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mercoledì 29 novembre 2017

Mauritius e Rodrigues


29 ottobre 2017
Per andare a Mauritius prendiamo un volo Emirates (796 euro a persona) con scalo a Dubai di circa sei ore, quindi impieghiamo quasi un giorno intero di viaggio. L’isola ci accoglie con un clima pessimo: piove e c’è vento (anche l’aereo ha avuto qualche difficoltà di localizzazione della pista d’atterraggio). In aeroporto cambiamo 200 euro in rupie, ma serviranno solamente per comprare da mangiare ai banchetti per strada (o come, più modernamente, il fighettismo denomina “street food”), infatti si può pagare quasi ovunque in euro e molti esercizi commerciali accettano la carta di credito. Abbiamo prenotato un’auto alla locale compagnia di noleggio Pingouin (Hyunday i-10 per sette giorni 196 euro), che richiede solo la patente italiana, a differenza di altre compagnie tipo Avis che richiedono la patente internazionale, ed ha prezzi concorrenziali.
Non ha però un apposito banco in aeroporto, ma ci dovrebbe essere un addetto ad attenderci. In realtà c’è solo il cartello con il nostro nome e quello di un altro cliente francese, che, naturalmente, non ci pensa su più di tanto a prendere il telefono e chiamare per lamentarsi. La cosa provoca una soluzione piuttosto rapida, soprattutto per lui. Noi dobbiamo aspettare il secondo giro di auto e redigiamo il contratto sotto una pensilina, con il vento che spinge la pioggia sulle nostre facce intordonute e sui fogli umidizzi. Dopo un bel po’ di tempo sprecato, da aggiungere a quello in coda all’immigrazione, ci mettiamo sulla strada per Tamarin: la prima meta della nostra gita. L’autopista è abbastanza scorrevole, ma piove a dirotto e quindi si procede con grande cautela. Fortunatamente la fascia costiera è meno interessata dal fenomeno temporalesco, infatti giungiamo a Tamarin e, superata la difficoltà nel trovare la guesthouse, ci rimettiamo subito in marcia per andare a fare un tuffo alla rinomata spiaggia di Flic en flac, che, sinceramente, ci lascia abbastanza indifferenti, ma ci ripromettiamo di ritornare a vederla al mattino presto, quando la marea è più favorevole e ci sarà sicuramente meno gente.
La Gite de Bonheur, la guesthouse dove ci fermeremo per tre notti ha un ottimo rapporto qualità prezzo (50 euro a notte per la camera con colazione) e sembra un albergo di lusso un po' fatiscente. I servizi e gli esterni sono da 4 stelle: piscina, campo da tennis e da squash, mentre la camera ha delle crepe, la zona armadio è gigantesca, ma non ispira all'utilizzo e il bagno è immenso, con tano di bidet e vasca idromassaggio enorme, che però non funziona.
MARTEDI’ 31/10/2017
Dopo aver fatto colazione imbocchiamo la strada che porta a Le Mourne, le cui immagini ci hanno catturato ed hanno contribuito alla scelta di pianificare un viaggio a Mauritius. Dal punto di vista paesaggistico ci troviamo di fronte a qualcosa di assolutamente affascinante, perché il poderoso promontorio roccioso, culminante nella basaltica Brabant, ricoperta di fitta vegetazione, si specchia in una laguna dai colori cangianti.
 Le Mourne
  Le Mourne
La spiaggia è molto lunga e fortunatamente gli alberghi di lusso ed il campo da golf non l’hanno invasa completamente, infatti si raggiunge assai facilmente il primo degli accessi pubblici, tutti ben visibili e con parcheggio.
Vi è una vasta zona a pineta, ideale per ripararsi dal sole e fare una pausa, magari mangiando la frutta che vendono gli ambulanti della zona. Noi preferiamo goderci la spiaggia finché riusciamo, cioè fino a quando gli alberi riversano un po’ d’ombra sulla sabbia e fino al momento in cui (più o meno concomitante) una scolaresca di cagacazzo in libera uscita si piazza a dieci centimetri da noi, nonostante i kilometri quadrati di spazio disponibile.
In ogni caso ci è venuto un certo languorino e, avendo letto delle specialità gastronomiche offerte dai ristoranti di Chamarel, ci inerpichiamo sulla montagna e infatti, appena ci sediamo al tavolo del Pampliers, riparato da un ombrellone provvidenziale, si mette a piovere. Il pranzo ha un rapporto qualità/quantità/prezzo abbastanza paradossale, ma tutti i tassisti del circondario portano qui i loro clienti in visita alla rhumeria, perciò si consolida il famoso detto popolare che recita più o meno così: “ristoratore impigrito – tranello garantito”. Purtroppo essendo stati tra i primi ad arrivare, non abbiamo avuto la possibilità di scorgere la processione di taxi, altrimenti col piffero che ci si fermava. Considerato che siamo già qui, proseguiamo per un pezzo di strada a tornanti gagliardi all’interno del parco del Black River Gorge. Il point of view tanto declamato è un po’ deludente, soprattutto per la foschia a fondo valle che ci preclude la visuale integra, ma l’apertura del paesaggio e la florida vegetazione sono comunque di impatto.
Black river gorges national park
Fa anche un po' freddo e abbandoniamo la visita del parco. Ridiscendiamo verso il litorale, facendo una velocissima puntata alla brutta spiaggia de La Preneuse il cui nome evocava, invece, da lontano, visioni assai più poetiche.
La Preneuse
Trascorriamo il tempo, fino al tramonto, sulla pubblica rena di Tamarin, che potrebbe essere maggiormente valorizzata, anche se il colore dell’acqua non è tra i più cristallini.
Tamarin

