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dicembre 2015-13 dicembre 2015
Comincia
la solfa invernale in pianura padana e Bruce Springsteen non ne vuole sapere di
annunciare le date del tour. Quale può essere dunque l’unica soluzione
possibile?
Comprare
i biglietti per Turks and Caicos, meta da tempo ambita per una vacanza al caldo
quando da noi si congela con il moccio al naso. L’unica compagnia aerea che si
presta al caso nostro è purtroppo l’American Airlines. Il costo del biglietto è buono, 730 euro, ma cominciamo subito bene
con l’impossibilità di assegnare i posti a sedere dal sito web. Incrociamo le
dita e attendiamo il giorno del check in.
Come
volevasi dimostrare buona parte dei passeggeri viaggianti insieme viene
sparpagliata in cabina con ordine casuale o forse malvagiamente volontario,
copie scoppiate ai lati opposti, amici divisi da un involontario terzo incomodo
a sua volta separato dal compagno di viaggio seduto nella fila dietro con un
sedile vuoto a fianco. Poco
prima del decollo è un rebellot totale, anarchia obbligatoria e ognuno si siede
dove lo porta il buon senso.
L’apparecchio
è datato e completamente in ritardo col passo tecnologico (come dice il saggio:
cerca sempre di evitare i Boeing 737 e 767 della AA)
con i monitor centrali che mandano in onda un film a sprazzi, mentre in
cuffia si sente la radio.
Fortunatamente
lo scalo a Miami è diventato meno impegnativo rispetto a qualche anno fa, quando
al controllo passaporti ci potevi morire di vecchiaia. Sono state infatti
installate numerose postazioni automatizzate per i possessori di Esta e ci si
stampa da soli il proprio lasciapassare per la libertà.
La
coincidenza American Eagle è così presto raggiunta. Il volo per Providenciales
dura un’ora e quaranta e arriviamo col buio pesto.
Providenciales
è l’isola più grande dell’arcipelago di Turks and Caicos ed è sede dell’aeroporto
principale. Areoporti più piccoli si trovano su Grand Turke, Salt Cay e South Caicos, mentre North
Caicos e Middle Caicos sono raggiungibili in traghetto da Providenciales e si
possono visitare anche in giornata.
Il
sito dell'ufficio turismo http://turksandcaicostourism.com/
contiene molte informazioni utili. La Lonely planet è invece esageratamente
sintetica. Meglio la Fodor’s, anche se in effetti una guida seria è quasi
inutile.
Ritiriamo
l’auto da Grace Bay Car Rentals prenotata tramite email. I prezzi sono bassi rispetto alla media del posto e il servizio è affidabile. Consegnano e ritirano l’auto a qualsiasi indirizzo senza
sovrapprezzo. Il costo per una settimana è di 306.69 dollari tasse incluse (più 10 usd al giorno per l'assicurazione) e l’auto è la solita berlina che beve come un alcolizzato, stavolta una Nissan Sunny.
L’isola
non è molto grande ed è attraversata da una strada a due corsie per
senso di marcia, la Leeward Highway, che fa sì che il traffico sia sempre
scorrevole.
Il
nostro cottage, prenotato tramite VRBO, è probabilmente il più economico dell’isola, carissima. Spendiamo 1020 dollari
tasse incluse per 10 giorni, la prima settimana a 95 usd a notte e i giorni successivi a 80 usd. L’aria condizionata è a pagamento, ma è inutile.
Il
cottage è adiacente alla casa della proprietaria. E’ piccolo ma ben tenuto, con
un cucinino e uno spazio all’aperto, che purtroppo può essere utilizzato solo nei giorni
secchi, pena essere mangiati dagli insetti. Si
trova a 20 minuti a piedi dalla spiaggia di Grace Bay.
Uscire
a mangiare è folle per via dei prezzi e i supermercati non sono molto più
convenienti.
Sperimentiamo
solo la cucina del Danny Buoy’s Sports Bar. Niente di che, a un prezzo ovviamente
alto. Almeno la birra è buona.
