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domenica 8 gennaio 2017

Cile

26 novembre 2016
Partiamo da Malpensa alle 20.40 con Latam, una buona compagnia. Dopo 12 ore di volo facciamo scalo a San Paolo del Brasile e dopo altre 3 ore e mezza arriviamo a Santiago del Cile. Il prezzo del biglietto (600 euro) è praticamente stracciato per un volo così lungo verso il Sudamerica.
Abbiamo prenotato un albergo in centro, il Casanoble Hotel Boutique (90 dollari la camera doppia con buona colazione, senza infamia ne lode), che avrebbe dovuto farci trovare un taxi agli arrivi, ma nessuno ha il cartello con il nostro nome. Mentre decidiamo come comportarci, cominciano a girarci intorno e a farci le loro proposte (neanche tanto al ribasso) alcuni tassisti improvvisati (mai mostrare indecisione in queste situazioni), uno dei quali si altera un poco quando rifiutiamo la sua offerta per recarci al banchetto ufficiale “Taxiareopuerto”, che tra le altre cose è più conveniente (19.000 pesos) e si può pagare con carta di credito. Il lamentoso viene mandato a fare in Cile e muto. 
L'aeroporto dista dal centro 16 km e la strada è molto scorrevole.
Per cambiare gli Euro in Pesos cileni si va in calle Augustinas, dove si trovano le principali banche, ma soprattutto moltissime case di cambio che offrono quotazioni più vantaggiose rispetto alle banche stesse, alle case di cambio intorno a Plaza de Armas e soprattutto all’aeroporto. Il cambio peggiora notevolmente nel fine settimana. Noi aspettiamo il lunedì mattina e cambiamo da veri speculatori da Afex.
Ci rendiamo subito conto che la carta di credito non è così sconosciuta come sembrerebbe dai racconti di viaggio e dalla guida, perciò forse non è necessario portarsi un cuscino di euro da casa. E’ anzi accettata quasi ovunque.
Ci siamo anche portati un sacco di dollari in contanti per pagare gli hotel. Booking.com con cui abbiamo effettuato le prenotazioni degli hotel ci ha infatti comunicato che, pagando in USD e mostrando un documento di identità non cileno si può avere una ricevuta in dollari ed evitare il pagamento del 19% di IVA. In realtà il risparmio si ha solo negli esercizi che hanno fatto una convenzione con il governo (che sono comunque la maggior parte) e in molti casi, (soprattutto negli hotel più grandi) è possibile avere lo sconto anche pagando con carta di credito (nei casi in cui i loro POS consentano di emettere scontrini in dollari).

27 novembre 2016
L’hotel/bed and breakfast si trova in posizione ottima, tra Plaza de Armas e il Barrio Lastarria, che si visitano comodamente a piedi.
La decisione di prendere l’albergo in centro per visitare la città non è del tutto condivisibile, perché Santiago, a parte alcune episodiche eccezioni, è una delle capitali più brutte del mondo. Si salva la Plaza des Armas, il Cierro Santa Lucia e la via Lastarria, in cui ci sono dei bei localini per mangiare.
Santiago de Chile

Santiago de Chile

Santiago de Chile


Evitiamo la visita al Barrio Bella Vista perché abbiamo poco tempo e ci viene segnalato come luogo di possibili furti, considerato che giriamo con molto contante.

