VENERDÌ 27 DICEMBRE 2024
Si parte da Bergamo con volo Ryanair (123 euro) per Barcelona El Prat, dove
giungiamo in perfetto orario. Ci rechiamo al punto di raccolta delle navette
dei car rental. Abbiamo prenotato una Fiat 500 da Clickrent per il periodo che
va dal 27 dicembre 2024 al 05 gennaio 2025 per 287 euro con copertura
assicurativa totale. Nonostante avessimo già fatto il check-in online le
formalità risultano piuttosto farraginose, come anche l’uscita dal garage:
veramente scomodo… Diciamo che non si può mettere questa agenzia ai vertici
dell’efficienza operativa. Imbocchiamo la strada in direzione Tarragona per
andare a prendere un po’ di caldo sulla costa a sud di Barcellona; in
particolare decidiamo di visitare il paesino di Altafulla con una bella
passeggiata fino al castelletto di Tamarit. Con grande rammarico constatiamo
che non è più un paese per tapas, infatti evidenziamo un calo nella qualità ed
un aumento notevole dei prezzi. Anche a Reus, dove abbiamo deciso di
pernottare, la situazione non migliora, anzi: addirittura le birre piccole a
2.80, in un bar popolare, non certo al grand hotel; oh, ma scherziamo?!? E
piattini delle dimensioni di un sottobicchiere a 6.50?!? Tutto coperto di
aglio… Ah, che delusione!!! Se ci si mette pure la Spagna ci resterà solo la
Grecia… Speriamo nei prossimi giorni.
SABATO 28 DICEMBRE 2024
In mattinata visitiamo lo splendido monastero di Poblet (ingresso a pagamento
9.50 euro a persona) che si trova a meno di un’ora di auto da Reus.
Oltrepassata la magnifica porta medievale ci si ritrova nella silenziosa e
poetica atmosfera capace di infondere la spiritualità del luogo perfettamente
conservato dai monaci cistercensi. Il chiostro è un piccolo gioiello dal punto
di vista architettonico, ma se si riesce ad andare oltre alla già incantevole
semplice ammirazione, si entra in una realtà pregna di significanti. Da qui si
aprono vari ambienti assai suggestivi: i refettori più antichi e quelli più
moderni ancora utilizzati, la cucina, al piano superiore il museo e i
dormitori, per poi concludere la visita con la chiesa e soprattutto il suo
altare decorato a statue e le due arcate dei transetti che ospitano i sarcofagi
scolpiti in alabastro di sette re e cinque regine; un’opera unica ed
ipnotizzante. Anche il piazzale esterno rappresenta un ambiente accogliente, al
contrario della signora della biglietteria che più antipatica non potevano
prenderla…
Attraversando una bella campagna ondulata e naturalmente odorosa (al contrario della nostra piatta pianura padana violentata e offesa) arriviamo all’altro monastero di interesse della zona, quello di Santes Creus che ammiriamo solamente da fuori perché l’orario di chiusura ormai prossimo impedirebbe una accurata scoperta, inoltre il chiostro ed altri ambienti stanno subendo lavori di ristrutturazione e sono imbragati; nonostante ciò il luogo risulta per noi particolarmente affascinante e prodigo di bellezza.
Concludiamo la giornata nel centro modernista di Reus che conosciamo un poco meglio di ieri sera e che, ad essere sinceri, apprezziamo lasciandoci guidare dall’istinto alla scoperta di grandi piazze e viali ariosi, vicoli stretti e monumenti, alzando spesso il naso per ammirare le belle facciate dei palazzi che ne hanno reso noto il nome oltre i confini di Spagna.
DOMENICA 29 DICEMBRE 2024
Trascorriamo l’intera giornata all’interno del parco del delta dell’Ebro, in un
contesto naturale particolarissimo, fatto di paludi, canali, campi asciutti, o
acquitrini, canneti e punti di osservazione, sentieri e lunghe spiagge.
