DOMENICA 31/05/2015
Volo Ryanair da Bergamo per Palma de Maiorca: in meno di due ore si arriva in
un aeroporto che ci sorprende per modernità e dimensioni. Anche i noleggi auto
sono particolarmente organizzati e dal numero di vetture in uscita ci
accorgiamo subito che ci troviamo nella Balearica più trafficata. Il rental car
prescelto si chiama Record. Per dieci giorni di noleggio tramite autoeurope
paghiamo “l’esorbitante” cifra di 56 euro. E’ talmente poco che non esitiamo
nemmeno un secondo a stipulare un’assicurazione tutto incluso, perciò
aggiungiamo altri 140 euro; in totale spendiamo quindi circa 20 euro al giorno,
con la semicertezza di non incappare in brutte sorprese, tipo Sardegna, dove
per un graffietto fattoci da un incauto sfregiatore pagammo più di 700 euro di
penali. Considerato che il modello della macchina è lo stesso di allora (una
fighettissima fiat 500) si rafforza la convinzione di aver fatto bene a
stipulare la casco. Si sono fatte ormai le 19.00 e per la prima notte abbiamo
prenotato abbastanza vicino all’aeroporto e nel concreto si rivela anche più
vicino del previsto. Infatti in pochi minuti arriviamo al hotel Roc Linda di
Can Pastilla, un albergo un po’ datato a cui è stata data una bella incipriata
di nuovo, soprattutto nelle parti comuni. Vi è un parcheggio privato a
pagamento (3 euro al giorno) ed un’abbondante colazione a buffet. Can Pastilla è una
località balneare molto frequentata, con tutti gli stereotipi della località
balneare molto frequentata, cioè stabilimenti dotati di tutti i confort,
lungomare con passeggiata, negozietti di souvenir e ristorazione a tutto
spiano, senza che niente di tutto ciò riesca a raggiungere un livello molto
elevato di qualità.
LUNEDI’ 01/06/2015
Allontanandosi un poco da Palma (e da Can Pastilla) si comincia a ragionare un
po’, soprattutto imboccando la strada costiera in direzione Cala Pi che, nei
pressi di S’Arenal, si diparte dalla scorrevole autostrada MA19. Avendo letto
le descrizioni di Cala Pi, concernenti in particolar modo le dimensioni della
spiaggia (45 metri di larghezza) e vedendo che in prossimità sono stati
edificati svariati residence e ristoranti, ci rassegniamo all’idea di stenderci
al sole a due centimetri dal tedesco arrossato di turno, invece, con grande
stupore e felicità, scopriamo di avere un discreto spazio vitale a
disposizione, anche perché l’arenile supplisce alla scarsa esposizione
all’acqua con una profondità notevole che i frequentatori sfruttano bellamente.
La caletta è suggestiva per ambientazione e per la cristallina purezza
dell’acqua.
Cala Pi
Sul promontorio si trova una torre di guardia che
sorveglia la bellezza della costa.
Cala Pi
Cala Pi
Dopo una sana dose di relax
spaparanzino risaliamo per mangiare qualcosa ed abbiamo la malsana idea di
optare per il menu del dìa del ristorante Cala Reiet (il nome forse doveva
suggerire un presentimento), esperienza che ci sentiamo di sconsigliare
vivamente. Spostandoci verso la seconda meta della nostra gita (Cala Santanyi)
avremmo trovato molte situazioni sicuramente più interessanti, soprattutto nel
paese di Ses Salines. Questa zona sembra il nostro habitat naturale: clima
secco, vegetazione mediterranea bassa e profumata, poco traffico e tanto bel
mare, quindi riteniamo di aver azzeccato la prenotazione al Cala Santanyi Village. La struttura è composta da una cinquantina di appartamenti con un bel giardino centrale e campo da tennis. La piscina è dall'altra parte della strada ed è raggiungibile con un sottopassaggio. Il nostro appartamento è ampio con cucina attrezzata. I letti sono quelli tipici degli aparthotel da queste parti, un po' scomodi e la televisione è minuscola, ma il rapporto qualità/prezzo è ottimo (45 euro a notte) e la WIFI è gratuita, cosa non sconntata sull'isola. Con una bella scalinata si scende alla spiaggia omonima, che è
raggiungibile anche con l’auto e c’è un parcheggio abbastanza capiente. Qui
però qualche furbone dell’urbanistica ha permesso la costruzione di tre o
quattro strutture ignobili che riversano sui lettini, e non, un’eccessiva
quantità di persone che non riescono con la loro invadenza ad offuscare
la bellezza dell’insenatura.
