Mestamente, quindi, risaliamo in macchina per andare a visitare i
paesini bianchi dell’interno, ad iniziare da Kardiani, proseguendo con Ysternia
e finendo con Pyrgos; sono tutti molto suggestivi, ma il più completo, nella
sua intricata ramificazione di vicoli stretti che si aprono su chiese,
monumenti e palazzi, ornati con fregi di marmo, è proprio quest’ultimo.
Ysternia
Ysternia
Pyrgos
Pyrgos
Pyrgos
Pyrgos
Pyrgos
Lasciandoci
guidare da uno degli istinti più primordiali dell’uomo: la fame, sbuchiamo sul
mare nella splendida baia di Panormos, dove l’omonimo villaggio si sviluppa a
semicerchio, guardando il mare e dando vita ad un’ambientazione assai poetica.
E vere strofe di poesia sono i sapori sprigionati dalla cucina tradizionale, ma
rielaborata in chiave modernista, con alcuni tocchi adeguatamente innovativi,
del ristorante To Limanaki, di cui apprezziamo, oltre ad un ottimo calamaro
alla griglia, l’insalata del pescatore che prevede un sorprendente mix di
fagiolini con l’occhio, polipo, alici marinate e peperoni. Mangiamo talmente bene che torneremo qualche giorno dopo per un bis. Ritornando verso sud
facciamo tappa alla spiaggia di Kalivia.
Panormos
Kalivia
E’ giunto un certo caldo per cui la
voglia di tuffarsi è quasi incontenibile, ci pensa però il mare, nella sua
insondabile saggezza a respingere tutto questo entusiasmo, infatti nell’acqua
bassa si agitano migliaia, o addirittura milioni, di strane creaturine che, a
prima vista, sembrano solamente impurità, tipo sporcizia oleosa intorbidente,
ma il deposito sul bagnasciuga ci mostra una visione mai riscontrata prima
(sorpresa di scoperta, più o meno simile a quella volta in cui trovammo la
battigia sporcata di rosso sangue dall’inseminazione del corallo su una
spiaggia ben più esotica di questa): una moltitudine di piccoli organismi, simili
a vesciche mal scoppiate che, dopo attenta analisi, definiamo meduse dell’uva,
che non producono reazioni urticanti (o così si spera), ma che fanno, comunque,
abbastanza schifo. Ci rifugiamo sulla più salubre Kionia, o meglio, in una
delle sue calette adiacenti, dove, finalmente, ci si può concedere un bagno
rinfrescante, forse fin troppo: l’acqua in questi giorni non ha proprio la
temperatura del mar delle Andamane, infatti alcuni pesci vengono pescati già
surgelati, ad avvalorare la teoria di esperti gourmet dell’ultim’ora che
trovano le sardine del ristorante precedentemente citato, non proprio
freschissime, perché un po’ secche… mah, erano alla griglia, vedi un po’ te…
Dedichiamo parte della serata all’approfondita visita della Chora di Tinos che ha
ancora da regalarci scorci ed anfratti di notevole interesse. Molto vivace è la
zona degli aperitivi, dove si trovano parecchi ristorantini e take away con
un’ottima varietà di gyro pita e souvlaki a prezzi concorrenziali. C’è anche
l’arrivo, con premiazione, di una corsa podistica e chiusura del traffico
motorizzato, con conseguenti festeggiamenti e fuochi d’artificio a profusion.
Kionia
DOMENICA 05 GIUGNO 2022
Al contrario di quanto
accade spesso sulle isole e nei posti di mare, in cui di domenica c’è in giro
una valanga di persone ed i posti (in special modo le spiagge) sono pieni di
gente, oggi c’è più tranquillo che mai e facciamo le nostre escursioni in
grande scioltezza cominciando dalla spiaggia di Agios Sostis che non ha niente
da dire; un poco più accattivante è l’attigua Agios Livatou, ma anche qui
tiriamo dritto (a piedi) sino all’ancor più anonima Agios Ioannis.
Agios Sostis
Agios Livatou Agios Ioannis La baia
sarebbe anche bella, ma il colore della sabbia rende il luogo abbastanza triste
ed inospitale. Molto più particolare è Pachia Ammos che si raggiunge prendendo
la svolta per il country club; sembrerebbe un vialetto privato, a prima vista,
ma in realtà si può entrare tranquillamente e parcheggiare nei pressi della
struttura. Con un bel sentiero costeggiato da oleandri si scende al mare. Sul
lato sinistro della spiaggetta si è formata una duna abbastanza alta, a forza
di sparare ventate da quella parte. Anche le onde sono abbastanza minacciose,
ma in generale è un luogo affascinante, impossibile fermarsi per più di due
minuti, ma comunque affascinante…
Pachia Ammos
Pachia Ammos
Verso l’ora di pranzo ci troviamo nel bel paesino
di Arnados che, grazie all’autofinanziamento della gente del posto (eh seeeee,
aspetta te i contributi delle belle arti e dei beni culturali: ce poi morì de
vecchiaia) viene gradualmente restaurato e riportato ad una dignità storica di
sicuro impatto visivo. Non vi sono taverne, per cui ci appostiamo nella
piazzetta della chiesa, dove un simpaticone ha messo giù un po’ di tavolini e
qualche sedia e, dall’interno del suo baretto/negozio, fa uscire rinfreschi e
pietanze improvvisate per gli astanti: un po’ flippoville, ma va bene così.
