DOMENICA 27
MAGGIO 2018
La frase del mese è: “eh, ma il Montenegro deve essere bellissimo…” lo scopriremo solo vivendo. Pogdorica è quindi la meta della nostra partenza da Malpensa. Voliamo con Wizz air con meno di 100 euro a cranio. Abbiamo prenotato un’auto con Sixt (140 euro per dieci giorni): gli addetti non sono particolarmente cerosi, effettivamente la popolazione non è rinomata per essere la più affabile e cerimoniosa del pianeta. Sono però molto puntigliosi nel controllo dell’auto: ci affidano un cesso di Dacia come se fosse un prezioso gioiello di famiglia, dopo averla fotografata ed averne fatto uno scan tecnologico con lo smartphone, ci inviano per email il check up completo della carrozzeria, indicando i segnetti grossi come moschini spiaccicati, ed alcuni forse lo sono. Invece di queste pignolerie borghesi, personalmente mi focalizzerei su altri elementi contrattuali decisamente più importanti, tipo che il mezzo meccanico sia dotato di pneumatici non lisi e di pianale posteriore del portabagagli, per evitare di bucare al primo sasso non perfettamente arrotondato, o di invogliare chiunque ad aprirti il portellone posteriore per impadronirsi della, seppur misera, refurtiva costituita dai nostri zaini. Quando facciamo notare questo particolare, ci guardano come se avessimo dato dei ladroni a tutti i loro familiari ed all’intera popolazione jugoslava… ci giustifichiamo dicendo: “sai noi veniamo dall’Italia, dove appena ti giri c’è qualcuno che tenta di incularti…” Promettono di farci trovare un pianale l’indomani mattina, quindi dovremo ripassare dall’autonoleggio dell’aeroporto… La città di Pogdorica è a dir poco orribile, l’unica cosa bella è il fiume che l’attraversa e l’albergo dove soggiorniamo (hotel Pogdorica – 62 euro a notte) vi si affaccia. La stanza è bella, ampia e pulita con balcone con vista. Lo abbiamo prenotato anche per il ristorante con terrazza panoramica sul bacino fluviale. Peccato che il ristorante non sia aperto, quindi per cena decidiamo di andare al Pod Volat, una specie di istituzione, molto frequentato e con un discreto menù, soprattutto incentrato sulla carne alla griglia, a prezzi veramente convenienti (esempio: birra media 1.40 euro, bistecca di vitello 5 euro).
La frase del mese è: “eh, ma il Montenegro deve essere bellissimo…” lo scopriremo solo vivendo. Pogdorica è quindi la meta della nostra partenza da Malpensa. Voliamo con Wizz air con meno di 100 euro a cranio. Abbiamo prenotato un’auto con Sixt (140 euro per dieci giorni): gli addetti non sono particolarmente cerosi, effettivamente la popolazione non è rinomata per essere la più affabile e cerimoniosa del pianeta. Sono però molto puntigliosi nel controllo dell’auto: ci affidano un cesso di Dacia come se fosse un prezioso gioiello di famiglia, dopo averla fotografata ed averne fatto uno scan tecnologico con lo smartphone, ci inviano per email il check up completo della carrozzeria, indicando i segnetti grossi come moschini spiaccicati, ed alcuni forse lo sono. Invece di queste pignolerie borghesi, personalmente mi focalizzerei su altri elementi contrattuali decisamente più importanti, tipo che il mezzo meccanico sia dotato di pneumatici non lisi e di pianale posteriore del portabagagli, per evitare di bucare al primo sasso non perfettamente arrotondato, o di invogliare chiunque ad aprirti il portellone posteriore per impadronirsi della, seppur misera, refurtiva costituita dai nostri zaini. Quando facciamo notare questo particolare, ci guardano come se avessimo dato dei ladroni a tutti i loro familiari ed all’intera popolazione jugoslava… ci giustifichiamo dicendo: “sai noi veniamo dall’Italia, dove appena ti giri c’è qualcuno che tenta di incularti…” Promettono di farci trovare un pianale l’indomani mattina, quindi dovremo ripassare dall’autonoleggio dell’aeroporto… La città di Pogdorica è a dir poco orribile, l’unica cosa bella è il fiume che l’attraversa e l’albergo dove soggiorniamo (hotel Pogdorica – 62 euro a notte) vi si affaccia. La stanza è bella, ampia e pulita con balcone con vista. Lo abbiamo prenotato anche per il ristorante con terrazza panoramica sul bacino fluviale. Peccato che il ristorante non sia aperto, quindi per cena decidiamo di andare al Pod Volat, una specie di istituzione, molto frequentato e con un discreto menù, soprattutto incentrato sulla carne alla griglia, a prezzi veramente convenienti (esempio: birra media 1.40 euro, bistecca di vitello 5 euro).
