conseguente camminata in saliscendi, probabilmente tarpano le ali alle orde dei barbari; e nonostante abbiano tentato di sabotarle piazzando su entrambe ombrelloni e lettini di stile e fattura sciccosa, mantengono un fascino sibillino ed un approccio pacificante.
Ispezioniamo alcune case/studios ed alla fine optiamo per Golden Evelyn (50 euro a notte per una stanza super con balcone vista mare).
Ora che ci siamo tolti il pensiero possiamo andarci a godere una cenetta in riva al mare e sotto al mulino della taverna Milos, dove mangiamo bene, spendiamo poco, ma non accettano la carta di credito.
SABATO 08
GIUGNO 2024
Dovendo liberare la stanza del Grecos Art alle 11.00 abbiamo tutto il tempo per
andare a fare un bel bagno alla spiaggia di Xanemos che, a primo impatto, non
fa innamorare perché il fondo misto sabbia grigia, ghiaia e sassolini (a riva) ne
penalizza l’impatto visivo, ma accomodandosi, magari sul lato nord, dove la
spalla rocciosa è più brulla, tipica delle isole greche che maggiormente
amiamo, e dove si può ammirare un masso avente le sembianze del profilo di una
testa di leone, magari sul presto la mattina, quando la maggior parte della
gente ancora dorme, ci si trova in pace assoluta: un bel silenzio accarezzato
da un ricciolo d’acqua sul bagnasciuga, poi squarciato d’improvviso da un aereo
che decolla proprio sopra la testa, a distanza di braccio, ad assordanza di
suono. Il versante sud della spiaggia, invece, è costituito da un promontorio
(esplorabile) ricoperto di fitta vegetazione, erba e fiori gialli, che ricorda
un paesaggio scozzese o della costa basca; tutto è molto suggestivo, ma la
sensazione più coinvolgente è data dall’abbraccio delle acque fresche e di
trasparenza commovente che se non fossi morto di fatica non vorresti più
smettere di nuotare e di esplorare i fondali visibili perfettamente ad occhio
nudo per la folgorante illuminazione di un sole travolgente.
Dopo aver prelevato lo zaino dallo studio abbiamo ancora un ritaglio di tempo prima di pranzo e di prender poi possesso della nuova stanza da Evelyn, perciò decidiamo di inerpicarci sulla penisola di Bourtzi, con la fantastica spiaggia, sconosciuta ai più, di Psarochoma che dall’alto mostra di sé la lunga distesa di sassolini e turchesi limpidezze. Ci accorgiamo che più avanti se ne intravede un’altra, ma per raggiungerla è meglio essere più “alleggeriti” rispetto alla nostra zavorra momentanea, quindi proseguiamo di qualche centinaio di metri e, senza sapere come o perché, ci ritroviamo a Xanemos, che adesso è molto più frequentata e, di conseguenza, meno affascinante.
Ci gustiamo la più classica delle esperienze alimentari locali: gyropita con mythos alla spina in bicchiere ghiacciato da Gyronimo e nel frattempo arriva l’orario per il check-in fissato da Golden Evelyn. I proprietari ci accolgono calorosamente con un baclava e la stanza è talmente bella con il suo terrazzino all’ultimo piano vista mare e collina che ne approfittiamo per un caffè (dolcegusto) ed un pisolino rigenerante. Dedichiamo il pomeriggio ad una visita veloce di Agia Eleni, l’ultima spiaggia raggiungibile agevolmente con strada asfaltata e parcheggio adiacente, per questo motivo alquanto affollata e, pertanto, non certo la nostra preferita.
Tutt’altro discorso per la meravigliosa Krifi Ammos, la prima che si incontra andando verso nord sulla strada sterrata dopo circa 700 metri. Si lascia il mezzo e si scende su un sentiero abbastanza ripido, facendo attenzione a non scivolare. L’ambientazione è spettacolare con la sua forma a bomboniera, di rocce e scogli, folta vegetazione ed angolini appartati ed un mare pulitissimo in cui sguazzare per ore con buone possibilità di snorkeling. La taverna in posizione leggermente sopraelevata propina la sua colonna sonora dapprima assai piacevole, con le canzoni dei cantautori greci, poi, verso l’ora dell’aperitivo, un po’ meno, con le versioni campionate di grandi successi internazionali, fino a sfociare in un chill-out leggermente patetico, ma tutto sommato sopportabile.
DOMENICA 09 GIUGNO 2024
Come nel salto in alto si conoscono limiti e possibilità, ma evidentemente l’asticella della bellezza si può sempre alzare, così accade quando, spinti da un certo languorino, imbocchiamo la deviazione per Paralia Agistros, dove sappiamo trovarsi una taverna che offre buoni piatti a prezzi leggermente più alti del solito, ma giustificati dalla splendida vista e pranzare con tutto questo splendore negli occhi appaga tutti i sensi.
Dal parcheggio in alto si possono ammirare le due spiagge: da una parte, appunto, Aggistro (il nome cambia ogni volta in funzione della cartina che si va a consultare) e dall’altra la super fantasticosa Elia che, se possibile, è ancora più incantevole, ricordando una delle spiagge del sud della Sardegna, anche se qui c’è sicuramente meno gente e ciò la rende ancora più apprezzabile.
