SABATO 11 SETTEMBRE 2021
Dopo quasi due anni con i
piedi per terra scegliamo una data abbastanza particolare per tornare a volare
e sinceramente pensavamo di trovare poca gente in aeroporto, invece sembra che
l’universo creato si sia riversato ad Orio al Serio alle 5.30 del mattino. Il
parcheggio vola parking è altamente sconsigliato: grande disorganizzazione ed
al ritorno troveremo pure la carrozzeria segnata… Abbiamo un volo Ryanair per
Cefalonia operato Air Malta (non si capisce bene in cosa) che in un’ora e
quaranta minuti ci scarica sull’isola antistante la petrosa.
Dopo qualche
minuto di dubbio in cui il noleggiatore auto, Carhire Kefalonia, che doveva
accoglierci con un cartello recante il nome, non si arricampa, la scelta si
rivela azzeccata, perché l’addetto fa la sua comparsa in scena e, sbrigate le
formalità, ci lascia al volante di una Spark verde pisello a 24 euro al giorno,
pagamento alla riconsegna del veicolo, senza nemmeno una fotocopia della carta
di credito (viva la fiducia nel prossimo).
Per i primi tre giorni abbiamo
deciso di posizionarci nella zona di Trapezaki, infatti prendiamo una stanza da
Liogerma Studios per 50 euro a notte. Per un’isola greca potrebbe sembrare un costo un
po’ elevato, ma il posto merita: gli studios sono perfettamente ristrutturati
(di recente), ben attrezzati, con una piscina a fagiolo accattivante ed un
ottima localizzazione per la visita di questo versante (sud). Dal balconcino si
gode di una splendida vista sulla baia.
La prima spiaggia in cui piantiamo l’ombrellone, preso in prestito al Liogerma, è, appunto, Trapezaki beach. Arrivati in fondo alla strada che vi giunge agevolmente, si può parcheggiare in prossimità del ristorante Denis (dove pranzeremo con buona soddisfazione papillare). Dalla terrazza della taverna, guardando il mare, a destra si sviluppa un ramo della spiaggia attrezzato e, a nostro parere, meno bello, mentre a sinistra si srotola tutta la naturalità libera di questo arenile di sabbia e ciottoli. Il colore del mare è incantevole e l’acqua è d’una trasparenza cristallina, nonostante il fondo sabbioso scuro.
Questo tratto di costa mostra un volto abbastanza selvaggio ed è assai piacevole bagnarsi e lasciare scorrere lo sguardo dagli azzurri che avvolgono, alle colline attorno, con parti di roccia nuda e coperture vegetali rigogliose. La bella ed ampia baia si compone di alcune spiagge intervallate da piccoli promontori rocciosi: si parte dalla più occidentale (e già citata) Trapezaki, passando da Kanali e da Lithero; qui (sarà per un fattore onomatopeico) la sabbia si fa più gialla, per giungere all’ultima, che chiude, nei pressi dell’abitato di Lourdata. Lourdas ha la sabbia ancora più chiara ed i colori del mare ne gioiscono; sarebbe un angolo di una bellezza struggente, ma la mano cementifera dell’uomo ha sbilanciato un poco gli equilibri, perché, se da un lato si è cercato di non turbare troppo l’ambientazione, costruendo edifici bassi, di pietra e d’impatto raffinato (ci sono localini, taverne e accomodations dove viene voglia di farsi coccolare), dall’altro vi sono gettate spropositate, obbrobri edilizi da dimenticare ed alcuni spazi in stato di abbandono: la fiera della ruggine, delle piante infestanti e della parete scrostata. Quindi per non saper né leggere né scrivere (e sembra assurdo che lo dica qualcuno che sta scrivendo) anche se queste quattro spiagge fanno parte tutte dello stesso golfo e sono praticamente contigue, si può affermare che le più convincenti siano Trapezaki est (praticamente deserta) e Lithero, dove si trovano anche belle formazioni scogliose e nidi di tartarughe marine da rispettare e soprattutto non disturbare. Qui è possibile praticare anche il nudismo e non sarebbe male se chi ci si dedica avesse un fisico ancora presentabile…
DOMENICA 12 SETTEMBRE 2021
Il clima ci è avverso quest’estate: prima l’indisponente nube sahariana in
Sardegna, ed ora l’inquietante nube balcanica sulla Grecia… ma non ci
demoralizziamo e, sperando che non si converta in uragano, come avvenuto lo
scorso anno, partiamo alla scoperta dell’isola, in una visita che non comporti
necessariamente la presenza del sole, per apprezzarne la bellezza, dando per
scontato che in giornate assolate, ogni cosa risplenda maggiormente. Prendiamo
la strada per Argostoli, dove facciamo la prima tappa. Si tratta di un paesotto
non particolarmente interessante; sinceramente pensavamo che fosse più carino,
soprattutto sul lungomare, dove sono scarsissimi i “soliti” ristorantini
affacciati sul litorale, che qui è invece assai originale, essendo una specie
di stretto fiordo dalle acque basse, scavalcato da un ponte percorribile a
piedi, e tramite il quale si raggiunge il verdeggiante versante opposto.