Per fare la spesa il supermercato migliore e più fornito è il GracewayIGA che si trova lungo la Leeward Highway. Ha anche altre due sedi, una in Downtown e una in Grace Bay.
Proviamo
anche il supermercato Quality, frequentato principalmente dalla gente del
posto, ma la maggior parte dei prodotti ha lo
stesso prezzo dell’IGA e la qualità è inferiore.
Tutti i supermercati, così come la maggior parte degli esercizi commerciali, accettano le carte di credito. Ci sono comunque vari ATM per il
ritiro del contante.
La
prima settimana giriamo in auto tutte le spiagge dell’isola, gli ultimi 3
giorni lasciamo l’auto e ci dedichiamo a Grace Bay Beach, raggiungibile a piedi
dal nostro cottage in 20 minuti.
Ecco le spiagge
di Providenciales raggiungibili in auto, da Grace Bay in senso orario.
Grace Bay Beach
Situata
nella parte centrale della costa nord, è considerata una delle
spiagge più belle del mondo e a ragione. E’ lunga circa 5 km, anche se la
nostra guida parla di 18 km. In realtà, anche considerando le sue continuazioni,
Leeward a est e The Bight a ovest fino a Turtle Cove si arriva a poco più di 11
km, tutti percorribili senza interruzioni.
E’
sicuramente più popolata rispetto alle altre spiagge dell’isola, e alcune zone
sono interamente occupate dai lettini dei resort (The Beaches su tutti), ma è
talmente lunga da riservare angoli di pacifica adorazione di questo
meraviglioso paesaggio, per non parlare della goduria provata nel tuffarcisi a
capofitto.
Grace Bay Beach
Numerosi alberi generano provvidenziale ombra, fondamentale se si intende passarci più di un'ora.
In
alcune parti il mare è più ondoso, ma
spostandosi si trovano zone di acqua calmissima e cristallina.
Grace
Bay Beach fa parte del Princess Alexandra National
Park e per accedervi è sufficiente adocchiare i cartelli bianchi e
verdi che indicano gli accessi. Ce ne sono lungo tutta la spiaggia, la maggior
parte con parcheggio libero.
Leeward Bay Beach si trova a nord est
dell’isola ed è una delle nostre
preferite, molto placida, senza resort che vi si affacciano.
Rappresenta la continuazione naturale del litorale di Grace Bay; qui la costa si
movimenta leggermente abbandonando la linearità assoluta e producendo anse di
riservatezza. Dal movimento delle acque ne deriva la colorazione e la
nitidezza, che è comunque sempre di livelli indimenticabili: si va dalle
trasparenze cristalline con rimembranze mediterranee al lattiginoso verdino
tenue tipico delle insenature di questi luoghi quando sul fondo la sabbia
bianca sparge nell’amalgama paradisiaco tutti i suoi nutrimenti, generando un
effetto ottico grandioso e quasi irreale.
Ci
sono tre accessi principali, da Stubb’s Point, Pelican Point, and Leeward Going
Through, tutti all’interno del complesso residenziale di Leeward.
Leeward Bay Beach
Leeward Bay Beach
Long Bay Beach
Si trova sulla costa sud e per
raggiungerla da Grace Bay si deve imboccare la Leeward Highway in direzione est e seguire la deviazione a sinistra per Shore Bay Club, un complesso lussuoso in
costruzione sulla spiaggia. Qui c’è un ampio parcheggio gratuito. Gli altri
accessi sono introvabili. La baia è paradiso degli amanti del kitesurf, ma
non è il massimo per gli altri bagnanti. E’ infatti spesso ventosa (ovvio) e
con mare mosso e finchè non passa il trattore è piena di alghe moleste. I
lavori di costruzione non aiutano.
Long Bay Beach
Five Cays
E’ situata
nell’abitato di Five Cays, che non è rinomato per essere il luogo più sicuro
dell’isola ed è più famosa per il ristorante Bugaloo’s piuttosto
che per la limpidezza dell’acqua; quindi decidiamo di non andarci, anche perché è
spesso ventosa.
