VENERDÌ 13 SETTEMBRE 2024
Dopo aver vissuto una delle estati più calde ed afose della storia sembra buona l’occasione per visitare uno di quei luoghi da sempre ambiti, ma accantonati per la situazione climatica notoriamente avversa: il nord della Francia ed in particolare la Normandia. Perciò acquistiamo un volo da Bergamo a Paris Beauvais alla tariffa super vantaggiosa di 57 euro a testa, ottima per compensare il prezzo esoso degli autonoleggi della zona… Il meglio che riusciamo a trovare è Dollar a 400 euro per una settimana con assicurazione completa. Ci mettiamo in strada con l’accompagnamento di una pioggia battente, ma nell’avvicinarci a Rouen il cielo si rasserena magicamente e la temperatura si alza un po’, sfiorando addirittura i 18 gradi. Abbiamo prenotato una stanza all’Ibis budget Rouen centre rive gauche (77 euro con colazione inclusa), parcheggiamo in zona con una lieve preoccupazione perché si vedono qua e là tracce evidenti di cristalli frantumati sul marciapiede… Incrociamo le dita e facciamo il check-in, dopodiché ci incamminiamo (circa tre kilometri) per raggiungere il centro. Scopriamo che la strada migliore prevede di seguire il vialone dritto fino al fiume e seguirne la riva girando a destra sino a giungere finalmente al centro storico che risulta vagamente disarmonico, se non per il quartiere di Saint Maclou che è una perfetta bomboniera di case a graticcio ed altri palazzi suggestivi a coronare la splendida omonima chiesa. Qui si trova anche l’antico ossario restaurato in veste di chiostro dall’atmosfera particolare. Le altre attrattive principali della città sono la meravigliosa cattedrale di Notre Dame, in stile gotico, dipinta una trentina di volte da Monet in diverse stagioni ed esposizioni di luce (certo che quando si fissava con una cosa ce ne voleva a fargli cambiare registro…) visitabile gratuitamente anche all’interno, il palazzo di giustizia e l’aggraziato Gros Horloge, nei pressi del quale si trova un bellissimo pub con 25 tipi di birra alla spina.
SABATO 14 SETTEMBRE 2024
L’auto ha superato la notte indenne, senza effrazione alcuna, quindi possiamo partire in direzione Caen attraversando il parco naturale regionale des Boucles de la Seine che nei pressi di Fountaine ci sorprende con una strana nebbia un po’ spettrale, ma alquanto scenografica insieme alle pareti rocciose bianche dall’altra parte, che fanno da spalla alle case del villaggio, spesso utilizzate come rimessaggio, avendoci scavato nicchie, anche di grandi dimensioni. Il paesaggio è molto suggestivo anche attraversando i bei paesi di Duclair e Le Nouveau Trait, dove si trova un originalissimo gazebo botanico in un pubblico giardino; in questa zona si trova il borgo di Jumieges con la sua splendida abbazia scoperchiata visitabile con ingresso a pagamento (7 euro).
Si guida con grande tranquillità su queste strade ben tenute, scorrevoli e poco trafficate e sempre con un bel panorama circostante; attraversiamo la foresta di Brotonne e l’omonimo ponte. Facciamo una breve sosta nel piccolo villaggio di Beaumont en Auge che ci riserva scorci incantevoli di architetture particolari, avvolte da una fresca natura odorosa attorno, grazie anche alla magnanimità del meteo che sfodera una giornata meravigliosa con un cielo blu quasi commovente.
Beauvron en Auge ne è la versione amplificata. Sembra uscito da un romanzo di Caroline Graham con protagonista l’ispettore capo Barnaby.
Arriviamo a Caen nel pomeriggio, prendiamo possesso della stanza prenotata al Brit Hotel Caen Nord (50 euro) e ci rechiamo a piedi al Memorial Cité des Memoire: si paga poco meno di 20 euro a persona per immergersi in questa devastante, ma assai formativa esperienza sugli orrori delle guerre, in particolare della seconda, con un ampio spazio riservato allo sbarco degli alleati surre spiagge della Normandia.
DOMENICA 15 SETTEMBRE 2024
Prima di lasciare Caen ne visitiamo il castello che purtroppo è in fase di ristrutturazione, specialmente nel settore pavimentale del parco interno, quindi vi è una limitazione parziale.