LUNDEDI’ 28
MAGGIO 2018
Da Pogdorica prendiamo la direzione Petrovac, attraversiamo il ponte sul lago Skadar che offre una bella visuale. Petrovac è il classico insediamento turistico tipo Finale ligure, di cui viene criticato tanto l’abominio architettonico retrostante, ma noi non troviamo particolarmente interessante nemmeno il lungo mare; c’è una spiaggia frequentata da famiglie poco distante (Lucice) con adiacente parcheggio.
Da Pogdorica prendiamo la direzione Petrovac, attraversiamo il ponte sul lago Skadar che offre una bella visuale. Petrovac è il classico insediamento turistico tipo Finale ligure, di cui viene criticato tanto l’abominio architettonico retrostante, ma noi non troviamo particolarmente interessante nemmeno il lungo mare; c’è una spiaggia frequentata da famiglie poco distante (Lucice) con adiacente parcheggio.
Lucice
Proseguendo sulla litoranea verso il Cattaro, tre
minuti dopo il paese di Rijekarezevici, si incontra la bella spiaggia di Drobni
Pijesak: c’è una breve deviazione dalla strada principale e si scende
ripidamente verso uno slargo dove si può lasciare il veicolo e continuare a
piedi, per un paio di minuti, durante i quali si sentono ancora nitidi i
profumi del mediterraneo.
Drobni
Pijesak
Risalendo sulla strada principale e continuando nella stessa direzione, dopo
circa un quarto d’ora si arriva a Przno, un paesino adagiato sul mare, che sarebbe
anche carino se non avesse ambizioni da fighettismo sublimante.
Przno
Comunque per
noi è importante solo come parcheggio per ingaggiare una bella camminata di 15 minuti fino a Sveti Stefan. Si tratta di un isolotto collegato alla terra ferma
da una radiosa striscia di sabbia. Il posto sarebbe veramente incantevole, ma
dove cede il demanio di stato prolifera l’arroganza dell’opulenza; infatti è
stato tutto privatizzato e sull’isola non si può più andare nemmeno a piedi,
perché gli edifici presenti sono stati riconvertiti in resort e la spiaggia è
solamente per i clienti o per qualche buontempone che si può permettere di
cacciare 100 euro per un ombrellone e due lettini.
Passeggiata verso Sveti Stefan
Sveti Stefan
Sveti Stefan
Ritornando al parcheggio dove
abbiamo lasciato l’auto ci fermiamo a fare qualche foto ad un’altra spiaggia
molto bella, ma anch’essa, purtroppo, privatizzata da un altro albergo di lusso. Ci
spostiamo ancora di poco per andare a visitare lo stari grad di Budva che può
vantare edifici storici ben conservati e delicatamente appoggiati sul mare, ma
fortemente difesi da mura e bastioni.
Budva
La spiaggia di Budva è
affollatissima e un po’ squallida, ma da qui si gode di una bella vista sulla
cittadella.
Budva
Ci facciamo attrarre inutilmente dalla rutilante jazz beach, tanto famosa quanto brutta, per poi
avere la brillante idea di inoltrarci nella penisola Lustika. La strada è in
pessime condizioni. Il luogo dovrebbe essere tranquillo ed
isolato (nonostante si tratti di una penisola), invece c’è un traffico che
neanche a viale Zara all’ora di punta e la spiaggia che ci ha affascinato sulla
carta, beneficiando di descrizioni di lodi sperticate, Plavi Horizzont o spiaggia di Przno (sui cartelli
stradali), è in realtà una cala piuttosto anonima con l’acqua non super
pulita. Risaliamo con le pive nel sacco, ma ci rifacciamo subito, perché
decidiamo di saltare Tivat, dove pare che l’unica attrattiva sia rappresentata
dallo yacht club in stile Principato di Monaco, e di puntare direttamente verso
il fiordo di Kotor (Bocche del Cattaro). Siamo un po’ sfigati perché ci
accoglie un temporale di tutto rispetto, che, però, non riesce ad attenuare la
bellezza commovente del paesaggio. La strada che si snoda sul versante sud è
strettissima e corre a pelo d’acqua, attraversa una serie di paesini, con le
case in pietra, uno più suggestivo dell’altro: Stoliv, Prcanj, Mou, sino ad
arrivare all’apoteosi di Kotor, che è una vera e propria cittadina, con una
parte vecchia incantevole, dove i mille vicoli misteriosi sbucano in altrettante
piazze e slarghi ariosi e ricchi di edifici di pregevole fattura; assai
riconoscibile è l’influenza veneziana.
Kotor
Kotor
Kotor
Kotor
Kotor
Kotor
A Kotor c'è un'ampia scelta di appartamenti economici. Noi scegliamo
Apartments Moskov, a pochi passi dalla porta del fiume che immette nel centro storico. L'alloggio è perfetto con fondamentale parcheggio e costa solo 40 euro a notte. Per raggiungerlo è fondamentale NON seguire le indicazioni del navigatore, ma farsi indicare il percorso dal gentilissimo proprietario, che ci sconsiglia di bere l'acqua del rubinetto.
