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domenica 23 ottobre 2011

Tobago

Dicembre 2005
Non c’è nessun buon motivo per andare a Tobago. Abbiamo la pessima idea di andarci dopo aver visitato questo forum http://www.mytobago.info/forum/, che è frequentato da gente un po’ strana, che consiglia spassionatamente la visita di quest’isola.
Prima di tutto a Tobago piove sempre e avremmo dovuto saperlo visto che ce lo dice Manuel Vazquez Montalban ne “La rosa di Alessandria” e che se si guardano le immagini online c’è sempre qualche nuvola grigia che incombe all’orizzonte, non importa la stagione.
Comunque prenotiamo un volo www.britishairways.com da Bologna (pure!) perché gli unici voli che vanno a Tobago da Milano richiedono un pernottamento a Londra, che alzerebbe ulteriormente il budget della vacanza, già piuttosto alto.
Fortunatamente vicino all’aeroporto c’è una zona in cui si può parcheggiare liberamente e ne approfittiamo. Facciamo qualche centinaio metri nella notte su una strada un po’ pericolosa per la mancanza di illuminazione e per la guida dei piloti intordoniti; arriviamo al terminal illesi.
Abbiamo prenotato l’alloggio al Bananaquit http://www.bananaquit.com/ a Crown Point, che è il paese dell’aeroporto, per la non modica cifra di 70 USD a notte. All’arrivo ci accolgono in modo freddino e ci assegnano una stanza diversa da quella prenotata, con aria condizionata rumorosa che non ci fa dormire. Il giorno successivo ci spostiamo nella loft bedroom, più bella, ma ci accorgiamo che non l’hanno pulita dopo l’uscita degli ospiti precedenti e non lo faranno per altri due giorni. Il tutto senza un accenno di scusa e con una strana altezzosità, che non si capisce da cosa sia generata, cioè non è che puoi pensare di essere un figo e vivere a Tobago!
Affittiamo una specie di jeep per un giorno, un cesso a pedali, decisamente cara, 45 USD per fare il giro dell’isola e vedere le spiagge che meritano di più. Facciamo una coda infinita per fare benzina, come accade spesso ai caraibi. Capiamo in breve che non c’è niente che meriti la nostra presenza. Carina la vista dall’alto di Englishman’s Bay, una baia dalla sabbia dorata circondata da foresta (l’immagine più fotografata dell’isola) e deludente la visita ai villaggi di pescatori, piuttosto sporchi. Forse la parte più interessante dell’isola è l’interno, con una vegetazione lussureggiante ed una fauna ornitologica che attira amanti del genere da tutto il mondo. Noi vediamo solo un picchio che ha scambiato un palo di metallo per un albero e tenta di bucarlo a becchettate.

Delusi, passeremo il resto della vacanza a Pigeon Point, considerata una delle migliori spiagge dei Caraibi. E’ vero, non è male, ma 15 giorni nella stessa spiaggia!!
Pigeon Point si trova a circa 30 minuti di cammino dal nostro appartamento e la camminata nella seconda parte è piacevole, lungo il mare, ma attenzione a non indugiare all’ombra degli alberi, alcuni dei quali sono velenosi, con tanto di cartelli di pericolo, di cui ci accorgiamo solo dopo essere stati allertati da dei passanti.
A Pigeon Point si paga un ingresso di 3 USD al giorno, ma c’è la possibilità di risparmiare facendo un abbonamento per 6 giorni. La spiaggia è lunga e scenica, di sabbia bianca, ma il mare è sempre un po’ mosso. Ci sono dei chioschi che preparano degli ottimi panini al pesce che non si mangiano solitamente, tipo il panino allo squalo.

La spiaggia è bianca e il mare limpido anche a Coconut Bay, a cui si accede a pagamento dal Coco Reef Resort, ma è tristemente artificiale, con una barriera in cemento costruita per proteggere la costa dai flutti.
Un giorno andiamo a Store Bay, praticamente la spiaggia del paese di Crown Point, che pullula di ombrelloni e attività organizzate; la cosa più interessante sono i chioschi che preparano buoni piatti locali, soprattutto crab and dumpling, la specialità di Tobago.
Prenotiamo con un tipo una gita non proprio economica,  35 USD a testa, a Buccoo Reef (ci sono varie barche che ci vanno e forniscono l’attrezzatura per lo snorkeling), che viene descritto come una fantastica laguna per praticare lo snorkelling. L’acqua è cristallina, ma il mare è mosso ed i coralli sono secchi.

Insomma la conclusione è che se sei stufo del freddo che attanaglia l’Europa, non sei interessato a visitare posti diversi nella stessa vacanza, ti va bene stare sempre sulla stessa spiaggia e ti accontenti di andarci quando le piogge torrenziali ti concedono una tregua, puoi pure andare a Tobago…o forse dovresti essere uno scrittore specializzato in quel genere di detective stories ambientate in località accavallate all’equatore e il cui protagonista assomiglia a Woody Harrelson e va in giro con buffissime camicie colorate ed un costante panama in tesa, un sigarillo tra le dita ingiallite ed un bicchiere di rum annacquato da mezza dozzina di cubetti di ghiaccio prontamente disciolti, una Cadillac scrostata dall’umidità e dalla salsedine, a fare domande alla gente del posto che conosce quasi nella sua totalità, tentando di far luce su un caso di omicidio che si rivelerà più complesso del previsto, sviluppando congiure internazionali. Ecco, visto che non c’era niente da scrivere su Tobago, almeno c’è la recensione di un romanzo, anche questo dozzinale e scarsamente interessante.

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