Cala Santanyi
Cala Santanyi
Il villaggio di Cala Santanyi è piccolo e tranquillissimo e ci piace. Peccato per la scarsità di ristoranti. Ceniamo al ristorante Vora Mar, uno dei tre di Cala Santanyi; le tapas sono gustose, ma i prezzi alti, come ovunque in questa zona.
MARTEDI’ 02/06/2015
Ormai si sa, ci sono i precedenti di spiagge rinomate per cui si paga una cifra
insensata per parcheggiare l’auto e che poi si rivelano delle colossali
fregature… Beh non è certo il caso di Es Trenc! Viene considerata la più famosa
e bella spiaggia di Maiorca e perciò ci si è sentiti in dovere di far pagare 6
euro di parcheggio, ma qui, effettivamente, chiunque abbia due dita di buon
gusto concorda sul fatto che sono soldi ben spesi; è vero anche che, chiunque
abbia due dita di iniziativa e di spirito sportivo, potrebbe parcheggiare
gratis a Colonia St. Jordi e poi farsela a piedi, ma questo è un altro
discorso… Il fulcro del principale è che la spiaggia è una sorta di paradiso
tropicale teletrasportato nel Mediterraneo e, se non fosse per la temperatura
dell’acqua, sembrerebbe proprio di essere ai Caraibi. Fortunatamente ci sono
persone di buon senso che si sono battute per evitare gli abusi edilizi che in
altri luoghi hanno deturpato meraviglie simili. La sabbia è un po’ grezza ma
molto chiara e, insieme alle trasparenze dell’acqua, contribuisce a creare
delle colorazioni surreali ed estremamente affascinanti e, se si volge lo
sguardo dalla parte opposta, si possono ammirare le belle dunette preservate, su
cui la vegetazione riesce a svilupparsi.
Es Trenc
Questa è anche zona di saline e
ce ne sono un po’ ovunque.
Saline
Concludiamo la giornata con una visita di Colonia
St. Jordi, alla cui estremità occidentale si trova la bella spiaggia di Estanys,
nei pressi del hotel Marqués.
Platja Estanys
E’ proprio da qui che ci si può
incamminare per raggiungere Es Trenc dal versante orientale passando per Es
Pregons, in questo periodo completamente invasa dalle alghe ed assolutamente
deserta.
Parcheggiando l’auto a Colonia St. Jordi si può fare una bella passeggiata sul litorale semplicemente stupendo: si parte dall’anonima (si fa per dire, perché messa altrove sarebbe da elogio) spiaggia di Es Port per raggiungere quella molto più originale di Es Dolc.
Es Port
Es Dolc
Qualsiasi fighetto al mondo
si potrebbe “accontentare” di questa bellezza, ma chi cerca sempre di andare
oltre lo fa e viene gratificato dalla Platja de Es Carbò.
Es Carbò
Riprendiamo la via del ritorno (a malincuore) ed anche l’auto,
per spostarci oltre Es Trenc e stenderci sulla sua gemella più popolare,
conosciuta con il nome di Sa Rapita.
Sa Rapita
Qui effettivamente l’idioma più
parlato non è il tedesco, ma si sente tanto spagnolo, forse perché si può
evitare di pagare il parcheggio di 6 euro, anche se in prossimità del centro
nautico ci sono una marea di spazi delimitati da linea blu con tanto di
parchimetri funzionanti, ma si può proseguire lungo la strada e trovarne alcuni
bianchi e camminare un po’ di più. Chiaramente queste riflessioni hanno senso
se fatte in bassa stagione… in agosto probabilmente si è fortunati a trovare un
posteggio per la bici.
GIOVEDI’ 04/06/2015
Una bella gita al parco naturale di Mondragò: si seguono le indicazioni per la
spiaggia di S’Amarador; in fondo alla strada c’è un parcheggio che chiede 5
euro per lasciare la vettura, ma siccome abbiamo già pagato a Es Trenc, e già
allora si poteva evitare, facciamo inversione e parcheggiamo nella prima strada
laterale senza cacciare neanche un tollino. Da qui si fa una bellissima
passeggiata in pineta ed, appena la visuale si apre sul versante costiero,
l’occhio è rapito da una baia mozzafiato su cui si riescono a vedere
perfettamente le due spiagge principali (S’Amarador e Mondragò, detta anche Ses
Fonts de N’Alis) e persino la terza piccolissima, ma non per questo meno
appariscente, Calo des Burgit. La prima ad essere raggiunta è S’Amarador che è un po’ più aperta e quindi ventilata e con il mare leggermente più
increspato, ma dai colori sensazionali.