Da
qui risaliamo in auto per recarci a visitare uno dei paesi più belli di Tinos,
cioè Volax, dove si dice che sia precipitato un meteorite; il paesaggio è
infatti caratterizzato da enormi massi, in ogni caso molto suggestivo.
La
speranza di trovare una bella spiaggia dove trascorrere qualche ora in totale
relax viene ampiamente soddisfatta da Mikri Ammos che si trova proprio dietro
alla più spregiudicata Kolimbithra, dall’approccio new hippie – chillout a
tutto spiano. Mikri Ammos ha un fondo di sassolini comodi alla seduta (o
sdraiata) ed assai utili in caso di attacco ventoso, perché rimangono al suolo,
a differenza della sabbia che scartavetra ogni cosa e si insinua in qualsiasi
orifizio immaginabile. L’acqua del mare è trasparente e dalla temperatura
ideale anche per bagni lunghi. E' sicuramente la spiaggia più bella dell'isola.
Mikri Ammos
LUNEDI’ 06 GIUGNO 2022
Giornata senza vento!!! Roba
da sbattersi in spiaggia a prendere un sacco di sole e a fare bagni in
continuazione per contrastare i 35 gradi (non esistono mezze misure)… ci proviamo con paralia Isternion nei pressi dell’omonimo
ormos Isternion, il villaggio a mare dell’alta Ysternia. E' una spiaggia carina, anche se la sabbia è troppo scura e ad un certo orario diventa
incandescente; ci sono anche alcuni alberi sotto i quali trovare un po’ d’ombra
rinfrancante. L’acqua è molto pulita e di una freschezza invitante.
Ormos Paralia Isternion
Paralia Isternion
Ci
trasferiamo nell’incantevole baia di Panormos, dove sappiamo trovare le spiagge
di Stafida (la più abbordabile, ma anche la meno accattivante), da qui si
prende una sterrata di circa un kilometro che conduce ad agia Thalassa, ma se
si ha voglia di continuare a piedi, si può prendere un sentierino che
oltrepassa la chiesetta ed il promontorio, giungendo in 10 minuti alla più interessante
della zona: Kavalourko, inserita in un contesto naturale di tutto rispetto,
anche se il fondo che è sempre un po' troppo grezzo.
Stafida
Agia Thalassa
Kavalourko
Dalla parte opposta del paese, cioè
dopo il porticciolo si trova la spiaggia un po’ hippie di Rochari.
Rochari
Rispetto ai
piccoli paesi visitati nei giorni scorsi (tutti con spiccate peculiarità
stimolanti la scoperta) Komi è leggermente sotto tono, quindi lo esploriamo in
poco meno di mezz’ora e ce ne torniamo sulla costa sud a fare un bel bagno
tonificante a Kionia. Ceniamo da Mikalis che ha il suo punto di forza nella
ragazza simpaticissima che, con rituali studiati a tavolino ed una spontanea naturalezza,
ci fa sentire ospiti ben accetti e coccolati come nel più caldo dei focolari
domestici.
MARTEDI’ 07 GIUGNO 2022
Abbiamo prolungato il
soggiorno al Virginia rooms ed il noleggio dell’auto da Jason per un giorno, quindi
dobbiamo ottimizzare la causa ad un effetto a dir poco soddisfacente: l’ultimo
giorno a Tinos dovrà essere memorabile! Purtroppo l’insidioso vento ci mette
subito i bastoni tra le ruote nella realizzazione del nostro proposito, ma non
ci possiamo lasciar demoralizzare, quindi puntiamo verso Steni da cui
imbocchiamo una strada piuttosto brutta di 2,5 kilometri che conduce a Santa
Margarita che non sarebbe comunque una bellissima spiaggia, ma ci si potrebbe
trascorrere più tempo se non ti arrivassero, ogni tre per due, delle frustate
di spilli roventi su tutto il corpo.
Santa Margarita
Risaliamo usando l’altra strada che è un
po’ più sicura e scorrevole e ci dirigiamo nella zona di Kolimbithra dove si
trovano anche altre spiagge tra cui la scenica paralia Agapiani, ma la migliore
della zona è sempre Mikri Ammos perché più riparata ed accogliente.
Paralia Agapiani
Pranziamo
al ristorante Victoria che ha una splendida visuale della baia. Nel pomeriggio
visitiamo il paesino di Skalados, sonnecchioso e di scarso interesse e, a
seguire, Tripotamos che ha sicuramente qualcosa in più da raccontare.
Skalados
Tripotamos
Tripotamos
Prima di
restituire l’auto all’ufficio di Jason ci tocca l’ardua sentenza, nonostante la
scelta del benzinaio più economico della zona: 50 euro per mezzo serbatoio di
una fottuta Micra, eh, per forza, a 2.450 al litro che ce poi fa?!?
