15 maggio 2016
La Spagna del nord? Un’ipotesi, quasi un miraggio. Perché
andare in un luogo piovoso in un momento in cui in Italia fiorisce la primavera
o esplode di colpo e caldo l’estate?!? E mai, prima d’ora, pregiudizio fu
sfatato dalla fortuna che ci permette di visitare una regione vivace e
gagliarda, ostinata ed accogliente. Da Malpensa si viaggia con Vueling (per la
prima volta): è una low cost dignitosa, molto simile a Ryanair per condizioni
e trattamento, con il vantaggio di collegare l’aeromobile al tubo, evitando
così i rognosi su e giù dagli autobus. L’atterraggio a Bilbao avviene in
perfetto orario, per cui possiamo dedicarci ad un accenno di visita della città
prima di trasferirci in auto a San Sebastian.
Ritiriamo l'auto da Budget prenotata come al solito tramite Autoeurope alla cifra irrisoria di 80 euro per l'intera settimana (a cui aggiungiamo 130 di assicurazione aggiuntiva acquistata sul posto). Un certo languorino ci attanaglia e non v’è zona migliore per farsi venire fame o sete a qualsiasi ora del giorno e della notte. Con le tapas ed i pintxos è finita l’era del dover attendere, nell’agonia delle budella lunghe, l’apertura dei ristoranti agli orari spagnoli. Ci sono centinaia di bar e ristoranti (la sola Plaza Nueva di Bilbao ne conta 24) in cui si può entrare e scegliere direttamente dal bancone tra la varietà di sfizioserie stuzzicanti (si va dal pintxo con calamaro adagiato su una tiepida coperta di composta di cipolla, al fegato alla griglia caramellato con salsa di mango, dal classico con jamon serrano e formaggio caprino all’innovativo con orecchia di maiale e funghi trifolati…) che non costano mai più di 2,50 euro, così come la caña che qui solitamente è da 40 cl. Purtroppo capitiamo male con il cameriere che si dimentica la nostra ordinazione in qualche anfratto e dopo averci portato le birre aspettiamo per un lasso di tempo che è troppo allungato anche per i più tranquilli dei ristoratori messicani, per cui chiediamo notizie del nostro desco. Senza grande prostrazione ammettono di essersi scordati e cercano di riparare. Alla fine mangiamo sei pintxos, nemmeno eccezionali, un po’ in fretta per tentare di visitare almeno la zona del Guggenheim, ma non ci scoraggiamo perché sappiamo che ritorneremo alla fine del giro.
Ritiriamo l'auto da Budget prenotata come al solito tramite Autoeurope alla cifra irrisoria di 80 euro per l'intera settimana (a cui aggiungiamo 130 di assicurazione aggiuntiva acquistata sul posto). Un certo languorino ci attanaglia e non v’è zona migliore per farsi venire fame o sete a qualsiasi ora del giorno e della notte. Con le tapas ed i pintxos è finita l’era del dover attendere, nell’agonia delle budella lunghe, l’apertura dei ristoranti agli orari spagnoli. Ci sono centinaia di bar e ristoranti (la sola Plaza Nueva di Bilbao ne conta 24) in cui si può entrare e scegliere direttamente dal bancone tra la varietà di sfizioserie stuzzicanti (si va dal pintxo con calamaro adagiato su una tiepida coperta di composta di cipolla, al fegato alla griglia caramellato con salsa di mango, dal classico con jamon serrano e formaggio caprino all’innovativo con orecchia di maiale e funghi trifolati…) che non costano mai più di 2,50 euro, così come la caña che qui solitamente è da 40 cl. Purtroppo capitiamo male con il cameriere che si dimentica la nostra ordinazione in qualche anfratto e dopo averci portato le birre aspettiamo per un lasso di tempo che è troppo allungato anche per i più tranquilli dei ristoratori messicani, per cui chiediamo notizie del nostro desco. Senza grande prostrazione ammettono di essersi scordati e cercano di riparare. Alla fine mangiamo sei pintxos, nemmeno eccezionali, un po’ in fretta per tentare di visitare almeno la zona del Guggenheim, ma non ci scoraggiamo perché sappiamo che ritorneremo alla fine del giro.