Nel pomeriggio raggiungiamo agevolmente, con strada asfaltata, la tranquilla baia di Megalos Aselinos che, se perde qualche colpo rispetto alle precedenti, per purezza dell’acqua (un vago deposito a riva, ma basta andare avanti per pochi metri per ritrovare la piena trasparenza) e qualità della sabbia, guadagna punti in ripresa per la pace assoluta in cui il silenzio è lambito dal lieve fruscio della placida risacca e dal canto di grilli e cicale.
LUNEDÌ 10
GIUGNO 2024
La giornata è meno esplosiva: il cielo è leggermente velato e decidiamo di
tornare appositamente ad Elia per vederla con un’altra esposizione luminosa e,
ad onor del vero, la troviamo meno appariscente, anche a causa della bassa
marea e di una stasi totale del moto ondoso, ma questa è una considerazione che
vale per tutti i luoghi del mondo che possono mutare il loro approccio in
funzione delle condizioni climatiche, d’altronde anche Piscina Rei non esprime
il suo potenziale multicolore quando viene afflitta dalla calima e se non fosse
così persino la Norvegia sarebbe sempre stupenda. Elia è comunque una spiaggia
favolosa anche perché molto tranquilla e silenziosa.
Rivalutiamo Agia Eleni che a mezzogiorno offre possibilità d’ombra sotto gli
alberi con una brezza carezzevole ed un’acqua più mossa (relativamente) e
limpidissima per un bagno rinfrescante. Ci riforniamo di vettovaglie al
supermercato Masoutis, il migliore di Skiathos, con due filiali, che ha prodotti di prima qualità (ottime le
ciliegie) a prezzi “normali”, acquistiamo anche squisiti articoli di forneria
da Ariston (quello fuori dal centro) e poi andiamo dal noleggiatore di scooter a
ribadire il contratto per ulteriori due giorni, usufruendo così dello sconto di
4 euro. Anche da Golden Evelyn prolunghiamo il nostro soggiorno di due notti,
perché la zona merita sicuramente una visita più approfondita. Nel pomeriggio
ci rechiamo a Micri Aselinos; lo sterrato che inizia dopo il monastero è
leggermente più impegnativo di quello che conduce ad Elia perché il manto stradale
a volte è sabbioso e spesso ci sono sassi sparsi, ma guidando con prudenza si
arriva dappertutto. La spiaggia sarebbe bellissima, perché l’ambientazione è
ultra selvaggia, non c’è quasi nessuno, nonostante ciò sono riusciti a piazzare
una taverna che probabilmente si rifornisce via mare, visto il sentiero un po’
impervio che vi giunge, lettini ed ombrelloni. Anche qui c’è una cappa nuvolosa
ed il mare è talmente fermo da sembrare uno stagno, con un deposito d’impurità
a riva che scompare una volta al largo. Nuotando verso le rocce di occidente si
incontrano correnti fredde e, nascosta dietro lo sperone, un’ulteriore caletta.
Sarebbe anche bello fermarsi per il tramonto, ma ci sono quattro italiani che, come tutti quelli che non hanno molto da dire di interessante,
non smettono mai di blaterare ad un volume di voce megafonico, pensando di
essere fighi a far sentire a tutti le loro puttanate senza senso… Ce ne andiamo
a Banana dove ci godiamo tutta un’altra atmosfera di pace e sole che scende dolcemente,
dolcemente. Ottima cena da Pork’n’Roll con splendida colonna sonora.
MARTEDÌ 11
GIUGNO 2024
Per raggiungere le spiagge di Kechria e Ligaries imbocchiamo nei pressi di
Achladies una strada asfaltata in direzione Kastro. Arrivati a Panagia Anastasa
si svolta su una sterrata praticabile con cautela, soprattutto nei tratti di
ripida discesa. Kechria è piuttosto infighettata, in quanto hanno piazzato
lettini ed ombrelloni su un pianoro con erba curatissima in stile resort di
lusso, ma la spiaggia in sé non è un gran che con il fondo a ghiaia; giusto il
tempo di perfezionare la prenotazione di un alloggio a Skopelos per i prossimi
giorni e di osservare le evoluzioni acrobatiche di stormi di centinaia di
gabbiani che si alzano in volo tutti insieme alla ricerca di chissà cosa:
misterioso è il mondo degli uccelli!
Ci trasferiamo sull’adiacente, dove si trova l’omonima taverna, a quanto pare, molto apprezzata. Ligaries rientra maggiormente nei nostri standard per conformazione geologica ed approccio ruspante, ma anche in questo caso la sosta è abbastanza breve.
Decidiamo di non ritornare sui nostri passi per spingerci fino a Kastro, ma di proseguire sullo sterrato (in questo tratto più affascinante per lo snodo tra boschi e ruscelli e più rilassante dal punto di vista della guida), fino a ridiscendere nell’urbanizzazione ad Achladies. Qui la spiaggia è molto gettonata e, nonostante ciò, molto tranquilla; ne approfittiamo per un lungo bagno nelle sue belle acque dai colori cangianti.
Risaliamo in sella per apprezzare le spiagge di Skithri e Nostos che comunque non ci invogliano allo svacco, cosa che riesce a fare, invece, la quieta Kanapitsa, dove riusciamo a trovare (sul versante nord) una piccola insenatura a misura d’uomo con l’ombra di un pino marittimo che si sporge al mare dalle rocce di spalla. L’acqua è talmente trasparente da mostrare ogni sassolino, riccio, mollusco ed altri organismi viventi che s’adagiano sul fondale ed è così fresca ed invitante che non ci si può esimere da un altro bel bagno.