28 novembre 2016
Salutiamo Santiago senza rammarico, prendiamo un taxi che per 23.000 pesos e in meno di mezz'ora ci porta all’aeroporto dove ci attende un volo Sky Airline (la miglior compagnia regionale del Sudamerica nel 2015) di un’ora e 30 minuti per Calama (100 USD andata e ritorno).
Tramite Autoeurope abbiamo prenotato un’auto con Avis (293 euro per 5 giorni con esclusione della franchigia)
Il noleggio auto è caro in tutto il Cile e ancor di più in questa zona e le compagnie locali non praticano tariffe più convenienti delle compagnie classiche, anche perchè spesso non includono le assicurazioni che sono alquanto costose. Il drop off in una destinazione diversa da quella di noleggio ha un prezzo assurdo, circa 600 USD quando va bene. 
Ci assegnano, grazie ad un upgrade gratuito, una Peugeot 2008, un suv nuovo e ben alto da terra, perfetto per le strade sterrate che dovremo percorrere.
Ci mettiamo subito sulla strada e in un’oretta copriamo i 100 chilometri che separano Calama da San Pedro de Atacama, la vera meta della nostra gita.
San Pedro è un ex villaggio andino trasformatosi in base ideale per le escursioni nella zona. E’ stato “leggermente” snaturato, ma in questo modo è diventato capace di soddisfare le svariate esigenze della multisfaccettata clientela presente: si passa dai bisognosi di assistenza d’ogni tipo ai gagliardi esploratori zaino in spalla e scarponi da trekking, dai frikkettoni alternativi agli indisponenti anglosassoni in cerca d’evasione, dai fautori dell’indipendenza ai ciclisti professionisti e a quelli improvvisati, che infatti schiattano al suolo al primo tornante, anche perché qui siamo già a più di duemila metri e ci sono circa 40 gradi durante il giorno.
Per fare benzina vi è un solo distributore e non si trova, come vorrebbe la logica, su una strada di scorrimento, magari appena fuori dall’abitato, no! E’ proprio dietro al centro pedonale e per arrivarci ci vuole una buona dose di fortuna (e il navigatore). Alcuni hanno tentato di fargli una brutta pubblicità, affermando che impone dei prezzi esagerati; in realtà i prezzi non sono diversi da quelli di Calama, e in ogni caso, per chi proviene dal nostro Paese, è comunque quasi sempre una pacchia. Tra l’altro la nostra auto è diesel ed il risparmio è assicurato.
Abbiamo stampato delle utili mappe dal sito http://www.300zx.cl/ga/300zx/images/mapas.html e consultato il sito chile365 che fornisce informazioni utili e decisamente più aggiornate della Lonely Planet sui percorsi della zona.
Dormiamo per 4 notti all’Hostal Haalar, un posto recente in una zona nuova di San Pedro a circa 15 minuti a piedi dal centro, ma, visto che non ci sono problemi di parcheggio, noi usiamo l’auto. La proprietaria è gentilissima, ci informa su tutte le gite della zona e ci dà un cellulare da utilizzare in caso di necessità. La stanza è pulita, ampia e confortevole e la colazione molto buona. Il rapporto qualità prezzo è ottimo (80 dollari a notte la camera doppia) per San Pedro che è probabilmente il luogo più caro del Cile.
A San Pedro ci sono tantissimi ristoranti (in numero inferiore solo ai banchetti per escursioni) per tutte le tasche. Quelli lungo la centrale calle Caracoles sono cari, se poi hanno lo spazio all’aperto sono addirittura esosi. Dopo esserci fatti fregare dal Cafè Plaza de Armas la prima sera, ci facciamo furbi e troviamo fuori dal centro su Licancabur un locale carino il Mal de Puna con cibo e birra a buon prezzo (due pinte e un ottimo pulpo alla wok con verdure 15.000 pesos). Anche la Pica del Indio su Tocopilla è valido, con un menù del giorno economico e vario.
Per acquistare acqua e frutta ci sono numerosi supermercatini, anche in questo caso più cari su Caracoles. Qui paghiamo un boccione da 6 litri di acqua 2.500 pesos contro i 1.900 nella via parallela. 
L'escursione termica è elevata, si passa 30 gradi del pomeriggio agli 8 della notte. Inoltre nel tardo pomeriggio si alza spesso un vento fastidioso, praticamente assente di mattina.

 San Pedro de Atacama
San Pedro de Atacama
29 novembre 2016
Come primo giorno sulle Ande decidiamo di stare in zona per acclimatarci e andiamo a visitare la Valle de la Luna, che si trova a circa 15 km da San Pedro nella parte settentrionale della Cordillera de Sal (ingresso a pagamento: 3000 pesos a cranio). Quando arriviamo noi, alle 10 di mattina, non c’è nessuno al botteghino (e nemmeno al controllo biglietti poco dopo), quindi non paghiamo. Poco dopo l’entrata c’è un’area di sosta con il bagno e dalla parte opposta della strada ci si può addentrare per la prima passeggiata in questa poderosa natura desertica e si può entrare in un passaggio roccioso molto stretto, simile ad un piccolo canyon, che conduce alla “caverna”.
Valle de la luna
Riprendendo l’auto si percorre la bella strada che s’addentra nella valle ed offre innumerevoli possibilità di panoramiche mozzafiato.


Valle de la luna

Nei pressi de “l’anfiteatro” parcheggiamo e facciamo una piccola escursione su un sentiero che si inerpica tra sabbie e rocce calde e ruvide, per garantire la ricompensa di viste eccezionali, proseguendo si giunge alle “3 Marie”, commoventi formazioni che si stagliano su un orizzonte sconfinato.
 Valle de la luna
 Valle de la luna
 Valle de la luna

Qui si fa inversione e si torna sui propri passi. All’altezza della “duna major” la troupe cinematografica, che precedentemente stava occupando l’area, ha terminato le riprese, quindi possiamo nuovamente abbandonare l’auto, per dare un po’ di fuoco alle scarpe e riarrampicarci verso il bello della terra.

