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domenica 9 giugno 2013

Anguilla



20 marzo 2013

Riportiamo l’auto all’ufficio di noleggio di Saint Martin. Il tizio che dovrebbe riportarci in aeroporto (dove abbiamo intenzione di prendere un taxi per il porto di Marigot) si offre (per 20 usd) di accompagnarci direttamente al porto e noi accettiamo. Il taxi costa poco di più. Al ritorno pagheremo infatto 20 euro (o 25 usd) per il tragitto porto-aeroporto.
Il ferry per Anguilla lascia Marigot ogni 45 minuti a partire dalle 8.15 e fino alle 19.00. Il biglietto costa 15 usd, che si pagano sul ferry (più una tassa di uscita di 5 usd/3 euro che si paga alla cassa del porto). Al ritorno (Anguilla - Saint Martin) le partenze iniziano alle 7.30 e terminano alle 18.15.
C’è anche una soluzione di ferry dall’aeroporto, più costosa, ma più comoda per chi vuole saltare la visita di Saint Martin e dirigersi direttamente ad Anguilla dopo il volo http://www.anguillaferry.com/.
Il ferry è poco più grande di un motoscafo e impiega circa 20-25 minuti per raggiungere Anguilla.
L’arrivo è spettacolare. Dalle acque di approdo si capisce che è tutto un altro concerto rispetto a Saint Martin. Se là c’erano un pifferaio delle medie e un alcolizzato con la fisarmonica, qui ci sono gli angeli con le trombe e gli arcangeli con i tromboni.
Anche per quanto riguarda la cordialità degli abitanti non c’è gara. Appena fuori dal ferry ci aspetta Neville Gumbs, da cui abbiamo prenotato l’auto, una bella berlina Toyota, per 40 usd al giorno (con un giorno free e assicurazione inclusa).
L’isola non è piccolissima (102 kmq) e un mezzo motorizzato è fondamentale. Per percorrerla tutta in lunghezza ci vogliono circa 45 minuti
Cerchiamo di seguire alla meglio le indicazioni (pessime) per raggiungere Jamesplace Apartments e miracolosamente ce la facciamo, anche grazie all'aiuto dei simpatici isolani. L’appartamento prenotato tramite VRBO costa 1200 usd per 10 giorni, da versare interamente all’atto della prenotazione. E se la vacanza salta la prenotazione viene spostata ad un’altra data utile.
L’appartamento è spazioso ed accogliente, con una cucina a parete da 5 metri con forno e piano cottura a gas. Ma quanto ci si trova su un’isola del genere le pareti sono l’ultima cosa a cui si pensa e ci mettiamo subito in strada, in cerca della prima spiaggia che suscita di getto il seguente commento: alla faccia del cazzo!. Se uno dovesse fare un paragone canarico, Saint Martin sarebbe Tenerife e Anguilla Fuerteventura, ma perché qualcuno dovrebbe prendersi questo ingrato incarico metaforico??
In ogni caso il panorama è completamente diverso; non ci sono dislivelli, code autostradali o puzze; la vegetazione sa di buono e la sabbia è quella bianca di conchiglie e corallo, quella che fa rinascere l’incanto ogni volta anche se te l’aspetti. Chiunque volesse farsi una coccola gigantesca dovrebbe venire ad Anguilla, il resto sono carezze da mani callose.
Il rapporto numero di spiagge meravigliose / km quadrati è impressionante.
La maggiore concentrazione è nella zona ovest dell’isola.

Rendezvous Bay
Finalmente ci incontriamo e qual è il posto migliore? Ma naturalmente Rendezvous Bay! E si continua a ripetere in testa e nel vento un certo motivetto di Bruce Springsteen, che se ci fosse anche lui, gli direi “Bruce non te la ricordi questa?" E lui tirerebbe fuori dallo zainetto una chitarra gonfiabile ed improvviserebbe un concerto per tutti i presenti…
Il posto è fantasticoso e ad essere in un luogo simile ti senti tu stesso la rockstar, che sta vivendo il suo momento clou di soddisfazione. C’è chi dice che sia la più bella; sicuramente è la più lunga (2,5 km) e a percorrerla tutta ci si fiacca di brutto, ma ad ogni fermata è un bagno e sembra di tuffarsi in un liquido rigenerante.
E’ abbastanza frequentata anche perché comodamente raggiungibile. Si parcheggia vicino all’ingresso del Great Beach House Hotel. E’ una struttura carina, ma un po’ vecchia con qualche palma sulla spiaggia, la cui ombra sarà la nostra salvezza nelle ore più torride. Noleggia anche sedie a sdraio.
L’acqua è adatta al nuoto, più calma e trasparente sul meno frequentato lato est.
Ci sono un paio di beach bar per il pranzo ed il famoso Bankie Banks Dune Preserve, dove la sera si esibiscono band caraibiche.
L’unico aspetto leggermente fastidioso è rappresentato dai catamarani delle gite da Saint Martin, che si fermano proprio davanti al Great Beach House, il cui ristorante viene preso d’assalto dai gitanti.