Riprendiamo il periplo del promontorio e siamo tentati dalla discesa alla spiaggia di Diamanti, ma per oggi di sterrati pendenti abbiamo già fatto il pieno, quindi optiamo per una più serena Vromolimnos dove hanno veramente esagerato con l’insediamento a lettini, anche perché si tratta di una lingua di sabbia poco profonda, ma la qualità dell’acqua è eccezionale e non ci si può sottrarre ad un’altra pucciatina liberatoria.
Con tutta questa attività frenetica lo stomaco reclama sostanza ed energia, perciò ci rechiamo alla taverna Sorokos che dispone di una privilegiata terrazza abbalconata sulla spiaggia di Vasilias di sabbia grezza e scura, ma il riposino post prandiale all’ombra di un grosso albero frondoso, cullati dal suono delle onde e dal canto delle cicale è garantito e soddisfacente. Inoltre il mare, nonostante sia un po’ più aperto rispetto ad altre calette più intime, non ha certo timore di farsi ammirare.
Nel pomeriggio ci rechiamo in paese e precisamente nella zona del porto e la
scopriamo molto interessante e più bella di quanto avessimo immaginato. Ne
approfittiamo per acquistare i biglietti per il Seajet Superstar che giovedì ci
condurrà sull’isola di Skopelos. Concludiamo la giornata con la temperatura
meravigliosa di un sole calante all’orizzonte sulla romantica Banana beach,
dove, infatti, una coppia ha pensato bene di convolare a nozze.
MERCOLEDÌ 12
GIUGNO 2024
Torniamo alla stupenda Mandraki dove sappiamo poter trovare una grande bellezza
ed un po’ d’ombra frivola anche perché oggi il termometro segnala un ulteriore
aumento di gradi e c’è anche una lieve cappa nuvolosa. Visto che siamo in zona
facciamo ancora un salto ad Elias/Agistros, ma a causa della velatura e della
bassa pressione/marea le troviamo nuovamente sotto il loro livello di
splendore, perciò ci rifugiamo al porto sicuro di Agia Eleni, che ai nostri
occhi risulta ogni volta sempre meglio. Dopo un pranzo super a base di calamaro
ripieno dagli ormai amici di Sorokos, ci fiondiamo come trottole sulle strade
dell’isola, anche per sentire un poco di aria fresca sulla faccia. Nel tardo
pomeriggio andiamo a vedere la spiaggia del Mistique. Per arrivarci bisogna
entrare in una strada chiusa da sbarra (ma a piedi si può passare) vicino a
quella che conduce a Banana beach, ma sul versante opposto, infatti è già
afflitta dall’ombra della collina che si trova alle sue spalle, inoltre è completamente
invasa da lettini ed ombrelloni, quindi ritorniamo sui nostri passi e chiudiamo
la giornata su quella che ormai è diventata una delle nostre preferite: Banana,
appunto.
GIOVEDÌ 13
GIUGNO 2024
Prima di restituire il Symphony (alle 10.00) trascorriamo un’oretta di pace
assoluta (è troppo presto per la massa) a Paraskevi, poi ci rechiamo da Rent
Scooter Skiathos e prendiamo un mezzo accordo per quando torneremo sull’isola,
il 19 giugno, per noleggiare ancora da loro al prezzo scontato di 18 euro al
giorno.
Il traghetto per Skopelos porta ritardo, inoltre va come una lumaca azzoppata,
quindi arriviamo sull’isola un’ora dopo il previsto. La simpatica amica di
Motor Center by Nicolas, con la quale avevamo preso contatto con whatsapp, ci
aspetta al porto e ci consegna un altro Symphony 125 al prezzo di 50 euro per
tre giorni, con il quale sfrecciamo ad occupare la stanza prenotata con booking
da Nepheles (130 euro per tre notti in monolocale con vista sul mare
da posizione panoramica). Purtroppo ci viene assegnata una sistemazione al
piano basso e la vista sarebbe stata sicuramente più eclatante dal balconcino
del piano superiore, comunque non ci si può certo lamentare. Ottimo è il
consiglio del gestore sulle taverne dove andare a mangiare, infatti scheggiamo
immediatamente da Dimitraki, che peraltro avevamo già adocchiato pure noi, e
che ci soddisfa pienamente con i suoi piatti della tradizione greca ed il vino
della casa che scende vellutato e fresco nel gargarozzo, privo di solfiti e
conciliante con una bella terrazza affacciata sulla spiaggia del paese. Siccome
abbiamo una leggera bolla al naso (tipo Ippotommaso) da digestione, decidiamo
di recarci alla vicina spiaggia di Glyfoneri dove troviamo due elementi
fondamentali per questo particolare momento e stato d’animo: un po’ sabbia e
l’ombra di un paio di alberi generosi, anche se ad un certo punto sono i
nuvoloni grigi ad oscurare il cielo e ad ammantar l’intorno d’un velo malinconico,
che però, in un certo senso, rende la visuale ancora più romantica e
misteriosa, infatti la baia che è già abbastanza chiusa, sbarra l’orizzonte
ottico con le montagne in lontananza dell’isola di Alonissos, generando
l’illusione quasi tangibile di un lago magico della Scozia. La temperatura e
soprattutto la cappa ci riportano a queste latitudini, quindi urge bagno
immediato.