Purtroppo la temperatura è abbastanza bassa e tira un vento scorticante, quindi
ci tocca limitare la durata delle camminate. Ovviamente in un ambiente simile è
possibile avvistare migliaia di uccelli appartenenti a tutte le famiglie
immaginabili, ma i più attraenti e fotogenici sono, come sempre, i fenicotteri
rosa. Alcuni paesi si sono sviluppati nell’area, i più interessanti sono:
Deltebre, Poble Nou, Riumar e l’Ampolla dove pranziamo al ristorante la Baracca
a base di riso nero di chipirones e frutti di mare; come aperitivo gustiamo un
ottimo vermut, tipico di questa provincia. Per la notte abbiamo prenotato una
stanza (molto confortevole ed economica: 63 euro con colazione inclusa) al
Hotel del porto di La Rapita il cui lungomare è riparato dal vento e possiamo
fare una passeggiata salutare in tutta scioltezza. Anche il mediterraneo è
placido e qualcuno ne approfitta per una nuotata rigenerante.
LUNEDÌ 30 DICEMBRE 2024
Ci rechiamo a Vinaros nella vana speranza di trovare un paesino più
accattivante rispetto a La Rapita, anche perché dalle descrizioni lette, pare
che si siano impegnati molto per renderlo un po’ più accogliente, ma nella
realtà i risultati ottenuti vanificano penosamente il tentativo. L’unica cosa
positiva è la presenza di innumerevoli possibilità di ristorazione, ma non
avendo alcun languorino ci limitiamo ad un’infruttuosa passeggiata nel
desolante centro storico ed una leggermente più gradevole sul lungomare baciato
dal sole.
Tutt’altra musica prende a suonare quando entriamo nell’abitato della ridente cittadina di Peniscola con la sua splendida cittadella fortificata che si erge su un promontorio marino in perfetto stile Mont Sant Michel e dalla sommità della quale si gode di un paesaggio suggestivo. Le mura sono robuste ed apparentemente inviolabili, ma le porte, anche la Fosca, si aprono ai visitatori che possono inoltrarsi in un casco viejo morbido ed ospitale. Il mare sotto è calmo come non mai, il sole risplende ed il su e giù tra vicoli, bastioni, e cinta muraria, stuzzica l’appetito, perciò ci concediamo un ottimo pranzo con menù a prezzo fisso (14.50 euro senza bevande) a base di pesce al ristorante La Marinera che potrebbe sembrare una pattonata turistica, ma sorprende positivamente per qualità, freschezza dei prodotti e per le abilità culinarie. Ci alziamo da tavola che il sole comincia ad abbassare il capo dietro le colline; fortunatamente la spiaggia è ancora in piena luce e ci godiamo una sgambata kilometrica post prandiale di grande soddisfazione.
Risaliamo in auto e ci dirigiamo verso Castellon de la Plana dove arriviamo in un’oretta con una strada più interna e più articolata, ma anche assai più scenografica a livello panoramico: la natura è pressoché immacolata ed è un vero piacere percorrere questo tratto. Entrare a Castellò non è affatto difficoltoso; lasciamo l’auto in un parcheggio libero situato a circa un kilometro dal centro e camminiamo sino al NH Mirodoro dove abbiamo prenotato una bellissima stanza al prezzo di 67.15 euro senza colazione, ma ci sono bollitore e macchinetta del caffè, quindi basta organizzarsi con biscotti ed il problema non si pone. Ceniamo da El Colmado che propone una varietà di tapas alquanto raffinate ed una lista di vini e vermut invidiabile a prezzi onesti. Una veloce osservazione delle vie centrali ci sorprende per bellezza ed omogeneità architettonica, ma ci ripromettiamo di approfondire con la luce diurna: se ne riparla domani mattina.
MARTEDÌ 31 DICEMBRE 2024
Senza fretta ci dedichiamo alla visita del centro di Castellò, anche perché le
cose più belle le avevamo già viste la sera precedente ed erano oggettivamente
meglio col buio… C’è anche un bel parco con originali panchine piastrellate ed
una piazza dove sono state messe sculture e riproduzioni di quadri famosi,
tanto per dare l’illusione che l’arte possa essere accessibile a tutti e
soprattutto per stimolare l’interesse di alcuni che altrimenti rimarrebbero
all’oscuro dell’esistenza della bellezza… Speriamo che funzioni. Il resto della
mattinata ed il primissimo pomeriggio vengono presi dal tragitto per
raggiungere l’arroccato borgo di Vilafames e la sua sorprendente esplorazione:
vi è un armonioso connubio di mura, castello, chiese ed altri edifici in pietra
rossa e case intonacate in bianco candido.