 Valle de la luna
Valle de la luna

La Valle de la Luna è stupenda a tutte le ore, ma le agenzie propongono quasi tutte la visita al tramonto, quando rischia di diventare affollata, soprattutto nelle zone designate per l’ammirazione della puesta del sol. Stessa sorte tocca alla Valle de La Muerte (3000 pesos a persona), dove ci rechiamo nel pomeriggio, ma prima che arrivi la bolgia dei fanatici del tramonto. L’ingresso di trova a due chilometri da San Pedro, sulla destra lungo la strada per Calama (il cartello indica la Valle de Martes). Anche qui il paesaggio è quasi incredibile, ma in modo molto più intimo rispetto alla Valle de la Luna che ossigena d’arie più “aperte”. La Valle è lunga solo 4 km e dopo 2,5 km vi è una duna altissima, che alcuni sprovveduti utilizzano per fare sandboard o dunesurfing, nei pressi della quale si può parcheggiare per proseguire a piedi sulla pista di sabbia, per 1,5 km e raggiungere il mirador.

 Valle de la muerte

 Valle de la muerte

30 novembre 2016
Oggi saliremo di altitudine e la nostra padrona di casa ci consiglia di prendere un'aspirina prima di partire e fare scorta di limoni, da bere in caso di innalzamento della pressione (l'alternativa sono le foglie di coca che si vendono in paese). I rimedi sono vincenti e staremo in salute per tutto il giorno.
Dopo aver fatto il pieno al serbatoio in San Pedro (operazione fondamentale perché non ci sono distributori per una marea di chilometri), partiamo per la nostra escursione lunga verso le lagune altipianiche, lagunas Miscanti e Miniques, Salar de Talar e laguna Tuyajito, che si trovano oltre i 4.000 metri.
Imbocchiamo la strada 23 asfaltata e piuttosto scorrevole in direzione Toconao. Poco dopo Socaire (a circa 90 km da San Pedro) si svolta a sinistra su una sterrata ben segnalata che conduce alle lagune (ingresso 3000 pesos a persona), lungo la quale incontriamo qualche simpatico compagno di viaggio.
 Lagunas Miscanti y Miniques

Non siamo molto fortunati con il clima: nubi alte scuriscono un poco i paesaggi, che rimangono comunque molto affascinanti.
 Lagunas Miscanti y Miniques
  
 Lagunas Miscanti y Miniques

Riprendiamo la strada asfaltata in direzione Paso de Sico (il confine di stato con l’Argentina) per raggiungere il Salar de Tara (che comprende il Salar de Agua Caliente e la Laguna Tuyajito). Ad un certo punto la strada diventa sterrata e non particolarmente “pulita”; ci sono parecchi chilometri sassolati, durante i quali bisogna prestare attenzione agli accuminati, che potrebbero provocare forature. La strada si percorre lentamente. Dall’inizio dello sterrato al Salar de Agua Caliente ci sono circa 25 kilometri e dopo ulteriori dieci si raggiunge la laguna Tuyajito, habitat naturale di fenicotteri ed altri trampolieri. Il paesaggio è quasi lunare, ma lo spettacolo è rovinato dalle nubi.

Salar de Tara

Salar de Tara

1 dicembre 2016
La mattina si apre un poco più luminosa rispetto alla giornata precedente, perciò facciamo qualche foto al paese di San Pedro e ci mettiamo in marcia per raggiungere  la laguna Chaxa, che si raggiunge dalla solita strada 23 (direzione Toconao, Socaire), svoltando a destra dopo Toconao (la laguna è segnalata); l’ingresso costa 2500 pesos a persona. Si parcheggia l’auto nei pressi del bigliettaio e si prosegue a piedi; ci sono alcuni sentieri che si inoltrano nelle distese di sale.

Laguna Chaxa
Per chi vuole raggiungere subito l’acqua basta andare dritti e si rimane abbagliati dal bianco candore del suolo e dalle sfumature della laguna in cui vengono a rifocillarsi volatici tipici di questi ambienti che assumono le conformazioni più inverosimili.
 Laguna Chaxa
 Laguna Chaxa
 Laguna Chixa

 Laguna Chaxa

A Toconao facciamo tappa alla valle de Jere (ingresso 1500 pesos a persona) che è una vera e propria oasi sul fondo del canyon scavato nelle rocce. Non è niente di che, soprattutto se paragonata alle mirabilie dei dintorni.
 Valle de Jere