Sapodilla Bay
Da quando abbiamo visto le
immagini di questa spiaggia sono scattati l’innamoramento e la frenesia
d’andarci. Per raggiungerla da Grace Bay si imbocca la Leeward in direzione
aeroporto e nei pressi di Downtown si prende per il South Dock (South Dock
Road), poi a destra in Chalk Sound Drive (nei pressi della stazione di polizia)
e dopo circa 100 metri si svolta a sinistra.
Lasciamo
l’auto in una specie di parcheggio involontario e ci fiondiamo sulla rena per
scoprire che l’abusivismo edilizio ha colpito anche qua. La spiaggia, in origine
meravigliosa, è stata invasa da ville e villette che hanno allargato il
proprio confine frontale, palificando recinti improbabili nella sabbia e
lasciando al libero spiaggiamento poco più di un metro quadrato e l’alibi di un
passaggio transitabile su battigia.
Sapodilla Bay
Sapodilla Bay
Taylor Bay
Da Grace Bay si imbocca la solita Leeward Highway in direzione aeroporto e nei pressi di Downtown si svolta per il South Dock (South Dock Road) e poi in Chalk Sound all’altezza della stazione di polizia e la si percorre per un chilometro e 300 metri; si volta a sinistra in Ocean Drive e dopo circa 300 metri si parcheggia in un piccolo slargo (utile per 6 o 7 auto), da cui parte un sentiero che in un attimo sbocca sull’arenile. Rimaniamo a bocca aperta di fronte alla luminosità di questa visione paradisiaca. E’ la sorella gemella accogliente di Sapodilla.
Da Grace Bay si imbocca la solita Leeward Highway in direzione aeroporto e nei pressi di Downtown si svolta per il South Dock (South Dock Road) e poi in Chalk Sound all’altezza della stazione di polizia e la si percorre per un chilometro e 300 metri; si volta a sinistra in Ocean Drive e dopo circa 300 metri si parcheggia in un piccolo slargo (utile per 6 o 7 auto), da cui parte un sentiero che in un attimo sbocca sull’arenile. Rimaniamo a bocca aperta di fronte alla luminosità di questa visione paradisiaca. E’ la sorella gemella accogliente di Sapodilla.
L’acqua
rimane bassa per un centinaio di metri, facendo venire i nervi agli amanti del
tuffo rapido e della nuotata a profusione, ma l’effetto ottico è riverberante
ed appaga lo sguardo dell’esteta caraibico.
La
sabbia è una distesa parabolica di farina ed è possibile trovare anche un paio
d’alberi che si sparpagliano la loro rada ombra sulla riva evitando
l’insolazione a chi decida di trascorrervi le ore più calde.
E' perfetta
per il tramonto, anche se i moscerini possono diventare fastidiosi.
Non
è mai piena, forse per via dell'eseguità dei posti auto del cosiddetto parcheggio e considerando che il
resto della strada è disseminato di cartelli di rimozione forzata.
Taylor Bay
Taylor Bay
Malcolm Beach
E’
la spiaggia più lontana, circa 40 minuti da Grace Bay. Per raggiungerla è
necessario imboccare la Millenium Highway e, appena, prima che diventi sterrata, girare a sinistra per
circa tre miglia. Si lascia a sinistra la svolta per il lussoso Amanyara Resort e si arriva al parcheggio con accesso
pubblico.
E' un po' impegnativo, ma percorribile con un'auto 2x4, e, dopo un po’ di sconquasso e qualche guado, si giunge alla bella spiaggia isolata. Il
mare assume colori inverosimili e, se non si poggia lo sguardo sul lusso
sfrenato dei clienti dell’Amanyara, ci si rilassa parecchio.
Nel passato pare che questa zona sia stata teatro di alcune rapine. Adesso è tranquilla, forse anche per via delle telecamere di sicurezza che guardano il parcheggio.
Malcolm Beach
Blue
Hills Beach,
Si trova nella costa nord ovest nell’abitato di
Blue Hills, lungo Blue Hills Road.
Qui
ci deprimiamo per la bruttezza del luogo (una striscia di sabbia un po’ sporca bagnata da un’acqua torbida piena d’alghe).