Museo Gugennheim - Bilbao
Riprendiamo l’auto nel costoso parcheggio sotterraneo (vi è un evidente problema di parcheggi e probabilmente conviene parcheggiare sulla collina e scendere in centro con la funicolare), e ci dirigiamo verso San Sebastian. Utilizziamo l’autostrada a pagamento che è piuttosto cara; è possibile evitarla percorrendo strade parallele ugualmente scorrevoli, ma oramai è stata imboccata e per circa 100 kilometri paghiamo più di 10 euro. Anche il centro di San Sebastian è abbastanza avverso agli autoveicoli e rimaniamo un po’ intasati nel traffico, sicuramente accentuato dai molti fans di Bruce Springsteen giunti, come noi, per il concerto che il Boss terrà al Estadio Municipal de Anoeta. Per la prima notte abbiamo prenotato al Gran Bahia Bernardo che si trova nel quartiere di Gross; è un hotel di piccole dimensioni e di discreto confort. Purtroppo non vi è un parcheggio privato, perciò dobbiamo prendere un biglietto 24 ore di circa 15 euro, per un silo interrato, molto vicino alla struttura alberghiera. Percorrendo il viale Mirakruz Kalea, si oltrepassa il ponte di Santa Catalina e si procede sul bel viale alberato Askatasunaren Hiribidea ed in pochi minuti si raggiunge il centro, dove ci concediamo una cenetta variegata al Rojo y Negro, un ristorante di tutto rispetto situato in San Martzial Kalea.
16 e 17 maggio 2016
Per le due notti successive
dobbiamo cambiare sistemazione; avevamo prenotato alla Pension Joakina, ma c’è
stato un piccolo problema di overbooking. Il gestore però si rivela molto
disponibile ed ha già approntato una soluzione di ripiego accompagnandoci alla Pension Bule che si
trova in posizione altrettanto centrale (in pieno Casco Viejo) in un palazzo storico appena ristrutturato, con stanze ampie e moderne e vista sul Boulevard. L'hotel è più costoso rispetto alla Joakina, ma ovviamente non paghiamo la differenza e, per scusarsi dell’inconveniente, il proprietario della Joakina si accolla anche le spese di parcheggio. Ce ne sono svariati in centri, Noi utilizziamo l'Okendo (16 euro al giorno) proprio davanti all'Hotel Maria Cristina. Si
rivelerà molto utile per tutte le puntatine allo stadio (a soli 3 km dal centro) a fare gli appelli per
entrare nel pit del concerto. Come accennato or ora le due giornate donostiane
saranno caratterizzate da un continuo andirivieni dall’impianto sportivo, ma
ciò non ci impedirà di apprezzare con sorpreso entusiasmo gli angoli più
caratteristici dell’elegante cittadina basca, a partire dal nucleo del Casco Viejo, dove i vicoli conducono alla sacralità, ma con percorsi tortuosi che si intingono
di carnale materialità,
infatti sono punteggiati di bar invitanti e negozietti interessanti (vi è un’alta
concentrazione di rivenditori di dischi, strumenti musicali ed abbigliamento
rock).
San Sebastian
Casco Viejo - San Sebastian
Pintxos in San Sebastian
Anche il lungomare è assai accattivante nello sfoggiare uno stile
liberty raffinato e sincero e, nonostante si apprezzi maggiormente il mare di ben altre
latitudini, non si può negare che la spiaggia de la Concha abbia un certo
fascino.
San Sebastian
San Sebastian
Anche
il centro storico è armonico e vi si incontrano belle piazze e ponti, come ad
esempio quello ornamentale di Santa Cristina.
San Sebastian
San Sebastian
Abbiamo il privilegio di poter assistere al
concerto di Springsteen dalla prima fila, evento mai accaduto in precedenza,
potendo assaporare sfaccettature impossibili da cogliere da distanze più
impegnative.
Il pubblico è in visibilio ed il Boss non si sottrae al bagno di folla
regalando tre ore e quaranta di pura energia.
BRUCE
18 maggio 2016
Lo scopo della trasferta spagnola
si potrebbe considerare raggiunto, ma non per noi. La mattina dopo ci mettiamo
in marcia, spostandoci verso ovest, riscavalchiamo Bilbao per fare una breve
sosta gastronomico/escursionistica a Laredo, un abitato dal piccolo nucleo storico
situato a metà strada con Santander, per poi ripartire verso la vera meta della
nostra gita, l’incantevole bomboniera medievale che risponde al nome di
Santillana del Mar, una versione iberica di Castell’Arquato.
Santillana del Mar
Santillana del Mar
La Casona del Revolgo
19 maggio 2016
Giunti fin qui l’intenzione sarebbe quella di visitare i paesi
costieri della Cantabria;
cominciamo da Comillas che nasconde con un agglomerato insignificante un
prezioso nocciolo storico.
