VENERDÌ
22 DICEMBRE 2023
Il volo easy jet per Malaga parte da Malpensa T2 alle sette del mattino quindi
decidiamo di dormire al Moxy (5 minuti a piedi dalle partenze) per evitare
viaggi notturni in direzione aeroporto.
SABATO
23 DICEMBRE 2023
In Andalusia ogni occasione è buona per fare festa, figuriamoci il periodo
natalizio. Ritiriamo l’auto che abbiamo prenotato per otto giorni inclusa assicurazione completa (171.44 euro)
da Cargest e ci fiondiamo subito in strada verso Setenil de las Bodegas. Il paese è abbastanza
bello, ma la sua particolarità riguarda la posizione e le case (soprattutto
taverne e ristoranti) ricavate nella roccia. La visita è piuttosto veloce,
anche perché i locali sono ancora chiusi e non c’è alcuna possibilità di
fermarsi a pranzo così presto (12.30), nonostante ci sia gente che si è
svegliata alle 4.30.
Ci spostiamo così a Ronda (sempre in fermento). Con una
botta di culo spaventosa troviamo parcheggio a circa un chilometro dal centro
(tra carretera Andalusia e carretera Espinel) e, come prima cosa, andiamo a mangiare un po’ di tapas originali, economiche e buonissime da El Lechuguita, una vera istituzione, dove la coda di avventori in attesa è una costante.
Rinvigoriti andiamo a depositare i bagagli (si fa per dire) al hotel Colon (61 euro la doppia con colazione), un albergo vecchio stile, ma rimodernato, in ottima posizione (con possibilità di parcheggio) e ripartiamo immediatamente per la visita della cittadina che
svela un fascino coinvolgente: innanzitutto l’abitato si sviluppa scavallando
El Tajo con il ponte nuovo alto circa 100 metri sulla gola, con una rupe a
strapiombo che funge da fortificazione naturale. Il nostro giro principia nei
giardini adiacenti alla Plaza de Toros, che si affacciano, come un terrazzo,
sulle verticalità del dislivello, con paesaggi circostanti assai suggestivi.
Passato il ponte nuovo ci si ritrova nella città vecchia ed è meraviglioso
lasciarsi guidare dall’istinto nelle stradine intricate, alzando lo sguardo sui
palazzi eleganti e la cattedrale dalla splendida torre. Da qui in poi è tutto
un saliscendi di vicoli e scalinate lungo le mura (questa volta artificiali) su
cui è possibile salire per godere ancor di più dell’incantevole connubio tra
ambientazione e opera umana. Nonostante l’abbondante afflusso turistico e la
propensione della gente del posto a godersi i propri spazi all’aperto, in
particolar modo nella via principale del Mercadillo e nelle piazze vivacissime
della città “moderna”, si riescono sempre a trovare angoli di pacificata
serenità e ci si inebria a pieno dell’armonioso abbraccio di Ronda, una
località unica! Ci sono molti locali interessanti per tapear, ma chiudono quasi tutti tra le 16.30 e le 20.30. Ceniamo quindi in uno dei pochissimi locali aperti prima delle 20.30, Toro Tapas, ovviamente assaggiando la proverbiale coda di toro (e
le guancine al vino rosso), non male ma non memorabile.
DOMENICA
24 DICEMBRE 2023
Dopo una sostanziosa colazione tipicamente andalusa (tostada con pomodoro e patè vari e per gli schizinosi burro e marmellata) servita al bar del hotel
Colon, partiamo alla volta di Siviglia. La strada che
congiunge Ronda e Siviglia si srotola in paesaggi sempre nuovi e sorprendenti:
si passa dalle valli profonde con creste rocciose, a colline placide di
svariati colori, forme e altezze, dalle spianate verdeggianti alle boschive
montane; insomma, in due ore di tragitto sembra di attraversare un territorio
che mixa un poco di Sudafrica con l’entroterra della Sardegna, l’Umbria più
incontaminata con le crete senesi, un po’ di Sicilia con un tocco di Marocco;
verrebbe proprio voglia di mettere il pilota automatico e godersi lo spettacolo
della natura. L’arrivo a Siviglia non è così traumatico come ricordassimo o
come pensavamo, anche se le feste natalizie, comprensibilmente, avrebbero
potuto farci immaginare (o quantomeno sperare) un’agilità di movimento
maggiore, rispetto alle normali giornate lavorative. Riusciamo addirittura a
trovare un parcheggio libero in calle Torneo (per i meno fortunati sono comodi i parcheggi APK2 che si trovano in diverse zone della città) non distante dall’albergo Eurostars Regina dove
abbiamo prenotato una bella stanza (direttamente dal sito dell'hotel) per due notti a 115 euro,
compresa la colazione.