L’altro aspetto positivo per cui fermarsi ad Argostoli è la presenza delle tartarughe marine che si possono avvistare facilmente nei pressi del porto: è emozionante vederle affiorare lentamente per cibarsi della verzura in superficie o giocare tra loro.
Argostoli
Da Argostoli (poco oltre) ci sono due strade alternative per raggiungere il nord dell’isola: la prima è più scorrevole (si fa per dire) e si sviluppa lungo la costa occidentale, da cui, attraverso un fiordo, questa volta più marcato, si può osservare l’appendice ovest, capeggiata dalla cittadina di Lixouri. La seconda, più impervia, si srotola nell’interno, tra tornanti e caduta massi, rallentamenti forzati ed ansia da prestazione automobilistica… passando dal villaggio recondito di Makriotika. Il percorso ci smorca un appetito lupigno, per cui facciamo una deviazione verso la ridente località costiera di Agia Efimia, dove sembra che si possa sfamare agevolmente in varie taverne. Scegliamo Toperasma, ma onestamente potevamo impegnarci maggiormente, anche se l’agnello cucinato nella carta insieme a patate, cipolle e peperoni è abbastanza succulento. Risaliamo in macchina, nonostante ci sarebbe bisogno di una passiata digestiva, ritorniamo al controverso bivio di Divarata e saliamo verso la punta del dito (ricorda notevolmente quello della Corsica). Dopo una manciata di curve ci si trova al point of view costiero più spettacolare di Kefalonia, infatti si possono ammirare simultaneamente le bianche scogliere sullo sfondo e la splendida Myrtos in un primo piano ribassato che mette le vertigini.
Qualche kilometro oltre ci si può fermare ancora ad apprezzare dall’alto il paesino di Assos, edificato magistralmente sull’istmo di congiunzione con l’isolotto su cui si trova il castello veneziano.
Sull’ultimo lembo di polpastrello, quasi sull’unghia di questa bellissima mano tesa verso Itaca (che da qui si può quasi toccare) sorge l’infighettatissimo borghetto marino di Fiskardo che, per quanto possa risultare sbilanciato il paragone con Portofino, è molto affascinante ed è piacevole l’atmosfera che si respira passeggiando tra i vicoli o sulle scale, attorno attorno, fino al faro… e soprattutto è da lodare l’attitudine dei greci a non esagerare con le pretese economiche, anche nei posti così raffinatelli: un’altra lezione da propinare ai loro colleghi e cugini portofiniani, portorotondiani etc.
Qui vicino si trova la spiaggia di sassolini bianchi di Emplysi o Emblissi, l’unica della zona ad aver mantenuto il suo fascino ammaliante dopo la rovina causata dall’uragano del 2020 che ha, invece, imbruttito le altre. Per ritornare alla base percorriamo la strada costiera e ci impieghiamo meno tempo e soprattutto fatica.
LUNEDI’ 13 SETTEMBRE 2021
Dedichiamo la giornata all’estremo sud est dell’isola, in particolare ci
fermiamo, e trascorriamo l’intera mattinata, a Mounta (o Mounda che dir si voglia),
una spiaggia lunghissima di sabbia e ciottoli, in una baia spettacolare.