Per salutare come si deve la Chora di Tinos, che tanto ci è piaciuta, ci
addentriamo nei suoi vicoli intricati e scattiamo qualche foto ricordo.
Ceniamo per la seconda volta al ristorante Ethrio, che propone piatti gustosi e porzioni enormi, tra cui spicca il polipo con le cipolline, a prezzi bassi.
MERCOLEDI’ 08 GIUGNO 2022
Paghiamo il conto di
Virginia rooms e i simpatici gestori ci accompagnano al porto. Il traghetto è
puntualissimo (il biglietto costa 16 euro) e in circa due ore ci sbarca nel bel porto di Andros.
Abbiamo prenotato una notte (inizialmente non prevista) al vecchio Andros Holiday Hotel che
un tempo era una struttura di discreto lusso, ma oggi è un po’ decadente, anche
se la piscina è molto bella e vi è persino una spiaggetta con lettini a
portata di piede. Il prezzo è stracciato, 34 euro per una camera doppia con
balcone vista mare e colazione inclusa.
Uscendo a piedi per cena girovaghiamo per Gavrio e dintorni e ci accorgiamo che
se Tinos era un’isola tranquilla, Andros lo è ancor di più. Dopo una cena a
base di carne di maiale e agnello ci godiamo una serata
dai colori soffusi e dal solo rumore delle onde placide del mare e del frinir
dei grilli fra gli arbusti bassi della campagna.
Gavrio
GIOVEDI’ 09 GIUGNO 2022
Ritiriamo l'auto da Escape in Andros per nove giorni a 252 euro, un prezzo ottimo paragonato anche ad altri noleggiatori dell'isola. L'auto è una Kia Picanto
(sarebbe stato molto meglio avere la Fiat Panda prevista: dove le moderne super
jeep tracollano, la Panda impera e continua come un muletto inossidabile, ma
tant’è).
La scelta di pernottare a Batsi si è rivelata vincente. Il paese è piccolo ma caratteristico, con numerosi ristoranti e locali. Dormiamo al Villa Fiamegou che, come molte altre strutture, ha un parcheggio risicato. Spendiamo un po' troppo per la qualità della stanza (nonostante la colazione luculliana). Con il senno di poi avrei prenotato in una delle strutture con vista mare sulla strada che da Batsi conduce alla spiaggia di Stivari.
Ci rilassiamo sulla bella spiaggia del paese, dove uno stravagante cineoperatore ci chiede se può
filmarci perché siamo molto carini a leggere all’ombra degli alberi (“sono
tamerici!” “eh…?” “le tamerici del Pascoli” “ah… e com’è al singolare?”
“tamerice”). Ci confessa di lavorare ad un servizio per la
trasmissione “alle falde del Kilimangiaro”. Chiunque altro, soprattutto
appassionato di viaggi e possessore di un blog sull’argomento, in cui sono già
stati citati sia Pascoli (non necessariamente il poeta), sia le tamerici, per non parlare di palme, mangrovie, pini marittimi, araucarie
columnaris, oleandri, mirti, carrubi ed altre piante identificabili con clima
ed ambiente marino, avrebbe intavolato una conversazione fitta, con svariate
domande del tipo: “Ma anche tu, poi, fai le riprese col drone? No, perché
adesso usano tutti il drone, se non usi il drone sei un pirla, anche perché son
buoni tutti col drone a far sembrare un posto più bello di quanto lo sia in
realtà, a meno che siate degli uccelli…”. Ma anche con offerte di
collaborazioni, magari per i testi, o la profonda voce narrante, o la
consulenza tecnico/botanica… E vabbè, invece noi andiamo avanti a leggere, ché
questo libro di Bussi sembra più intrigante del solito e a goderci l’ombra
delle tamerici salmastre (stavolta del maledetto D’Annunzio) e la
pacifica rilassatezza di Batsi beach, dove l’evento della giornata è una
partita a bocce (tre per uno) tra inglesi non molto portati.
Batsi
Batsi
Tra Batsi e Kipri
c’è una spiaggia minuscola (agios Kiprianos), nei pressi di una chiesetta
affacciata sul mare, assai confortevole e ideale quando si cerca ancora
maggior riservatezza e pace, per quanto
anche a Kipri non ci sia quasi nessuno, infatti gli stabilimenti balneari non
hanno ancora nemmeno aperto: è una bella spiaggia e subito si nota la
differenza con quelle di Tinos, perché il mare è lo stesso (i vertici delle due
isole si toccano) quindi tutto sta nella qualità e nel colore della sabbia che,
anche qui, non si può definire bianca, ma è sicuramente più chiara e, di
conseguenza, genera un effetto (quantomeno ottico) di maggiore pulizia e ne
beneficiano anche i colori del mare verso riva.
Kipri
Agios Kiprianos
La migliore della zona, però, è Golden beach, detta anche Chrissy Ammos, nei pressi della quale si trova un
piccolo parcheggio sterrato.