Da qui ci spostiamo sulla costa, precisamente ad Oropesa, un bel paese devastato dall’obbrobriosa edilizia verticale che, probabilmente, tanto stava a cuore a costruttori/assessori di qualche anno fa. Come una Rivazzurra tristemente lasciata all’abbandono del fuori stagione, ma senza la dignità della presenza locale, troviamo tutto più o meno chiuso e la possibile offerta gastronomica si limita ad un paio di ristoranti, tra cui il Torico2 dove sbafiamo una paella de mariscos di buona qualità. Dopo aver fatto il pieno di energia siamo pronti per affrontare il cammino verde che unisce Oropesa all’abitato successivo (circa 6 kilometri) con salutare ossigenazione litoranea. Essendo l’ultimo dell’anno e non avendo particolare propensione al festeggiamento connesso, facciamo un po’ di spesa al Carrefour di Villa Real e ci rintaniamo nella stanza prenotata per una cifra ragionevole (83 euro con colazione, per questa notte i prezzi di molti alberghi vengono duplicati e addirittura triplicati) al Plana Parc Hotel situato in zona industriale, nei pressi di un’azienda gigantesca (Porcelanosa) dalla quale alle 18.00 fuorescono simultaneamente migliaia di dipendenti che s’incodano come alla fine di un concerto al forum di Assago ed impiegheranno due ore ad arrivare a casa per il cenone che, se tanto mi da tanto, qui inizierà dopo i fuochi d’artificio, quindi c’è tutto l’agio del mondo.
MERCOLEDÌ 01 GENNAIO 2025
Controllando accuratamente il meteo della zona decidiamo per una logica
soluzione: il trasferimento sulla costa e precisamente a Santa Pola. Come
sempre sulla rete stradale si viaggia in grande spensieratezza, anche se,
effettivamente, essendo il primo dell’anno, pensavamo che non ci fosse in giro
quasi nessuno, invece ci sono più auto del previsto. Facciamo una prima tappa a
Villena dove visitiamo il bellissimo castello a più ordini di fortificazione,
con una vista panoramica sulla cittadina e l’orizzonte avvolgente.
Tiriamo dritto fino ad Elx (Elche) dove si trova il più grande palmeto d’Europa ed una parte di esso è inglobata nel parco pubblico ben tenuto. Il resto dell’abitato non riserva grandi sorprese, se non per la bella chiesa, qualche piazzetta, i ponti sul fiume vivibile ed una rocca. Notiamo che molte persone frequentano allegramente bar e ristoranti e ne deduciamo che non abbiano festeggiato l’ultimo fino a tarda notte ed anche dalle condizioni di estrema pulizia delle strade del centro ci facciamo questa idea, l’unica alternativa possibile è che gli spagnoli abbiano un fisico bestiale con capacità di ripresa invidiabile ed un servizio di nettezza urbana unico al mondo.
Ci fiondiamo al mare a Santa Pola dove troviamo un’urbanistica non certo favolosa, ma almeno non hanno esagerato con i casermoni tipici di altre località balneari. La temperatura si aggira intorno ai 15 gradi e ci consente una lunga passeggiata e ad altri più spavaldi di noi una rinfrescante nuotata primannide. Ci sono moltissimi ristoranti aperti assai frequentati, soprattutto nella zona del porto, come se fosse un qualsiasi sabato di aprile. Prendiamo possesso della stanza che abbiamo riservato per la notte al Hotel Narcea (63 euro con colazione) in pieno centro ed usciamo nuovamente in cerca di sole ed aria pulita che troviamo sul piacevolissimo lungomare. Per cena siamo tentati da alcune soluzioni, ma alla fine optiamo per 100 montaditos che non delude mai con la sua formula di caraffona di birri a 2 euro e pintxos sotto forma di mini panini dalle imbottiture più fantasiose.
GIOVEDÌ 02 GENNAIO 2025
Il pedometro si è messo a lampeggiare poi è comparsa l’immagine di una mano che
dapprima s’è chiusa a carciofo facendo avanti e indietro più volte, poi s’è
aperta ed ha iniziato a scacciare una mosca immaginaria dalla faccia, come a
sintetizzare il concetto vernacolante: “Ma sa casso fet? Set semo?!?” Infatti
abbiamo fatto molti più kilometri a piedi che in auto; con questa ci siamo
recati ad Albir dove abbiamo parcheggiato ed intrapreso il bellissimo sentiero
costiero di circa 3 km, con paesaggistica incantevole e profumo di pino
marittimo, che conduce al faro: è un percorso accessibile a tutti e si ha la
netta sensazione di fare qualcosa di buono per il proprio organismo.