La posizione è molto comoda a circa 25 minuti a piedi dalla cattedrale e a 600 metri da Alameda de Hercules con numerosi ristoranti dove cenare e dove gustiamo le
tapas dell’ottimo Mahareta. Ci lanciamo alla scoperta della città che abbiamo
conosciuto superficialmente nella nostra precedente visita. “È la vostra prima
volta a Siviglia?” “No, è la seconda, ma non ci ricordiamo quasi più nulla: è
passato talmente tanto tempo… Siamo stati qui quando c’era ancora la
dominazione araba… A scuola, tra le materie, non c’era ancora storia… Molti
monumenti non erano ancora stati costruiti… vabbè”.
In passato avevamo apprezzato molto la zona adiacente alla splendida e
mastodontica cattedrale e visitato in maniera approfondita l’Alcazar (o Reales
Alcazares), oggi guizziamo subito in Calle de Sierpes, in
cui basta alzare lo sguardo per apprezzare la pregevole fattura dei palazzi, ma
la meta della nostra gita (che sogniamo da tempo) non ci consente esitazioni,
perciò anche quando ci troviamo di fronte allo splendore della cattedrale,
tiriamo dritto con passo fugace e quasi snob, un lieve rallentamento al Palacio
de Santelmo, per poi inoltrarci nel meraviglioso Parco di Maria Luisa, un
armonioso ed armonico incrocio tra giardino di variegato stile ed orto
botanico, fino alla sensazionale ed unica Piazza di Spagna, dove le architetture
giocano con le decorazioni in marmo ed azulejos, con porticati e torri che
sfavillano un semicerchio di poesia, con ponti a scavalcare corsi d’acqua
immaginifici ma reali e la descrizione visiva di tutte le province del Paese,
che ci si passa un intero pomeriggio tra intensa osservazione e rilassata
esposizione ai raggi solari di un dicembre che regala tepore e benessere. Dopo
aver consumato le lenti e sviscerato qualsiasi possibilità fotografica, che
neanche Oliviero Toscani, ci spostiamo nella meno nota (e meno clamorosa) Plaza
de America che comunque incanta per la bellezza dei giardini e l’eleganza dei
padiglioni che oggi sono dedicati al museo delle arti e dei costumi popolari ed
al museo archeologico. Sulla via del ritorno verso “casa”, che per un bel
tratto scegliamo di far coincidere con l’argine del fiume Guadalquivir,
incontriamo la fotogenica Torre del Oro e camminando fino al ponte Isabella
seconda possiamo ammirare, sulla sponda opposta, il quartiere di Triana che
specchia i suoi primi colorati edifici nelle bionde acque del Rio.
LUNEDÌ
25 DICEMBRE 2023
Un’altra bellissima giornata alla scoperta dell’intrigante Sevilla, con una
prima tappa a Plaza de la Encarnacion dove, ne 2011, è stata inaugurata la
particolarissima installazione stabile che prende il nome di Metropol Parasol. Poi
la cattedrale, aperta per la messa e quindi in parte visitabile, a seguire un
patio nascosto denominato El Tondo (molto originale). I giardini pubblici
dietro l’Alcazar si prestano benissimo ad una sosta rigenerante, per poi
rimettersi in cammino nei vicoli del quartiere di Santa Cruz (veramente
affascinante) e risbucare sui viali ariosi. Un giro completo della ex fabbrica
del tabacco, ora sede dell’Università di Siviglia, che corrisponde ad una mezza
maratona, essendo il secondo edificio più grande di tutta la Spagna, e ci si
ritrova ancora dalle parti di Plaza d’España, per cui sembra quasi una bestemmia non fare
un’altra passeggiata, analizzando accuratamente i pannelli delle province da
Albacete a Zaragoza… Uscendo dal parco attraversiamo il fiume e percorriamo la
riva opposta nel bel quartiere di Triana, dove si trova il duecentesco mercato
del Castillo. Dal ponte Isabel II rientriamo “dalle nostre parti”; sì, è un po’
così, perché questa città così grande eppur così ospitale, con tutte le sue
evidenze prodigiose, ma anche con i suoi angolini discreti e pacificanti, con
tutti i suoi parchi ben tenuti ed ossigenanti e le sue aree vivibili
all’aperto, i ristoranti raffinati, i tapas bar, le bancarelle ed il cibo da
strada, ha la non comune capacità di farti sentire subito a casa. Considerarla
per una toccata e fuga ad Alcazar e cattedrale era stato un errore madornale.