Golden beach
Tre quarti del
suolo sono occupati da lettini e ombrelloni e di questi tre
quarti il novanta per cento è occupato da giovani di vent’anni… ma lettino e ombrellone non erano considerati l’anticamera della casa
di riposo?!? Ma i giovani d'oggi non ti danno più
del morto in piedi solamente a nominare la parola ombrellone?!? Ma dove sono finite le pulsioni giovanili, le avventurose
scoperte, l’incuranza del disagio e del pericolo, le cavalcate selvagge e le
vibranti emozionalità, il rifiuto della massificazione e il disdegno delle
comodità e delle mollezze borghesi, le frizzanti singolarità ed il gusto delle
grandi compagnie, la frenetica esigenza ed il traboccante dinamismo??? Maddai,
ma neanche i nonnini della villa salus!!! Ah, no, dai, un po’ di dinamismo
viene profuso: ad un certo momento si contano sedici personcine che giocano (a
due a due) a racchettoni, che viene fin il dubbio che si tratti di un torneo
organizzato, una specie di foro italico alla greca, mah… più probabilmente sono
tornati (purtroppo) di moda grazie a qualche influencer invasato con il paddle
(o padel).
Ceniamo da
Belitsa: ottimi gli antipasti classici (fava e insalata di melanzane), meno il calamaro fritto male, ma scopriremo che si tratta solo di un incidente di percorso e torneremo spesso. Eravamo
tentati di andare nel ristorante a fianco, il Cavo Meze, dall’aspetto un po’
più rustico, ma nel frattempo i suoi tavolini sono stati colonizzati da una
clientela che, a questo punto, parrebbe usuale, interamente composta da anziani
inglesi (cosa che non depone a favore delle capacità culinarie di una taverna,
ma non si sa mai) che sembra di essere in una puntata dell’ispettore Barnaby…
VENERDI’ 10 GIUGNO 2022
Con il cielo coperto ed un vento fortissimo non è
molto piacevole stare in spiaggia, ma non abbiamo pensato ad un piano
alternativo e speriamo in una soluzione positiva. Saltiamo di netto le spiagge
che ci hanno consigliato i saggi del villaggio per questo clima, a sentir loro
meno esposte alle intemperie, tipo Kipri e Agios Petros, perché, appunto,
estremamente esposte agli elementi (ci domandiamo se stiamo un po’ sul culo ai
saggi del villaggio) e ci dirigiamo a Agios Fellos (che si rivelerà la spiaggia perfetta nelle giornate ventose) che si trova in una bella baia, il
cui versante sud è ben riparato e ci sono anche frondose tamerici per la
malsana eventualità che il sole faccia capolino. Lo incitiamo un bel po’ e
finalmente ce la fa, simultaneamente l’acqua del mare riprende i suoi colori
consoni, tra il turchese e lo smeraldo, rigettando quell’uniforme grigia da
soldatino triste ed invitando ad un lungo bagno riappacificante.
Agios Fellos
Agios Fellos
Agios Fellos Bella anche la spiaggia che si trova subito dopo il promontorio, cioè Kourtali, dove è più sorprendente il colore del mare in cui è una vera goduria
sguazzare come giovani pesciolini liberati alla vita.
Kourtali
Il sole ora picchia di
brutto per cui prendiamo l’infausta iniziativa di fare una pausa, spostandoci
verso Batsi ed in particolar modo a Kolona che ci è sembrata assai invitante da
lontano; purtroppo qui c’è troppa gente per le dimensioni ridotte
dell’insenatura, perciò ci rechiamo in paese a parcheggiare l’auto e facciamo
una camminata verso Stivari, Delavoja e Agia Marina, ma i cavalloni affamati se le sono
letteralmente mangiate. Quando il mare è tranquillo si trasformano invece un piacevole angolo di relax.
Ceniamo da Stamatis dove apprezziamo particolarmente
le verdure ripiene, cucinate come si deve, cioè con la sapienza
tradizionale, l’amalgama perfetto dei sapori e l’equilibrio delle consistenze.
Buon rapporto qualità prezzo, anche se manca la consueta “coccola” post
prandiale… è che poi uno si abitua e se viene meno ci resta male, come se si
fosse comportato da cliente di serie B e fosse stato messo in castigo, tra i
rinnegati del grappino…
Stivari
Delavoja e Agia Marina
SABATO 11 GIUGNO 2022
Siccome il meteo preannuncia
pioggia su Andros, ma non su Tinos, facciamo la gattata di spostarci verso sud
e, infatti, non ci becchiamo neanche una goccia d’acqua in tutto il giorno. La
prima meta della nostra gita è la spiaggia di Chalkolimnionas a cui si arriva
con una strada agevole, asfaltata e ben segnalata con cartello sulla
principale. Quei vigliacchi dello stabilimento balneare hanno un po’ esagerato
con l’interpretazione della lottizzazione, lasciando pochissimo spazio alla
libera fruizione. In questi contesti la cosa più fastidiosa è che, almeno nel periodo
di bassa stagione, i clienti appostati sui lettini si contano sulle dita delle
mani, quindi si poteva fare a meno di piantare tutti quegli ombrelloni, praticamente inutilizzati, perché vi svelo un segreto: una
spiaggia senza niente di artificioso, allo stato brado, dall’aspetto naturale e
sincero è MOLTO PIU’ BELLA! Almeno la playlist del bar non è delle peggiori ed
il volume dell’amplificatore è da personcina civile. Il mare ha trasparenze
cristalline, ma non v’è un’esplosione di colori esotici a causa della sabbia
scura (tipo quella di Tinos)… eh, in effetti ci siamo avvicinati per cercare
positività climatiche e dobbiamo sacrificare parzialmente la gentilezza
estetica; si nuota comunque con grande soddisfazione.