Decidiamo di saltare la visita alla rinomata Laguna Cejar, che costa l’esorbitante cifra di 15.000 pesos a cranio motivata dal fatto che nella laguna ci si può bagnare (una specie di Mar Morto in miniatura). La temperatura dell’acqua è gelida di mattina e molto fredda di pomeriggio. La nostra padrona di casa ci consiglia un'altra laguna salata in cui è possibile bagnarsi, la Laguna Baltinache (raggiungibile con una deviazione sulla sinistra verso Baltinache lungo la strada San Pedro-Calama) che costa solo 5.000 pesos. Anche qui però l’acqua è sui 20 gradi e rinunciamo volentieri al bagno in laguna.
Optiamo invece per la visita, nel pomeriggio non troppo tardo, in modo da anticipare le orde di fans dell’aperitivo al tramonto, alla laguna Tebinquinche, che si raggiunge con una deviazione a destra della ruta 23, prima di Toconao, in direzione Laguna Cejar, dopo aver superato la quale è necessario proseguire sullo sterrato per alcuni chilometri.
Poco prima dell’arrivo alla laguna Tebinquinche si incontrano gli “ojos del salar”, due veri e propri occhi solcati profondamente nel terreno e bagnati da un’acqua che, in alcuni momenti della giornata, assume colorazioni molto intense.
Ojos de Salar
L’ingresso alla Tebinquinche costa 2.000 pesos a cranio, ma onestamente potrebbero chiedere anche qualcosa in più, perché, dai tre punti di osservazione raggiungibili da appositi sentieri, si gode di panorami estasianti.
 Laguna Tebinquinche
Laguna Tebinquinche

Una delle mete pensate da casa, probabilmente la più interessante di tutta la zona, è il Salar de Tara, che è consigliabile visitare con un fuoristrada, ma qualcuno dice raggiungibile anche con un'auto normale alta da terra. Non ce la sentiamo però di affrontare il tragitto perchè non ci sono cartelli, e l'unica indicazione è: seguire la strada asfaltata verso la Bolivia per circa 100 km e giunti alla roccia tal dei tali seguire le tracce sulla sabbia per circa 45 minuti.

2 dicembre 2016
L'idea è quella di tornare a Calama attraversando i villaggi andini di Caspana e Ayquina, ma la strada è lunga, quasi tutta sterrata e in condizioni così così. Decidiamo di prendere la retta via. Apparentemente nulla di particolarmente interessante v’è sulla strada che da San Pedro de Atacama conduce a Calama, almeno, a sentire gli esperti delle escursioni della regione. In realtà dopo circa 35 km sulla destra si incontra la deviazione per Rio Grande e, prima di giungere in questo piccolo villaggio, si trova un punto di informazione turistica, dove si pagano 3.000 pesos a testa per il giro delle pitture rupestri (abbastanza stimolante, più per l’ambientazione suggestiva, che per i graffiti in sé), e soprattutto per la sorprendente Valle de Arcoiris, dove le quebradas coloradas lasciano il visitatore a fauci spalancate; in certi momenti i colori dei minerali presenti nelle rocce risplendono al sole e si fanno strabilianti per intensità e nitidezza ed i pinnacoli giocano con il blu terso del cielo alle spalle c’è anche da divertirsi un poco, tra guadi e fondi sabbiosi su cui derapare (senza esagerare).

 
Valle de Arcoiris
 
 Valle de Arcoiris

 Valle de Arcoiris
 Valle de Arcoiris
 Valle de Arcoiris

Alcuni nuovi amici rallegrano l’ambiente con la loro presenza curiosa.
  Valle de Arcoiris

Dopo questa escursione qualsiasi altra può risultare deludente, ma, avendo parecchio tempo prima del volo che ci riporterà a Santiago, decidiamo comunque di andare a Chiu Chiu (a circa 30 km da Calama su strada asfaltata), un borgo andino con case di adobe e tetti di paglia e la chiesa più antica del Cile (niente di eccezionale). Vicino alla chiesa c’è un mercato di artigianato presidiato dalla donna più vecchia del Cile.
 Chiu Chiu

Il volo per Santiago è puntualissimo alle 21.00 ed il servizio navetta gratuito per l’hotel Diego de Almagro Areopuerto (58 dollari la camera doppia), situato a pochi chilometri dal terminal, è gestito in maniera impeccabile da Transvip, che ha un banchetto vicino alla porta 3 degli arrivi internazionali. L’hotel Diego de Almagro è un bel palazzone che se fosse a Francoforte avrebbe mantenuto gli standard promessi, qui un po’ meno, a causa della scarsa manutenzione e dell’impreparazione del personale (la receptionist ha più sonno di noi e impiega sei minuti a fare qualsiasi movimento, inoltre l’hanno piantata da sola a ricevere l’ondata dei clienti, che, pur essendo notturna, è abbastanza copiosa). La colazione è abbastanza triste a causa della mediocre qualità dei prodotti. La camera, nonostante abbia conosciuto tempi migliori, è comunque spaziosa e confortevole. Poco dopo esserci addormentati arriva una forte scossa di terremoto: il letto danza come un poltergeist ed essendo al sesto piano ci sbarella non poco… sembra però, guardando fuori, che siamo gli unici ad essersene accorti… 