Cove Bay
La parte ovest è brutta (cioè con il mare agitato e piena d’alghe) e si raggiunge dal parcheggio di Maunday’s Bay all’interno del Cap Juluca, quella bella invece si raggiunge seguendo l'indicazione per il ristorante Smokey. E’ tranquilla, con un mare placido e perfetta per godersi il tramonto.
 

Maunday's Bay Beach
Forse la vera meta della vacanza. Per accedervi è necessario entrare nel lussuosissimo Cap Juluca resort. Il personale alla sbarra è molto gentile e dà le indicazioni per raggiungere la spiaggia.
Vi è un parcheggio pubblico con un accesso al mare, che raggiunge l’estremità “brutta” di Cove Bay, mentre per mettere i piedi sulla sconsiderata Maundays Bay bisogna inoltrarsi nella discreta struttura (la spiaggia pubblica è indicata); pochi metri e non c’è più “un cuore in porto a cui i venti sono inutili”, qui il cuore ha tutto il movimento che ci vuole e si lancia sulle correnti melodiose, si agita, si allontana, poi ritorna e tutto semplicemente facendo un bagno, una camminata, o stando fermi sotto una palma a scrivere un racconto di viaggio. Ci sono alcuni cartelli su un vialetto che sembrano lapidi. E’ un messaggio? Vuol dire che uno qua ci potrebbe morir contento? Forse sì!
La connessione Wifi del Cap Juluca è libera e funziona perfettamente.


Barnes Bay
Proseguendo con l’escalation stimolante sensi intorpiditi dall’inverno europeo si sbuca a Barnes Bay, dove si è in preda alle palpitazioni, anche perché, oltre alla folgorante bellezza della baia, lo chiccoso Mango’s Seaside Grill sparge nell’aire allettanti profumazioni di calamari alla griglia. La sabbia non è bianchissima e c’è una nave scavasabbia… che ci disturba. Il fatto che non ci sia un filo d’ombra ed il sole sia a picco ci fa levare le tende in fretta.
Si raggiunge comodamente seguente la indicazioni per il Mango’s, accanto al quale di può parcheggiare a uno sputo dalla spiaggia.


Meads Bay
Qui i sensi si sconvolgono del tutto: questa spianata lunghissima di sabbia bianca, con un’insenatura microscopica, quasi personale all’estremità orientale è la sublimazione, la catarsi della natura, è un collasso cardiaco o è solamente un’insolazione?? Per togliere di mezzo possibili interpretazioni ci ficchiamo sotto una palma, non prima di avere fatto una nuotata in queste meravigliose sfumature.
L’accesso pubblico è vicino al Malliouhana Resort and Spa (ora chiuso) nella parte est della spiaggia. Dalla strada principale si seguono i cartelli per il Carimar Beach Club e il Frangipani. Ci sono alcuni resort, non invasivi, e qualche ristorante (tra cui Blanchards e Straw Hat), tutti con la loro comoda wifi gratuita.



Long Bay è una baia tranquillissima, poco distante da Meads Bay. Si raggiunge con una breve strada sterrata, si parcheggia nei pressi di Oliver's restaurant e si accede tramite gli scalini del ristorante.


Shoal Bay West
Ci spingiamo verso la punta occidentale dell'isola e a Shoal Bay west uno ci potrebbe anche svenire. La spiaggia è lunga, con un paio di resort alle estremità. Parcheggiamo nei pressi del ristorante (chiuso) dell’Altamer resort sul lato est. La sabbia è abbagliante. Purtroppo il mare è un po’ mosso e l’ombra scarseggia.


Spostandosi verso The Valley le spiagge sono meno spettacolari rispetto a quelle occidentali, alcune sono mediocri, mentre altre meritano una sosta.

Road Bay
Dovrebbe essere un cesso secondo la guida, ma è una robettina niente male in quanto ad acqua trasparente e colori emozionanti, l’unica pecca è la presenza di barche un po’ oltre  la soglia del consentito. Ci sono pure la stazione di polizia e l’ufficio immigrazione. Non è ideale per fermarsi a leggere, ma perfetta per una passeggiata o un drink.


Blowing Point è il punto di attracco dei ferry. Quando siamo arrivati col motoscafo ci era sembrato un postone: in effetti lo è, ci fermiamo poco perché non c’è ombra .
La spiaggia è una striscia lunga e non molto frequentata.


Limestone Bay e Crocus Bay sono lontane dal nostro gusto, la sabbia non è molto bianca e l’acqua meno trasparente.

Corito Bay è abbastanza bruttina in generale e in più si trova proprio dietro la discarica comunale.

Little Bay, Elsie Bay e Island Harbour sono imboscatissime e irraggiungibili.
Poco male. Le altre spiagge sono sufficientemente splendide.
Merrywing Bay non sembra raggiungibile, completamente circondata dal campo da golf. 