L’acqua del mare è estremamente pulita e trasparente e ci ritrova praticamente
soli, tanta è la distanza possibile tra una persona e l’altra, fatta eccezione
per quei dementi che amano appostarsi nell’unico stabilimento balneare e,
ancora più flippati, quelli che stendono il loro asciugamani vicino all’unico
stabilimento balneare (alcuni anche dietro?!?).
All’ora di pranzo ci spostiamo a Skala e veniamo catturati dal ristorante Nautilus, con la sua struttura a forma di barca sulla strada. Mangiamo bene e soprattutto incluso nel prezzo della consumazione è il bonus lettini sulla spiaggia sottostante (molto intima e scenica con i suoi sassolini bianchi che sembrano rendere l’acqua del mare ancora più riverberante).
Skala è una località turistica molto gettonata normalmente, grazie alla sua bella spiaggia ed alla posizione privilegiata, ma in questo momento non vi è sicuramente il tutto esaurito, per cui risulta essere molto vivibile. Torniamo sui nostri passi e concludiamo la giornata a Lithero, con un tramonto stratosferico che infiamma l’orizzonte. Ceniamo da Angela, la proprietaria dello studio dove dormiamo, al suo ristorante, il Gefiri, molto apprezzato, non solo da noi, per la ricercatezza dei piatti.
MARTEDI’ 14 SETTEMBRE 2021
Dopo una breve esplorazione della zona di Minies, per sondare la possibilità di
soggiornarvi nei prossimi giorni, per accedere alle vicine spiagge, bocciata in
favore di un eventuale ritorno a Trapezaki, molto più accogliente, partiamo
alla conquista della penisola occidentale, cominciando con la favolosa Petani
beach, su cui è stato tentato l’abominio estetico, piazzandovi sopra due
stabilimenti balneari con ombrelloni arancioni che, fortunatamente, hanno
risparmiato le ali esterne, libere ed ancora comunicanti l’antica naturalità
del luogo; qui l’acqua smeraldina del mare gioca a rimpiattino con il bianco
dei sassolini e delle scogliere ed il verde intenso della vegetazione.
Da Petani si vede la più piccola, ma altrettanto bella Agia Eleni, raggiungibile con una strada piuttosto impegnativa e consigliata in alta stagione, quando Petani diventa troppo affolata. Decidiamo di non visitarla perchè a Petani si sta piuttosto bene e perchè viene invasa dall'ombra già nel primo pomeriggio.
Ci
spostiamo a Livadi, che è senza dubbio una location originale, ma non può certo
essere definita spiaggia. Arriviamo a Lixouri, che qualcuno ha paragonato alla
piccola Parigi del mediterraneo; a noi sembra piuttosto una cittadina
coloniale un po' spenta. Dopo aver pranzato nella piazza principale ci rechiamo all’albergo Terra Mare,
dove abbiamo prenotato per la notte. Questo hotel è stato concepito all’inizio
della sua storia come un avanguardista insediamento turistico dotato di tutti i
comfort, compresa una piscina di 23 metri di lunghezza, con tanto di corsie
demarcate, campi da tennis e casette basse in stile villaggio… Oggi ha perso
gran parte della sua attitudine, ma fortunatamente la piscina rimane ben
conservata ed il prezzo è assai abbordabile (29 euro a notte con colazione).
Nel pomeriggio ci svacchiamo sulla bella spiaggia di Lepeda, dalla sabbia quasi
rossa e rocce che sembrano volerla incoronare.
Da qui ci vuole un attimo ad arrivare a Xi, ma ci vuole ancora meno a girare i tacchi e andarsene, perché lei sarebbe anche un gran bellina con la sua sabbia decisamente rossa e le scogliere d’argilla bianche bianche, come denti sani, saldamente radicati alle gengive, in un sorriso che è un po’ falso, perché hanno esagerato con lettini ed ombrelloni, e s’è persa per sempre la poesia originaria…Tutta un’altra canzone viene cantata da Kounopetra, dove ogni cosa ha il sapore della sincerità ed i contrasti di colore incantano magistralmente, peccato non potersi fermare fino al tramonto, perché si viene sorpresi troppo prima dall’ombra, ma almeno fino a quell’ora unica, la cui luce avvolgente riscalda il cuore e tutto intorno, e tinge anche le rocce più coriacee di un arancione morbido.