Al ritorno continuiamo nella visita del paese, ma per il pranzo preferiamo spostarci nella località attigua, cioè Altea, dove optiamo per il Columbus, un ristorante a forma di veliero, con tanto di fregi e decorazioni, forse un po’ esagerato all’interno, ma noi ci mettiamo ad un tavolino sul marciapiede al sole, quindi al massimo ci sembra di stare sul molo d’ormeggio. Ordiniamo una fideuà ed un riso nero ai gamberi e chipirones con due bicchieri di bianco verdejo ed una pinta di birra e non arriviamo a 40 euro. Il tutto di ottima qualità e porzioni pantagrueliche (bastava un piatto in due per essere più che soddisfatti). Subito dopo pranzo, con la bolla al naso, ci inerpichiamo nella parte antica della città, su una scalinata a discreta pendenza. Nonostante la tachicardia arriviamo in cima ed otteniamo immediatamente una ricompensa perfetta: il panorama colpisce l’occhio ed il cuore a 180 gradi, inoltre il casco historico si rivela molto più interessante del previsto con la sua bella chiesa (esternamente), dalla cui piazza si snodano parecchie stradine tranquille con le case bianche che vi s’affacciano ricordando in qualche modo l’atmosfera pacata di Obidos.
Quando ritorniamo a livello del mare è giunta l’ora di pensare a dove andare a passare la notte. Troviamo una stanza al Hotel Terrademar di Calpe (53 euro senza colazione), quindi tappa al supermarket per l’acquisto di biscotti, visto che la stanza è dotata di bollitore per il tè. L’albergo si trova nell’armonioso centro storico, dopo aver esplorato il quale però ci tocca la camminata fino alle saline, all’andata in discesa… Il ritorno ha causato dolori in parti del corpo apparentemente ignote…
VENERDÌ 03 GENNAIO 2025
Prendiamo la via costiera del nord, piuttosto lenta a causa dei ciclisti e dei
dossi artificiali posizionati come se piovessero, ma abbastanza pittoresca,
verso la prima tappa della giornata al mirador del Cap de Nau dove troviamo una
scogliera a strapiombo sul mare impressionante.
Il secondo è il mirador de Cap Negre dall’approccio molto più morbido, ma ugualmente spettacolare. Qui si può iniziare una camminata circondati dalla natura, mentre gli occhi riescono ad incamerare tutto questo blu. Nel risalire ulteriormente ci fermiamo a Cullera dove pranziamo discretamente a La casa de la Playa per poi incamminarci sulla lunga e profonda spiaggia dalla sabbia fine e dall’attitudine più selvaggia, soprattutto nella parte poco edificata, dove resiste ancora qualche piccola duna e si possono avvistare volatili dalle dimensioni considerevoli.
Per la notte scegliamo di far ritorno nella zona di Castellò, dopo essere entrati per errore nella città di Valencia, e precisamente a Benicassim. L’albergo a tre stelle è il Solea House e la stanza costa 72 euro con la colazione; la predisposizione all’accoglienza dei clienti non è proprio il loro forte (dalle 16.00 non c’è più nessuno e per avere il codice di accesso bisogna telefonare più volte, almeno questa è la nostra esperienza, ma la camera è confortevole).
SABATO 04 GENNAIO 2025
L’ultimo giorno è dedicato al grande trasferimento per ritornare il provincia
di Barcelona e per la notte ci appostiamo ancora a Sitges, come due anni fa, ed
arrivando intorno alle 13.00 possiamo goderci il caldo del sole sul memorabile
lungomare.
Pranzo a base di pintxos alla taverna basca Eguzki Lizarran di buona qualità ma con i prezzi un po’ gonfiati, soprattutto quello della birra (una cana a 3 euro è una bestemmia in Spagna). Dormiamo al Liberty Sitges in pieno centro dove paghiamo 65 euro per una stanza senza colazione, ma con bollitore e macchinetta del caffè.