Chalkolimnionas Risalendo verso la
strada principale si trova una deviazione sterrata per Apothikes. Qui, a
differenza della descrizione precedente, non c’è un buco, né sul versante
libero (anche qui molto limitato rispetto all’attrezzato) né sull’altro che è
stato addirittura recintato di arelle.. la cala
sarebbe anche bella, ma ridotta in questo modo (a inizio giugno, poi) diventa per noi un luogo da cui fuggire sgommando ed alzando il maggior volume
possibile di polvere…
Apothikes
Proseguendo verso sud si incontra la
deviazione per Plaka che non è adatta a tutti i guidatori, cioè non è di quelle
indicate per i soli 4x4, ma ai tratti sterrati non viene fatta manutenzione
dalla seconda guerra mondiale e si sono trasformati in pietraie. Inoltre la
spiaggia che si raggiunge è piccola e, siccome c’è solo uno slargo miserabile,
50 metri dopo la casa sul mare, si potrebbe rischiare di trovarlo occupato, di
non riuscire a parcheggiare da nessuna parte e di dover, di conseguenza, girare
l’auto (con non poca difficoltà) e riaffrontare il rally in
salita, con le pive nel sacco, senza essere riusciti nemmeno a fare un
bagnetto. Noi riusciamo fortunatamente a posteggiare regolarmente e a goderci
questa spiaggetta deliziosa dalle acque smeraldine e dagli anfratti rocciosi
divertenti
Plaka La giornata è stata piena di sole e bagni interminabili in un
mare pulitissimo. La chiudiamo in bellezza con una visita della Chora che,
nonostante non sia a livello di Tinos ha il suo
perché, con belle strade, vicoli, piazze ariose e palazzi veneziani. In più ci
sono ben due spiagge che si sviluppano una da un lato ed una dall’altro
dell’abitato. Le osserviamo solo dall’alto e al tramonto, ma contiamo di
tornarci di giorno per dedicare loro maggiore attenzione, quella che sembrano
meritare.
Chora di Andros
Chora di Andros
Chora di Andros
Ci fermiamo per la cena da Niki con una varietà di pesce per due persone a 25 euro.
Ci aspettavamo meno fritto, ma almeno è fatto bene e la scelta musicale di
sottofondo di ottimo gusto.
Rientriamo a Batsi che la grand soirée del sabato è
già entrata nel vivo e si fa una gran fatica a raggiungere il molo, dove
troviamo l’ultimo parcheggio disponibile. C'è il pienone perchè lunedì 13 giugno è festa nazionale e sono arrivati in molti da Atene per il ponte. Nonostante le strutture siano al completo l'isola è ancora in buona parte deserta e la maggior parte delle spiegge tranquilla. Per questo è un'isola ideale anche durante l'alta stagione.
DOMENICA 12 GIUGNO 2022
Cielo nuvoloso e piogge
previste più a Tinos che ad Atene, quindi sarebbe meglio stare nella parte
nord; l’ideale sarebbe poter raggiungere Pisolimnionas, ma la maledetta Kia
Picanto di cui disponiamo, già di per sé auto di rara bruttezza e di ridicole
prestazioni appena uscita di fabbrica, figuriamoci dopo 75000 kilometri in mano
ai piloti della domenica, non dà cenno di potercela fare sullo
sterrato sassoso che ti accoglie subito con un paio di tornanti gagliardi e
saltellanti: la carrozzeria di plastica ad incastro e le ruotine da vespa
sembrano gridare vendetta, nonostante la guida super prudente… Inversione a U e
nuova meta sul versante opposto, cioè Zorkos. Bisogna seguire le indicazioni
per Aegea (altrimenti si rischia di imboccare un'altra strada molto più impegnativa). La prima parte (più consistente) è asfaltata e si va sparati. Gli
ultimi 4 kilometri sono sterrati, ma molto più carrozzabili rispetto alla
precedente esperienza e, abbastanza in scioltezza, si giunge al traguardo. E
che conquista!!! La spiaggia è bellissima, con due severe pareti rocciose che
la chiudono a ferro di cavallo alle estremità. La battigia si compone di
sassolini e quarzite, ideale per coricarsi anche con il sole a picco, ma non è
questo il caso perché il cielo è quasi interamente coperto, nonostante ciò il
colore del mare è incantevole e riverbera in trasparenze spaziali. Ogni tanto
il sole fa capolino, ma sappiamo che durerà poco, infatti d’un tratto s’alza un
venticello sospetto ed iniziano le docce leggere, ma deterrenti: non siamo gli
unici a darcela a gambe. Peccato! Ma torneremo.