Nella cittadina ci sono moltissimi ristoranti e locali caratteristici non proprio economici (con prezzi simil italiani), ma noi ce la caviamo
egregiamente al Bokun, che ha dei bei tavolini all’aperto, ordinando l’omonimo
panino che è una sleppazza gustosa preparata con una specie di panpizza ed una
ricca insalata.
MARTEDI’ 29
MAGGIO 2018
L’arrampicata per il castello di Kotor è tutt’altro che una passeggiata, sia che si decida di salire dal centro della città vecchia, pagando un biglietto di 8 euro, sia che si parta dalla zona della porta del fiume, non pagando niente.
L’arrampicata per il castello di Kotor è tutt’altro che una passeggiata, sia che si decida di salire dal centro della città vecchia, pagando un biglietto di 8 euro, sia che si parta dalla zona della porta del fiume, non pagando niente.
Naturalmente, non essendo nati ieri, e grazie al consiglio del proprietario del
Moscov, che probabilmente ci ha inquadrato come persone che non amano
appallottolare banconote e gettarle nel fiordo, ci inerpichiamo dalla parte
gratuita, che è caratterizzata da un largo sentiero acciottolato con rampe e
tornanti abbastanza faticosi, ma non troppo ripidi. Per arrivare alla sommità
del castello ci vuole un’ora e sudiamo sette camicie; è fondamentale portare
con sé almeno un litro d’acqua.
Il castello ha belle mura digradanti, per il
resto non è un capolavoro di architettura imperdibile, ma dai suoi bastioni si
possono ammirare le sorprendenti profondità del fiordo da altezze non
trascurabili.
Kotor
Con attenzione e senza sottovalutarla iniziamo la discesa e quando arriviamo
sul piano avremmo bisogno di un tuffo rinfrescante a mare, invece ci mettiamo
in macchina e percorriamo l’altro versante del fiordo, rispetto a quello del
giorno precedente. Qui la strada è più scorrevole e non sempre passa radente
all’acqua. Ci sono però, anche qui, alcuni paesini caratteristici, come ad
esempio Perast. Parcheggiamo l’auto in una rientranza della strada e subito ci
si offre la visuale della torre campanaria che ombreggia l’abitato e le due
isolette in lontananza;
dopo un buon pranzo a base di cozze (coltivate in abbondanza in questa zona) e
calamari alla griglia al ristorante Jelena, visitiamo il centro storico,
scoprendo altri scorci interessanti. Dal tavolino vediamo le vicine isolette di Ostrvo e Sveti Dorde raggiungibili con le barche presenti sul molo.
Perast
Perast
Perast
e poi ci rimettiamo in auto in direzione Dubrovnik, ma
prima facciamo una tappa a Herceg Novi. I parcheggi sono tutti a pagamento e
non vi è chance di evitare di alimentare questo brutto vizio, nemmeno stando
lontani dallo stari grad, perciò ci infiliamo in uno che fa 80 centesimi
all’ora. Percorriamo la bella strada centrale fino alla piazza con la torre dell’orologio oltre il cui
arco si apre un’altra bella piazza dominata da una chiesa molto
particolare, la cui facciata è arricchita da un sontuoso portale con mosaico e da un elegante
rosone. Di scarso interesse è invece la fortificazione fronte mare.
Herceg Novi
Herceg Novi
Herceg Novi
Herceg Novi
Andando verso la
frontiera con la Croazia bisogna prestare molta attenzione ai limiti di
velocità e tentare di rispettarli, perché siamo stati avvisati preventivamente
della presenza di autopattuglie della polizia stradale dotate di puntatore
laser, infatti ne vediamo un paio. Le operazioni doganali non sono velocissime,
ma nemmeno particolarmente lente e la coda di auto è esigua, per cui ce la
caviamo con poca attesa. La strada che dalla dogana conduce a Dubrovnik è
piacevole e notiamo la perfezione del fondo stradale (ormai non siamo più
abituati a viaggiare senza quell’ignobile tortura di rumore e vibrazioni
continui, per non parlare di buche e voragini che caratterizzano i nostri
asfalti). L’arrivo a Dubrovnik è assolutamente spettacolare; abbiamo prenotato
due notti agli appartamenti Astrid in comoda posizione per raggiungere il centro a piedi. La stanza non è male ma un po' piccola e i 75 euro a notte sono giustificati dalla presenza di un parcheggio privato, considerato che nei parcheggi pubblici si
pagano 5.5 euro all’ora, compresa la fascia notturna.
Vi sono poi dei parcheggi a un paio di km dal centro con tariffe decisamente più basse.