Ceniamo alla taverna
Pharos che punta tutto sui piatti semplici della tradizione, cucinati alla
perfezione. L’unico neo è il vino bianco della casa, che ricorda
quello della Croazia: tendente al marsalato.
Se il monoblocco dell’isola di
Kefalonia mostra un aspetto genuino, aspro e selvaggio, quasi duro in certi
frangenti, la piccola penisola su cui ci troviamo è una specie di giardino,
dove troneggia la raffinatezza e l’eleganza, l’accuratezza e l’ordine: vi sono
muretti bianchi al ciglio delle strade, che sono più larghe e meglio asfaltate,
gli edifici sono ben tenuti, così come
gli spazi pubblici, persino i terreni coltivati sono più simmetrici ed i campi
di ulivi sembrano appena spazzati e sistemati da un’impresa di pulizie. Vi sono
anche alcuni insediamenti turistici di super lusso, ma ci piace pensare che non
sia questa la causa della suddetta ricercatezza…
MERCOLEDI’ 15 SETTEMBRE 2021
Dedichiamo l’intera mattinata ad approfondire la conoscenza della zona di
Kounopetra, con i suoi caratteristici avvallamenti cretesi e scopriamo che la
baia non ha tutta lo stesso nome, infatti si parte con la spiaggia omonima, che
poi si chiama Mania e a seguire Koutala.
A kounopetra, proprio dove ci sono gli ombrelloni, in posizione sopraelevata, quel tanto da poter dominare il golfo, si trova la taverna Meltemi, dove si mangia bene, si beve un’ottima birra alla spina e non si spende molto, ma soprattutto ci si riempie gli occhi ed il cuore di un panorama sensazionale.
Approfittiamo dell’abbiocco post prandiale per
prendere possesso della stanza che abbiamo prenotato per la notte (che terremo
anche per quella successiva, in quanto assai accogliente) presso gli studios
Aspasia.
Nel pomeriggio ci lasciamo coccolare dalle atmosfere delicatamente
incantevoli della spiaggia di Lagkadakia, con il suo tappeto di sassolini
bianchi levigatissimi, le sue rocce di perimetro, aspre e taglienti ed un mare
placido che degrada in una trentina di tonalità differenti, fino al blu più
intenso. Poco oltre si trova una baietta gemella, in questo momento occupata
dalle tende di alcuni cayakisti che, evidentemente, stanno facendo
un’escursione di più giorni ed hanno scelto (molto intelligentemente) questa
piccola ansa come riposo notturno.
Parlando dei libri di Markaris ci viene
voglia di una cena in stile Kostas Charitos (quando Adriana è fuori città) cioè
a base di rosticceria locale, soprattutto gyropita, perciò ci rivolgiamo allo
specialista di Lixouri: Yolo Spitogiro, che dispone anche di un cortiletto
interno con alcuni tavolini per chi, come noi, decidesse di fermarsi in loco a
consumare le sue prelibatezze da tribal fast food. Il personale è
indaffaratissimo a prendere le ordinazioni telefoniche, a preparare pacchetti
da asporto, a far pagare conti, ma trova sempre un momento per essere gentile
con i propri clienti (per l’ennesima volta: “ristoratori italiani, prendete
appunti ed esempio dai cugini greci!!!”).