3 dicembre
Il check-out al mattino va un po’ meglio: la tipa al banco è più cordiale e professionale. Paghiamo il conto in dollari e ci viene dato il resto nella stessa moneta. La navetta di ritorno all’aeroporto è gestita direttamente con personale e mezzi dell’albergo e parte ogni trenta minuti. L’autista è probabilmente sordomuto o forse autistico… Questo continuo vai e torna alla capitale slatta non poco i maroni e non sarebbe una brutta idea mettere dei voli Sky ad unire tra loro le località più frequentate. Putroppo gli unici voli che non richiedono il pernottamento a Santiago sono quelli costosissimi della Latam. Con la Sky spendiamo i soliti 100 USD a/r per Puerto Montt.
Saliamo sull’airbus per Puerto Montt, ancora una volta in perfetto orario (per ora possiamo solo elogiare l’efficienza e la competenza sia del personale di terra, sia di quello in cabina di questa compagnia, e comunque di quello dell’aeroporto in generale). Per arrivare a destinazione basta il Benaroya live dei Pearl Jam, infatti in un’ora e venti minuti atterriamo. Dal finestrino ci sembrerebbe Tokyo, con la splendida vista sul Fujiyama locale.
Abbiamo prenotato un’auto da Localiza tramite Autoeurope a 230 euro per 6 giorni (con riduzione della franchigia a soli 400 USD). Anche qui, come accaduto a Calama, impieghiamo un bel po’ di tempo per la pratica di ritiro, soprattutto per la stesura del contratto (se venisse scolpito a logogrammi sulla parete rocciosa di una montagna, utilizzando uno scalpello di selce, ci vorrebbe molto meno).
Finalmente si parte per il giro di Chiloè e della regione dei laghi.

Imbocchiamo la panamericana in direzione Pargua, che si trova a circa 60 chilometri dall’aeroporto. Qui (senza bisogno di prenotazioni) prendiamo il traghetto per Chiloè (12.000 pesos a veicolo per 30 minuti di traversata). Qualcuno aveva vantato la bellezza del braccio di mare che unisce la terraferma all’isola, ma evidentemente non aveva mai visto nient’altro. Sbarchiamo e ci rifiondiamo sulla panamericana, o meglio, restiamo sulla panamericana, perché anche la traghettata è considerata parte integrante della strada. Ci sono più o meno 110 kilometri, a 80 km/h, per arrivare a Castro; quale località migliore per pernottare, rendendo omaggio al vecchio Fidel, scomparso proprio in questi giorni?!? Tralasciando le considerazioni nostalgiche, Castro è una bellissima cittadina nella sua parte adagiata sull’acqua, le cui abitazioni colorate caratteristiche a palafitta la rendono impareggiabile; meno interessante e troppo caotico è invece il centro. 
 Castro - Chiloè

Castro - Chiloè

Ceniamo al ristorante Travesia (con un ottimo baccalà sabroso e birra scura Kross, a circa 11.000 pesos a persona, compresa la mancia), un localino caratteristico, non lontano dal porto. Scopriremo più tardi che le cuoche del Travesia hanno rappresentato il Cile all’Expo di Milano 2015.
Come sistemazione per le due notti castriste abbiamo scelto il Palafito Azul (63 USD a notte) che ci ha riservato un bellissimo e spazioso appartamento con vetratona sulla baia dalla quale, verso sera, si può vedere la marea ritrarsi ed i gabbiani passare e posarsi.

 Castro - Chiloè

Palafito Azul - Castro - Chiloè

4 dicembre 2016
Purtroppo il clima si mette al peggio e piove a dirotto per quasi tutto il giorno che avremmo voluto dedicare alle gitarelle intorno a Castro, che teoricamente offrono visuali incantevoli delle baie e dei paesini con le case colorate in legno a lisca di pesce. D’altra parte osservando la vegetazione, l’agricoltura e l’allevamento, par di essere in Irlanda e non c’era da sperarci in due giorni di fila di bel sole. E’ incredibile il passaggio climatico e ambientale che abbiamo subito in poche ore: siamo passati dall’arsura dei 40 gradi, in maglietta e pantaloncini, con lo smodato consumo di sostanze liquide dei 2000 – 5000 metri d’altitudine del deserto di Atacama, al diluvio con vento gelido ed inzuppamenti di vestiti, messi ad asciugare davanti ad una stufa a pellet, di cui fortunatamente il Palafito Azul è dotato. Il giorno precedente, quando la signora ce ne aveva illustrato il funzionamento, avevamo riso all’idea balzana di accenderla… 
Due dei tre obiettivi che ci eravamo prefissati riusciamo comunque a raggiungerli, il terzo lo scartiamo perché prevede una ventina di chilometri di sterrato e temiamo che la Gol (sì, è scritto giusto, senza effe: una golf senza finiture e fiducia, ecco perché non hanno messo la effe finale) che abbiamo noleggiato, possa avere delle difficoltà, considerando che anche le strade asfaltate si sono trasformate in fiumi traboccanti (ma non dovrebbero essere preparati meglio dal punto di vista del drenaggio da queste parti, non essendo queste situazioni sporadiche, ma la normalità assoluta?!?) Il primo paesino che visitiamo è Chochi dove ci sono delle belle case a 3 pisos, una variopinta chiesa di legno dai rimandi vikingo-norvegesi ed un mare incazzoso che, in un altro momento, probabilmente, mostrerà il suo carattere docile, conciliando la pacifica osservazione del visitatore.