Anche i prezzi dei ristoranti sono piuttosto impressionanti, perciò
visto che abbiamo fatto un ottimo pranzo, decidiamo di rinunciare ad una cena
vera e propria, inoltre veniamo catturati dall’idea di questo baretto che
prepara panini al polipo, che concettualmente sono una bomba. In realtà il
Barba ciurla un po’ nel manico, perché il panino è anche ben strutturato (pane
nero, buona decorazione etc.) ma il polipo deve essere scappato dal pentolone…
Insomma per due panini al pomodoro e insalata ed una birra in lattina da 50 cl. Spendiamo quasi 20 euro…alla faccia. Facciamo un veloce giro serale della città vecchia rimandando all’indomani un’analisi
più approfondita, ma già da ora capiamo il motivo di tanto entusiasmo da parte
dei visitatori e dell’Unesco ed un poco ci rammarichiamo per l’incapacità degli
amministratori nostrani nel valorizzare il patrimonio architettonico a loro
disposizione; dovrebbero venire quaggiù a fare un corso accelerato su come
debba essere gestita la ristrutturazione delle facciate e la pulizia e
manutenzione delle pavimentazioni.
MERCOLEDI’
30 MAGGIO 2018
Durante la passeggiata, però, si incontrano davvero belle vedute.
La cinta muraria di Dubrovnik è possente ed al tempo stesso molto armonica,
ingentilita dalle porte ben decorate. Prima di giungere in città avevamo
pensato che il giro della ronda potesse essere un’esperienza accattivante,
memori di quelle germaniche, nonostante il costo del biglietto fosse una
mazzettata sulle ginocchia (circa 20 euro). Poi ci accorgiamo dell’assurdità
della cosa dato che sulla sommità dei bastioni procedono a passo di lumaca truppe di
cinesi e russi in una specie di processione pagana che fa venire
solamente i nervi e in più ti prendi a fustigate per aver speso 20 euro…
Migliaia di articoli, capitoli di guide turistiche, servizi televisivi sono
stati realizzati su Dubrovnik , c’è poc’altro da aggiungere. Si può solo
enfatizzare il tutto in un’unica definizione: bomboniera.
Dubrovnik
Dubrovnik
Dubrovnik
Dubrovnik
Dubrovnik
Ogni
lastra di marmo riluce, i gessi e gli stucchi sono bianchissimi, il tufo sembra
respirare e gli affreschi rinfrescano, donando un po’ di pace al viaggiatore
accaldato…
I vicoli si snodano, salgono in gradoni ripidissimi, per svelare tesori
nascosti: la facciata di una chiesa incastonata tra due palazzetti, una piazza,
un vecchio magazzino con i pozzi ed una sinagoga.
Dubrovnik
Ci domandiamo se la
pavimentazione dello stradun sia così lucida per il continuo strisciare di piedi dei
passanti e se un giorno anche qua si metteranno a contarli ed a limitarne
l’accesso con i tornelli. Decidiamo di uscire un po’ dalla pazza folla e
prendiamo la via del mare dalla parte di Porta Pile.
Dubrovnik
Fa molto caldo ed il parco
Gradac, con i suoi pini marittimi, è una vera benedizione, ma non è sufficiente
a placare i bollenti spiriti. Abbiamo visto che proseguendo oltre, superando
l’Università, per circa un chilometro e mezzo, si arriva in una zona dove il
costo della vita si abbassa leggermente (si può pagare un’ora di parcheggio
solo 1.35 euro, ma noi siamo a piedi, per cui scriviamo questa informazione per
puro altruismo), e dove si trova la spiaggia di Belle Vue, nei pressi
dell’omonimo albergo. C’è chi l’ha definita incantevole, ma non ci sentiamo di
condividere tutto questo proselitismo, anche perché ci sono brutte costruzioni
alle spalle e, almeno quando ci entriamo noi, l’acqua non è pulitissima: ci
sono depositi oleosi che scaraventano il luogo ben lontano da qualsiasi
possibilità di essere definito incantevole.
Durante la passeggiata, però, si incontrano davvero belle vedute.
Dubrovnik
Nel tornare verso le mura cittadine ci fermiamo a mangiare al Dubravka che ha
una terrazza con una panoramica eccezionale ed un rapporto qualità prezzo tra i migliori della città. E se fossimo
stati più furbi avremmo portato con noi il coupon di sconto del 10% che il
nostro ospite ci aveva esibito il giorno prima. Verso sera
apprezziamo l’abilità dei gelatai del posto e la loro onestà: una palla da 10
kune è già abbondante, con due si cena.
La sera è il momento migliore per godersi la città, quando le orde di gitanti organizzati, soprattutto crocieristi, se ne vanno ed è molto piacevole starsene seduti
(dopo tutto quell’andirivieni con i piedi ed i polpacci in fiamme) sulle
panchine del molo a guardare le barche passare… “le più grandi sanno già dove
andare”.