Thompson Cove Beach
Questa spiaggia
si trova prima di Turtle Cove, provenendo da Blue Hills, nei pressi del canale delle barche. Ci accoglie con la sua pacificata generosità; su tutta la spiaggia
non c’è nessuno, eccezion fatta per un paio di coppie del posto e i residenti
di una villa, direttamente adagiata sulla sabbia, quindi il silenzio amplifica
i riccioli delle ondine discrete sulla battigia. La geografia produce due cale
quasi gemelle, di cui una è cresciuta più dell’altra in lunghezza, ma non ha
perso il suo incantevole fascino. La separazione delle due è scandita da un
piccolo promontorio roccioso. Il sole picchia duro, ma è possibile rintanarsi,
nelle ore più calde, al mantello ombroso di palme oblique e permettere una
sosta prolungata che galvanizza il cuore e sorprende nella conferma che la
natura ha saputo partorire simili bellezze, che fortunatamente l’uomo non è ancora
stato in grado di corrompere.
Thompson Cove Beach
Thompson Cove Beach
The Bight Beach
Si
trova nella parte centro nord di Providenciales e si estende dalla fine di Grace Bay Beach fino allo Smith’s Reef per 2,3 km. E’ molto ampia e ideale per una camminata. Il colore dell’acqua è meno prodigioso rispetto a Taylor Bay, anche perchè le alghe sono
abbastanza vicine alla battigia, ma le trasparenze sono eccezionali e la
temperatura allo stato brodo.
Ci
sono diversi accessi alla spiaggia, il principale è Children’s Park con un
ampio parcheggio gratuito.
The Bight Beach
The Bight Beach
14
dicembre 2015
Prendiamo
un taxi per l’aeroporto prenotato tramite internet della compagnia Majestic Taxis and Tours. Le tariffe dovrebbero essere fisse http://www.thesandstc.com/blog/758/. In
realtà è meglio verificare prima il costo. Per circa 15 minuti di strada spendiamo
la modica cifra di 33 dollari. Al momento di pagare il tassista inscena una
pantomima ridicola sul fatto di non avere il resto di 50. Forse la tattica
funziona con gli americani sboroni che girano da queste parti, per i quali 17
dollari sono spiccioli, ma non con noi, bello. Così ti sei giocato anche la
mancetta.
Le
compagnie che servono le altre isole dell'arcipelago sono Caicos Express e IntercarribeanAirways e
hanno 5 voli al giorno per e da Grand Turk. Il prezzo di una tratta è di 35 usd
con Intercarribean e di 40 con Caicos Express.
Il
check in dei voli Intercarribean nazionali si fa in un banchetto esterno e, dopo
il controllo di sicurezza, si accede a una sala d’attesa tipo stazione ferroviaria
con la solita aria condizionata a palla. Fortunatamente la wifi è gratuita, anche perchè il volo è in netto ritardo. Il consiglio è di arrivare al check in
all’ultimo minuto.
Il
ritardo del volo è causato dal fatto che
dobbiamo aspettare un vecchio inglese con figlia e nipote al seguito, che
arriva con un’auto di rappresentanza. Io dico, ma il governatore di Turks and
Caicos proprio sul nostro volo doveva venire?
Arrivati
a Grand Turk, la capitale dello stato, dopo circa 40 minuti, non c’è l’ombra di un taxi. Scopriremo in seguito che l’isola ha
lo stesso problema di carenza di taxi di Pittsburgh nei giorni di arrivo delle
navi da crociera, in quanto tutti gli autisti sono impegnati a scarrozzare i
simpatici croceristi.
Un
addetto dell’aeroporto si offre di portarci all’hotel e a uno verrebbe da
pensare “ma che persona di buon cuore!”. Arrivati a Cockburn Town (distanza percorsa 5 km)
ci chiede 20 dollari (più del costo di un taxi). Gliene diamo 15, con le balle
girate.
