Settembre-Ottobre 2011
Lunedì 26 settembre
Partiamo da Bergamo con volo Ryanir per Chania. Dopo avere contattato vari noleggi auto trovati a questo link http://www.rentacar-guide.gr/links.asp?category=4 abbiamo noleggiato l’auto ancora con www.autoeurope.it dalla National, che non ha un banco in aeroporto (la maggior parte delle compagnie manda degli incaricati), e infatti c’è un tipo allampanato che ci attende (senza cartello, lo scoviamo sulle seggioline). Il costo del noleggio, di 154 euro per una settimana, aumenta istantaneamente di 26 euro, la tariffa della tassa amministrativa per la consegna dopo le ore 21.00. In effetti sono le 21.05 e la clausola stava sulla prenotazione. Va be! Abbiamo fretta.
L’appartamento prenotato per la prima notte si trova a Kissamos, che ci risulta trovarsi a 45 minuti di una specie di superstrada (la numero 90), ma siamo consapevoli di trovarci in Grecia al buio e sappiamo che le indicazioni stradali fanno schifo. Riusciamo miracolosamente a trovare la via per Kissamos, ma non la suddetta superstrada e impieghiamo 2 ore di strade tortuose per arrivare alla meta. L’ hotel è chiuso e deserto, anche se abbiamo una prenotazione e ci siamo accordati per l’arrivo tardo. Al telefono risponde un tipo che capisce solo il greco. Fortunatamente nei pressi c’è un altro complesso con un numero di telefono sulla porta di un certo Dimitri. Il tipo è gentilissimo e si offre di chiamare il gestore del nostro hotel, il quale, dopo il sollecito del suo compaesano arriva e si scusa, ma non abbastanza, anche perché fatica a trovare le parole in inglese. Comunque il Mesogios http://www.mesogios.info/ (prenotato con www.venere.com per 35 euro al giorno) è carino e in una bella posizione sulla spiaggia, decisamente troppo ventosa. La piscina è la parte migliore, ma qui è sempre nuvoloso e non ce la godiamo. Proveremo invece il ristorante, che merita per il cibo gustoso e curato.
Martedì 27 settembre
Programma della giornata: scansare le nuvole orrende che sembrano voler opprimere l’orizzonte. Scopo raggiunto abbastanza agevolmente dopo pochi chilometri in direzione Balos, che si trova sulla penisola di Gramvousa, all’interno di un parco naturale. Per raggiungerla si deve prendere uno sterrato di circa mezz’ora che inizia nel villaggio di Kalyviani. Si paga un euro a testa per l’ingresso al parco e si lascia l’auto in un parcheggio da cui partono numerosi sentieri percorribili a piedi.
strada per Balos - capre
Ci vogliono circa 40 minuti per arrivare al capo e la ricompensa è favolosa. E’ uno dei panorami costieri più suggestivi del pianeta. Il mare gioca con il bianco della sabbia, con le vivacità di luce alternate per il passaggio di qualche nuvola veloce e la roccia e la vegetazione e, là dove le acque si fanno basse, si crea una specie di scenario impensabile, che sorprende estasiando. Il vento è molto forte e fastidioso e quindi riusciamo a goderci per poco tempo questo piccolo paradiso.
Balos
C’è parecchia gente e arriva anche un traghetto che fa il giro delle spiagge della zona. Riprendiamo la strada del ritorno che è anche più faticosa. Davanti a noi c’è un russo che si fa tutta la scarpinata con il figlio in braccio… altro che palestra!
Andiamo a vedere la spiaggia di Falasarna (per raggiungerla bisogna evitare i cartelli che indicano la big beach che è una spiaggia lunga e aperta) dove è tutto assai diverso. Innanzitutto si arriva in spiaggia parcheggiando a pochi metri e non c’è vento. La spiaggia è costituita da varie calette. L’unica pecca è che ci sono un po’ di residence e lettini e ombrelloni che la rendono meno affascinante di come sarebbe naturalmente. L’acqua è bassa e abbastanza calda e ci sono numerose famiglie con bambini piccoli.