Da qui ci spostiamo sulla costa e la prima tappa è il cimitero militare americano di Colleville sur mer che si trova in un’ambientazione naturale bellissima e sarebbe proprio un posto incantevole, soprattutto in una giornata come questa, con il sole glorioso ed il cielo terso, se la coscienza non fosse morsicata ad ogni piè sospinto camminando tra le innumerevoli croci bianche di ragazzi di vent’anni spediti al di là dell’oceano a morire per una causa non loro, almeno direttamente, anche se in realtà combattere il nazismo dovrebbe essere una causa comune. Tra i pini marittimi si apre la visuale sulla lunghissima Omaha beach, che oggi sembra quasi una normalissima spiaggia su cui passeggiare tranquillamente, e può esserlo solamente grazie al sacrificio dei soldati di cui sopra. Quando gli uomini riusciranno ad imparare dai loro errori sarà troppo tardi!?!
Dopo una discreta pausa pranzo a base di crepes e galette, più birra d’abbazia alla creperie de Formigny ci rituffiamo in un altro luogo della memoria, alla tristemente nota Utah beach.
Ma la Normandia costiera non è famosa solo per queste vicende storiche importanti, lo è anche per i suoi borghi caratteristici: qui scompare completamente il graticcio e le case sono quasi interamente in pietra con una omogenea distribuzione urbanistica ed armonia cromatica. Srotoliamo il resto del pomeriggio tra Saint Vaast la Hougue e la sorella maggiore Barfleur.
Come base per la notte abbiamo scelto Cherbourg che non è una perla di bellezza, in particolar modo la domenica sera quando buona parte dei locali e dei ristoranti si risparmia l’apertura della saracinesca (ma il senso degli affari?!?). Nonostante ciò troviamo un’ottima sistemazione al Hotel le Louvre (61 euro la camera, senza colazione, ma c’è la macchinetta del caffè con le cialde) e, partendo dalla Basilica della Santa Trinità, percorriamo il lungo mare, oltrepassiamo il ponte mobile e ci ritroviamo alla citè de la mer ed il suo gigantesco acquario dietro il quale riposa un poderoso sottomarino nero. Ritornando nelle vie quasi deserte riusciamo a trovare un tavolo al ristorante libanese Le Comptoir Libanais dove gustiamo una cenetta alternativa con buon rapporto qualità/prezzo.
LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2024
Nella periferia di Cherbourg si trova l’affascinante castello des Ravalet, un edificio del sedicesimo secolo perfettamente conservato e circondato da un parco mantenuto con cura maniacale, quasi paragonabile ad un giardino botanico di prima categoria per varietà di piante presenti. Vi è anche uno stagno con tanto di uccellame connesso, cioè trampolieri, anatre e cigni neri.
Scendiamo verso sud sulla strada che ci condurrà a Mont St. Michel e facciamo
una prima tappa nel paese di Saint Sauxeur le Vicomte dove si trova l’omonimo
castello, privo di visitatori, ma piuttosto interessante.
Poi una breve sosta all’abbazia di Lessay ed una pausa pranzo a Coutances nella brasserie la Taverne du Parvis molto originale che si trova proprio davanti alla cattedrale; siccome sulla lavagna troneggiano le scritte: Menù du jour! E Les Moules sono tornate!!! Prendiamo entrambe le direzioni. Nella stessa piazza si trova il palazzo del comune con una facciata a dir poco singolare, ed imboccando la discesa per uscire dall’abitato si incontra un’altra chiesa degna di nota.
Certo è che arrivando a Mont St. Michel ogni descrizione entusiastica di luoghi visitati in precedenza sembra quasi tingersi di ridicolo. La maggior parte della gente è convinta di poter arrivare qui a nuoto, con l’alta marea, o in auto, con la bassa: nessuna delle due opzioni è plausibile, perché si giunge a piedi o con un bus navetta dai parcheggi a pagamento situati in zona. Siccome è una giornata stupenda decidiamo di lasciare l’auto nel paesino prima (evitando quindi di pagare il parcheggio) e di camminare sull’argine del canale, con l’immagine del monte all’orizzonte, che si fa sempre più raggiungibile. Al ponte con le chiuse, però, siccome c’è una fermata della navetta saliamo a bordo e facciamo l’ultimo tratto su gomma. Più ci si avvicina più si comprende la maestosità e lo splendore del sito, assolutamente impareggiabile.
La marea è al minimo perciò d’intorno par esserci un’enorme spiaggia; i bastioni sono poderosi e l’abbazia si staglia altissima contro un cielo blu spaziale. Nel mezzo si apprezzano la cinta muraria (percorribile) su vari livelli, ed un accavallarsi di edifici storici uno più bello dell’altro, in stili, a volte diversi, ma perfettamente compatibili in un amalgama omogeneo talmente puro da aver meritato, senza il benché minimo ripensamento, l’onorificenza di patrimonio dell’umanità. Ridiscendiamo verso il livello del mare proprio mentre questo comincia ad alzarsi e di tutta quella sabbia chiara di prima ne rimane asciutta ben poca, in uno spazio temporale impressionantemente breve. Il tragitto al contrario prevede un pezzo a bordo della navetta (fino al solito ponte) ed i restanti tre kilometri a piedi.