 Chochi
 Chochi
 Chochi

A differenza della Norvegia, paese in cui, se il clima si mette male, ti puoi anche attaccare al tram, perché non sai più dove sbattere la testa, qui ci sono caffè e ristoranti pittoreschi dove svaccarsi a proprio agio a guardare le intemperie da dietro una finestra, mentre si mangiano piatti sfiziosi. Noi optiamo per il Cafe La ventana deElisa che, nel suo assortimento, ha soprattutto dolci da abbinare ad un’ottima varietà di infusi e tè e, naturalmente, ma anche qualche piatto salato, e durante la settimana, un menù a prezzo fisso da 4.000 pesos.

La ventana de Elisa - Cochi

Per passare al secondo step del nostro personalissimo tour, dobbiamo attraversare il centro di Castro e ne approfittiamo per fotografare la chiesa che domina la piazza principale 
Castro
e ci dirigiamo verso Dalcahue, che è un paesino grazioso con una chiesa/astronave, delle belle casette di pescatori, che poi vendono e cucinano il pescato nei vari cocineros presenti, ed anche per strada, una splendida baia ed un simpatico mercatino dell’artigianato locale (soprattutto articoli in lana, e te pareva, col freddo che fa!!!). 
 Dalcahue
 Dalcahue
Dalcahue

Anche qui fotografiamo la chiesa, che fa parte delle rinomate chiese di legno di Chiloè, che ci lasciano però abbastanza indifferenti. Ceniamo a Castro al ristorante Nueva Galicia, naturalmente con pulpo (forse un po’ gommoso) e ravioli ripieni di cozze, non eccezionali; buoni invece il vino al calice, la birra artigianale scura di produzione locale e il soutè di cozze offerto dalla casa come antipasto. Ci ispira molto anche il curanto dei nostri vicini di tavolo, il piatto tipico di Chiloè, comprendente, carne, molluschi e patate.

5 dicembre 2016
Ci piacerebbe molto vedere ancora qualcosa di Chiloè, ma purtroppo la situazione climatica continua a persistere nella sua orrenda mediocrità, ed i paesaggi che teoricamente dovrebbero aprirsi in varietà di colori e profondità d’immagine, sono impercettibili nel grigio di una foschia autunnale deprimente. Quindi riprendiamo il traghetto e facciamo ritorno sulla terra ferma, con destinazione Puerto Varas, una bella cittadina adagiata sul lago a 75 km da Pargua, Purtroppo anche qui il clima è inospitale: non si vede nemmeno il vulcano ed il lago è velato di nebbia.

Puerto Varas

Fortunatamente abbiamo una confortevole stanza nello splendido Dein Haus Hotel (70 USD la doppia con ottima colazione), che si trova in bella posizione a circa 15 minuti a piedi dal centro ed ha un parcheggio privato per l'auto, particolare fondamentale in quanto in tutto il paese i parcheggi sono a pagamento (tramite appositi addetti che presidiano giorno e notte). 
Ne approfittiamo per testare la cucina locale al frequentatissimo ristorante La Marca, in centro al paese (fortunatamente con parcheggio privato), specializzato in carne alla griglia. Il cibo è ottimo ed economico. Il vino invece è veramente troppo caro. Alla sera optiamo per Bravo Cabrera, (poco fuori dal centro sul lungolago) che vanta una lista di birre invidiabile, in cui però sconsigliamo di mangiare.

6 dicembre 2016
Ci muoviamo verso Frutillar, un grazioso villaggio sulla sponda del lago, a circa 30 km da Puerto Varas.
Frutillar
Anche qui è marcata l’influenza tedesca .