GIOVEDI’ 31
MAGGIO 2018
Oggi si chiude un maggio particolare. Qui è piena estate, quindi decidiamo di
andare al mare vero, quello che ti fa stare bene, che ti entra in tutte le
cellule del corpo rilassandole. Quale migliore destinazione per risvegliare
simili emozioni se non un’isola?!? E infatti prendiamo la strada costiera che
porta a Split e la lasciamo alla deviazione per la penisola di Pelesiac:
vogliamo andare a prendere il traghetto per Korcula. Il paesaggio è molto
intrigante e sarebbe profittevole poterlo osservare con più calma, facendo anche
una pausa a Ston e Mali Ston che hanno il centro storico e le mura fortificate
di notevole interesse, ma abbiamo i tempi calcolati al secondo per prendere il
traghetto delle 11.30 (il successivo sarebbe dopo un’ora e mezza),
infatti arriviamo appena in tempo per comprare il biglietto al botteghino ed
imbarcarci (due persone + auto 89 kune). Ci ripromettiamo di percorrere la
strada con più calma al ritorno e di fare le tappe saltate per la fretta. Per
attraversare il canale che separa Korcula dalla terraferma il ferry ci impiega
circa un quarto d’ora. Abbiamo prenotato, da un giorno all’altro, una
stanza/appartamento per due notti al Sunshine di Lumbarda (come farci scappare
una località simile senza che ci venga da ridere?!?). La ragazza che gestisce gli appartamenti è molto gentile e simpatica e l'appartamento ben arredato, pulito ed economico, ma la minuscola piscina è inutilizzabile ed il parcheggio privato è insufficiente a contenere le auto dei
potenziali clienti, perciò ci scordiamo il bagno rinfrescante al rientro dalla
giornata assolata e parcheggiamo in strada incrociando le dita, considerando le
esperienze pregresse con le auto a noleggio lasciate in balia di
mentecatti segna portiere nella pubblica via.
Lumbarda è il posto ideale in cui soggiornare sull'isola, vicino a Korcula, ma molto tranquillo.
Purtroppo non scatta quella scintilla che è amore a prima vista, che solitamente illumina
questi luoghi poco abitati, ed è un vero peccato perché ci sarebbe anche una
bella atmosfera, ma purtroppo le spiagge sono poche e non proprio
coinvolgenti. Le due spiagge di Lumbarda, Przina e Bili sono piccole con spiaggia un po' scura e troppo frequentate, anche se il mare è trasparente e dà vita a colori vivaci.
Przina
Bili
Bili
Ci facciamo una pizza da Torkul con vista mare. La buona qualità dell’infornata e le birre alla spina fresche al
punto giusto(e un ottimo rapporto qualità prezzo) ci danno coraggio per lanciarci alla scoperta di quella che è
stata consacrata la migliore spiaggia della Dalmazia (Pupnatska Luka)…
Pupnatska Luka
E’ pittoresca la strada che scende
alla cala ed anche la sua ambientazione, molto selvaggia, ma l’acqua è sporca e non si riesce proprio a capirne il motivo.
Ceniamo alla Konoba Maslina, lungo la strada tra Korcula e Lumbarda, che sembra essere l'unica vera locanda tradizionale della zona. Il cibo è buono anche se troppo agliato e il prezzo onesto, il proprietario gentilissimo che alla fine ci
offre anche un dolcino con liquore abbinato.
VENERDI’ 01
GIUGNO 2018Per la visita alla città vecchia di Korcula, parcheggiamo l’auto al supermercato Tommy (le prime due ore sono gratuite, poi si paga molto meno che nei parcheggi più vicini) e
con una bella scalinata
scendiamo a livello del mare. Vi è una robusta fortificazione a proteggere il
nucleo che si affaccia sulle verdi acque del porticciolo.
Korcula
Korcula
Korcula
All’interno si passeggia volentieri tra i vicoli ed ogni tanto si ha la fortuna
di inciampare in qualche edificio di prestigio molto bella è la porta rialzata e
raggiungibile con gradinata,
oltre la quale si apre una curiosa piazzetta
a loggiato.
Korcula
Korcula
Korcula
Korcula
Nel pomeriggio
abbiamo la malaugurata idea di andare a vedere la spiaggia di Bacva, la strada che
scende, infatti, è molto ripida ed il fondo, in alcuni tratti, è in pessimo
stato, inoltre è strettissima, ci si passa a malapena con un’auto di medie
dimensioni; fortunatamente non incontriamo nessuno, se non gli operai addetti
alla manutenzione di un tratto che sembra martoriato da una frana, altrimenti
sarebbe molto impegnativa qualsiasi manovra, non essendoci quasi mai slarghi
dove affiancarsi. Giunti a destinazione abbiamo anche la seccante sorpresa di
trovarci davanti agli occhi una spiaggetta brutta e sporca, seppur ben
incastonata nella natura circostante.
Bacva
Ci sono anche due o tre case i cui
abitanti probabilmente si spostano solamente in barca… Esperienza vivamente
sconsigliata. Chiudiamo la giornata sulla microspiaggia di ciottoli che si
trova poco oltre il porticciolo di Lumbarda, e per fare un salto mortale
all’indietro negli anni ottanta ci spariamo due coppe gelato alla gelateria
Monika.