Zorkos
Ci ridirigiamo verso Gavrio e
l’ultimo valico collinare ci mostra una costa molto più promettente dal punto
di vista climatico: Fellos è spettacolare! A dispetto del fatto che sia
domenica e festa nazionale e che la spiaggia sia tra le più facilmente raggiungibili
(praticamente si parcheggia sotto le tamerici, sulla rena) non c’è molta gente e si sta proprio tranquilli e ci trascorriamo, quindi, tutto il
pomeriggio. Tornando verso Batsi capiamo dove sono finiti tutti quelli che non
sono venuti a Fellos: i lettini di Agios Petros e Kipri sono tutti occupati, ma
soprattutto a Golden ci sono parcheggiate più auto che a Lampugnano il giorno
del derby.
LUNEDI’ 13 GIUGNO 2022
Proviamo un timido accesso
ad Agios Petros, ma il vento forte rende poco piacevole la permanenza, perciò
tiriamo dritto verso la spiaggia che sappiamo essere la meno esposta e, di
conseguenza, la più accogliente in questa circostanza, cioè Fellos e, tanto per
cambiare, vi trascorriamo alcune ore in totale relax: il mare è calmissimo e
dai colori cangianti, non sembra assolutamente di essere sulla stessa isola che
sta sacrificando i propri alberi ad una posizione obliqua ed il resto della
vegetazione ad un’altezza limitata, per sopravvivenza. Chiudiamo la giornata in
bellezza sulla spiaggia di Batsi, con un bagno finale di tutto rispetto: s’è
sempre preferito immergersi in acque circondate da un contesto selvaggio, il
più naturale possibile, con le colline intonse e i dirupi rocciosi, ma anche
avere sullo sfondo questo bel villaggio bianco mentre si nuota è un’esperienza
idilliaca. E, ovviamente, una gustosa cenetta a 10 centimetri dall’acqua del
porticciolo, a base di pesce e saporite verdure e legumi (fagioli giganti
cucinati alla perfezione in uno stufato dall’intingolo libidinoso) dal solito Belitsa (al quale siamo ormai abbonati)
MARTEDI’ 14 GIUGNO 2022
Quando il cielo è sereno ed
il sole picchia duro sulle isole greche, non ci sono, altrove, blu più intensi
e bianchi più folgoranti. Ci fiondiamo in direzione sud est per raggiungere
un’icona di Andros, la spiaggia di Tis Grias To Pidima, facilmente
raggiungibile dal paese di Korthio, con una strada dapprima asfaltata e poi
sterrata di breve durata. Ci sono cartelli indicatori piuttosto evidenti,
persino quello del sentiero che scende a mare, che è parzialmente di campagna e
scalinata, e sul versante costiero sono stati messi dei pali di legno per
garantire l’arrivo in totale sicurezza, anche ai più inganfiti. Subito è
evidente la meraviglia dell’ambientazione, con una caletta riparata, un
faraglione solitario, stagliato a pochi metri da riva, come un dito ammonitore
o come un evocativo simbolo totemico, ed un’acqua turchese da cartolina
promozionale. Fortunatamente non v’è alcuna struttura attrezzata ed il luogo
mantiene la sua caratteristica selvaggia e pacificante, anche perché non c’è lo
spazio fisico per molta gente ed oggi la maggior parte dei pellegrini del week
end dello spirito santo, è rientrata in continente, svuotando praticamente
l’isola e su questa spiaggia bomboniera contiamo solo sei persone, garantendo
così distanze e privacy. Non si riesce ad immaginare un posto così solitario e
rilassante con un’affluenza da piena stagione e la gente appiccicata come
sardine.
Tis Grias To Pidima
Tis Grias To Pidima
Anche paralia Sineti è molto tranquilla (quando ci arriviamo non c’è nessuno)
ed è delimitata da una scenografica parete rocciosa sagomata dall’erosione
degli elementi; purtroppo qui c’è molto vento e cavalloni imbizzarriti. Il
fondo è un misto di sabbia grezza e ciottoli robusti, quindi le riserviamo una toccata e fuga.
Paralia Sineti
Paraporti è uno dei due lidi
di Chora e vi si giunge attraverso un suggestivo percorso stretto costeggiante
il fiumiciattolo che sversa a mare; è una lunga distesa sabbiosa dalla quale si
osserva il fianco della cittadina che si protende verso l’Egeo con l’intenzione
di riceverne la vivacissima personalità.
Paraporti
Saltiamo a piè pari l’altra spiaggia
urbana per concentrarci, invece, su Gialia, ma specialmente sulla successiva
Piso Gialia! Entrambe hanno un approccio cromatico molto simile alle cale sarde
della zona di Castiadas, ma Piso Gialia ha una marcia in più. Bisogna
parcheggiare l’auto sulla strada e scendere con una ripida scalinata, si poggia
il piede sulla sabbia dello stabilimento balneare, ma svoltando a sinistra si
trova posto libero e, se si ha voglia di scavallare gli scogli, si ha la
piacevolissima sorpresa di trovarsi in un paradiso di solitudine e colori
tropicali, pur essendo praticamente sempre nella stessa piccola insenatura.