 Frutillar

 Frutillar

Proseguiamo lungo il lago Llanquihue fino alla località di Puerto Octay (insignificante nonostante la Lonely Planet ne tessa lodi sperticate).
Il giro completo del lago è di circa 160km e costituisce una bella gita di un giorno da Puerto Varas. Noi ci spostiamo invece verso il Parque Nacional Puyehue, tra il lago Puyehue e il lago Rupanco. Anche qui la campagna riporta alla mente immagini tipiche del nord Europa, con pascoli, colline e avvallamenti. 
Per giungere a Entre Lagos percorriamo un bel po’ di strada sterrata, in mezzo alle aziende agricole per colpa del navigatore. Esiste anche una strada asfaltata. Il tempo di un paio di empanadas acquistate al mercatino dell’artigianato, e siamo nuovamente in marcia per raggiungere il Lodge Taique, dove abbiamo prenotato una stanza per la notte (72 USD). Si trova in posizione privilegiata in mezzo al verde con vista sul lago Rupanco e i vulcani Osorno e Puntiagudo. La camera ci piace ma il proprietario tende a risparmiare sul riscaldamento per cui dobbiamo richiedere per due volte che venga riscaldata a dovere. C'è anche un ristorante dove ceneremo, fondamentale visto l'isolamento del luogo.
Riponiamo i bagagli e via, verso nuove avventure, cioè a verificare l’attendibilità delle previsioni meteo che evidenziano una schiarita, che consenta la risalita fino al cratere del vulcano Casablanca. Ci raffrontiamo anche con il proprietario dell’albergo, un affabile francese di Lione che vive qui da 12 anni e che ci consiglia di andare.
Per raggiungere il cratere deviamo dalla strada 215 che porta in Argentina verso le famose terme di Puyehue e dopo averle superate imbocchiamo una strada sterrata che sale per oltre 20 km fino all'hotel Antillanca. Da qui si può salire a piedi per 45 minuti oppure pagare il pedaggio di 10.000 pesos (per veicolo) e raggiungere il cratere in auto guidando con prudenza per un quarto d'ora.  
La terra è calda e fuma nubi bianche di nebbia e vapore sul dorso del vulcano ed il paesaggio è surreale.
 Volcan Casablanca 

Il cratere è impressionante, ma le nubi sono effettivamente ancora troppo basse, quindi la visuale non è delle migliori, anche perché ci è stato detto che, nelle giornate di sereno, dal point of view più alto, si ha una vista mozzafiato che immortala i due laghi Puiehue e Rupanco e ben cinque vulcani all’orizzonte.

Volcan Casablanca 

Ridiscendendo a valle ci fermiamo spesso ad osservare la natura rigogliosa che, arrivando, avevamo tralasciato per dedicarsi velocemente alla salita.
Volcan Casablanca 

7 dicembre 2016
Quando riappare il sole, illuminando il cielo azzurro, aperto come le possibilità dell’immaginazione, lasciando solo poche nuvolette bianche a generare un ulteriore contrasto di nitidezza, al colore ed ai contorni della natura, il cuore dell’uomo si rinfranca e si presta alle nuove esperienze, con rinvigorita baldanza. Oggi la vetrata del locale colazione si compenetra di cielo e vulcano Osorno: un’immagine potente con cui cominciare la giornata; perciò ci diamo una mossa e partiamo a razzo, ma, mettendoci sullo sterrato, ci accorgiamo immediatamente, guardando nello specchietto retrovisore, che la coltre di nubi è stata scacciata anche dal Puntiagudo, che ci mostra tutto il suo spigoloso profilo.
 Volcan Osorno da Lodge Taique
Volcan Puntiagudo da Lodge Taique

Salutiamo il lago Rupanco e siamo subito a dare il ben tornato al lago Llanquihue, oggi sicuramente ci sarà qualcuno che farà il bagno nelle sue acque blu.
 lago Rupanco
lago Llanquihue

Prima però facciamo una breve tappa a Entre Lagos, per fare benzina. Breve si fa per dire, perché il camion cisterna sta versando il carburante nel deposito e quando si svolge questa operazione il benzinaio rimane chiuso per un tempo indefinito; se dovessero fare una cosa del genere da noi si fermerebbe il Paese, altro che Jobact e riforme costituzionali…
Il vulcano Osorno con la sua cappella innevata ci segue per tutta la strada e quando giungiamo al paesino di Ensenada (in posizione privilegiata sul lago Llanquihue e vicino alla reserva nacional Llanquihue e al parque nacional Alerce Andino), ce lo troviamo sempre spiaccicato sull’orizzonte ottico, cosa tutt’altro che spiacevole. Pranziamo al Don Salmon, dove tutti si servono al buffet per 14.000 pesos, ma dove noi preferiamo optare per dei piatti unici di carne, un po' cari, ma ottimi e con porzioni pantagrueliche e, sorpresa, sorpresa, il gestore del locale non solo conosce i Rush, ma li considera la più grande band di tutti i tempi. Dal retro del ristorante accediamo alla spiaggia sul lago.
Volcan Osorno da Ensenada

Oltre agli accessi privati vi sono anche due accessi pubblici alla spiaggia.
Non contenti di trovarcelo sempre davanti, decidiamo di salire sull'Osorno, imboccando la splendida strada asfaltata e attornantata a pochi chilometri da Ensenada verso Puerto Clocker, che conduce sino all’impianto di risalita per gli sciatori (volendo si potrebbe continuare a piedi).
 Volcan Osorno
Volcan Osorno

Ridiscendendo facciamo tappa alla laguna Verde, ben segnalata sulla strada, poco prima di Ensenada, dove facciamo subito un incontro inaspettato, ed una breve, ma gioiosa camminata nel bosco, fino all’acqua, effettivamente del colore pubblicizzato.
 Laguna Verde
 Laguna Verde

Molto interessante è anche la visita alle cascate Petrohué (4.000 pesos a persona per i non cileni, la metà per i cileni, come spesso accade), non tanto per la potenza o il volume delle acque, quanto per il connubio tra questo elemento, la natura circostante e lo sfondo del vulcano Osorno, che probabilmente in lingua Quechua significa “onnipresente”.