MERCOLEDI’ 01/11/2017
Oggi è festa quindi le spiagge e le attigue zone d’ombra vengono prese d’assalto dagli abitanti del luogo, che organizzano fastosi banchetti della durata dell’intera giornata; ci sono i più moderati che si limitano ad un lunghissimo picnic in famiglia, poi ci sono gli sboroni che montano veri e propri tendoni (per ripararsi più dalla pioggia che dal sole) con spettacoli pirotecnici e musica a tutto volume: in poche parole una pattonata gigantesca! Fortunatamente la nostra visita mattutina di Flic en Flac ci vede orientati verso la zona dove sono ormeggiate le barche; poco distante si trova un albergo ed in prossimità di questo si riesce a trovare un po’ di quiete. Sicuramente i colori sono più intensi del primo giorno e la marea un po’ più alta rende più accattivante il paesaggio marino.
 Flic en Flac
 Flic en Flac
Qui, a differenza che a Le Mourne, ci sono molti baracchini vendicibarie economicissimi. Compriamo un buon roti con pesce all'esosa cifra di 70 rupie (poco meno di due euro) e partiamo per l’escursione della costa sud, in cui il primo tratto, da Le Mourne a Bel Ombre, riserva alcuni scorci suggestivi, anche se l'onnipresente forte vento non invita alla sosta.
 Costa sud

 Costa sud
Molto meno interessante è la fascia costiera avvicinandosi a Souillac. Torniamo a Le Mourne nella speranza di goderci un po’ di sole pomeridiano, ma nella parte estrema, vicino al Riu Creole, c’è solo vento (ideale per i fanatici del Kite) e all’imboccatura intermedia parcheggiamo l’auto, ma poco dopo ce ne andiamo perché una fastidiosa pioggia a spruzzo proveniente da chissà dove, ci rende inutile la permanenza, nonostante sia il clima perfetto per la formazione di luminosi arcobaleni.


Le Mourne

Il sud-ovest è sicuramente la parte più attraente dell'isola dal punto di vista naturalistico, possiede la spiaggia migliore e la zona residenziale del paese di Tamarin è ideale per soggiornare. Qui vivono molti espatriati sudafricani ed i caffè e ristoranti sono pochi ma interessanti. E' quindi un ottimo posto in cui soggiornare.
GIOVEDI’ 02/11/2017
Abbiamo dedotto, senza tanti sforzi, che Le Mourne è una delle cose più particolari da vedere sull’isola, perciò approfittiamo della bella mattinata di sole per ritornarci. Questa volta parcheggiamo nel primo posteggio pubblico e accediamo alla spiaggia incamminandoci verso destra: troviamo un posto splendido proprio alla fine della rena, dove un albergo ha ricavato un piccolo canale per fare entrare le barche in un porticciolo al riparo dalle correnti. Da qui la vista sulla rupe rocciosa è libera e sorprendente.
 Le Mourne