Nuotare in queste basse acque smeraldine è una fusione mistica che vale da sola
il prezzo del biglietto del traghetto e ripaga la pazienza dell’aver saputo
attendere il momento giusto, con le condizioni climatiche ideali, per arrivare
da queste parti. Solo una fastidiosa mosca punzecchiosa riesce a farci prendere
la via del ritorno, sulla quale facciamo un’ultima tappa nel paesino di
Menites, dove si trovano sorgenti e fontane d’acqua fresca e buonissima.
Giailia
Piso Giailia
Piso Giailia
Batsi
sembra un altro paese: i turisti che l’avevano preso d’assalto nei giorni scorsi
si sono evaporati e non possiamo evitare di godere di questa pace ritrovata, con una
cena in riva al mare ed un tramonto rassicurante che si tinge di rosa in
lontananza.
MERCOLEDI’ 15 GIUGNO 2022
Da Batsi imbocchiamo una
strada che sale subito in collina alla svolta che indica Katakoilos e, dopo una
mezz’oretta di viaggio, con un ultimo tratto sterrato, si arriva ad Ateni, una
vera meraviglia per gli occhi, soprattutto dall’alto, perché immersa in un
contesto selvaggio, anche se c’è un piccolo bar con qualche ombrellone, ed il
colore del mare è quasi commovente, peccato che sia molto mosso e che la
sferzata del vento ne attutisca l’incanto, in sabbia sparata addosso come
mitragliate abrasive ed in schiuma d’onda che s’infrange violenta sul
bagnasciuga. Con un atteggiamento meno aggressivo da parte del patrono Eolo
sarebbe un destabilizzante paradiso terrestre.
Ateni
Poco male, perché ci consoliamo
subito con la sua sorellina minore, Mikro Ateni, che, pur essendo vicinissima,
separata solamente da un promontorio su cui si trova la più classica delle
chiesette isolate, ha tutt’altra propensione all’ospitalità, infatti è più
stretta e riparata da argini rocciosi, i moti ondosi sono impercettibili e
l’acqua bassa si veste di mille varianti di colori, prima di amalgamarsi nel
blu più profondo.
Mikro Ateni
Torniamo sulla costa ovest e proviamo ancora a trovare un
accordo con Agios Petros, ma veniamo scacciati come foglie leggere e indebolite
dall’autunno. Passando davanti a Golden beach notiamo che il parcheggio non è
molto pieno, significa che giù c’è poca gente (anche la più gettonata è
divenuta tranquilla, dopo il weekend del tutto esaurito), perciò ne
approfittiamo alla grande.
Avendo la fortuna (o meglio, l’accuratezza di ricerca per il posto migliore
dove trovare una sistemazione) di abitare in un villaggio come Batsi, che
dispone di due belle spiagge cittadine e di tutto il necessario per la
ristorazione ed il benessere in generale, chiudiamo la giornata con un bagno
avvolgente ed una cena di buon livello, a prezzi sempre abbordabili, dall'imprescindibile Belitsa.
Agios Petros
GIOVEDI’ 16 GIUGNO 2022
Niente! Il tentativo di
andare a Vitali (o Vidali), sarà che siamo mezzi morti, finisce alla
scatafansò, un po’ per la difficoltà del navigatore a sintonizzarsi sulla
lunghezza d’onda della mappa dell’isola e, soprattutto, sul suo ruolo di
navigatore, vabbè magari andrà meglio quando prenderemo il traghetto, un po’
per il cielo che si compatta di nuvole nere ed una, più spregiudicata, a forma
di freccia, ci indica la via da cui siam venuti (forse era solo la coscienza, sincera),
perciò ripieghiamo sulla classica paracula di ogni situazione climatica, cioè
Fellos. Ce la godiamo, come sempre, e dopo un certo lasso di tempo la
abbandoniamo, come degli amanti ingrati. Tornando verso Batsi ci accorgiamo che
tra Golden e Kipri ci sono due piccolissime insenature, completamente riparate dalle
raffiche e graziate dai moti ondosi, infatti sembrano due piscinette per bambini,
con l’acqua bassa e la più grande tranquillità del mondo, per sentirsi caldi e
al sicuro: paradisola!!!
Insenature tra Kipri e Golden
Insenature tra Kipri e Golden
Insenature tra Kipri e Golden
Un accenno di sincope nel fermarsi a far benzina a 2,6 euro al litro… “no,
scusi, stavo solo dando un’occhiata”: con venti euro il galleggiante non si
prende nemmeno la briga di spostarsi di un millimetro. Quando rientriamo a
Batsi siamo particolarmente galvanizzati e facciamo una bella passeggiata fino
al promontorio di Kolona da cui si possono prendere molti scatti memorabili.
Cena da Belitsa a base di taramosalata, briam e calamaro ripieno (very good!).
Kolona
Batsi
VENERDI’ 17 GIUGNO 2022
Andros è l’isola ideale per
chi ama, oltre le belle spiagge e la gastronomia, camminare su sentieri e
percorsi tracciati: ve ne sono molti, alcuni ben individuabili, altri meno e
per chi volesse saperne di più si può visitare il sito dedicato https://www.androsroutes.gr/ ed acquistare
la mappa specifica. Il cammino che porta ad Agios Petros tower è il numero 15.