 Saltos de Petrohuè
Saltos de Petrohuè
Proseguendo per l’omonimo villaggio di Petrohué si arriva allo stretto lago di Todos Los Santos che alcuni bizzarri personaggi navigano per circa due ore, con lo scopo di sbarcare nell’ancor più amena località di Peulla.
 Lago Todos Los Santos
 Lago Todos Los Santos

Dopo l’abbuffata del pranzo al Don Salmon, per cena abbiamo solo voglia di uno snack leggero. Per soddisfare questa necessità non c’è una vasta scelta in paese, pochi ristoranti a buffet, un paio di caffè chiusi per cena e qualche locale squallido. Ci accorgiamo però della presenza di un chiosco, sulla strada principale, dal nome altisonante di Nueva adventura. E’ gestito da una coppia di arzilli e simpaticissimi anziani, che probabilmente hanno trovato in quel nome lo slancio di rinnovato entusiasmo nel partecipare attivamente alla vita della comunità. In ogni caso sono gentilissimi e ci preparano due ottimi panini al salmone (non quello affumicato, ma quello fresco, con cui la signora ottiene una gustosa mousse). Prima di noi c’è un altro cliente, che si è fatto confezionare, da portar via, presumibilmente per una festa, tre torte enormi. L’unico difetto è che non vende birra… 
Dormiamo al B&B Hamilton’s, uno dei pochissimi posti per dormire in paese, forse per questo un po' caro per quello che offre la stanza (72 USD). I proprietari comunque sono molto gentili e la colazione buona.

8 dicembre 2016
E’ l’ultimo giorno nella regione dei laghi e dei vulcani e si spalanca al mondo con un cielo terso ed un sole caldo, perciò decidiamo di risalire sull’Osorno che appare oggi, a differenza del giorno precedente, completamente privo di qualsiasi velatura nuvolosa. La scelta si rivela vincente, perché anche i paesaggi più ariosi si offrono all’occhio invaghito di chi sa guardare in profondità.

 Panorama dall'Osorno

Il Calbuco è un po’ geloso di tutta l’attenzione prestata a suo cugino, perciò sbuffa nel cielo la propria disapprovazione.
Volcan Calbuco

Anche la vegetazione alle pendici del vulcano vuole “esplodere” in mille colori cangianti la propria vitalità.

Osorno

Sulla strada di ritorno per l'areoporto di Puerto Montt ci fermiamo a Puerto Varas per  una passeggiata in città per le ultime foto ricordo; saliamo anche i sentieri del parco Philippi, dalla cui sommità dovrebbe spianarsi una teorica vista mozzafiato, ma non è così e ci svacchiamo, allora, in spiaggia per un’oretta a prendere un po’ di sole e ad invidiare la grinta degli abitanti locali, che si fanno il bagno, nonostante la brezzolina allegra e sullo sfondo ancora il vecchio amico Osorno.
Osorno

Il volo per Santiago viene imbarcato con notevole anticipo, e con lo stesso anticipo arriva all’aeroporto della capitale, quindi sia prima, sia dopo la trasvolata, rimaniamo seduti per un bel po’ di tempo in più in cabina. Ridormiamo al Diego de AlmagroAeropuerto, spendendo 20 dollari più dell'altra volta.
Domani faremo ritorno nel gelido inverno padano e già è il momento dei saluti e dei bilanci. I parenti dall’Argentina rinnovano gli inviti per una prossima volta a fare un salto da loro, dicendo a chiare lettere che l’Argentina è meglio del Cile, ma le opinioni son sempre relative, soprattutto quelle dei relativos. Sicuramente abbiamo conosciuto una terra dalle forti tradizioni e dalle immagini gagliarde, qualche volta commovente, molte altre ispiratrice. Generalizzando, per quanto riscontrato personalmente, un popolo riservato, ma disponibile al confronto. Un viaggio in cui non si spende poco, ma se uno non li spende viaggiando i propri soldi, cosa straminchia se li guadagna a fare?!? E allora se un fondo di verità ci può anche stare nell’affermazione che l’Argentina sia più bella, sicuramente il Cile non perde la sfida per abbandono o KO, ma solamente per qualche punto del… “suo personalissimo cartellino”.