Comillas
Comillas
Ci concediamo anche un menù a prezzo fisso nella piazza
principale, con buone pietanze accompagnate dal sidro di produzione locale, ma
poi il clima peggiora e non avrebbe senso perdere tempo dietro a paesaggi naturali imbruttiti dall’ombra
e, sapendo che, invece, in Castiglia splende il sole, lanciamo la vettura sulla
bella autostrada (gratuita) che ci porta a Burgos.
dalla costa verso Burgos
Con una prenotazione dell’ultimo istante ci concediamo
una stanza nel centralissimo hotel Monjes Magnos che non ha nulla a che vedere con quella di
Santillana, ma è funzionale e pulita in
stile IBIS, ha il parcheggio proprio davanti e soprattutto è a due passi
dall’area pedonale (62 euro la stanza parcheggio incluso). La città non è per nulla caotica ed arrivare in pieno centro è semplicissimo. Ci sorprende ad ogni angolo e non capiamo come un
simil piccolo capolavoro non venga pubblicizzato dall’ente del turismo spagnolo
come una delle attrattive principali. La guida del Touring, effettivamente,
appioppa due stelle, ma si sa bene che spesso è sufficiente che vi sia una
chiesa con un buon patrimonio pittorico per far scattar d’impulso la via
lattea. Qui vi è una chiesa, e che cattedrale!!!
Burgos
Burgos
e
la cosa più piacevole è l’armonia dell’insieme, la rilassatezza del passeggiare nelle
stradine centrali,
nella frivolezza ludica dello stare all’aperto, nell’ariosità delle piazze, nell’attenta sorveglianza del traffico e degli incidenti stradali moderati da El Cid,
nella maestosità di una porta d’ingresso che farebbe venire voglia di fermarsi un po’ di più.
Burgos
Ottima cena al Morito, dove le raciones e le copas de cerveza fanno invidia ad
un ristorante (ma anche ad una cattedrale) con due stelle Michelin.
20 maggio 2016
Purtroppo
però la bianca porta di Burgos si apre in uscita e dobbiamo allontanarci, ma in
poco più di un’ora, evitando l’odiosa AP-1 a pagamento, approdiamo in un’altra bella città:
Vitoria Gasteiz, capoluogo della comunità autonoma dei Paesi Baschi.
Parcheggiamo nell’interrato di fronte alla cattedrale nuova e, percorrendo a
piedi El Prado Kalea, in cinque minuti ci ritroviamo nell’assurda, perché
oblunga, asimmetrica e in pendenza, quanto affascinante Plaza de la Virgen
Blanca
Vitoria - Gasteiz
al
vertice della quale, sul lato sinistro si srotola la Correrìa Kalea, che
imbocchiamo per imboccarci di pintxos al bar “La Malquerida”, il quale ha
sistemato sul lato dei tavolini all’aperto che, per posizione incantevole e per
la qualità degli alimenti, viene voglia di mangiarsi il fegato (e non in senso
figurato) e ci
si passerebbe tutto il pomeriggio.Bella è anche l’adiacente e più regolare Piazza di Spagna
Vitoria - Gasteiz
dove si trova il tourist office (che fornisce una mappa con l'indicazione di diversi itinerari) e dove si parte, sulla Cuchillerìa Kalea, per
addentrarsi nel cuore molle, vibrante ed alto della città, ricca di storia e di
fermento politico e sociale, documentati anche dai murales presenti qua e là
sulle facciate più sfacciate degli edifici grandi
Vitoria - Gasteiz
Vitoria - Gasteiz
o sulle piccole saracinesche delle botteghe ancora abbassate per la siesta e se qualcuno comincia a sentire la stanchezza di vicoli in salita e gradini di marmo
Vitoria - Gasteiz
Vitoria - Gasteiz
Vitoria - Gasteiz
Vitoria - Gasteiz
Costa basca
queste ridenti località vengono letteralmente prese
d’assalto e nonostante il sole non abbia l’aggressività caraibica, molti si
mettono in modalità rivierasca, dedicandosi alle più svariate attività
acquatiche, tra cui anche il surf, a cui naturalmente e prontamente si dedica
un murale.