MARTEDÌ
26 DICEMBRE 2023
La strada di percorrenza tra Siviglia e Cordoba non è particolarmente
interessante, quindi non ci si deconcentra dalla guida per dedicarsi al
paesaggio attorno. In breve raggiungiamo Ecija dove parcheggiamo agevolmente a
pochi passi dal centro storico. Ci rechiamo all’ufficio del turismo, situato in
un bellissimo palazzo e ci facciamo dare una mappa dell’abitato, anche se, in
realtà, non è necessario perché si gira liberamente senza mai perdere il
contatto con il fulcro, rappresentato (manco a dirlo) dalla Plaza d’España. Da
vedere ci sono alcune chiese, qualche piazzetta ed il palazzo del Peñaflor, ma tutto
sommato non è che questa cittadina ci rimarrà scolpita nella memoria e proprio
per questo motivo scriviamo queste righe.
Arriviamo a Cordoba nel primo
pomeriggio, parcheggiamo liberamente in prossimità dell’albergo 4 stelle Exe Ciudad de
Cordoba, dove abbiamo prenotato, tramite il sito dell'hotel, una stanza con colazione per 63 euro. Essendo situato in posizione un po' periferica, a meno di due chilometri dal ponte romano, si trova agevolmente parcheggio e non si rischia di imbottigliarsi nelle stradine del centro storico. Ci mettiamo le gambe in
spalla e via. Arrivati al ponte di San Rafael attraversiamo il fiume per
trovarci dalla parte giusta, dove si trova l’Alcazar che è molto bello, ma
anche molto ambito e, non avendo voglia di passare un’ora in coda per fare il
biglietto ed entrare, decidiamo di continuare nella visita della città: ci
colpisce molto, naturalmente, la Mezquita, con il suo sovrapporsi di stili
architettonici e culture, il ponte romano e la Torre de la Calahorra e l’intero
quartiere ebraico, con il suo dedalo di viuzze, forse un po’ troppo affollate
dai turisti. Seguiamo poi un itinerario che ci permette di vedere alcune
attrazioni tra cui il museo archeologico, la piazza del las Tendillas, il
Cristo de los Faroles, la piazza dei Cappuccini e quella della Corredera, ed il
museo di belle arti in piazza Potro, ma ad essere sinceri la parte più
sorprendente della città, a cui deve la sua fama, è proprio quella intorno alla
Mezquita. Nel quartiere in cui è situato il nostro albergo non c’è un vasto
panorama gastronomico per cui ci rivolgiamo al hotel Oasis, dall'altra parte della strada, in cui si trova un
ristorante molto gettonato per cerimonie e ricevimenti, ma che sembra anche
assai apprezzato nelle situazioni più convenzionali; in effetti ci troviamo
benone con un menù del giorno a 15 euro bevande incluse, a base di pesce (zuppa
de mariscos e merluzzo al cava/bacalao con verdure) più dolce. Ottimo rapporto
qualità prezzo.
MERCOLEDÌ
27 DICEMBRE 2023
Uscire da Cordoba non comporta alcuna difficoltà quindi in pochissimo tempo
imbocchiamo la strada che ci condurrà alla meta di oggi: Baeza. Ma prima di
giungervi facciamo una sosta nel bellissimo paesino di Baños del
la Encina che ha mantenuto integro il casco antiguo e ben conservato anche il
castello che si visita pagando un biglietto di 3 euro a persona.
Pranziamo nella taverna proprio sotto alla fortezza, ma non possiamo tessere elogi particolari… meglio sarebbe stato tenersi l’appetito per una ventina di chilometri ed approfittare dei mille mila ristoranti e/o tapas bar di Ubeda che, come Baños del la Encina, si trova in splendida posizione, infatti anche dai suoi mirador si possono godere vasti e fiabeschi paesaggi. Il nucleo di Ubeda si adagia in altura difeso dalle antiche mura ed è molto gradevole lasciarsi guidare dal proprio senso dell’orientamento, tra le belle vie, alzare lo sguardo verso palazzi e torri campanarie e farsi incantare da piazzette nascoste e dalle altre più ariose e pretenziose, per poi scoprire il fascino delle architetture religiose (soprattutto gotiche). Come highlights da segnalare sicuramente la piazza Vazquez de Molina con l’omonimo elegantissimo palazzo, la chiesa di Santa Maria de los Reales Alcazares e la stupenda Capilla del Salvador. Bella anche la piazza primo maggio ed il rinascimentale palazzo dove oggi ha sede il municipio, e la torre dell’orologio.