Fortunatamente, ma soprattutto con un po’ di analisi logica delle recensioni negative della spiaggia di Glysteri in merito alla musica assordante del beach bar presente che consideriamo relative al periodo di alta stagione, in cui probabilmente c’è davvero un bel bordello, ci andiamo. Innanzitutto la strada che ci arriva è molto suggestiva, snodandosi in un contesto di vallate, boschi ed uliveti, e una volta raggiunta la destinazione ci si ritrova in una caletta semichiusa con una bella spiaggia a sassolini che contribuiscono alla super trasparenza dell’acqua. Il cielo è un po’ nuvoloso e la vegetazione attorno conferiscono al mare un verdone intenso al largo, sempre più chiaro vicino a riva, insomma un bijoux! Certo, quelli del bar si sono un po’ allargati con lettini e sdraio, ma vi è comunque spazio libero alle due estremità, di cui noi ovviamente approfittiamo stendendo il pareo sui sassolini che creano una superficie morbida, ma chi volesse sentirsi più figaccione che hippie, può usufruire della tariffa che, almeno in questo periodo, è veramente vantaggiosa (a Laigueglia te li affittano per dieci minuti a questo prezzo). Il capitolo musica alta, poi, è da affrontare così: dipende tutto dal momento, dal genere musicale e da cosa si intende per “alta”, oggi, ad esempio, c’erano delle canzoni di cantautori greci, spagnoli e sudamericani, ed altri pezzi strumentali d’atmosfera abbastanza rilassante, il volume era perfetto, quindi per noi giudizio positivo, nonostante non si amino molto i beach bar in generale, se poi ad agosto si trasformi nel Papete che si può dire?!? Un po’ egoisticamente si potrebbe rispondere: “Sticazzi, impari ad evitare le spiagge con i lettini, gli ombrelloni ed i beach bar”, ma siccome non siamo così crudeli ci fermiamo a “Sticazzi”.
VENERDÌ 14
GIUGNO 2024
Il gestore del Nepheles si/ci domanda come mai gli italiani amino così tanto la
spiaggia di Limnonari. Eh, caro mio, perché gli italiani, per quanti altri
difetti possano avere, soprattutto in materia di scelta dei propri idoli,
essendo cresciuti con il bello a portata di occhi, hanno sviluppato buon gusto
a livello estetico… e questa spiaggia di sabbia chiara e sassolini arrotondati,
incastonata in una splendida baia incontaminata e fulgida di vegetazione e
rocce robuste, con un mare che più pulito e cristallino non si può, merita
ampiamente tutto il plauso dell’italiano dal palato fino. In più, conoscendo i
nostri polli, siamo certi che lo stabilimento balneare da fighetti, con bar
sofisticato, ombrelloni di paglia, di stoffa ecru e di rete a maglia di tenda,
i lettini da relax di classe (ci sono persino due letti a baldacchino con
zanzariera d’organza), unica dimostrazione di presenza umana sul posto,
contribuisca a creare un ambiente attraente. Come sempre noi, invece, preferiremmo
che non ci fosse nulla di simile, ma non siamo, per questo lieve sgarro,
particolarmente offesi, scandalizzati o scoraggiati dal fermarci a godere di
questo paradiso e ci posizioniamo in una delle tre aree libere (una al centro e
due alle estremità), quella più a destra, guardando il mare. Dalla prima
mattina rimaniamo soli fin dopo le 10.00, a parte la compagnia (un po’
invadente) di una coppia di api che sono evidentemente desiderose di fare
amicizia, ed anche quando comincia ad arrivare qualcuno non si tratta
sicuramente della calata degli unni (contiamo al massimo una decina di persone
nel momento in cui ci congediamo). Nuotare qui è un’esperienza rigenerante ed
ogni tanto bisogna fermarsi a riprendere fiato e a farsi incantare dalla
bellezza intorno e sotto di sé: quando il sole irradia i suoi raggi gloriosi i
colori dell’acqua marina riverberano d’azzurri vivi e turchesi lucidissimi,
migliaia di specchietti luminosi danzano sulle crestine in superficie ed anche
dove la profondità si fa più lontana la trasparenza assoluta consente visioni
complete e sorprendenti, come accade in pochi posti al mondo (viene alla mente
Anse Lazio a Pralin).
Risalendo la costa ovest dopo Alikia s’incontra l’insediamento di Panormos circondato da colline ricoperte di bosco; qui è l’omonima spiaggia di ciottoli e sassolini comodissimi su cui adagiarsi. Il sole splende e tira un bel venticello che ci riporta ad un minimo sindacale di sensazione da isola greca. Anche le onde si caricano di energia, nonostante ciò il mare conserva trasparenze, colori e piacevolezza d’incontro.