S’Amarador
Proseguendo su un bel camminamento che
si snoda sul bordo roccioso della baia ci si sorprende a Mondragò per la
bellezza del luogo, ma anche per l’eccessiva presenza di turisti, di
ombrelloni e sdraio (qui si può arrivare direttamente in auto quindi il
painismo può dilagare liberamente).
Mondragò
Non ci facciamo scoraggiare e proseguiamo
sul sentiero verso un piccolo gioiello di smeraldo incastonato nella durezza
della pietra e nella morbidezza della vegetazione: la stupenda Calo des Burgit.
Calo des Burgit
Purtroppo le dimensioni sono talmente ridotte che è sufficiente l’arrivo
di una squadretta di burraco per renderla sovraffollata, ma siamo fortunati
perché giungiamo all’ora di pranzo quando la maggior parte dei tedeschi allunga
le gambe sotto il tavolo, avendo ben presente la sensazione di mangiare
prelibatezze esotiche a prezzi irrisori (dipende tutto dai punti di vista). Il
percorso sicuramente più interessante è quello che parte da Mondragò e si
allarga fra i pini marittimi più esterno sulla costa, mentre quello che taglia
verticalmente il bosco è più veloce ma meno pittoresco. Nel pomeriggio ci
spostiamo verso il nord e facciamo tappa a Sa Nau che è troppo invasa
dagli ombrelloni, ma si presta da base di partenza per un’altra bella
camminata alla ricerca della fantomatica Cala Mitjana.
Sa Nau
Raggiungiamo una costa
spiovente a scogliera con belle lavorazioni degli agenti atmosferici e riusciamo solo
ad intuire quale sarà la via giusta da percorrere per arrivarci, ma rimandiamo
a domani.
Sa Nau
La voglia di un bel bagno rinfrescante dopo tutto sto cammina cammina
è giustamente soddisfatta a Platja Serena, anch’essa stretta e lunga, ma
su cui ha prevalso il buon senso nella dislocazione degli ombrelloni, perciò
rimane a disposizione una discreta fetta di spiaggia libera.
Platja Serena
VENERDI’ 05/06/2015
Ritentiamo con la ricerca di Cala Mitjana partendo dalla spiaggia di Sa Nau, presso cui parcheggiamo l’auto. Riprendiamo il sentiero e ci ritroviamo nella zona costiera di ieri; ci facciamo coraggio e, dopo un lungo travaglio su rocce acuminate, raggiungiamo l’agognata meta.
Ritentiamo con la ricerca di Cala Mitjana partendo dalla spiaggia di Sa Nau, presso cui parcheggiamo l’auto. Riprendiamo il sentiero e ci ritroviamo nella zona costiera di ieri; ci facciamo coraggio e, dopo un lungo travaglio su rocce acuminate, raggiungiamo l’agognata meta.
Cala Mitjana
Cala Mitjana
La spiaggia è
bellissima ed inserita in un contesto naturale meraviglioso, ma le barche sono
un po’ invadenti e sono sufficienti 15 persone a creare il pienone. Arrivano un
paio di coppie da un sentiero bello dritto dal fondo della spiaggia e chiediamo
loro se stanno giungendo da Sa Nau: risposta affermativa, quindi gli unici a
fare il percorso super trekking siamo stati noi?!? Ritorniamo da dove arrivano
tutti; la stradina è kilometricamente più lunga, ma molto più agevole e si
sbuca sulla carreggiata asfaltata dove c’è il bivio con Camì de Cala Mitjana (a
saperlo prima…). Dopo la scarpinata viene fame; decidiamo di andare a pranzo a
Cala Murada, una spiaggia bella e tranquilla, ma l’acqua a riva raccoglie
la sporcizia delle barche di passaggio (mica tutto può essere paradisiaco).
Cala Murada
Dopo pranzo visitiamo Es Domingo Petits e Es Domingo Gran entrambe invase da villaggi turistici (Settemari e Eden)
quindi frequentate e anche molto… male.
Facciamo un giro a Portocolom a comprare
un paio di calzature per sostituire quelle sfasciate dalla camminata mattutina
e ci facciamo sorprendere dalla fluorescente Cala Marçal.