DOMENICA 02
GIUGNO 2018
Lasciamo Korcula con il traghetto delle 9.00 del mattino, ed oltre agli orari,
con l’avvento del mese di giugno, sono cambiate anche le tariffe (108 kune per due passeggeri e l'auto).
Nel vedere l’isola diventar piccola non abbiamo tanta malinconia, anche perché
non è mai diventata molto grande nel nostro cuore. Riguadagniamo la terra ferma
e con essa le belle strade panoramiche. Facciamo una breve tappa a Ston con
l’intento di visitare l’abitato e magari fare un giro sulle mura, ma
quest’ultima ambizione, che non è nemmeno troppo radicata, quando ci troviamo
davanti al cartello delle tariffe di ingresso (70 kune a cranio), si
affievolisce definitivamente.
La struttura dove pernottiamo, Villa Tomislav, è eccezionale con appartamenti nuovissimi e lussuosamente arredati, una piccola piscina e un fondamentale parcheggio (65 euro). Anche qui infatti i parcheggi sono pochi e a pagamento.
Ston
Ston
Di questo viaggio ci stanno sorprendendo le
difficoltà incredibili di trovare posteggio ed i prezzi esorbitanti per entrare
in un posto a fare qualsiasi cosa, anche la pipì, e la cosa dà abbastanza sui
nervi, perché sono due cose che penalizzano la libertà di movimento in viaggio.
Anche la strada costiera che conduce a Split, dopo aver lasciato la penisola di
Pelesiac, è molto affascinante e dovrebbe essere inserita nel catalogo delle
più belle d’Europa. Naturalmente scegliamo di evitare l’autostrada e procedere
un po’ più lentamente, ma con la poesia negli occhi. Prima di raggiungere Neum c’è la
dogana, perché si attraversa lo sbocco sul mare della Bosnia. Le operazioni
sono piuttosto snelle. Approfittiamo per fare il pieno di benzina, che qui
costa un po’ meno rispetto a Croazia e Montenegro (poco più di 1 euro al
litro).
Nei pressi di Bacine il panorama cambia ed è più montagnoso e ci sono
dei laghetti di suggestivo impatto visivo.
Bacine
Dopo una breve pausa pranzo in un
ristorantaccio di passaggio arriviamo nella graziosa località marittima di
Brela dove, a detta di qualcuno, si trova una delle spiagge più belle
dell’universo (Punta Rata). In realtà c’è un bel lungomare, forse un
po’ demodé, ma con un suo perché, la baia ha una conformazione anche
suggestiva, e vi è una lussureggiante vegetazione, ma da lì alla spiaggia più bella del mondo ne passa di acqua cristallina sotto i ponti… Da
un certo punto di vista sembra più il Lago di Garda, a cui vogliamo tanto bene,
ma nessuna persona di buon senso e gusto si sognerebbe di mettere la spiaggia
di Toscolano Maderno nella graduatoria delle migliori al mondo.
Brela
Comunque, a parte le dissertazioni sulla validità o meno di certi paragoni, c'è una bella e lunga passeggiata che incontra varie cale sassose che risultano meno frequentate più ci si allontana dal paese , ed alla sera ci
si può rilassare sul lungomare, dove i numerosi ristoranti sono presi d'assalto durante il week end. Al Konoba Feral, da noi prescelto c'è la fila per sedersi e optiamo quindi per il Hrast, di qualità discreta e prezzi non troppo alti.
DOMENICA 03
GIUGNO 2018
Ci spostiamo verso l’ultimo avamposto croato, poi cominceremo il viaggio di
ritorno passando dalla Bosnia. Le mete scelte per quest’ultima visita sono di
tutto rispetto.
La prima è Spalato che raggiungiamo in poco più di un’ora da Brela, stando sotto i limiti di velocità, anche perché, così facendo, si può godere ancora dell’aspetto paesaggistico del tragitto. Essendo domenica, FINALMENTE, non abbiamo problemi di parcheggio ed in pochissimo tempo ci troviamo di fronte alla porta aurea, con l’adiacente esagerata statua del vescovo Gregorio. Sopra la porta vi è la cappella di San Martino, mentre nei giardinetti si possono apprezzare la cappella di Sv. Amir e la torre campanaria rinascimentale.
La prima è Spalato che raggiungiamo in poco più di un’ora da Brela, stando sotto i limiti di velocità, anche perché, così facendo, si può godere ancora dell’aspetto paesaggistico del tragitto. Essendo domenica, FINALMENTE, non abbiamo problemi di parcheggio ed in pochissimo tempo ci troviamo di fronte alla porta aurea, con l’adiacente esagerata statua del vescovo Gregorio. Sopra la porta vi è la cappella di San Martino, mentre nei giardinetti si possono apprezzare la cappella di Sv. Amir e la torre campanaria rinascimentale.