Lo stomaco chiama, quindi saltiamo a piè pari le seguenti calette e facciamo il
nostro ingresso trionfante e speranzoso nella Bakery di Elios/Neoklima e dopo
esserci rifocillati troviamo un posto all’ombra delle tamerici, con un poco di
sabbia, sulla bella spiaggia di sassi del paese, divisa in due parti da un molo
d’attracco. Dal versante sud si vede e si può arrivare alla rinomata Hovolos
beach, ma bisognerebbe intraprendere un percorso leggermente impegnativo con
camminata su pietroni sommersi dal mare che però oggi è troppo mosso e ci
toglie la scarsa voglia che abbiamo in questo momento di lanciarci in questa
impresa. Come non detto!!! Dopo dieci minuti di siesta si parte!!! E, ad onor
del vero, è meno arduo del previsto: con un po’ di agilità e di ammirazione nei
confronti dell’uomo ragno, si può anche evitare di bagnarsi (fatta a piedi
nudi). La spiaggia che si srotola dopo l’ultimo scoglio è semplicemente
fantastica, con le sue pareti bianche in stile Dover, super selvaggia e
naturale, con un mare favoloso del color dell’acqua e menta, ed una spruzzatina
di latte, per la presenza di sassolini bianchi sul fondo.
Rimontiamo in sella alla volta di Glossa che vorremmo osservare bene perché si
sta radicando in noi l’idea di non andare più ad Alonissos, come avevamo
pensato, e di fermarci altri due giorni qui, perché ci sta piacendo assai e
obiettivamente tre giorni sono pochi per apprezzare a fondo l’isola che ha un
sacco di cose belle da raccontare, per cui si potrebbe cambiare “residenza”,
trasferendosi quassù. Glossa in prima analisi, però, ci sembra vagamente
tagliata fuori dal mondo e scarsamente predisposta dal punto di vista
logistico… Vedremo.
Con una serie di tornanti scendiamo anche a Loutraki dove si trova il porto
d’attracco degli insetti scoppiettanti (aliscafi) che arrivano da Skiathos in
15 minuti. C’è una spiaggia piuttosto grezza con una taverna ed una chiesa
gialla che espone la sua strana facciata proprio sul litorale.
Nel riprendere la via di “casa” decidiamo di fare una tappa su una delle spiagge “saltate” in precedenza che si offrono geograficamente al sole calante. Proviamo con Kastani (molto bella) ma qui sì che il beach bar scassa veramente con la sua techno a manetta; magari ci torneremo in orario più consono (tipo al mattino presto, quando non c’è nessuno e se ci dovesse essere qualcuno probabilmente non avrebbe voglia di sorbirsi quella roba a tutto subwoofer).
SABATO 15 GIUGNO 2024
Come volevasi dimostrare, partendo presto al mattino si riesce ad apprezzare meglio la bellezza della spiaggia di Kastani costituita da sabbia a granello grosso grigiastro. Alle spalle si sviluppa un barranco boscoso e scenografico, e davanti il mare passa dalla trasparenza increspata dall’onda, al turchese schiaffeggiato dal sole fino al blu profondo che avvolge l’isolotto dalle bianche scogliere e dal verde cappello. Insomma un posto delizioso per trascorrervi le prime ore del mattino, quando si trova anche l’ombra d’albero, provenendo la luce da dietro. Per chi si trovasse qui a piedi (c’è la fermata del pullman appena sopra) è possibile imboccare un sentiero che conduce a Milia (consigliato). Capiamo che è venuto il momento di levare le tende quando un barcone in stile Gianni Amelio violenta la battigia con il suo legno di prua e vomita centinaia di turisti desiderosi di contatto umano.
Ci spostiamo ad Armenopetra dove si scende con una stradina in cemento piuttosto ripida, ma non così drammatica come da descrizioni: gli unici pezzi sterrati sono in piano, quindi non si corre alcun pericolo. La spiaggia è molto selvaggia, c’è una certa quantità di alghe depositate ed il mare è vagamente agitato e schiumato sul versante sud. Molto fotogenica è la roccia degli armeni.
Passiamo oltre spingendoci all’estremo nord dove si trova la costa alta e frastagliata; tra Glossa e Perivolou c’è un point of view con paesaggi mozzafiato: mentre prendiamo qualche scatto ad effetto si ferma un’auto e ne scende una donna inglese che ci imita. Le chiediamo generosamente se voglia essere immortalata in questo bellissimo contesto, ma con tono irriverente e seccamente sgarbato ci risponde che lei si scatta da sola le sue foto. Ci pentiamo della nostra ingenuità e dell’offerta, magari abbiamo stimolato la sua suscettibilità, oppure abbiamo offeso la sua professionalità (che sia Annie Liebovitz?!?) Poi alla fine della frase cambia tono, diventando più malleabile ed aggiunge un “my dear” con un accento marcato di New Castle… MACCAZZO È BRENDA BLETHYN!!! Senza il cappello da pescatore, l’impermeabile e l’inseparabile defender chi avrebbe potuto riconoscerla?!? Ma neanche Joe… Ciao Vera, ci si vede in giro, cara.
Ed eccoci così approdare ad una delle spiagge più incantevoli di Skopelos: Perivolou, con la sua sabbia granulosa ed ustionante i piedi, le rocce scolpite dagli elementi, la bassa vegetazione più esposta e gli alberi più indietro, i pochissimi ombrelloni messi lì tanto per, le piccole rientranze in cui ci si può isolare ulteriormente (come se nella parte “lunga” ci fosse il pienone), nella prima delle quali troviamo l’ombra proiettata dalla parete pietrosa, per riposarci un attimo che dura ore, tant’è poetica l’atmosfera e poi il mare, QUESTO BELLISSIMO MAREEEEE!!!
