Vicino alla stazione della polizia il Divi Aruba Phoenix Beach Resort si affaccia su due calette splendide con acqua bassissima, la prima affollata all'inverosimile, la seconda tranquilla e con un paio di palme di cui sfruttare l'ombra. Non c'è gente e nessuno si formalizza se si utilizzano gli ombrelloni fissi dell'hotel.
In quanto ad abuso edilizio la situazione migliora rispetto a Palm Beach ad Eagle Beach, ma solo perchè è talmente lunga da diluire la mediocrità di un approccio invadente e volgare.
La spiaggia è lunga 2 km e la camminata controvento è sfiancante, ma è ripagata da frangenti di assoluta solitudine.
All'estremità di Eagle si trovano la vastissima Manchebo Beach di fronte al Manchebo Beach Resort (dove pare che le autorità chiudano un occhio di fronte a un eventuale topless, anche se non ne vediamo) e oltre il promontorio, Druiff Beach (spesso vengono entrambe indicate con il nome di Manchebo). In questa zona il mare è sempre piuttosto mosso.
In zona areoporto una piacevole sorpresa è la poco frequentata Surfside Beach, che colpisce per intensità di colori.
Mangel Alto, adatta principalmente allo snorkelling, si raggiunge dalla zona dove partono i ferry per Palm Island.
Non c'è una vera spiaggia (o meglio ce n'è una, un po' triste, nascosta tra le mangrovie) e per entrare in acqua si utilizzano apposite scalette che scendono dalla costa rocciosa.
Le spiagge di Savaneta e Salto Alto non entrano nel catalogo delle più apprezzate del mondo.
E' necessario fare un salto nel profondo sud a cercare a Serao Colorado quelle che vengono rappresentate come le spiagge più selvagge dell'isola: Baby beach e Rodgers beach.
Per raggiungerle si prosegue dopo Serao Colorado fino alla gigantesca ancora rossa, che segna l'estremo sud dell'isola e si gira a destra.
La prima è veramente incantevole per ambientazione e colori riverberanti, ma è molto frequentata, soprattutto nel fine settimana. C'è un bar ristorante molto attivo, il Big Mama, che noleggia anche sdraio e ombrelloni. Noi sfruttiamo l'ombra dei gazebo.
Sul lato opposto rispetto al Big Mama, rovina la visuale un brutto edificio in ristrutturazione che contiene un altro ristorante e un diving center. Non deve stupire la presenza di numerosi turisti in quanto la spiaggia è ben segnalata, raggiungibile da una strada asfaltata e con un grande parcheggio. Il vento può essere molto fastidioso.
Rodgers è praticamente adiacente a Baby beach, ma è ancora abbastanza pura, se non fosse per la visuale surreale che offre l'orizzonte occidentale: una raffineria di petrolio.
Dall'ancora rossa girando a sinistra si imbocca una strada costiera sterrata su cui si incontra subito Bachelor's beach, che, data la grinta di vento e onde, si presta ai kiters più ardimentosi.
Poco oltre si scorge il carcere che torreggia sul resto di questo inospitale litorale. Oltre alle spiagge ad Aruba non c'è molto da vedere. La zona più interessante è nella punta nord dell'isola; è molto suggestiva infatti l'area intorno al faro California, costruito da un architetto francese nel 1910, che svetta sulle dune bianche e sul mare mosso. C'è sempre gente che si tiene in forma con la bici e con il corri corri, ovviamente con risultati non omogenei, nonostante il vento che, se possibile, in questo punto sembra soffiare più potente che nel resto dell'isola.
Per noi il massimo è inoltrarsi tra le dune e godersi lo spettacolo della natura al tramonto.
Da qui parte una strada sterrata praticabile con un mezzo 2x4 che costeggia la parte selvaggia dell'isola (con il mare costantemente in agitazione e il vento perennemente presente) e giunge in un'ora circra sino al natural bridge, raggiungibile anche per via più breve dal centro dell'isola.
Sono considerate attrazioni anche Ayo e Casibari Rock, formazioni rocciose tondeggianti che ricordano un paesaggio del sud-est asiatico, ma meno imponente. L'ingresso è gratuito e l'interesse scarso.
Il Monte Hooiberg è così chiamato per la sua forma (Hooiberg significa pagliaio in olandese) con i suoi 562 scalini che possono essere saliti per avere una vista su Oranjestad e, nei giorni limpidi, sulla costa del Venezuela. Un'attrazione molto pubblicizzata è Alto Vista Chapel, un'insignificante chiesetta in posizione isolata, raggiungibile sia dalla strada sterrata che gira intorno all'estremità nord dell'isola sia da una strada asfaltata indicata dal centro dell'isola. Il 20% della superficie totale dell'isola è coperta dall'Arikok National Park, dove si possono osservare flora e fauna locali. Si può percorrere solo con un mezzo 4x4 e sono numerosissime le escursioni che vi giungono, organizzate dalle agenzie turistiche del luogo. Dopo aver visto la flora dell'Asia e la fauna dell'Africa non riteniamo di rilevante importanza la visita del parco e infatti la saltiamo a piedi uniti. Dopo 11 giorni di svacco totale e ricarica di energie partiamo per Atlanta all'inseguimento del tour di Springsteen con il terrore di perdere la coincidenza del volo che ci porterà a Nashville per il primo concerto. Fortunatamente all'areoporto (dove è fondamentale recarsi con tre ore di anticipo) vengono fatti anche i controlli doganali statunitensi evitandoci la stessa trafila in territorio americano.
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