Forest bay in altri contesti sarebbe una spiaggia su cui passare una giornata, ma qui fa una figura meschina, scattiamo una foto e ce ne andiamo.

Spostandosi verso est il mare migliora notevolmente. La chicca è sicuramente
Shoal Bay East
Votata come una delle 10 migliori spiagge dei Caraibi, è molto popolare. Ci sono diversi noleggiatori di ombrelloni e beach bar (con musica dal vivo la domenica pomeriggio), ma basta allontanarsi dal centro della spiaggia per trovare la tranquillità.
Si raggiunge con una deviazione sulla strada tra Island Harbour e The Valley.
Si può parcheggiare vicino al centro della spiaggia oppure entrando nei cancelli sempre aperti di Elodias vicino alla zona est più tranquilla.
La spiaggia continua su Upper Shoal Bay, che è spesso letteralmente mangiata dal mare, che ne lascia una sottile striscia sufficiente per fare una piacevole camminata. Il punto di vertice in cui si unisce alla sorella maggiore dandole la spalla sinistra è spettacolare: confluiscono correnti, uccelli marini e colori tenui ed accesi. Tira una brezza frivola che fa dimenticare di essere sotto un sole che picchia cattivo.



Sandy Hill
Arriviamo in un tardo pomeriggio anche se non è l’ideale per quest’ora perchè il sole le cala alle spalle, ma si sta bene e non c’è quasi nessuno. E’ una baia protetta, piccola e tranquilla e deve essere il massimo di primo mattino. La strada nei pressi della rotonda di Sandy Hill conduce direttamente in spiaggia.


Island Harbour
Si trova lungo la strada al centro dell’omonimo villaggio di pescatori. Ci sono alcuni ristorantini, un negozietto, una stazione di servizio che noleggia ombrelloni e sdraio e un bancomat volante.
I colori sono pazzeschi e l’acqua bassa. Peccato per le alghe costantemente presenti e il via vai delle barche.
Da qui partono le barche gratuite per Scilly Cay.
Si anima per il Festival del Mar, il 30 e 31 marzo, durante il quale si tengono tornei di pesca, gare di nuoto, di barche a vela e soprattutto di cucina. Ci sono numerosi invitanti banchetti gastronomici e musica dal vivo. 

 

Junk’s hole
Si raggiunge con un po’ di sterrato seguendo le indicazioni per il Palm Cove Bar and Grill. La parte sud della baia è occupata da Savannah, una selvaggia e affascinante spiaggia semicircolare.  E’ meno pulita di altre spiagge e sembra più adatta ad una camminata che allo sdraiamento.

Per quanto riguarda le cibarie facciamo acquisti principalmente da Best Buy, che è il supermercato di una certa dimensione più vicino al nostro appartamento e ad Island Harbour, e da Proctor,s sempre sulla strada verso The Valley.
Best buy è un po’ incasinato, ma ha un buon assortimento, anche se le banane sembano introvabili. Anche Proctor’s non è male, più moderno e meno confuso. Vale la pena passare da entrambi.
Sono aperti con orario lungo anche la domenica. L'unico giorno in cui troviamo tutto, ma proprio tutto chiuso, è il venerdì di Pasqua.
Ci sono altri supermercati “minori” sparsi sull’isola http://www.anguillaguide.com/article/view/125.


La nostra forneria di fiducia gestita dall’ex cuoco di Fidel Castro è Geraud’s, lungo la strada principale, appena prima di entrare nella zona ovest dell’isola.
E’ sempre pieno, soprattutto per la colazione, e in tarda mattinata alcuni prodotti sono terminati. Ottime le quiche e le pastries a 3 usd e le baguette giganti a 6/7 usd.
Ogni tanto si incontra qualche baracchino venditore di cibarie, che si possono portare via o consumare sul posto. Alcuni sono più professionali, altri sono allestiti nei cortili delle case, soprattutto al sabato e alla domenica. Visto che è sabato decidiamo di approfittare del bbq del week end e andiamo a pranzo da B&D che si trova sulla strada che collega Meads Bay a Long Bay. Ci sono solo avventori locali, gli unici stranieri siamo noi che ci mischiamo e poi arriva una coppia di americani che sfodera il classico atteggiamento di superiorità e fretta, pretesa di servizio immediato ed impeccabile che è una loro peculiarità e li rende insopportabili. Anche perché dov’è che avranno la fregola di andare dopo mangiato? Sembra che li stia sempre aspettando un cacciabombardiere con cui salvare il mondo dagli attacchi alla democrazia…
Il Pit stop, sulla strada tra Shoal Bay East e Island Harbour vale una fermata per la Johnny cake fatta al forno (1 usd semplice, 2 usd con formaggio o burro).

Ovunque vengono accettati normalmente sia dollari americani dia dollari caraibici, anche se si vedono molte più monete degli Stati Uniti.
Ci sono vari ATM sparsi sull’isola che erogano entrambe le valute.  Il prelievo però ci costa 2,5 usd oltre le normali commissioni. Quando si può, meglio pagare con la carta di credito.



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