A
Getaria falliamo miseramente il tentativo di trovare un alloggio e ci dispiace
perché l’affaccio del paesino sul porticciolo è alquanto suggestivo e
presagevole di libidinosa gastronomia. Spostandoci occidentalmente
oltrepassiamo Zumaia, che non sembra fare al caso nostro, e troviamo finalmente
una specie di agriturismo a Itziar che ricorda quasi di più un bed &
breakfast inglese, sia per i modi gentili della gestrice, sia per i paesaggi
fiabeschi che si possono osservare dalle finestre: da una parte le colline
morbide e la montagna a spalleggiare e dall’altra il mare blu, con il digradare
verde dell’erba da pascolo. Ci troviamo in una frazione di Deba che visitiamo
nel pomeriggio e, a parte il lungomare-fiume e qualche scorcio di centro
storico, troviamo insignificante, o anzi, imbruttita dalla presenza di alcuni
condomini orrendi dalle fattezze casermoniche, e dove ci fermiamo a cena al Buru Zuri Taberna (pintxos gustosi a prezzi modici).
21 maggio 2016
Dopo una bella colazione ci
rimettiamo in cammino sulla GI 638, una stradina panoramica di tutto rispetto,
adatta naturalmente a chi non ha fretta, anche perché oltre alle curve,
bisogna prestare particolare attenzione ai numerosissimi ciclisti che si
allenano su questo tratto. Raggiungiamo così la località di Lekeitio.
Lekeitio
E’ possibile
parcheggiare l’auto poco fuori l’abitato, in grandi parcheggi gratuiti
predisposti per l’invasione domenicale. Visitiamo il paese in festa e ci
spingiamo fino all’isoletta, situata amorevolmente nel golfo poetico, e
collegata alla spiaggia da un terrapieno a ponte, come una piccola Mont Saint
Michel, con le onde a far da monito ad una marea che potrebbe alzarsi ed
impedire il ritorno, ma così è, ed attenti a non scivolare,
Lekeitio
ci spostiamo al Norai, un
baretto direttamente sul porticciolo per una racion de calamares ed una bella
birretta, ma l’atmosfera iodata viene interrotta da un carro allegorico di
sostenitori della feria de Sevilla, che ci fa mettere le ali ai piedi in direzione
Bilbao. Abbiamo prenotato l’ultima notte in Spagna all’Hotel Artetxe che
si trova sulla collina che domina la città. Possiamo quindi lasciare l’auto nei
pressi della biglietteria della funicolare, dove c'è un parcheggio gratuito) e scendere con quella (il costo del
biglietto è di 90 centesimi a corsa). In pochi minuti ci si ritrova davanti al
ponte pedonale moderno;
Bilbao
decidiamo di ripassare di fronte al Guggenheim per sbucare nei bizzarri (come
vengono definiti dalla guida) giardini del Parque de Dona Casilda de Iturrizar,
in cui oggettivamente non riscontriamo alcunché di bizzarro, se non la
geometria trapezoidale. Usciamo dai giardini su Diego Lopez Harok, un bel viale
che sbuca in una rotonda in fiore dall’interessante architettura,
Bilbao
Bilbao
fino a
ritornare al fiume dove si svolge la fiera del libro anarchico… saranno i libri
a salvarci?!? Come accennato all’inizio del racconto, abbiamo modo di rivalutare le bellezze
di Bilbao, addentrandoci anche nel casco viejo dove scopriamo, come un
ossimoro, la Plaza Nueva e tutti i suoi fantastici ristorantini.
22 maggio 2016
Per restituire l’auto
noleggiata con il pieno di benzina si
può usufruire del distributore che si trova a nella zona industriale vicino
all’aeroporto (Estaciòn de Servicio Usoa - Zona Comercial Aeropuetro Parcela, 9
- 48160 Elexalde Derio Bizkaia). Facciamo ritorno in
Italia con la consapevolezza di aver scoperto ed apprezzato un’altra bellissima
regione della Spagna, che mai una volta ci ha lasciato indifferenti; se poi
nella valutazione complessiva si associa anche la presenza delle isole, si fa
presto a capire il motivo per cui questo Paese sia, da sempre, meta del turismo
europeo ed ultimamente abbia ampliato i propri orizzonti verso una buona parte
di viaggiatori ultracontinentali, posizionandosi sul podio delle classifiche
delle nazioni più visitate al mondo e lasciando interdetti ai blocchi di
partenza altri Stati che avrebbero, obiettivamente, un patrimonio
culturale/paesaggistico anche più consistente, ma che, evidentemente, non sono
in grado di valorizzarlo così bene (ogni riferimento all’Italia è puramente
voluto).
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