GIOVEDI’ 16 SETTEMBRE 2021
Una mattinata luminosa è l’ideale per una gita sulla dorsale settentrionale
della penisola, dove visitiamo la quasi sconosciuta Vouti, di cui nessuno
parla, ma che si laurea a pieni voti come una delle più belle spiagge della
zona, anche se riscontriamo un paio di difetti di entità trascurabile: i sassi
non sono particolarmente comodi, soprattutto per chi, come noi, si stende su un
sottilissimo pareo, e l’acqua del mare è leggermente increspata e “sporcata” dal
continuo andirivieni di barche che portano i turisti dal porticciolo di Agia Kiriaki alle calette più ad ovest Kamali e Fteri,
inaccessibili via terra, che, a questo punto, saranno più affollate di tutte le
altre…
Poco più avanti troviamo Agia Kiriaki con la sua bella distesa di sassolini (più confortevoli) e sabbia chiara; ci sono due stabilimenti con ombrelloni di paglia “discreti” ed una taverna, ma c’è tantissimo spazio anche per chi gradisce maggiormente un approccio naturalistico. Il colore del mare è sorprendente: ricorda vagamente quello di alcune spiagge dei caraibi, cioè una specie di latte e menta, intorbidito dallo smottamento del fondo sabbioso da parte del moto ondoso.
Ci sarebbe piaciuto molto soggiornare nel piccolo villaggio di Zola, perché vi sono accomodation di prima categoria con vista mozzafiato sulla baia, ma in questo periodo sono di non facile prenotazione.
Il paese sembra quasi disabitato perché all’ora di pranzo non c’è in giro un’anima criata e persino l’unica taverna di cui pregustavamo i manicaretti, non sembra avere alcuna intenzione di aprire i battenti… peccato!!! Con l’acquolina in bocca ritorniamo sui nostri passi ed arriviamo a Lixouri, proviamo da Pharos che ha un’ottima cucina ed una bella terrazza, valorizzata dalla luce del sole, ma anche qui abbiamo una delusione perché apre nel tardo pomeriggio. Delusione ancora maggiore quando riusciamo a sederci sul porto di Lixouri, da Akrigialos che ha un menù di ottanta portate, ma nessuno dei piatti che avremmo scelto; a causa di ciò e della medio scarsa qualità dei ripieghi, ci pentiamo della nostra scelta e con le pive nel sacco torniamo alla stanza a mangiare l’uva regalataci dalla signora Aspasia, molto più buona. Il versante di Kounopetra non smette di destare in noi curiosità e di soddisfare le aspettative, infatti anche la rossa Megas Lakkos ha tutte le caratteristiche migliori per concludere una giornata in santa pace e totale relax.
VENERDI’ 17 SETTEMBRE 2021
Se Myrtos è considerata la spiaggia più bella di Kefalonia forse un fondo di
verità ci sarà… eccome! E’ veramente uno spettacolo di sassolini bianchi e
sabbia chiara che fanno da specchio ad un’acqua cristallina che così riflette
tutti i colori del cielo, passati e presenti. Anche dove è molto alta è super
trasparente e si vede il fondo per decine di metri dalla riva. Il contesto
naturale in cui è inserita la baia è da cartolina ricordo ed è un peccato
capitale separarsene: verrebbe voglia di stare a mollo in questo paradiso
terrestre almeno fino al tramonto…
Pranziamo da Myrtillo con ottimi prodotti biologici ed una birra artigianale di Folegandros molto originale. Nel pomeriggio riprendiamo possesso della stanza al Liogerma, stavolta “informalmente” a 45 euro a notte, e schizziamo come trottole sulla spiaggia di Kanali, l’unico pezzo che ci mancava della baia che va da Trapezaki a Lourdas. Qui si riversano, dopo una discreta discesa a piedi, i nudisti della zona e qualcuno dei quali non è detto che ce la faccia a risalire, a giudicare dal fisico…
SABATO 18 SETTEMBRE 2021
Siamo ritornati a Trapezaki perché ci sembrava il punto di partenza ideale per
visitare tutte le località e le spiagge del sud, specialmente quelle della
parte occidentale che ancora non conoscevamo ed in effetti è una soluzione
perfetta. Cominciamo da Pessada con le stradine a bisaborgole, in fondo alle
quali troviamo un piccolo parcheggio con qualche auto. Lasciamo anche la nostra
e scendiamo la scalinata (breve ma intensa), alla base della quale si apre una
spiaggetta minuscola già piena di bagnanti; con la coda dell’occhio, però
scorgiamo un’ansa gemella, forse più bella, dove non c’è nessuno e ci
ripromettiamo di tornare per scoprire il modo di raggiungerla. Nel frattempo
facciamo tappa a Spartia ed una puntatina alla sua spiaggia denominata
Klimatsia che è divisa in due: la sezione sotto una vertiginosa parete di
argilla su cui incombe terrificante il cartello di attenzione caduta massi (e
la concreta possibilità che ciò accada, vista la friabilità dell’elemento) e
infatti non ci va nessuno, ma che è l’aspetto più scenico del luogo, e l’altra,
molto più sicura, frequentata soprattutto da famiglie con bambini, per la
tranquillità delle acque marine. La sabbia è un po’ scura e ricorda quella
della Liguria, ma quando si parte a nuotare è tutta un’altra faccenda (senza
nulla togliere al fascino della Liguria).