Nuotando oltre gli scogli si scopre un’altra cala raggiungibile con un sentiero che parte dal parcheggio del bar, in fondo a destra, ma è tutt’altro che un cesso… anche se in alcuni punti fa venire il philadelphia alle ginocchia e un accenno di cagarella, e l’ultimo pezzo (fortunatamente piccolo) è da free climber. Arrivati alla fine non si può che esultare (parzialmente per la bellezza del luogo, parzialmente per essere riusciti nell’impresa) e buttarsi in acqua dalla gioia che viene centuplicata perché da questo lato è più ferma, quindi viene ampliato il ventaglio delle tonalità cromatiche ed è persino più calda: una vera paradisola che si chiama Aggeletou.
Riprendiamo il motorino e un kilometro a sud incontriamo la bellissima spiaggia di sassolini minuscoli che risponde al nome di Hodrogiorgis. Anche qui nel pomeriggio si può trovare ombreggiato vicino alla roccia di spalla. È l’ideale per chi voglia nuotare con maschera e boccaglio perché ci sono decine di scogli che affiorano, un promontorio nero ed un fondale, tutti da esplorare con viva curiosità.
DOMENICA 16
GIUGNO 2024
Facciamo una capatina a Ftelia per apprezzarla in un momento (mattina presto)
in cui i lettini che hanno invaso quasi totalmente l’arenile, tranne un
triangolino sul versante nord, non si sono ancora riempiti della clientela
dell’omonimo beach bar e la domanda nasce spontanea: “Ma c’è già Kastani, così,
c’era proprio bisogno?!?” Evidentemente sì…
Tutt’altra faccenda risalendo verso nord: il mare a Neo Klima è piatto come una tavola e suscita quindi la necessità di rivedere Hovolo con questo nuovo approccio climatico ed estetico ed effettivamente è uno spettacolo della natura che si mostra agli uomini, indegni di tanta magnificenza. Come sempre il gusto dell’ignoto spinge alle scoperte, così in montagna si vuole appurare se, raggiunta quelle vetta, ce ne sia un’altra più elevata ad aspettarci, o dietro una curva o un promontorio ci sia qualcosa di nuovo e sorprendente, ecco che, nuotando verso ed oltre il vertice sud, col suo panettone imbiancato, si apre la visuale su ulteriori tre cale completamente deserte, che se già Hovolos t’illude d’essere un esploratore primordiale, qui hai la certezza che l’essere umano non sia ancora comparso sulla terra. Anche per questa nuotata è consigliato l’uso di maschera da sub. Avendo voglia (ma chi ce l’ha?!?) di rispolverare reminiscenze giovanili da alpino scalatore fuciliere assaltatore, ci si potrebbe arrampicare sulla roccia ed andare di là a piedi, portando con sé le proprie cose, ma così facendo, oltre a rischiare l’osso del collo, si perderebbe il piacere di un percorso marino assai più coinvolgente. Ci rilassiamo un attimo (come se prima ci fossimo stressati) al baretto Madalaki che si affaccia sulla spiaggia di Elios, con una bella media di Mythos ed è divertente pensare di essere un buon bevitore di birra e poi vedere che, nello stesso tempo, una coppia di ungheresi di mezza età se ne scola tre a testa… è vero che lui ha la pancia che sembra una cisterna e lei è la controfigura di Charlize Theron in monster, però… Umiliati ci asfaltiamo sulla strada ultra scenica che conduce all’altrettanto pittoresca chiesetta di Agios Joannis arroccata in cima all’imponente promontorio. La risalita dei più di cento scalini (alcuni piuttosto ripidi) non è certo roba da cardiopatici e nemmeno da gente che soffre di vertigini, perché nonostante sia stato fissato un robusto corrimano, guardando giù, specialmente quando si scende, potrebbe causare attacchi di panico paralizzanti. La spiaggetta a fianco, raggiungibile con una salita sterrata dall’altra parte del parcheggio e ridiscesa a scalini (stavolta senza corrimano, ma molto meno impegnativi) è alquanto suggestiva e quando ci andiamo noi non c’è quasi nessuno, ma probabilmente in mattinata ci avevano attraccato le barche che depositano i turisti in cerca del mood mammamiano, perché l’acqua, soprattutto a riva è vagamente oleosa e schiuma al primo battere di mano o di piede: peccato aver sabotato l’atmosfera di questo luogo così intimo con sta cazzata holliwoodiana…
Visto che abbiamo ancora voglia di pace, di sole e di mare pulito ritorniamo
ben volentieri a Hodrogiorgis che di tutto ciò dispensa a piene mani. Anche
qui, come a Hovolo, con il mare più liscio rispetto a ieri (e quindi ancora più
affascinante) la curiosità spinge ad andare nuotando oltre lo sperone nero
settentrionale ed infatti ecco un’ulteriore insenatura che si chiama Pethameni,
questa veramente difficile da raggiungere a pechino (camminando).