Pranziamo alla bretone con galette jambon et fromage da Mam Gouz (la qualità è buona e il conto è giusto), un locale molto carino lungo la strada principale a Le Preneuse.
Dopodiché intraprendiamo il viaggio verso la costa est. Abbiamo prenotato un appartamentino confortevole al VillaVictoria di Trou d’Eau Douche (per 35 euro a notte con possibilità di buona colazione a 5 euro a testa). Non è tanto la difficoltà di trovare il paese, che qualche squilibrato mentale ha definito incantevole (non sarebbe incantevole neanche se si abitasse in un cassonetto di una favela brasiliana), ma quella di trovare l’edificio. Vediamo sulle facce della gente a cui chiediamo informazioni tutte le varietà d’espressione possibili: dallo sbigottito assente, al falso lento baldanzoso  con inadeguatezza al dialogo, dallo smarrimento totale al desiderio di rendersi utili. Un tipo che sembra sapere il fatto suo ci manda esattamente dalla parte opposta dell’abitato… Una ragazza si prende pure la briga di telefonare al gestore della struttura, ma poi sintetizza abbastanza male il succo del discorso esplicativo e ci ritroviamo al punto di partenza… meno male che è solo un paesino. Alla fine ci telefona la signora, spendiamo cinque euro, ma arriviamo alla villa, che si trova in una bella struttura ben posizionata in alto appena fuori dal paese, con una bella piscina. L’uscita a cena è quasi più rocambolesca dell’arrivo, con cani randagi incimurriti sdraiati in mezzo alle strade buie e nemmeno un parcheggio in prossimità dei ristoranti. Come direbbe Alessandro Borghese, caricaturato al Ruggito del coniglio: “il mio personalissimo giudizio alla ricettività dei ristoranti della zona è 5… buono!!! Mi piasce…”
Decidiamo quindi per le sere successive di approfittare della cena offerta dalla proprietaria del Villa Victoria, che scopriamo essere anche un'ottima cuoca, per 15 euro a testa (con aperitivo, antipasto, piatto principale, vino sudafricano, dolce e caffè.)

VENERDI’ 03/11/2017
Le previsioni meteo sembrano ben auspicare per la parte settentrionale dell’isola, quindi decidiamo di spostarci in quell’area per vedere alcune spiagge dalle descrizioni altisonanti. La prima su cui ci affacciamo è quella che, sulla carta, appariva come una delle più emozionanti, cioè Pointe aux Piments e a questo proposito si vorrebbe specificare una cosa: se la sabbia viene definita bianchissima deve contenere almeno una moderata tonalità di bianco; non può essere gialla, le sfumature cromatiche non sono insite solo in alcune categorie di professionisti, tipo i pittori o i musicisti… Sabbia gialla, verosimilmente marroncina, volendosi esprimere poeticamente dorata, ma bianca NO e nemmeno fine… anche se in foto potrebbe sembrare, ma voi recensori di spiagge (magari di guide famose) non le avete viste solo in fotografia, vero?!?
Pointe aux Piments
Subito dopo facciamo un salto a Trou aux Biches, per fuggirne immediatamente, disgustati non tanto dall’affollamento quanto dalla pessima musica a volume spaccatimpani proveniente dagli assembramenti di gente del posto a ridosso della spiaggia.
 