Risaliamo la costa con una breve sosta alla piccolissima spiaggetta a punta di Paliolinos, dal moto ondoso assai vivace e la scarsità di posto per mettersi, ma comunque una location dal naturalismo dilagante.
Tutta un’altra musica si suona a Paliostafida, dove qualche genialoide della filosofia briatoresca “radiamo al suolo tutto e via di gettate di cemento e alberghi” ha avuto la brillante idea di sodomizzare un posto stupendo, costruendo un hotel Mediterranée orripilante ed uno stabilimento balneare invadente e terribilmente fastidioso… scappiamo a gambe levate.
Lassi è la faccia occidentale e vacanziera di Argostoli; non sarebbe neanche male se non fosse la diretta responsabile di tutto il pandemonio di gente che si riversa, intruppandosi, sulle altre due spiagge di questo tratto di costa: Makris Gialos e Platis Gialos, anch’esse potenzialmente affascinanti, se venissero sradicati un po’ di ombrelloni e lettini, e, con loro, una serie di volgari buzziconi dall’ingombrante presenza.
Molto più vivibile risulta invece Minies, perché se si va oltre il primo segmento attrezzato, che si chiama Spasmata (e conviene seguire le indicazioni per questa, perché è tutto più agevole, sia tragitto, sia parcheggio), si entra in un’altra dimensione, fatta di acque trasparenti e natura pacificante. Bagnandosi, gli occhi si riempiono di colori che contrastano con il bianco accecante di una scogliera in lontananza.
Qui si possono vedere atterrare gli aerei, fortunatamente pochi, da
non turbare l’equilibrio di serenità (in tutto il tempo che restiamo qui, ne
arriva uno solo), non certo come a Can Pastilla a Maiorca che è un continuo
viavai…
Ceniamo da Enastron che dispone di una terrazza con splendida vista
sulla campagna e con il mare sullo sfondo; questa è un po’ la sintesi visiva
della sua ottima cucina: terra e mare… stasera optiamo per piatti tipici della
cucina greca di terra, cioè mussaka e coniglio in umido al sugo di pomodoro, ma
facciamo un’approfondita riflessione sull’opportunità di ritornarvi per testare
(o meglio tastare) anche l’altra specializzazione; per ora 10 con laude.
DOMENICA 19 SETTEMBRE 2021
Prima di Mounda, venendo da Argostoli, si incontra la bellissima spiaggia di
Kaminia che ne è la sua naturale continuazione e infatti percorrendola cominciavano
a nascere dubbi di dejà-vu, confermati solo alla fine, quando si arriva alle
stesse grotte memorizzate qualche giorno fa. Comunque la parte più occidentale
non era ancora stata esplorata e merita una sosta prolungata, anche perché la
sabbia è un po’ più chiara e morbida ed il mare è più calmo ed ha colori
cangianti ed emozionanti.
Nel pomeriggio ci fiondiamo a Skala per godere della sua lunga spiaggia che in precedenza avevamo “vissuto” per troppo poco tempo, infatti ci fermiamo diverse ore, cogliendo una somiglianza impressionante con la Costa Rei della Sardegna.