La torre non è tutto sto capolavoro architettonico, ma da qui si gode di un
panorama unico sulla vallata ed il mare in basso, con le formiche (le piccole
isole) davanti al porto di Gavrio che ha uno spettacolare accesso.
Torre di Agios Petros
Vidali
Da Agios
Petros tower continuiamo verso Vidali e la bassa vegetazione è interamente
ricoperta di una profumatissima fioritura gialla: roba da essere un bravo
scrittore ed ambientarci un’intricatissima crime story. L’ultimo pezzo di
strada non è asfaltato e non vede un caterpillar da molto tempo, ma tutto
sommato si lascia percorrere quasi un surplace, facendo un tantino di
attenzione ai sassi a punta e a dislivelli sporadici e strategici. Vidali
assomiglia abbastanza a Zorkos con la sua ambientazione selvaggia (malgrado la
presenza di ombrelloni e lettini che occupano una buona fetta d’arenile), le
rocce ruvide a fare da parentesi delimitante, l’acqua di trasparenze
cristalline, nonostante la mareggiata, con colori vivissimi ed un fondo a sassolini
comodissimi per sdraiarcisi sopra. Nelle retrovie l’oleandro la fa da padrone,
con una fioritura quasi esagerata. Ci sono un discreto stabilimento balneare, un bar dall'atmosfera hippie e una taverna interessante. Facendo ritorno verso Gavrio ci facciamo un
ultimo bagno nelle placide acque dei dintorni, ceniamo nel locale specializzato
in carne allo spiedo che si trova proprio davanti all’ufficio informazioni a
forma di torretta piccionaia, dal nome impronunciabile, ma soprattutto
impossibile da scrivere, dove gustiamo un ottimo Koutosouvli, accompagnato da
una favolosa Mamos alla spina bella fredda.
L’ultima attività da
svolgere in zona è il pieno di carburante all’auto per riconsegnarla come
l’avevamo presa: ¾ di serbatoio di Kia Picanto, quindi grande come un
innaffiatoio, 62 euro… Ma che vi venga un colpo a voi, ai governanti corrotti e
alla crisi energetica… ma senza amarezza.
SABATO 18 GIUGNO 2022
Dopo l’ennesima colazione eccezionale (il punto di forza di Villa Fiamegou) ci rimane un’oretta di mare
prima di recarci al porto di Gavrio per restituire l’auto alla gentilissima
gestrice di Escape in Andros, che ci fa uno sconto per pagamento in contanti, e prendere il traghetto Superstar di Seajets per Rafina delle 12.30. Il vento è
al suo apice di potenza e le onde vanno da tutte le parti, ma la nave è ben
stabilizzata e le rompe con una impressionante facilità; la traversata è
abbastanza piacevole dal punto di vista paesaggistico ed in poco più di due ore
sbarchiamo al porto di Rafina, nei pressi del quale si trova l’Avra hotel (tre
minuti a piedi) dove abbiamo prenotato con largo anticipo una stanza ad un
prezzo decisamente alto per gli standard greci, ma anche per i nostri. Il costo della camera include però, oltre ad un'ottima colazione, la navetta per l'aeroporto (un taxi ci sarebbe costato tra i 30 e i 50 euro). Trascorriamo
un paio d’ore sulla spiaggia vicina, giusto per incamerare l’ultimo sole di
questa vacanza che inizialmente poteva sembrare lunga, considerando che si
visitavano solo due isole, ma che, alla fine, come sempre, è durata troppo poco
e viene una leggera malinconia a ripensare alle giornate stupende trascorse a
Tinos, di cui abbiamo apprezzato moltissimo l’atmosfera rilassata ed i paesini
dell’interno, più che l’aspetto costiero, di cui, invece, Andros sa fare
sfoggio con grande entusiasmo e disinvoltura.
Ci concediamo una cenetta
sfiziosa con prodotti tradizionali alla taverna vicina all’edicola e a To
Limeni, dal nome greco difficilmente memorizzabile.
E’ importante avere
qualcuno al proprio fianco quando si viaggia, perché, se sta attento, raccoglie
i pezzi del nostro cuore che, altrimenti, sarebbero disseminati in giro per il
mondo… Arrivederci dunque al mare blu più profondo e impetuoso, a quello
turchese e smeraldo delle placide spiagge assolate, alla cucina rustica e
genuina ed alle piccole innovazioni creative che garantiscono un’alimentazione
sana, gustosa e mai noiosa, alle birre di vecchia conoscenza ed alle nuove
scoperte, al vino fresco e sincero, alle case bianchissime dall’intonaco sempre
rinnovato e dalle imposte azzurre come il cielo, alle centinaia di chiesette
appollaiate ovunque, come le caprette belanti in cerca della loro mamma, alle
vallate fiorite, ai cardi viola e agli oleandri, alle facce rugose, scolpite
dagli agenti atmosferici, che ancora si piegano in un sorriso e alla dolce
accoglienza che ti fa sentire sempre il benvenuto.