Una
bella sorpresa ci giunge invece da Erika, la proprietaria del Salt Racker Inn, che ci ha
riservato una suite al prezzo della camera standard da noi prenotata (105 usd a
notte più 12% di tasse). Il bell’edificio coloniale, che però dall’esterno
mostra qualche acciacco, è praticamente sul mare, essendo separato dalla
spiaggia da una stretta strada. La stanza è al primo piano, molto accogliente e
spaziosa, ha sei finestre di cui un paio guardano il mare, così come il balcone
con amaca, perfetto per rilassarsi alla luce del tramonto. A pranzo ci rivolgiamo
al Sand Bar, che si trova sulla spiaggia di fronte al Salt Racker Inn ed è molto frequentato, soprattutto al calar del sole. E’ abbastanza scazzato, ma i prezzi sono comunque alti
e non accettano carte di credito. Il cibo è buono.
I posti per mangiare scarseggiano e alcuni
locali aprono solo durante l’arrivo dei croceristi. La scarsa scelta ci porta ad optare per il ristorante dell'Osprey Beach Hotel, che ha grandi pretese con risultati
deludenti. Forse sarebbe più opportuno andarvi a pranzo, quando il menu è più
invitante ed i prezzi un poco più contenuti.
15
dicembre 2015
A
Grand Turk non serve un’auto. Ci si può muovere anche a piedi (avendo voglia di
camminare un po’) e in bici. Dal Salt Racker Inn alla Pillory Beach sono
circa 2 km. Purtroppo non è possibile percorrerli con i piedi nella sabbia,
nonostante si trovino sullo stesso tratto di costa, ma è necessario camminare sulla
stradina litoranea, che spesso è piuttosto squallida per l’abbandono e la
sporcizia, ma riserva anche qualche sorpresa perché si incontrano edifici
pittoreschi talvolta di interesse storico (si fa per dire!).
Cockburn Town
Cockburn Town
Pillory è
una spiaggia assai mansueta, se non tormentata dagli sbarchi colonizzatori;
l’acqua è bassa e tiepida e, davanti al Bohio Dive Resort, assume colorazioni delicate e
rassicuranti, la pace caraibica che non si smetterebbe mai di osservare,
sognando ad occhi aperti, dalla sabbia bianca, all’ombra di alberi che
gentilmente concedono le loro fronde, o direttamente dallo sguazzo godereccio
che fa raggrinzire la pelle delle dita, tanto non si vorrebbe mai uscirne.
Non c’è in giro nessuno e il noleggiatore di
bici è chiuso già nel pomeriggio, dato che oggi non è giorno di crociere. L’isola di
Grand Turk infatti vive praticamente grazie ai croceristi che attraccano quasi
quotidianamente al porto e si muovono sull’isola con tutti i mezzi possibili e
immaginabili, dai quad alle corriere. I
turisti che si fermano a dormire sono pochissimi e gli hotel si contano sulle
dita di una mano.
Ceniamo
al Secret Garden. Il ristorante del Salt Racker Inn e mangiamo due hamburger
ben fatti con due birre (per 34 usd).
16
dicembre 2015
Noleggiamo
un tandem al Grand Turk Diving Center per 25 dollari al giorno. La bicicletta singola ne costa 20. Non riusciamo a pagare con carta di credito e siamo costretti a
ritirare del contante all'ATM dell'Intercarribean Bank in Cockburn Town.
Finalmente
ci si mette su strada e con queste biciclettone americane, con la frenata a
pedale rotolante all’indietro, il peso considerevole, le corone e le catene
salmistrate dall’umidità marina e dalla sabbia e per di più in tandem, con il
conseguente richiamo alla coordinazione, raggiungere la zona del faro comporta
una discreta perdita di liquidi corporei, ma ce la facciamo.
Qui c’è una bella spiaggia un po’ sottile, l’approvvigionamento della laguna interna e qualche asino selvatico.
Zona del faro
Zona del faro
Zona del faro
Nel tornare
facciamo una tappa con tuffo rinfrescante alla parte “bassa” di Pillory, che,
essendo giorno d’approdo, è stata invasa dai croceristi, e da questo angolo si
riescono ad evitare.