L’intenzione è quella di andare a fare una cena anticipata, direttamente dalla spiaggia, al Nautilus, che ci era piaciuto molto, ma rispetto al pranzo i prezzi dei piatti lievitano notevolmente, quindi cambiamo programma, facendo ritorno dalle “nostre parti”, cioè da Enastron che ci stupisce con la versione mare: ottimi i calamari e le sardine sfilettate alla griglia.
LUNEDI’ 20 SETTEMBRE 2021
Ma quante spiagge ci sono ancora da vedere? Non ce la faremo mai! Torniamo in
zona aeroporto dove sappiamo essere alcune molto belle, quindi come prima cosa
rivogliamo vedere Spasmata col sole ed effettivamente è molto più interessante,
anche perché al mattino c’è meno affluenza, ma la sorpresa più grande e
piacevole ci viene riservata da quelle che non avevamo neanche sentito
nominare, cioè Megali Ammos che, soprattutto nel tratto finale, vicino al
piccolo molo, ha un approccio sublime e la sua posizione la rende ideale per
godere il tramonto sino al suo ultimo raggio di speranza, e la seguente Eglina,
più piccola e, forse per questo motivo, con una concentrazione di bellezza
ancora più intensa: i colori e l’armonia qui riscontrabili non hanno nulla da
invidiare a quelli di isole del mediterraneo assai più rinomate.
Le successive tre spiagge per le quali ci eravamo documentati maggiormente, essendo più facile reperire informazioni, sono Ammes, Ai Helis e Avithos, e di tutte abbiamo un’impressione simile che ci porta ad una toccata e fuga, perché vi è troppa gente per i nostri gusti, troppo rumore ed il mare un po’ mosso.
Decidiamo perciò di concludere la giornata, appunto, a Megali Ammos, e mentre il sole si cala sempre di più all’orizzonte, alcuni ricercatori e volontari si occupano dei nidi delle tartarughe marine, che si trovano in moltissime spiagge dell'isole, compiendo una delicata opera di disseppellimento, catalogazione e ripristino delle uova in attesa della schiusa, per avere una dettagliatissima mappatura dello sviluppo di questa fase importante per la conservazione della specie.
MARTEDI’ 21 SETTEMBRE 2021
Come nell’idioma giapponese, in cui le parole prendono un significato diverso a
seconda del contesto in cui vengono inserite, e del tono della voce con cui
vengono pronunciate, ci sentiamo di poter interpretare a modo nostro la frase
“te do ‘na pessada” in maniera assai positiva, rispetto al solito utilizzo
minaccioso… se si arriva presto, al mattino, questa spiaggia, infatti, è un
vero gioiello ed ancora più splendente è la Pessadina, che si raggiunge con un
breve sentiero imboccabile dagli ultimi gradini della scala che scende sulla
sua sorella maggiore, sulla destra. Come si diceva pocanzi, si consiglia
l’arrivo presto, perché bastano sei persone per distruggere l’incanto della
spiaggetta solitaria e silenziosa, specialmente se una delle sei è una
minchiona che crede di essere Ambra Angiolini a “non è la rai” o una
telefonista caciarona della telecom.
Lo stesso discorso si può fare per Agios Thomas, ma qui è possibile spostarsi dalla pazza folla se si dispone di una salvietta abbastanza spessa per attutire la durezza della roccia, infatti vi è una lunga distesa, con anfratti di struggente bellezza. Sia Pessada, sia Agios Thomas ti sparano in faccia le delicate riverberanze dello smeraldo e pranzare al Galini se non è super soddisfacente per il senso del gusto, lo è sicuramente per quello della vista, perché la sua terrazza si affaccia direttamente sulle decine di tonalità dei colori di Agios Thomas.
Lasciamo quindi Kefalonia con la solita malinconia data dal senso di perdita dell’atmosfera tipica delle isole greche, inoltre qui abbiamo trovato una varietà di spiagge e di paesaggi oltre ogni più rosea aspettativa e immaginazione, perché, per quanto ci si possa documentare con guide, filmati o materiale vario su internet, non v’è mai nulla di assolutamente vero se non lo si tocca, vede, assaggia e vive di persona e a Kefalonia la dura bellezza della realtà ha disintegrato le pretenziose faziosità della fantasia.
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