Split
Così si entra nel palazzo di Diocleziano che oggi è il centro storico di Split. E’ bello perdersi nei vicoli per poi sfociare nelle piazze ricche di monumenti e palazzi che uniscono armoniosamente gli stili gotici e rinascimentali. La maggior parte dei visitatori (anche qui, purtroppo per noi, ma libidinosamente per i commercianti, attraccano le navi da crociera e la situazione è simile a quella di Dubrovnik) si concentra di fronte alla cattedrale e tutti non vedono l’ora di salire sul campanile romanico.
Split
Split
Split
Split
Effettivamente il luogo è piuttosto scenico con una vistosa presenza di colonne
con capitelli corinzi, ma vi sono tantissimi altri siti di interesse
architettonico e culturale
ed anche uscendo sul lungomare si possono ammirare altri preziosi gioielli (se
Dubrovnik era la bomboniera della Croazia, Spalato è il cofanetto).
Split
Split
Split
Split
La seconda è Trogir, dove decidiamo di passare la notte. C’è chi viene in questa splendida cittadina solamente per il portale della cattedrale, ma anche questi superintenditori poi non possono fare a meno di apprezzare il centro storico nel suo insieme.
Esso si trova su un’isoletta collegata alla terra ferma e ad un’ulteriore isola con un ponte. Le mura sono uno spettacolo di eleganza e robustezza medievale, vi è persino una torre fortificata a base rotonda che sorveglia il canale ed un castello (del Camerlengo) edificato dai veneziani nel 1420.
Trogir
Trogir
Trogir
Trogir è la versione meno
sborona di Dubrovnik e di Spalato, ma anche qui ci sono moltissime chicche e,
forse per il suo approccio più discreto, un po’ meno sfarzoso, ha avuto su di
noi un effetto ancor più incantevole. Il lungomare ha una camminata
luminosissima, con decine di palazzi e palazzetti che vi s’affacciano
splendidamente; ci si sente veramente a proprio agio se ci si siede al tavolino
di un bar a bere una birrona di fronte a questo scenari.
Trogir
Trogir
Trogir
Trogir
Anche l’interno mura non ha nulla da invidiare alle due sorelle maggiori ed
in ogni anfratto possibile s’è insediato un ristorante o un bar, senza, però,
offendere l’atmosfera magica del nucleo storico. Dormiamo agli appartamenti Robi (55 euro a notte) che si trovano nei pressi dell’omonima autofficina ed in posizione ideale
per la visita.
Trogir
Trogir
Trogir
Su consiglio della proprietaria degli appartamenti ci rechiamo a cena al ristorante
Coccolo, dove va la gente del posto per evitare le pattonate turistiche, ma non
ci troviamo per niente bene: i prezzi sono comunque alti e la qualità delle
pietanze è abbastanza scarsa.
LUNEDI’ 04
GIUGNO 2018
Lasciamo Trogir con le buone intenzioni di raggiungere la Bosnia Erzegovina con la strada
normale, ma i lavori in corso ci spingono forzatamente in autostrada che, a
dirla tutta, pur essendo scorrevole, è anche assai panoramica, quindi non ci
dispiace nemmeno più di tanto. Facciamo fuori le ultime kune al benzinaio e
paghiamo i pedaggi autostradali con la carta di credito (velocissima
operazione); poco dopo il confine croato l’autostrada si interrompe bruscamente
(un po’ come in Sicilia) e si ritorna, ancora involontariamente, al progetto
iniziale.
A Mostar abbiamo prenotato una camera all’albergo Villa Nadin, che si trova leggermente fuori dall’abitato, su una strada di percorrenza, ma non ci soddisfa nè per qualità della camera nè per la posizione. In centro storico vi sono sistemazioni più interessanti.
Di Mostar si ricordano spesso i rimandi del conflitto, ma è una città piena di tesori da scoprire: vi sono scorci assolutamente unici, oltre al famoso ponte da cui i più arditi si gettano nel fiume sottostante.
Prendiamo la direzione Mostar, ma circa trenta kilometri prima di
arrivarci facciamo tappa a Pocitelj dove, appollaiata su una rupe, si trova una
bella fortezza che richiama immediatamente alla risalita. Sul sentiero si
incontrano anche un hammam ed una moschea. Dall’alto si gode di una vista mozzafiato
sulle rovine medievali e sulla vallata sottostante.
Pocitelj
Pocitelj
Pocitelj
Pranziamo nel ristorantino in
prossimità del parcheggio: il cuoco non è certo Rubio, ma i prezzi sono quelli
che riappacificano con l’equità (10 euro in due comprese le birre). Ci sono
alcune signore che vendono i loro prodotti di artigianato ed altre i frutti del
loro orto; ne approfittiamo per comprare un cestino di ciliegie extra a 1 euro.A Mostar abbiamo prenotato una camera all’albergo Villa Nadin, che si trova leggermente fuori dall’abitato, su una strada di percorrenza, ma non ci soddisfa nè per qualità della camera nè per la posizione. In centro storico vi sono sistemazioni più interessanti.