Cala Marcal
Ritornando verso Cala d’Or facciamo una puntatina a Cala Gran molto bella, ma non c’è un centimetro quadro di sabbia non coperto.
Cala Gran
E poi a Cala
Esmeralda, altrettanto bella ed un po’ più vivibile, ma andiamo via da
qui con la consapevolezza che questa zona, così densamente popolata, non faccia
al caso nostro, nonostante l’oggettivo valore del potenziale espressivo.
Cala
Esmeralda
Chiudiamo la giornata a Cala Llombards. Nell’arrivare al parcheggio
bisogna fare attenzione perché c’è un albero in mezzo alla strada. Non
vediamo l’ora di svaccarci a leggere, ma facciamo molta fatica a trovare un
buco; poi, verso le 18.00, la situazione comincia a farsi più accettabile e si
possono persino togliere le cuffie (sembra che tutti i teorici d’Europa si
diano appuntamento qui per declamare a voce alta le loro elucubrazioni sulla
vita e sulla società).
Cala Llombards
Cala Llombards
Oltre a questa simpatica peculiarità Cala Llombards ne
ha un’altra ancora più spassosa, cioè i prezzi del chiringuito sulla spiaggia (es: 39 euro per
una porzione di pollo)… meno male che ci sono i pappagalli… ma al bar
pagano?
Cala Llombards
SABATO 06/06/2015
Nel tratto di strada tra Llombards e Ses Salines c’è una svolta che indica il
faro del capo di Ses Salines. Quando si arriva al faro si può lasciare la
vettura sul ciglio ed intraprendere una sgambettata che si diparte proprio
dalla destra del faro (guardando il mare). Per circa trenta minuti si procede
vicino alla recinzione della proprietà privata (di gente a cui, probabilmente,
la crisi economica internazionale ha fatto un baffo), poi sugli scogli e nella
sabbia e ad un certo punto si poggia il piede dove anche questo gesto appare
volgare: la Platja des Caragol: una baia bianchissima in cui per buona parte
della mattinata si sente solo il rumorino docile del ricciolo d’onda sulla battigia o lo sbatter d’ala di un gabbiano incuriosito dalla presenza umana.
Platja des Caragol
Platja des Caragol
Poi c’è sempre la possibilità che arrivi qualche interdetto dalla voce
fastidiosa, ma fortunatamente c’è abbastanza posto per ritrovare la solitudine
e la pace. Un’altra spiaggia incredibile, ma di ambientazione naturale completamente
diversa dalla precedente, perché piccolissima e circondata interamente da rocce
è Cala d’es Moro. E’ abbastanza difficile da trovare perché non vi sono
indicazioni, ma forse è meglio così perché, nonostante giungiamo nel tardo
pomeriggio, incontriamo due simpatiche spagnole a cui chiediamo se stanno
venendo dalla cala, ci rispondono di sì e che: “està lleno de chachos” con tono
dissacratorio e nello stesso tempo emblematico. Comunque per arrivare qui
bisogna prendere per Cala Llombards e, prima dell’abitato, in prossimità del
cartello di svolta a sinistra, si prende a destra, poi ancora a destra e poi,
alla seconda, a sinistra e più o meno così si è in zona. Si parcheggia e si
scende una ripidissima scalinata che sbocca a Cala S’Almunia, da qui c’è
un bel sentiero con vista sia sull’interno sia sul mare che conduce
a questa caletta stratosferica.
Cala S’Almunia
Cala d’es Moro
Cala d’es Moro
DOMENICA 07/06/2015
Come previsto e prevedibile la domenica le spiagge si riempiono di gente, molto
più degli altri giorni, perciò approfittiamo della nostra tappa di
trasferimento a Canyamel, ma essendo molto breve ci avanza tempo per fare
qualche puntatina di sopralluogo. Cominciamo da Cala Barca chiamata così in
onore della vittoria nella finale di Champions league di ieri sera contro la
Juventus.
Cala Barca
Sarà forse per questo motivo, ma sembra più bella che mai, nonostante
l’abuso edilizio delle vicinanze. Proseguiamo con Cala Anguila
esageratamente frequentata, ma con un mare spaziale in cui viene vogli di
tuffarsi con qualsiasi densità di popolazione.
Cala Anguila
Poco più a nord si incontra la
gemella Cala Mendia entrambe ad una manciata di kilometri da Porto
Cristo; e risalendo ancora affondiamo lo sguardo sulla piccola Cala Morlanda, interamente coperta di alghe secche.