Il centro storico di Baeza è più piccolo di quello di Ubeda (ha circa la metà degli abitanti) e, forse proprio per questo motivo, risulta essere ancor più omogeneo ed armonico. È una vera goduria passeggiare nei vicoli ed osservare come la pietra la faccia da padrona sui muri degli edifici e, laddove siano stati applicati gli intonaci, il lavoro è stato fatto a regola d’arte amalgamando perfettamente lo stile dell’insieme; molto importante è la manutenzione affinché il risultato sia sempre ordinato ed equilibrato.
Avendo prenotato con booking una stanza nel centralissimo THR Ciudad de Baeza (altro 4 stelle a prezzo stracciato, 53 euro con la colazione inclusa) non abbiamo alcuna difficoltà ad orientarci immediatamente, imboccando il Paseo de la Constitucion ci ritroviamo subito affascinati dalla piazza dei leoni dove troneggia l’omonima fontana e s’affaccia il bel palazzo dell’Antigua Carniceria; qui si trovano anche la Puerta de Jaen e l’arco di Villalar. Pur avendo solo sedicimila abitanti Baeza è sede di un’antica università, dove insegnò anche il poeta Antonio Machado, che attira un discreto numero di studenti e ciò probabilmente contribuisce all’atmosfera effervescente che vi si respira. Altre chicche sono rappresentate dalla piazza di Santa Croce, dove fa mostra di sé l’originalissimo palazzo de Jabalquinto e la chiesa di Santa Cruz, e dalla piazza di Santa Maria dove campeggia la nobile cattedrale con la Puerta de la Luna.
GIOVEDÌ
28 DICEMBRE 2023
Da Baeza prendiamo la strada per Guadix e ci accorgiamo del fatto che non
esista più un metro quadrato di colline libero da ulivi, non per niente la Spagna
è diventata la più grande produttrice; proseguendo, però, il paesaggio si fa
sempre più articolato ed arido, fino a diventare un vero e proprio deserto,
quello, appunto, de Tabernas, dove sono stati girati molti film, tra cui i
western di Sergio Leone. Vi sono alcuni parchi tematici con la possibilità di
visitare il set originale; noi non siamo particolarmente interessati, perciò
preferiamo parcheggiare l’auto vicino ad uno di questi (Oasis mini Hollywood) e
prendere un sentiero che attraversa questa suggestiva ambientazione simil
canyon omanita.
La camminata ci risveglia lo stomaco perciò decidiamo di fermarci a Tabernas al ristorante El Apache; il posto non è il massimo ma scopriamo che nella provincia di Almeria la prima tapa che si ordina con il bere viene offerta dalla casa: W Almeria! Un’altra bella lezione da imparare per i nostri gestori di bar erogatori d’apericena della minchia… Per non parlare del Boracay Garrucha di Mojacar, uno splendido locale sulla spiaggia, dove facciamo cena e merenda a base di tapas eccezionali e vino bianco, rigorosamente verdejo, spendendo nell'ordine la scandalosa ci fra di 6.40 e 13.90 euro. Per la notte scegliamo il H Arena Mojacar, incredibilmente sotto le 3 stelle, ma molto piacevole (45 euro senza colazione).
VENERDÌ
28 DICEMBRE 2023
Entriamo nel parco naturale di Cabo de Gata che si propone subito in maniera
piuttosto insolita per un parco naturale: con un polo industriale gigantesco ed
orribile ed un paio di palazzoni che non si capisce bene se stiano per essere
terminati o abbattuti (speriamo la seconda). Comunque poi la situazione
migliora nettamente e ci ritroviamo catapultati in un ambiente davvero
preservato, ci sono diversi point of view per ammirare il paesaggio costiero e numerosi sentieri per camminate e biciclettate. Le spiagge sono tante e molto suggestive ed è un vero peccato che la giornata sia un po' grigia. Qualche temerario fa comunque il bagno.
Ci fermiamo in un parcheggio, in questa stagione libero, in estate a pagamento,
dove lasciamo l’auto e con una bella passeggiata in discesa raggiungiamo la
scenografica spiaggia dei morti (Playa de los Muertos) sul cui lato destro si
può ammirare il mastodontico guardiano di roccia che tenta di mantenere integra
la purezza del luogo; bisogna, però, dire che la maleducazione degli uomini ha
avuto la meglio.