Di Mostar si ricordano spesso i rimandi del conflitto, ma è una città piena di tesori da scoprire: vi sono scorci assolutamente unici, oltre al famoso ponte da cui i più arditi si gettano nel fiume sottostante.
Mostar
Mostar
Mostar
Mostar
C’è un bel
pub, il Black Dog, con una terrazza panoramica che, oltre agli alcolizzati
locali, raccoglie anche quelli di altre nazionalità, tra cui noi, soddisfatti
della qualità delle birre proposte (ottima la ambrata) ed anche dei prezzi. Per
cena optiamo per il ristorante Hindin Han che cucina ottimi piatti di pesce
(sia di fiume, sia di mare) a prezzi super concorrenziali (due trote 6 euro
un’orata 7 euro).
Mostar è quindi una tappa fondamentale per chi voglia godersi una città dal sublime centro storico e contemporaneamente ritrovare il calore dell’accoglienza e la genuinità delle persone che, sinceramente, in Croazia erano un po’ sbiadite.
Mostar è quindi una tappa fondamentale per chi voglia godersi una città dal sublime centro storico e contemporaneamente ritrovare il calore dell’accoglienza e la genuinità delle persone che, sinceramente, in Croazia erano un po’ sbiadite.
MARTEDI’ 05
GIUNGO 2018
Ci facciamo un po’ di Bosnia lemme lemme, godendoci il contesto agreste-collinare.
Per quanto riguarda le soste nei centri abitati rimaniamo piuttosto delusi dall’impatto desolante e dall’assoluta mancanza di spunti interessanti,
non che l’aspettativa fosse elevata, sapevamo che di Mostar ce n’era una sola,
però così si esagera…
A Stolac, ad esempio, ti viene da piangere o, al massimo,
da fare come la gente del posto che si avvinazza al bar già alla mattina.
Quando arriviamo a Trebinje abbiamo una piacevole sorpresa; l'appartamento prenotato all'esorbitante cifra di 27 euro presso Luxury apartment Tasa è fantastico e pranziamo nell'ottimo ristorante Studenac. Si trova a pochi kilometri dal centro,
splendidamente adagiato sulla riva del fiume, il menù esalta i prodotti locali (molto gustoso il pesce gatto e freschissime le
trote) ed i prezzi sono ultra convenienti.
Torniamo in centro credendo di trovare
qualcosa di positivo nello stari grad, ma, con le pive nel sacco, preferiamo
ritornare a camminare lungo il fiume, almeno qui si può vedere il ponte che si
specchia nelle basse acque verdi.
Trebinje
Trebinje
La parte di strada che va da Trebinje al confine con il
Montenegro è morbidamente rinfrancante: la valle ed il fiume rispendono di un
verde vivo e tutto appare incontaminato. Passiamo il confine assai agevolmente
e ci dirigiamo al monastero di Ostrog salendo da Danilovgrad (sembra che
l’arrampicata sia più lineare rispetto all’altra che sale dalla statale). Il
luogo è mistico e l’edificio religioso è prodigiosamente incastonato nella
parete rocciosa della montagna. Se non c’è molta gente, come in questo periodo,
si riesce a parcheggiare abbastanza vicino, facendo così solo l’ultimo pezzo a
piedi. Chi venisse in piena estate dovrebbe metterlo in conto perché pare che ci sia un affollamento mostruoso.
Monastero di Ostrog
Monastero di Ostrog
Ridiscendendo
ci fermiamo a pranzo al hotel/ristorante Sokoline che, pur essendo abbastanza
fighetto ed avendo una terrazza con vista fenomenale, offre ottimi piatti a
prezzi accessibilissimi.
Da qui siamo pronti per la digestione e per
incamminarci verso l’aeroporto. Passato il gate di partenza rimaniamo in coda
in piedi all’aperto per circa un’ora, in attesa di salire sull’aereo ed abbiamo
la possibilità di metabolizzare l’itinerario percorso e di fare un piccolo
bilancio: non ha senso venire quaggiù a cercare il mare bello, la Croazia è
troppo cara e non vi è mai l’armoniosa sensazione del viaggiatore di potersi
fermare dove vuole, perché ci sono evidenti problemi di posteggio e, dove non
ci sono, ti fanno passare la voglia con tutti sti cazzo di parcometri. Ma
abbiamo avuto l’occasione di poter ammirare alcune meraviglie, paesaggistiche
ed architettoniche, su tutte Kotor, il fiordo, la salita al castello, Dubrovnik
con Split e Trogir e l’incantevole Mostar. Se parcheggiare, specialmente i
Croazia, fa venire l’ansia, guidare, al contrario, è una sorta di godimento
totale e la velocità ridotta, fissata dai limiti e dalle curve del buon senso,
permette non solo al passeggero di godersi ogni kilometro con serenità.