Falasarna
Mercoledì 28 settembre
La strada che da Kissamos porta ad Elafonissi è lunga 43 km (un’ora circa), per buona parte sinuosa e offre belle panoramiche montane. Gli ultimi 10 km sono più scorrevoli. L’arrivo al parcheggio della spiaggia è un po’ inquietante per la presenza di numerosi bus e auto (siamo in bassa stagione!?), ma l’avvistamento della spiaggia è esaltante.
Elafonissi
Certo hanno tentato di trasfigurare il paesaggio piazzando degli ignobili stabilimenti balneari, ma il luogo è comunque talmente bello da vincere anche questo tipo di attentato. Come a Balos, la marea ha danzato con le strisce di sabbia, creando una laguna interna con acqua bassa e sempre calda e colori sorprendenti. Riuscendo a escludere dal guardo ombrelloni e panzoni russi, l’ambientazione circostante è molto piacevole; vi è anche un lembo di terra, un piccolo habitat di dune ridotte preservato mediante cordoni off limits, oltre il quale, con apposito sentierino si arriva ad altra spiaggia più tranquilla.
La guida LP indica anche un’altra spiaggia nelle vicinanza altrettanto bella e meno turistica, Kedrodasos. Non ci sono indicazioni e quindi chiediamo a una ragazza del posto. Pare che sia raggiungibile a piedi in 20 minuti con un sentiero che parte dalla fine del parcheggio indicato con il cartello E4 oppure tramite un’altra strada in auto, ma percorribile solo in 4x4.
Ormai è tardi e non riusciamo a raggiungere la spiaggia. Sarebbe bello fermarsi per la notte in zona per riprovarci la mattina seguente, ma abbiamo lasciato i bagagli al nord e ci siamo fatti fregare dalla solita LP che diceva che non c’erano alloggi in zona e invece ci sono un paio di domatia con annessi ristoranti.
Ceniamo in un ristorante a Kissamos sul lungo mare Te Kellari (The cellar) http://www.kissamoshotels.com/Overview.aspx?id=26&lang=en. E’ pieno di turisti e infatti scopriamo poi che è indicato dalla LP. Nonostante la fama la taverna ha mantenuto il suo approccio tradizionale. Il gestore ci spiega che in questa parte dell’isola i turisti sono per lo più viaggiatori indipendenti, rispettosi della cultura e delle tradizioni locali, a differenza dei turisti che prendono d’assalto altre zone piene di resort (soprattutto intorno ad Iraklion) che in questo momento della stagione sono soprattutto russi, che amano il lusso e che pare abbiamo tutti due settimane di ferie proprio a cavallo tra settembre e ottobre.
Il cibo è buono. Assaggiamo anche la tipica zuppa di pesce del posto, la kakavia. Non è male ma il brodetto è meglio. Anche qui come in tutti gli altri ristoranti, a fine pasto ci offrono il raki (la grappa locale) e della frutta.
Giovedì 29 settembre
Partiamo verso est sfruttando la strada n. 90 (o New National Road, quella che ci siamo cuccati all’arrivo è la Old National Road), che è molto comoda. Ci sono quasi due corsie per senso di marcia.
La meta di oggi è Hora Sfakion. Il clima non promette bene, ma abbiamo capito presto che le condizioni climatiche possono cambiare da un versante all’altro. Lasciamo la 90 nei pressi di Vrisses e ci addentriamo in un clima da trentino autunnale. Del paesaggio montano fatto di gole e canyon non si vide picca e nenti, ma improvvisamente le nuvole si diradano e la strada che scende ripida al litorale è molto suggestiva, ma bisogna procedere con cautela e non farsi ipnotizzare dal paesaggio incontaminato.
Hora Sfakion
Hora Sfakion è un villaggio di pescatori, che si è adattato alle visite di pullman di turisti che vengono in giornata per prendere le barchette per la spiaggia di acqua dolce e per Loutro. Ci fermiamo alla spiaggia del paese, dopo aver mangiato da Three brothers. I gestori sono simpatici come una famiglia di vespe infilate nel casco mentre guidi in tangenziale, ma la terrazza ha una vista eccezionale sulla spiaggia.