Che Skopelos sia un’isola dalla vegetazione lussureggiante ormai risulta
assodato, ma percorrendo la strada interna che da Elios/Neoklima taglia verso
il paese principale, si rimane ulteriormente sorpresi perché è tutto un bosco
ricco di profumi, e aperture di vallate splendide, che sembra di essere nel
Sudafrica di Knysna, insomma una di quelle che si possono inserire a pieno
titolo nel volume delle scenic routes, ma che probabilmente una misera
percentuale di turisti arrivati qui si è presa la briga di percorrere ed
apprezzare.
LUNEDÌ 17
GIUGNO 2024
Stafilos è una spiaggia lunga e stretta situata a pochi kilometri da Skopelos,
raggiungibile con il proprio mezzo, ma anche con l’autobus, per questo motivo è
piuttosto frequentata, ma assolutamente vivibile perché lo stabilimento
balneare ha lasciato un bel pezzo di area libera su ambo i lati e su quello più
a sinistra, guardando il mare, ci sono persino possibilità d’ombra al mattino.
Con il sole splendente di oggi e l’assenza di vento l’Egeo è una tavola, nel
senso che è proprio immobile, ed è anche una tavolozza di colori spaziali, con
una limpidezza quasi incredibile: una delle acque migliori dell’isola in cui
farsi delle lunghe nuotate. Per chi volesse fare un bagno leggermente
“diverso”, possibilmente con pinne, boccaglio ed occhiali (il fucile lo
ripudiamo anche in questo caso) è possibile avventurarsi sul versante
occidentale, incuneando la bracciata tra la scogliera di costa ed una micro
isoletta rocciosa su cui sono cresciuti due alberi, come se fosse una barca
incagliata perché il capitano era rimasto ipnotizzato dallo sfavillio del sito.
Passato questo varco d’argonauti ci si ritrova, praticamente soli con il
proprio respiro, in un’aspra baia di pietra dove, se possibile, il mare è
ancora più fresco e trasparente.
Il versante orientale di Stafilos è dominato da una penisola cicciotta a forma di tartarugona, con il culo in acqua e la testa a terra; passandole sul collo, cioè con una piccola salita in sentiero ed una discesa a gradoni ci si approccia all’adiacente spiaggia di Velanio che è più aperta della sua sorellastra e più esposta al vento (da qui il nome, perché ci si può navigare a vela). Qui l’Egeo è meno placido, ma qualche increspatura non lo rende certo meno invitante. Nella prima parte c’è un baretto di modeste ambizioni e qualche ombrellone, se si prosegue, superando le colonne delle convenzioni (due grossi massi grigi che rappresentano la porta alla “sezione nudisti”, c’è persino un cartello che lo dice esplicitamente, vietando foto o video, come se dopo tutto quello che di strano abbiam visto nella vita, ci potessimo far stupire da quattro turisti nordeuropei sovrappeso ed antiestetici e ci venisse pure il bizzarro desiderio d’immortalarli in reperti audiovisivi… mah…) si snoda il resto del litorale decisamente selvaggio anche per la presenza al suolo di svariati tronchi d’alberi morti, levigati e sbiancati dagli elementi, e questi sì che ci vien voglia di fotografare, perché sono veramente coreografici. Quando ormai pare d’esser giunti al limitar della pilaja, si svolta l’angolo e se ne scopre un’appendice, altrettanto naturale e solitaria.
Per chi risiedesse nel paese di Skopelos e non disponesse di un mezzo di
trasporto, di un biglietto dell’autobus e/o di un pollice opponibile, sarebbe
comunque possibile godersi il mare in una delle numerose spiagge “cittadine”
situate su entrambe le sponde della baia tagliata a metà dal porto; le più
interessanti sono certamente le due che s’adagiano all’ombra del castello
veneziano, ma si può affermare, senza scandalo d’esagerazione, che anche quelle
dalla parte della taverna Dimitrakis meritino qualche ora di svago, anche
perché qui le correnti sono sempre inesistenti.
MARTEDÌ 18 GIUGNO 2024
Agnodas è un villaggio tranquillo disteso in una conca pianeggiante poco dopo il cape amarandos sulla strada costiera che va da Skopelos a Panormos, circondato dalla natura verdeggiante, che non si fa in tempo a scendere da una collina ricoperta di bosco che si sta già risalendo sulla successiva. Per fermarcisi, infatti, bisogna proprio volerlo, attratti da una delle tre taverne fronte mare, di cui la più consigliata pare essere Korali, o dalla spiaggetta di sassolini che al mattino concede un poco d’ombra sotto le fronde arboree, lasciando il proprio mezzo di locomozione in un parcheggio sterrato alle spalle. C’è un porticciolo con l’attracco di barche di piccole dimensioni, ma il molo in cemento è evidentemente sproporzionato, poi ci spieghiamo la ragione quando vi approda un traghetto Seajet. Nonostante ciò l’acqua è pulitissima e non è mai agitata, ideale per lunghissimi bagni in pieno relax (due signore greche passano tutta la mattina a mollo chiacchierando fittamente dei fatti loro e riuscendo a battere il record europeo di ciancia finora detenuto da due pensionate di Valencia), o di rinvigorenti nuotate da sponda a sponda. Quando i nuovi arrivati stendono le loro salviette a cinque centimetri dai nostri parei capiamo che è giunto il momento dei saluti.