Proseguendo si incontra Agua Amarga con una sfavillante scogliera bianca in cui sono state ricavate alcune grotte.
Poco oltre facciamo una tappa ristoratrice nel piccolo paese di Isleta del Morro che oltre alla taverna ha una bella spiaggia con diverse possibilità di riposo e di osservazione.
Ancora più avanti, dopo una deviazione ed un paio di chilometri di sterrato, si trova l’incantevole Playa Monsul con le sue rocce levigate dal vento, la maestosa duna e le camminate dei dintorni, completamente immerse in uno scenario naturale molto rasserenante.
Tutto il contrario della città di Almeria
in cui le poche cose belle sono state inglobate da un marasma di bruttezza
estetica che neanche a mettersi d’impegno… “maddai, almeno il centro ha il suo
perché!?!” “Sì, il perché son venuto qui che mi domando…” Peccato aver
prenotato una stanza al Hotel Nuevo Torreluz (bello e in pieno centro), altrimenti si poteva sgommare
velocemente e non farsi più vedere… Anche tentare di accaparrarsi qualcosa da
mangiare è un’impresa titanica perché i locali atti alla ristorazione sono
tantissimi, ma sono presi d’assalto a qualsiasi ora dalla gente del posto che
evidentemente trascorre tutta la giornata ad ingozzarsi.
SABATO
30 DICEMBRE 2023
L’autostrada che va da Almeria a Malaga sarebbe l’equivalente della
Genova-Ventimiglia con la piccolissima differenza che qui si vedono paesaggi
stupendi all’interno, quasi incontaminato, il fondo stradale è perfetto, il
traffico scorrevolissimo (in alcuni tratti sembra quasi che non ci sia nessuno)
e non si paga un centesimo, eppure ponti e gallerie sono stati fatti anche qui…
Dopo aver visitato Almeria vedere Malaga è come arrivare a Venezia dopo essere
stati nella Bosnia post conflitto: pur non essendo la più bella città
dell’Andalusia ogni cosa, ogni casa, ogni portone, ogni altro ammennicolo
urbanistico ci sembra pulito, ordinato e ben collocato. Parcheggiamo nei pressi
del Centre Pompidou al Parking Principal Muelle Uno (a pagamento, circa 2 euro
all’ora) perché trovare posti liberi è assolutamente impossibile ed anche a
pagamento si fa una certa fatica. Come prima tappa scegliamo la Taberna del
Pintxo Larios che offre una vasta gamma di specialità basche fredde e pronte da
consumare e cucinate, quindi calde, tutto sotto forma di monoporzioni
classificate da tipi diversi di stuzzicadenti, spiedini, bandierine di legno e
coppette che ne determinano il conto finale in funzione del numero accumulato e
del prezzo differenziato. Sicuramente di ottima qualità ed il ricordo
gastronomico migliore di questo viaggio insieme al Boracay.
Il centro città è molto vivace e frequentato, soprattutto la zona intorno alla
cattedrale, all’Alcazaba ed al castello, tutti di pregevole fattura ed impatto visivo,
ma anche la Alameda Principal, che regala all’osservatore attento qualche bel
murale e piacevoli passeggiate, ed il lungomare/porto dove, perdendo per un
attimo il senso dello spazio, parrebbe d’essere a Napoli, vicino a Castel
dell’Ovo, per numero di persone cui picchiar contro.
Ci spostiamo a Fuengirola (a circa 30 chilometri da Malaga) dove abbiamo prenotato una
stanza, per l’ultima notte di questo bel girovagare, all’albergo Reyesol (un
discreto 3 stelle un po’ troppo rumoroso, ma con parcheggio gratuito).
In questi dieci giorni abbiamo percorso molta strada, sia in auto sia a piedi,
abbiamo potuto riapprezzare cose già viste in passato e scoprirne di nuove,
entusiasmanti, anche in luoghi dove eravamo stati ed in altri raggiunti per la
prima volta, abbiamo irrorato il cuore di ricordi bellissimi e consolidato
l’opinione che anche lontano dalle proprie origini sia molto facile conoscere
meglio sé stessi attraverso l’altro, che il mondo dovrebbe essere un grande
spazio aperto a tutti e che, perciò, siano stramaledetti quelli che ci
vorrebbero infangati per tutta la vita nello stesso posto.
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