Trou aux Biches
Mont Choisy con le condizioni climatiche ideali sarebbe proprio una bella spiaggia, avendo la giusta panoramica, le discrete ambizioni e la pineta retrostante, ideale per le famiglie e per chi desidera un po’ di tranquillità; moltissime possibilità di svacco sono offerte dall’ampiezza della baia, veramente notevole.
 Mont Choisy
Mont Choisy
La famosa Grand Baie, apostrofata come la Saint Tropez di Mauritius, non ha proprio niente da raccontarci, con tutti quegli edifici e quelle barche ormeggiate, per cui la saltiamo a piè pari, perché, anche volendo, è praticamente impossibile trovare un buco in cui infilare l’auto.
La Cuvette è piccola e accogliente e, dopo pochi accolti, ci si trova in troppi.
 La Cuvette
 La Cuvette
Poco dopo Pereybere in cui non ci fermiamo neanche perché c’è una musica assolutamente intollerabile sia come volume, sia come qualità (techno-merda-house-fuck-pump…) c’è una spiaggia molto tranquilla, Bain Boeuf, un po’ sottovalutata, forse per l’acqua un po’ torbida a riva, ma nelle belle giornate potenzialmente migliorabile, anche perché a poche bracciate si nuota in un’acqua limpida e fresca. 
Bain Boeuf
Per fare ritorno nella parte orientale decidiamo di utilizzare la strada costiera, forse un po’ più lunga, ma molto più scorrevole e godibile, rispetto a quella interna, che è veramente stressante, soprattutto per l’attraversamento di Centre de Flacq: una vera lagna!!!
Prendiamo confidenza con la lunghissima e ventosissima spiaggia di Belle Mare (sulla quale si affacciano hotel di lusso, ma con numerosi accessi pubblici), il cui nome non è affatto fuori luogo, sperando che domani il sole ci sorrida, perché con le nuvole ed il vento è quasi una tortura trovarsi in un ambiente marino così bello e non poterlo sfruttare a pieno.
 Belle Mare
Belle Mare

SABATO 04/11/2017
Dedichiamo tutta la mattinata alla spiaggia di Palmar; venendo da Trou d’Eau Douche ci fermiamo al primo sito di parcheggio in pineta; non c’è ancora molta gente quando arriviamo, ma percepiamo che tutta l’area alberata verrà presa d’assalto. E non si tratta dei soliti campeggiatori del fine settimana, qui è in atto una qualche festività indù, infatti assistiamo ad alcuni riti propiziatori (spargimento di fiori al mare e di incensi nell’aire). Prendiamo a destra e troviamo una serie di calette pressoché deserte che ci offrono un paesaggio marino incantevole: l’acqua è bassa e cristallina e produce tonalità sorprendenti, quasi al limite dell’innaturale, ma la bellezza della natura sta proprio nell’essere in grado di superare l’immaginazione, in alcuni casi. Il fondale corallino vicino a riva è un po’ spento, allontanandosi un po’ prende vigore e forza ed i pesci danzano tra le correnti nelle loro multiformi colorazioni.

 Palmar

 Palmar
Palmar
Dopo uno sporgente promontorio si estende una lunga spiaggia, molto più esposta al vento.
Palmar
Verso l’ora di pranzo, causa anche il cervello in ebollizione e l’arrivo di un fronte nuvoloso molto compatto e minaccioso, abbiamo la malaugurata idea di andare a Belle Mare; notiamo subito una miriade di poliziotti che si mettono in marcia in varie direzioni e l’assembramento visto nella parte nord di Palmar, con tanto di mercato e immondizia accatastata in ogni dove, ci pare iniquo rispetto alla supermega festa indù (par di essere ad una Woodstock versione Nuova Delhi, senza Jimi Hendrix e con più odore di cipolla) che si sta sviluppando nella zona ombreggiata di questa spiaggia, che, in questo modo, diventa inaccessibile, se non nella sua parte estrema settentrionale. Inoltre la strada è stata trasformata in un senso unico, perciò quando decidiamo di far ritorno a Trou d’Eau Douche è ormai troppo tardi e dobbiamo seguire il flusso di traffico, passando per l’interno e precisamente per la famigerata Flacq. Ne approfittiamo almeno per fare benzina alla Shell, che, come tutti i benzinai accetta la carta di credito.