Nel pomeriggio torniamo a Velanio e, a dispetto del fatto che il viottolo che si imbocca per scendere sia invaso da automobili e scooter parcheggiati, e l’antecedente Stafilos piena di bagnanti, la troviamo praticamente deserta, priva di vento e con il mare calmissimo e dai colori eccezionali, vi sono anche diversi punti d’ombra che si fa sempre più lunga col passare delle ore ed il calar del sole: magica armonia!
Ceniamo alla taverna Stafilos che scopriamo essere del fratello del proprietario del Nepheles, con mega vista dalla terrazza superiore sulla baia ed i suoi faraglioni; cosa da non trascurare è anche la qualità del cibo: gustosissimo il calamaro stufato al forno con pomodoro e risoni e freschissima l’orata alla griglia con contorno di insalata.
MERCOLEDÌ 19
GIUGNO 2024
Avendo acquistato i biglietti del ferry per Skiathos delle 14.30 ed essendo il
check-out della stanza del Nepheles previsto per le 12.00 decidiamo di goderci un’altra fantastica mattinata da
baronetti della mediterraneità sulla spiaggia che abbiamo eletto “la preferita
della zona”: Velanio, trofeo che le è stato attribuito palesemente solo da noi,
perché fino alle 11.00 non si vede passare anima criata e ciò ci inorgoglisce
ulteriormente.
Facciamo anche un'ultima passeggiata nella splendida Chora.
Skopelos ha un solo pregio: non ha difetti!!! Per questo motivo ci dispiace
essere già arrivati all’ultimo giorno di permanenza, ce ne vorrebbero ancora
almeno due o tre… di anni però!!! Scherzi a parte, spesso s’è ragionato su
tutti i posti del mondo che abbiamo visitato e quali di questi avremmo potuto
scegliere per andarci a vivere; raramente (forse mai) ci si è sbilanciati nel
dire: “Ecco, ci siamo!” (come se il luogo in cui abitiamo fosse talmente bello
ed accogliente da determinare una cernita così approfondita ed una decision sì
ardua…) ebbene a Skopelos il desiderio di affermarlo con entusiasmo è
tutt’altro che un’ipotesi… Dolcissima isola dei pensieri più affettuosi,
speriamo che tu possa rimaner sempre te stessa e forse un giorno ci rivedremo…
Alle 14.30 prendiamo il traghetto per Skiathos e ripercorriamo lentamente
(assai lentamente) con gli occhi e la memoria il versante est della costa
skopeliana fino al faro, poi dritti nel canale al porto di destinazione in una
luce vivissima che esalta il paesaggio di traversata. Sbarchiamo velocemente
recandoci immediatamente da Rent scooter Skiathos, dove ormai siamo clienti
affezionati; ritiriamo un motorino nuovissimo. Un salto al Fiosal dove abbiamo
prenotato una stanza per l’ultima notte sporadica a 51.50 euro. La struttura è
moderna ed accogliente e dotata di vari comfort tra cui bollitore, moka e
macchinetta del caffè dolcegusto e dei prodotti necessari per la preparazione
di bevande calde per la colazione. La doccia invece è un disastro perché lava
tutto il bagno tranne la persona che si deve effettivamente detergere, quindi
si deve utilizzare il vecchio metodo dell’insapona e sciacqua col doccino in
mano … basterebbe pulire con l’anticalcare
il cipollone o eventualmente sostituirlo…
Sulla strada notiamo subito un aumento di traffico, infatti le auto
parcheggiate nei pressi delle spiagge si sono raddoppiate rispetto alla
settimana scorsa, ma tutto sommato la situazione è ancora accettabile,
soprattutto sulla lunga spiaggia di Mandraki in cui le persone si sono
assembrate sui lettini e gli spazi liberi sono quasi vuoti. Il sole è ancora
caldo anche se sta lentamente calando sul mare che è liscio e trasparente come
nella più iconica delle cartoline; un paio di bagni rinfrescanti e la colonna
sonora di Robert Jon & the Wreck sembrano l’ideale per farsi incantare
ancora una volta dalla bella Skiathos. Buono il kountosouvli di maiale da
Kokiakas, ma troppo casino nella via in cui hanno disposto i tavolini.
GIOVEDÌ 20
GIUGNO 2024
Bello è scoprire cose nuove, ma altrettanto bello è far ritorno nei posti che
ci sono piaciuti di più, perciò dopo colazione puntiamo direttamente il muso
dello scooter verso la nostra mattonella preferita: Mandraki, dove trascorriamo
l’intera mattinata immersi in una tranquillità assoluta e in una totale
pienezza d’occhi che fa tanto bene al cuore. Anche per l’ultimo pasto ci
rifugiamo in un accomodante e gradito revival: la taverna Sorokos sulla spiaggia
di Vasilias con pennichella d’ordinanza sotto l’albero. Recarsi all’aeroporto a
piedi è una gran figata, ma in fase di digestione, con il sole a picco e
quaranta gradi la rende un’attività fisica divertente, ma anche lievemente
impegnativa, ma stringiamo i denti e portiamo a casa il risultato, insieme ad
un baule di magnifiche emozioni e ricordi indelebili: grazie ancora vecchia
Grecia per la tua generosa elargizione di carezze. E così, come un altro
traghetto lascia il porto e prende il mare, anche l’aereo decolla dalla pista
corta, si guarda giù per un poco, si ricaccia una lacrima di malinconia e
sorride la speranza che non sarà mai l'ultima partenza.
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