Ad un certo momento passa un cavallo e si ferma a salutarci.
Pillory Beach
Nel
pomeriggio ci spostiamo sulla spiaggia più bella dell'isola, la lunghissima Governor’s Beach, che si raggiunge
circumnavigando l’aeroporto. Qui, nonostante il monito evidente, continuano ad
attraccare navi da crociera aventi le dimensioni di grattacieli ribaltati, ma la spiaggia
sembra non risentire affatto di ciò in termini di tranquillità; è vero che a
quest’ora si stanno preparando per salpare, ma non si vedono nemmeno le
classiche pile chilometriche di lettini, pronti per essere spiattellati ad ogni
esigenza. In spiaggia c'è solo un gruppetto di persone costituito dal Governatore, che ha la casa proprio qui, e le sue guardie del corpo. L'acqua è cristallina e si è graziati dall'ombra dei molti alberi di casuarina.
Governor's Beach
Governor's Beach
Governor's Beach
17 dicembre 2015
L’ultimo giorno di vacanza inizia con una bella pioggia a raffica, poi il cielo
si rasserena come d’incanto e trascorriamo alcune ore nel tratto di spiaggia
che si trova tra l’abitato principale e l’aeroporto; per arrivarci è
sufficiente camminare per circa 20 minuti sulla strada costiera che all’interno
costeggia una delle innumerevoli pond.
Grand Turk
Grand Turk
Ci facciamo chiamare un taxi per l’aeroporto
(spesa 14usd) e con un po’ di nostalgia salutiamo Grand Turk. Anche in questo
caso il taxi è più costoso del previsto. La tariffa ufficiale dovrebbe essere di
4 usd a persona. Va beh, niente mancia anche stavolta.
Ci aspetta l’ultima
notte al famigerato Airport Hotel di Providenciales: naturalmente il servizio
navetta gratuita è inesistente, nonostante l’apposita richiesta tramite email,
a cui nessuno ha risposto. Fortunatamente si trova a pochi minuti a piedi dall'areoporto.
Arriviamo al check in e la receptionist, dopo aver
compilato i moduli consueti, ci dice di accomodarci nell’attesa delle chiavi
(come fa una stanza a non essere pronta alle 19.00?). Dopo un po’ ci dà il
via libera, si fa per dire: la porta della stanza si apre a spallate o pedate,
dipende dallo stato di nervosismo. Non appena dentro suona il telefono: è la
tipa della reception che comunica che la luce del bagno non funziona. Viene
voglia di scendere e chiedere se ci stia prendendo per il culo; dice che un
incaricato sta arrivando… da un’altra isola, forse?!? Usciamo a cercare
qualcosa da mangiare nel frattempo, perché ovviamente il ristorante attiguo all'hotel è chiuso. Il panorama gastronomico è sconfortante, troviamo un minimarket
aperto e compriamo birra, patatine e banane: non male come cena d’addio.
Torniamo in stanza, ma il factotum non è ancora arrivato (forse viene a nuoto).
Attendiamo ancora, guardando internet? Macchè, la password non funziona e la
wifi non arriva in camera… Finalmente arriva il manutentore, ma non ha nemmeno
una scaletta a 3 gradini… Con acrobatiche prodezze, data anche la mole, riesce
a sistemare la luce del bagno (quanto mai: totalmente incompatibile con il
concetto di igiene…) Questo cesso costa 135 dollari a notte: ma vaffanculo. Già che
c’è sostituisce altre 3 lampadine bruciate… la prossima volta candele???
18 dicembre 2015
Il manutentore factotum ci accompagna in areoporto con la navetta, un'auto che sta in piedi con spago e scotch. Gli addetti del check in non sono in grado di farci la carta d'imbarco del volo da Miami a Milano per motivi legati al loro rimbabimento o più probabilmente allo schifo di compagnia aerea per cui lavorano. Il controllo bagagli non è attivo per via che gli addetti devono ancora prendere il caffè... lungo. Poco male. Le esperienze degli ultimi due giorni rendono la partenza meno penosa e noi più propensi ad affrontare il lungo inverno italiano.