DOMENICA 05/11/2017
Lasciamo Trou d’Eau Douche percorrendo la strada costiera verso sud ed abbiamo la possibilità di godere di un bel panorama: da una parte la campagna e le colline e dall’altra il mare. La cosa più bella, però, è l’arrivo a Pointe d’Esny: lasciamo l’auto in una pittoresca area di sosta sulla laguna ed imbocchiamo il passaggio pedonale pubblico alla spiaggia che si trova circa 250 metri avanti ed è ben indicato.
 Pointe d’Esny
 Pointe d’Esny
Calarsi sulla rena è abbastanza strabiliante per intensità di colori e rilassatezza del luogo e verrebbe voglia di fermarsi subito, all’inizio, ma preferiamo proseguire e ritagliarci uno spazio ancor più isolato ed affascinante.
 Pointe d’Esny

Pointe d’Esny
Vi si affacciano alcune dimore private ed è vietato il pic nic. Questo fa sì che la spiaggia sia molto più tranquilla delle altre maggiormente "aperte al pubblico". L’unica pecca, se così si può dire, di questa spiaggia meravigliosa è che ad un certo orario (per questo periodo verso le 13.00) la marea si alza tanto da lasciare pochissime postazioni accessibili sulla sabbia, in alternativa ci si può mettere sull’erba. A quell’ora, comunque, decidiamo di spostarci e facciamo un salto a Blue bay. C’è un affollamento mostruoso, tanto da non riuscire nemmeno a capire se si tratti di un bel posto oppure no. Il panino con la seppia acquistato al banchetto di una signora equivoca non è male.
Blue Bay
Seguendo le dettagliate informazioni dei gestori della Gite des Acacias riusciamo a raggiungere il nostro riparo per la notte con discreta facilità. La camera con colazione ha un ottimo rapporto qualità prezzo (42 euro). Isabelle è gentilissima e ci dà un prezioso consiglio, cioè fare un salto alla spiaggia denominata La Cambuse, facilmente raggiungibile con strada asfaltata a pochi minuti dall'aeroporto.
La Cambuse
Anche qui c’è molta gente nella pineta antistante, ben tenuta e organizzata con belle panchine da picnic altoatesino, ma l’arenile è talmente lungo che si riesce a trovare tranquillità e pace per gustarsi un’ambientazione molto suggestiva. L’acqua è un po’ più profonda del solito anche a riva, ma è pulitissima e trasparente, nonostante un lieve moto ondoso.
Purtroppo non abbiamo tempo per vedere anche la spiaggia di Le Bouchon, sempre in zona, dalla quale a piedi o in bicicletta si possono raggiungere calette deserte.
La cena alla Gite des Acacias (per la modica cifra di 9 euro a testa) è praticamente in famiglia, sembra di essere in un agriturismo in provincia di Oristano, dove si fa tutto in casa e si sta a chiacchierare fino a tardi con persone conosciute da poco, che, però, sembrano amici di vecchia data. Mangiamo carne cucinata nei due modi tipici dell’isola: cioè manzo al curry e salsiccia alla creola. Quando l’argomento si sposta sulla produzione del Rhum, Dimitri estrae alcune bottiglie di questa prodigiosa bevanda e ce ne fa assaggiare le varie tipologie e aromatizzazioni.

LUNEDI’ 06/11/2017
Ci svegliamo molto presto per andare all’aeroporto di Mahebourg e prendere un volo interno di Air Mauritius acquistato con Expedia a circa 215 euro a persona andata e ritorno. La Gite des Acacias è in posizione strategica in questo senso, ci vogliono solamente dieci minuti, e l’adorabile Isabelle ci prepara anche la colazione, nonostante sia l’alba.
L’arrivo in volo a Rodrigues è spettacolare: la laguna compresa dalla barriera corallina smeriglia la visione in luminosità assolute; l’isolotto dei cocchi ci da il benvenuto con la sua oblunga magrezza. Come spesso accade le visioni dall’alto incantano, poi, quando ci si trova a terra, a distanza di braccio, si notano molto di più le reali condizioni ed è qui che i paradisi rimangono tali.
Abbiamo prenotato tre notti alla Cabane d’Etè (totale 118 euro + a scelta 5 euro a testa per una succulente colazione), sulla costa ovest dell’isola, ideale per i tramonti, ma in tutto questo tratto litoraneo non vi è una spiaggia (a parte quella di Anse Anglais, che lascia molto a desiderare): quanto spreco!!! Il gestore della Cabane, come da accordi, ci fa trovare uno scooter, noleggiato a 15 euro al giorno. Giriamo tutto il pomeriggio senza esito e quando ci inerpichiamo sulla montagna, per tentare di raggiungere l’altro versante, il clima rigido, la pioggia, il vento semi novembrino (alpino) ed il fatto che sulle salite più impegnative del Monte Lubin, che non è l’Everest, ma che, in alcuni tratti, arrampica abbastanza gagliardo, non vada su neanche a spinta, capiamo che lo scooter non è il mezzo ideale per visitare l’isola, che non è nemmeno così piccola come pensavamo. Per questo motivo tramutiamo l’affitto del motorino in quello di un’auto, che ci costerà qualcosa in più (circa 30 euro al giorno), ma che ci permetterà di partire per la gita senza preoccuparci della polmonite o di arrivare a destinazione il giorno successivo. Anche a Rodrigues optiamo per la cena casalinga (ottimo cibo servito sul nostro terrazzino a 10 euro a testa), considerando anche il fatto che il panorama riguardante la ristorazione è piuttosto sconfortante e anche nella capitale Port Lathurin alle 16 chiude tutto e la sera è il deserto.
Costa ovest - Rodrigues