Rimontiamo in auto e, dopo aver guidato per una ventina di minuti, in campagna, con una luce oceanica esplosiva che colpisce i pascoli, ravvivando l’erba, avidamente ruminata da bovini enormi di tutte le fogge e colori, attraversiamo il pittoresco paesello di Ducey, prima di giungere al Chateau d’Isigny dove abbiamo prenotato una stanza per la notte con prima colazione al prezzo scontato di 72 euro. L’esperienza è decisamente insolita, perché non sarà propriamente un castello, ma è certamente una sfarzosa residenza in cui si fa un piacevolissimo salto nel passato, con scale e pavimenti di legno scricchiolante, mobili antichi, caloriferi a radiatore regolabile a leva, camino nella stanza da letto, dove ci dicono essere nati tredici bambini (… tra i pavimenti scricchiolanti, il vero buio di campagna, sir, ed il racconto dei tredici bambini si dormirà con un occhio solo…) e la lussuosa vasca in mezzo alla stanza da bagno: super!!!
MARTEDÌ 17 SETTEMBRE 2024
Dopo una notte imprevedibilmente serena ed una perfetta colazione francese con l’atmosfera di un caminetto acceso a riscaldare e profumare il salone, partiamo alla volta di Bayeaux; troviamo abbastanza agevolmente un posteggio libero in una strada adiacente alla cattedrale. Ci spieghiamo finalmente il motivo per il quale le chiamano tutte “de Notre Dame”, perché uno quando ci arriva davanti esclama: “Ella Madonna!!!” in questo caso poi con ancor più entusiasmo. Il suo impatto visivo è già poderoso dalla rotonda che conduce al centro storico. La piazza su cui si offre la facciata principale non è molto vasta, quindi da questo punto di vista è un poco sacrificata, ma la fiancata destra ed il retro impressionano per mole e raffinatezza. L’interno è pregevole, in particolar modo il coro e l’organo, ma tutta la struttura a tre navate è slanciata ed armoniosa; il settore più alto si articola a finestroni, racchiusi tra archi e colonne, talmente grandi da rendere superflua l’illuminazione artificiale. Il centro pedonale della cittadina è molto bello ed omogeneo, vi si trovano anche ponticelli e mulini ad acqua. Pranziamo alla creperia di Luis, dove gustiamo ottime galette a cui abbiniamo svariate paole di sidro ad un prezzo contenuto.
Da Bayeaux ci spostiamo ancora sulle rive della manica e precisamente ad Arromances dove sviluppiamo altre occasioni di riflessione per la presenza di un memoriale/museo relativo allo sbarco che ha lasciato tracce fisiche anche sulla spiaggia antistante. Molto meno intrisa di ricordi, pur essendo l’ottantesimo anniversario, è la visita di Cabourg dove ci concediamo una passeggiata sulla lunghissima e sofisticata promenade Marcel Proust. Prima di arrivare a Honfleur attraversiamo la cittadina di Pont d’Eveque di cui ignoravamo l’esistenza, ma che risulta essere deliziosamente attraente. Per la notte a Honfleur abbiamo scelto il B&B hotel (64 euro) che si trova in zona periferica, comodo per il parcheggio notturno dell’auto, che comunque poi utilizziamo per gli spostamenti; come prima cosa la cena al vicino “Uccelli del mare” che rappresenta un’esperienza pittoresca, non tanto per la qualità del cibo, facilmente dimenticabile, quanto per la frequentazione: è come stare in una puntata di camionisti in trattoria senza Rubio. Come seconda cosa un giro serale che ci dà un assaggio dell’approccio fiabesco di questo paese.
MERCOLEDÌ 18 SETTEMBRE 2024
Se le luci della notte donavano un’atmosfera magica alle stradine ed al fronte porto di Honfleur, con il sorgere del sole subentra un altro tipo di poetica, perché tutto si fa più nitido e l’approfondita conoscenza del luogo è frizzantemente coinvolgente. Ogni direzione che si decida di intraprendere, partendo dal Vieux Bassin, difeso dalla Lieutenance, riserva sorprese gradevolissime, in particolare il quartiere di Santa Caterina, con l’omonima chiesa ed il campanile da essa separato. Molto affascinante è anche la visita al giardino delle personalità.
La strada che da Honfleur conduce a Villerville è semplicemente stupenda sia dal punto di vista naturalistico, sia da quello delle architetture elegantemente sparate qua e là tra gli alberi.