Per la notte non ci sono moltissime opportunità, gli Studios stravrios, qualche domatia che affitta sul lungomare sopra i ristorantini e un unico hotel, lo Xenia http://www.xeniacrete.com/ a cui ci rivolgiamo per la posizione che più sul mare non si può. Ci offre una stanza vista mare a 35 euro. I bagni non sono il top della modernità, come dice la LP, ma la stanza è carina e la posizione è un bijoux.
Hotel Xenia
E’ una vera goduria bagnarsi nella spiaggia di ciottoli in un mare smeraldo con l’acqua misto dolce, mentre le ultime luci del giorno sfiocano dolcemente sui lettini sulla terrazza rocciosa dell’hotel.
La cena al Lefka Ori è deludente e lo tzatziki è cattivo. Sarebbe come mangiare spaghetti scotti in un ristorante a Napoli!
Venerdì 30 settembre
Con un po’ di dispiacere salutiamo la bella terrazzina sul mare, anche perché il gestore dello Xenia ci informa che a Plakias ci sarà vento forte almeno fino a domenica, anzi più precisamente ci dice che il vento inizierà dopo il distributore di benzina. Vero! Ci eravamo illusi di non trovare vento in questo periodo dell’anno, perché le guide ne parlano come vento estivo e proprio estate non è.
Ci fermiamo a Frangokastelo, dove si trova un castello ben conservato a ridosso della spiaggia, ma c’è solo il tempo per qualche scatto e poi il vento diventa insopportabile, soprattutto perché ti scaraventa addosso mitragliate di sabbia grattugiosa e grigia.
Frangokastelo
Proseguendo sugli stretti e ripidi tornanti si aprono vedute sul paesaggio montano che a tratti ricorda la maestosità di alcuni scenari del Sudafrica. Ridiscendendo verso il mare facciamo sosta con bagno nella spiaggia di Souda, che è la meno ventosa della zona. Anche qui sarebbe stato meglio non piantare gli ombrelloni, che fanno parte di due stabilimenti balneari, quello più a est interamente occupato da nudisti.
Souda
Il luogo meno ventoso in assoluto per fare il bagno si trova sulla strada che da Souda porta a Plakias, in una spiaggetta di ciottoli su una curva. Non è segnalata ma si vedono degli scalini in cemento che vi conducono.
Plakias è abbastanza turistica, con qualche ristorante e caffè sul lungomare. La spiaggia è grande e in bella posizione, ma il vento è insopportabile.
Il nostro studio si trova fuori paese sulla strada che porta a Lefkogia. La struttura dei Labirinth studios http://www.labyrinth-studios.gr/ è molto discreta e carina. La stanza è pulita e il prezzo basso (80 euro per 3 notti). Il gestore è molto gentile, ci fa trovare in camera una bottiglietta di raki (che a quanto pare va via come il pane da queste parti) e l’ultimo giorno anche del pane e un patè d’olive fatto in casa.
Sul davanti c’è una bella piscina e il retro si affaccia sulla campagna, con begli uliveti e le montagne poco distanti. Sembra di essere in agriturismo e ci viene voglia di mangiare “di terra”, quindi a cena ci proviamo alla taverna Sofia sul lungomare, che propone piatti tipici cretesi. Il risultato è deludente: il vino sembra marsala e la carne di agnello forse è lesso di manzo. Capiamo che il locale è pieno solo perché il gestore ci sa fare come PR e a volte questa prerogativa attira più del buon cibo. Noi avremmo preferito un muto ai tavoli e un vero cuoco in cucina. Però 2 cene scarse di fila in Grecia no eh?! Cioè nello Utah si può tollerare ma qui no!
Sabato 1 ottobre 2011
Raggiungiamo il Monastero Moni Preveli a 14 km da Plakias, ma decidiamo di non visitare l’interno per lo sbattimento del vestirsi in lungo e il divieto di scattare le foto.
Moni Preveli
Poco distante dal monastero c’è la spiaggia di Limni Preveli, detta anche palm beach per via di una foresta di palme cresciute sulle rive del fiume, che arriva fino alla spiaggia, facendosi strada nella gola. Il parcheggio è a pagamento (1 euro le moto e 2 le auto) e apre alle 10.00. Arriviamo alle 10.20 e non c’è nessun addetto. Parcheggiamo free. All’uscita il tipo del parcheggio è arrivato ma non ci chiede nulla. Bene.