MARTEDI’ 07/11/2017
La giornata si mette bene: i galli cantano ed il sole s’alza diligente al loro richiamo; facciamo colazione sul terrazzino della nostra stanza a La Cabane d’Etè, con splendida vista sulla laguna che è già uno dei piaceri della vita e partiamo in macchina (con questo clima sarebbe andato bene anche il motorino, ma in questo modo arriviamo prima a destinazione.
Vista dalla Cabane d'Ete
Dopo circa 25 kilometri e 30 minuti di orologio (20 da Port Mathurin) parcheggiamo l’auto davanti alla splendida spiaggia di Saint Francois, lunga ed avvolgente da far venire voglia di buttarsi in acqua all’istante e subito dopo sdraiarsi ad asciugare sulla morbida sabbia chiarissima.
 Saint Francois - Rodrigues
Saint Francois - Rodrigues
Ma abbiamo una missione più urgente da compiere: lanciarsi in avanscoperta alla ricerca delle spiaggette incastonate nella costa rocciosa; dal lato sud di Saint Francois, infatti, si snoda un bel sentiero, che, tra saliscendi pietrosi e ombrosa pineta, in un percorso segnato da marchi gialli o rossi, e caratterizzato da natura incontaminata, evocativi profumi, quasi mediterranei e panorami mozzafiato, ci porta ad incontrare quasi subito Anse Tasman, forse la meno bella e dopo circa 25 minuti la stupefacente Anse Filibert che, vista dall’alto, all’approssimarsi dal bosco, ti spara in faccia un pugno di bianco e turchese.
 
Sentiero verso Trou d’Argent - Rodrigues

Anse Tasman - Rodrigues
 Anse Philibert - Rodrigues
Il moto ondoso è abbastanza concitato e ciò penalizza l’aspetto della trasparenza dell’acqua ed il bagno non è del tutto rilassante, ideale sarebbe potervi tornare con il mare un po’ più calmo, ma l’ambientazione è comunque eccezionale. Lo stesso discorso si può fare per Anse Trou d’Argent, che si raggiunge riprendendo il sentiero dopo circa cinque minuti.

 Anse Trou d’Argent - Rodrigues
  Anse Trou d’Argent - Rodrigues
 
 Anse Trou d’Argent - Rodrigues
 Proseguendo ulteriormente si incontra Anse Boteil, forse la più spettacolare.
 Anse Boteil - Rodrigues
Alcune amiche ci indicano la via del ritorno ed il sole a picco ci fa apprezzare moltissimo alcuni scorci della costa di Saint Francois dai rimandi irlandesi.
 Sentiero verso Trou d’Argent - Rodrigues
 
Sentiero verso Trou d’Argent - Rodrigues
Risaliamo in auto per spostarci da Saint Francois, di poco, verso Pointe Cotton, un’altra bella spiaggia estesa, esposta perpendicolarmente rispetto alla precedente.
 Pointe Cotton - Rodrigues
Pointe Cotton - Rodrigues
Per ultime visitiamo le spiagge di Fumier e Anse Ally, raggiungibili imboccando una stradina sulla sinistra, tornando da Pointe Cotton verso Saint Francois; sembra di andare a casa di uno, ma la strada prosegue sino ad arrivare alla pineta presso cui lasciare il mezzo.
 Anse Fumier - Rodrigues
 