Deauville e Trouville sono due paesi gemelli ancora uniti da un cordone ombelicale: il fiume Touques delle cui sponde fanno sfoggio entrambi ed è una gara a primeggiare in sfarzo ed altezzosità. Qui c’è pieno di fighetti e barche di lusso nel porto condiviso.
Molti ristoranti propongono le solite quattro minchiate di trenta kilometri prima, ma le fanno pagare il doppio… Insomma sono due belle località in cui fare una sosta nel viaggio per prendere un po’ di sole al tavolino di un bar, ma dopo si scheggia via in direzione di Etretat dopo aver cavalcato il ponte di Normandia, che in sé è già una bella esperienza. Anche ad Etretat l’essere umano si è impegnato abbastanza per dare noia, cospargendo la zona di divieti di sosta e parcheggi a pagamento a cui ci tocca cedere perché siamo già un po’ stanchi quando arriviamo ed abbiamo davanti a noi altri kilometri di scarpinate su e giù per le scogliere. Fortunatamente la natura compensa l’avidità umana, distribuendo generosamente l’incanto di cui è capace: le falesie, gli archi scavati nella roccia, i faraglioni, lo strapiombo, la forza del vento ed il mare roboante, il tappeto verde dell’erba che giunge coraggiosa al limitare, una camminata imperdibile incorniciata in un ricordo indelebile.
Per la notte abbiamo optato per un'ottima soluzione, il Birgit Hotel di Le Havre (54.70 euro più tassa di soggiorno), dove approfittiamo anche del ristorante con apprezzabili risultati culinari.
GIOVEDÌ 19 SETTEMBRE 2024
Lasciamo Le Havre e ci spostiamo a Louviers dove possiamo ammirare la graziosa cattedrale con fin troppo gugliame gotico. L’altra particolarità del paese è il chiostro costruito sull’acqua e sarebbe anche molto suggestivo se qualche demente non avesse deciso di sovrapporci un edificio moderno orripilante, in cui oggi c’è una scuola di musica. Facciamo una fermata ulteriore a Gaillon dove, purtroppo, il bel castello, in questo momento, è oggetto di ristrutturazione, prima di raggiungere Vernon dove rimaniamo colpiti dalla classica immagine da cartolina dell’antico mulino di fronte al castello perfettamente conservato.
La visita di Giverny si limita al villaggio, alla chiesetta con cimitero in cui si trova la tomba di Monet ed ai giardini, nella parte accessibile gratuitamente; per quanto concerne la casa museo ed i giardini privati c’è una coda mostruosa alla biglietteria e non ce la sentiamo di morirci di vecchiaia aspettando il nostro turno per entrare.
Perciò risaliamo in auto e ci spostiamo nella bellissima cittadina di Les Andalys situata sulla sponda del fiume e dominata dalla rupe da cui si sporge all’orizzonte il castello di Gaillard. Per l’ultima notte abbiamo scelto una sistemazione assai originale nel borgo storico di Gerberoy dove ogni edificio rimanda ad un tempo lontano fatto di case semplici ed al contempo affascinanti. La campagna intorno è un tappeto di vergine meraviglia, con morbide colline e prati a pascolo. Nel tardo pomeriggio il villaggio saluta i visitatori quotidiani per cui si trasforma in un mortorio silenzioso, poetico, ma anche un po’ deludente, soprattutto se per la cena si pensava di poter fare affidamento su uno dei quattro ristoranti presenti che però rimangono desolatamente chiusi e non c’è nemmeno un negozietto di alimentari, quindi l’unica soluzione è riprendere il proprio veicolo e spostarsi di circa tre kilometri, raggiungendo Songeons che, pur essendo un bugigattolo, in confronto a Gerberoy è una metropoli dalla spassosa vita notturna e dalla variegata offerta enogastronomica. Dormiamo al Chambre d’hotes Logis de Gerberoy, prenotato con Expedia che, grazie ai punti accumulati, ci fa un’offerta vantaggiosa (89 euro con colazione inclusa).
VENERDÌ 20 SETTEMBRE 2024
Ed ecco giunto il momento di percorrere gli ultimi kilometri sulle gradevolissime strade della Normandia verso lo spartano aeroporto di Beauvais dove riconsegniamo la vettura a noleggio e riprendiamo l’aereo per l’Italia con un nuovo bagaglio di esperienze formative ed illuminanti, un poco di malinconia nel salutare una regione coccolante di dolcezza e incanto, e l’impaziente desiderio di ritornare a godere di una gastronomia con un buon rapporto qualità/prezzo (la nostra!)
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