La discesa alla spiaggia richiede un po’ di impegno (circa 15 minuti su scalini rocciosi), ma la fatica è ampiamente ricompensata dalla particolarità del luogo.
Limni Preveli
Non c’è il supervento di Plakias ( a proposito c’è un antico detto cretese che dice “quando il vento si Plakias si Souda; deve averlo inventato un vero cretino!). Purtroppo pioviggina ed il sole è coperto dall’unica nuvola nera che ha avuto il coraggio di mettere la testa fuori dalle montagne. Sulla spiaggia c’è un bar, ma fa frescolino e preferiamo andiamo a mangiare in un posto che più si confa al clima.
A Spili, un paesino di montagna con diversi negozietti di artigianato, all’interno sulla strada per Agios Pavlos pranziamo alla taverna Yannis, dove troviamo la calda ospitalità greca e soprattutto la giusta relazione tra la qualità dei piatti e il conto finale (coniglio con patate e restina 16 euro + raki al mirto free).
La strada per Agios Pavlos si fa sempre più bella ad ogni curva.
Agios Pavlos
La spiaggia di Agios Pavlos si trova in un’insenatura incantevole; saliamo gli scalini sul lato ovest e, superato il promontorio, ammiriamo belle vedute di altre insenature sabbiose che hanno la particolarità di sembrare tappeti grigi srotolati dalla parete rocciosa. Da qui si vedono le tre pietre che caratterizzano la zona di Triopetra.
Agios Pavlos
Domenica 2 ottobre
Giornata all’insegna del “se sei un pippacarotole cerchi invano di fuggire le nuvole”. Infatti tentiamo prima con Souda, poi con Amoudi (spiaggia riservata, carina con clima favorevole), infine con Rodakino (spiaggia di sabbia marrone piuttosto aperta e non molto bella), dove per qualche minuto ci inteporiamo al sole. La cosa fastidiosa è che come ti svacchi in un posto questo misteriosamente si abbruttisce e quello da cui sei fuggito 10 minuti prima sembra mutare le condizioni positivamente. Avrà a che fare con Murphy o Filini questo fatto?
Con le pive nel sacco decidiamo di andare a ritirare il premio di consoalzione, un bel pranzo della domenica con la gente del posto (e tanti turisti) alla Taverna Plateia di Mirthos. Qui il cibo ed il servizio sono più curati che negli altri posti visitati e la vista dalla terrazza è splendida. Mangiamo moussaka e bekri mezes (una specie di stufato di maiale con verdure) molto buoni. Dopo pranzo, quando siamo ormai rassegnati ad andare in stanza a vedere la finale degli europei di volley femminili, ricompare il sole obbligando al lucertolaggio in piena fase digestiva (eh ma allora ditelo…) e poi è meglio così: chi avrebbe potuto tollerare di vedere una finale con una squadra di antisportivi e l’altra allenata da un italiano??
Damnoni
Ci godiamo il tramonto a Damnoni, a poco più di un km dagli studios, una spiaggia bella e frequentata, oltre la quale si trova la one-rock beach, più riparata, occupata da nudisti.
Lunedì 3 ottobre 2011
Come spesso accade l’ultimo giorno è quello con il sole più splendente. In cielo non c’è una nuvola e verrebbe voglia di fermarsi in zona ancora qualche giorno. Partiamo con l’idea di visitare Rethimno; entriamo nel traffico e seguiamo l’indicazione Old Town, ma non ci arriveremo mai e, dopo aver osservato sghignazzando un paio di galli cedroni del quartiere ce ne andiamo, sperando che Chania abbia di meglio da offrire. Effettivamente la città è interessante e, a parte qualche esagerazione turistica, si respira una bella atmosfera.
Chania
Pranziamo al Portes, strana commistione tra la tipicità cretese e la gestione irlandese. I tavolini si trovano in un vicolo molto intimo e mangiamo decisamente bene (anche i fiori di zucca ripieni).
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