  Anse Ally - Rodrigues
   Anse Ally - Rodrigues
Ci torniamo la mattina seguente e le riscopriamo ancora più belle, con la marea e la luce ideali.
   Anse Ally - Rodrigues
 
  Anse Ally - Rodrigues
Le spiagge di Rodrigues sono pochissimo frequentate o addirittura deserte e, a differenza di quelle di Mauritius, pulitissime, così come le pinete. Il governo qui è infatti molto attento all'ecologia, tant'è che non si possono portare sacchetti di plastica sull'isola.
MERCOLEDI’ 08/11/2017
Partendo da Gravier, che dispone di una bellissima spiaggia malcagata da tutti ci mettiamo in cammino per raggiungere Anse Boteil dalla parte opposta rispetto al sentiero di Saint Francois, e scopriamo con grande piacere che in mezzo ci sono altre belle baiette incontaminate ed assolutamente solitarie; della prima conosciamo il nome (Fémie) perché c’è un cartello che da il benvenuto al visitatore.
 Gravier - Rodrigues
 
 Gravier - Rodrigues
Questa bella ansa, nell’estremità nord, ha lo stesso livello idrometrico di un lavapiedi, ma è ugualmente molto invitante, anche per la temperatura dell’acqua similterme.
 Anse Femie - Rodrigues
Anse Femie - Rodrigues
Il cammino su questo versante è molto più scorrevole e meglio segnalato, con i soliti colori giallo e rosso.
 Sentiero da Gravier a Treau d'Argent - Rodrigues
 Sentiero da Gravier a Treau d'Argent - Rodrigues
Si alterna la pineta a scorci costieri di una bellezza unica, si ridiscende spesso sulla sabbia delle innominabili spiagge suddette (anche perché non c’è più nessuno a cui chiedere, ma forse è meglio, perché piuttosto di scrivere nomi di località a vanvera, come fanno alcuni nei loro racconti di viaggio che fotografano Anse Boteil chiamandola Anse Trou d’Argent, solo perché non hanno continuato a camminare sul sentiero, preferiamo dire solamente che ci sono e stanno lì a disposizione di chi abbia voglia di venire a visitarle e magari a dare loro un nome; per noi sono: La Carine, che in realtà scopriamo poi essere Pointe de Roche Noir, La Modeste, La Smorfiose e La Funeste. Lo scatto finale per la chantosa Anse Boteil che ha la conformazione più particolare mai vista per una spiaggia: più che una bottiglia ricorda un’ostrica, con questi due serpenti di roccia che si spingono verso il mare e poi tentano di raggiungersi, quasi a voler imprigionare l’oceano, trasformandolo in un incredibile laghetto dalle acque color dello smeraldo.
Pointe de Roche Noir- Rodrigues
 prima spiaggia dopo Pointe de Roche Noir - Rodrigues
 
 seconda spiaggia dopo Pointe de Roche Noir - Rodrigues
 terza spiaggia dopo Pointe de Roche Noir - Rodrigues
GIOVEDI’ 09/11/2017
Per consacrare l’ultimo giorno di permanenza a Rodrigues trascorriamo la mattinata ad Anse Ally, che è diventata, la nostra preferita. Il volo per Mauritius è alle 15.10 quindi abbiamo ancora un po’ di tempo da dedicare alla costa meridionale, infatti da Mont Lubin prendiamo la strada che scende verso St. Gabriel e poi Port Sud Est. Molti autori di guide di viaggio si soffermano sulle strade sceniche e molte le abbiamo percorse, rimanendo talvolta perplessi a proposito della scenicità della guida; vorremmo noi, stavolta, esaltare questo percorso perché tra la natura rigogliosa dell’interno ed il panorama costiero che, ad ogni tornante, si fa sempre più vivido, quasi accecante per la luce emanata in riflessi dai colori persino irreali, proviamo una sensazione di assoluto stupore, ché non si può far altro che rimanere a bocca spalancata, sperando che non ci si infili un insetto, tipo uno dei milioni di ragni che se ne stanno appesi alle loro tele tra un palo ed un albero.
 Strada da Mont Lubin a St. Gabriel - Rodrigues
 