Cala Mendia
Cala Morlanda
Arriviamo a Canyamel dove sfocia
l’omonimo torrente e la cui spiaggia consideriamo leggermente
sopravvalutata.
Canyamel
Canyamel
Dormiamo agli Appartamenti Sinfony prenotati tramite Booking a 200 metri dalla spiaggia. L'appartamento è molto carino e pulitissimo, con un balconcino e una piccola piscina e il prezzo è giusto (65 euro a notte). La WIFI è a pagamento, ma noi utilizziamo quella dei caffè e ristoranti della zona.
LUNEDI’ 08/06/2015
Giornata all’insegna del mare (e che mare!!!). Ci rechiamo a Ratjada e decidiamo di esplorare subito Cala Agulla.
Cala Agulla
Molti si fiondano direttamente
nel parcheggio a pagamento (4,50 euro), ma noi preferiamo aggirare l’ostacolo e
riusciamo a parcheggiare gratis, e forse ad una distanza minore, nell’abitato.
Ratjada è un buon posto in cui stabilirsi qualche giorno se non si ha a
disposizione una vettura, perché vi è una varietà spropositata di localini per
tutti i gusti e per tutte le disponibilità economiche, inoltre la bella
passeggiata lungomare ornata da sculture di pregevole fattura e
suggestivo posizionamento, permette di raggiungere le altre due spiagge
cittadine: le affollatissime, seppur diverse tra loro, Son Moll e Cala
Gat.
Ratjada
Son Moll
Cala
Gat
Riprendiamo l’auto e seguiamo le indicazioni per Font de Sa Cala,
anche questa spiaggia sarebbe potenzialmente bellissima e appena si entra in
acqua ci si sente effettivamente molto a proprio agio, ma l’urbanizzazione
eccessiva e la clientela non del tutto urbana dell'hotel adiacente la
penalizzano un pochino.
Font de Sa Cala
Ci rifacciamo la bocca, un po’ perché arriviamo sul
tardi e la maggior parte dei peones se ne è già andata, ma anche perché
l’ambientazione è meravigliosa, con alte dune di sabbia e rocce da paesaggio
lunare che digradano sul mare con la splendida Cala Mesquida, anch’essa
facilmente raggiungibile grazie alla segnaletica e nelle cui acque un
bizzarro pittore ha deciso di sorprendere l’umanità scherzando con tutte le
possibili tonalità del blu.
Cala Mesquida
MARTEDI’ 09/06/2015
Superiamo la torre di Canyamel, avamposto della città (si fa per dire) e ci buttiamo nell’interno, in direzione nord.
Torre di Canyamel
Passiamo Artà, che merita una
visita, e poi su una strada molto scorrevole che conduce ad Alcudia; qui il
traffico si fa lento e singhiozzante ed è possibile ammirare la robusta
fortificazione, senza scendere dal veicolo. La vera meta della nostra gita è la
Platja de Formentor, perché, da documentazioni casalinghe, sembra proprio fare
al caso nostro: calda atmosfera, parco naturale incontaminato, vista mozzafiato
sulla baia e acqua sorprendente. L’unica sorpresa è la disillusione perché la
spiaggia è effettivamente bella, ma v’è poco di incontaminato tanto che
arrivano pullman a fiotti, barconi dal fondo vitreo ed altre pattonate simili,
quindi decidiamo di andare con la coda di caval donato a Sesto San Giovanni e,
gente per gente, tanto vale sbattersi sulla spiaggia di Alcudia che è talmente
lunga da riservare qualche possibilità di movimento umano, a parte la
vogliosità degli sport acquatici.
Platja de Formentor
Platja de Alcudia
Questa baia ricorda molto i caraibi
“sfruttati”, per la sabbia bianca e le tonalità dell’acqua. Platja de Muro è la
naturale prosecuzione, mentre Son Baulò nonostante si trovi sullo
stesso versante, rappresenta un’altra piccola delusione, ma probabilmente con
il mare più tranquillo avrebbe tutt’altro approccio.
Platja de Muro
Son Baulò
Per la cena a Canyamel ci
sentiamo di poter consigliare il ristorante Bonanza (ottimi calamari e gamberi
alla griglia). Per il pranzo invece si può andare direttamente sulla spiaggia
alla Cafeteria Arenal de Canyamel ed incrociare le posate con un piatto di sarde o con le
cozze alla marinara. Tutto annaffiato naturalmente con (e qui i puristi
storceranno il naso) delle belle jarras de cerveza.