Strada da Mont Lubin a St. Gabriel - Rodrigues
Arriviamo quasi con dispiacere a livello del mare e poco dopo, a Port Sud Est, si incontra la spiaggia di Mourouk dalla sabbia candida e soffice.
 Anse Mourouk - Rodrigues
  Anse Mourouk - Rodrigues
  Anse Mourouk - Rodrigues
Non c’è molto vento, ma qui solitamente si danno un gran daffare gli amanti del Kite, anche perché vi è una parte con l’acqua bassissima, ideale per fare prendere ai principianti confidenza con l’attrezzatura. Sinceramente anche questo luogo ci sembra un piccolo pezzo di paradiso e ci rammarichiamo di non aver prenotato una notte in più a Rodrigues (ma anche tre o quattro).
Ci è rimasto poco tempo per tornare all’aeroporto, fare il pieno di benzina all’auto noleggiata e restituirla al locatore (in realtà dovremo parcheggiare davanti al terminal e mettere le chiavi sotto il tappetino, cosa che la dice lunga sulla serenità di questa isoletta indimenticabile).
Dalla cartina ci sembra che la strada litoranea meridionale sia molto più scorrevole e veloce rispetto al ritorno in montagna e la ridiscesa sull’altro versante. Effettivamente è molto più lineare, l’unico inconveniente è che, per un buon tratto, il fondo stradale è un po’ accidentato e bisogna prestare molta attenzione alle buche ed agli animali che attraversano la carreggiata. L’aereo di Air Mauritius (ottima compagnia per standard e servizi a terra ed in volo) decolla, ed è il momento di salutare quella meravigliosa laguna con l’isola dei cocchi che si fa sempre più piccola.
La sconcertante mancanza di informazioni sull'isola (la LP le dedica poche pagine, qualcosa in più la Bradt e su internet le info scarseggiano) ha fatto sì che prenotassimo l'alloggio in zona un poco scomoda rispetto alle spiagge, che si trovano tutte in zona nord-est. Una scelta migliore dal punto di vista logistico (soprattutto con pochi giorni a disposizione) sarebbe stata prenotare una stanza a Saint Francois o in zona Gravier o Mourouk e noleggiare uno scooter. Certo ci saremmo persi i magnifici tramonti e le sfiziose cene della Cabane d'Etè...
Abbiamo prenotato l’ultima notte a Mauritius alla maison d’hotes La Caze Roche, che, per 60 euro, offre una stanza matrimoniale dagli elevati parametri qualitativi e la colazione, buonissima: ci sono yogurt, succhi, marmellate di ogni frutto tropicale, uova e crespelle e naturalmente caffè e tè. La raggiungiamo con un taxi al costo di 15 euro.
La guest house si trova in un quartiere di belle abitazioni alla periferia di Mahebourg, da cui si può raggiungere a piedi (in circa 20-30 minuti) la spiaggia di Pointe d'Esny.
Ceniamo al Bistrò, poco distante dal nostro alloggio, assaggiando piatti cucinati con cura e a prezzi accessibili.
Nell’aria si sente un acre odore di pesce vecchio e la mattina, recandoci a Pointe d’Esny ne scopriamo l’origina: a riva si è depositata una poltiglia rossastra che ci dicono essere sperma di corallo, all’obiezione “ah pensavo fosse sangue” ci rispondono “no, no, tranquilli, è solo sperma di corallo”… come se, invece, fosse bello fare il bagno in un mare di sperma rosa…
Pointe d'Esny
In conclusione si può dire che un viaggio da queste parti avrebbe comunque senso, perché Mauritius è sempre stata una meta ambita, ed a ragion veduta, ma la vera perla è la visita a Rodrigues che ci farà ricordare per sempre (grazie anche alla stesura di questo racconto, ché altrimenti svanirebbero le categoriche certezze di memoria, almeno nei dettagliati sviluppi) la bellezza e la poesia di ambienti incontaminati, che speriamo rimangano tali, grazie alle politiche attente di conservazione e a tutti quei viaggiatori consapevoli che passeranno di qui e che sapranno prendere molto, senza portar via niente.