22 marzo 2015
Come volevasi dimostrare, la scelta della Turkish Airlines oltre ad essere vincente dal punto di vista economico (513 euro per un volo Malpensa-Osaka Tokyo-Malpensa) si rivela ottima anche dal punto di vista qualitativo. I velivoli sono in perfette condizioni, le coincidenze azzeccate ed il personale molto cordiale e professionale. In fase di imbarco oltre allo stewart ci accoglie una signora vestita da chef; si presume che si mangerà molto bene ed è così. Unica nota stonata è la pilsener turca che perde la sfida con l’alternativa tuborg (il che è tutto dire). L’atterraggio al Kansai airport (Osaka) è di tutto relax. Le procedure di sbarco e immigrazione sono molto agili. Stranamente non ci mettiamo subito alla guida di un’auto a noleggio. Per questa avventura abbiamo optato per la soluzione su rotaia e non abbiamo acquistato il famosissimo Japan Rail Pass per mancanza di convenienza economica, dopo aver fatto due calcoli utilizzando l'utilissimo sito http://www.hyperdia.com/, che fornisce orari e prezzi di tutti i treni del Giappone.
Contrariamente a quanto si possa supporre, date le spiccate caratteristiche tecnologiche del Paese che ci ospita, le carte di credito non sono sempre accettate e per molte attività quotidiane la forma di pagamento più utilizzata è il contante. Non tutti gli ATM accettano carte di credito non giapponesi (gli sportelli dei supermercati Seven Eleven sono l'unica certezza in questo senso). Preleviamo contanti all’ATM situato nei pressi della porta B del T1 international arrivals (vedi http://www.kansai-airport.or.jp/en/service/money/).
Ci spostiamo alla porta H dove ha sede la ditta di servizio taxi MK, con cui abbiamo prenotato online il trasporto fino a Kyoto centro (3600 yen a persona per circa 2 ore di viaggio). Il personale della MK è estremamente gentile ed efficiente: all’arrivo in città il conducente, in guanti bianchi, funge persino da cicerone ed illustra le attrazioni più popolari di Kyoto, compreso l’incrocio tra le strade Shijo e Kawaramachi, dove praticamente si trova il Super hotel ShijoKawara-machi, che abbiamo prenotato tramite agoda per dormire le quattro notti previste. L'hotel si trova in una tranquilla zona pedonale, leggermente all’interno rispetto alle due strade da cui prende il nome. Lo raggiungiamo con facilità dopo essere stati scaricati su Kawaramachi e dopo esserci calati nella nuova mentalità, che non prevede forzatamente la reception a piano terra; sembra di accedere ad un negozio, poi però ci sono gli ascensori e al terzo piano facciamo il check in.
La città in questo periodo è al completo, perciò non ci possiamo lamentare del costo della camera doppia che supera di poco i 100 euro.
La stanza è piccola, ma ben tenuta e, considerando la precedente esperienza giapponese, possiamo ipotizzare che gli standard dimensionali non vadano molto al di là (almeno facendo riferimento al budget a nostra disposizione). La colazione a buffet include, oltre al salato giapponese, brioche, yogurt e bevande calde e fredde scaricabili direttamente dalle macchinette erogatrici. Nell’hotel vi sono anche le Gosho natural hot springs per coloro i quali vogliano provare l’esperienza di un bagno caldo in acque termali senza la fatica di recarsi alle terme. In zona reception c'è uno scaffale di pigiami di varie misure e cuscini di varie altezze, che si possono prendere gratuitamente.
La posizione dell'hotel è ottima, in quanto la zona è ben servita dai mezzi pubblici e la sera si anima, grazie ai numerosi ristoranti e caffè.
23 marzo 2015
Ci mettiamo in marcia di gran carriera. La prima meta della nostra gita è la stazione centrale di Kyoto. Per arrivarci decidiamo di andare a piedi fino alla metropolitana di Shijo e, dopo un paio di fermate, giungiamo in quella che inizialmente può apparire una bolgia infernale senza alcuna logica, poi, dopo alcuni tentativi ed una buona dose di razionalizzazione, comincia a mostrare una discreta organizzazione.
Come volevasi dimostrare, la scelta della Turkish Airlines oltre ad essere vincente dal punto di vista economico (513 euro per un volo Malpensa-Osaka Tokyo-Malpensa) si rivela ottima anche dal punto di vista qualitativo. I velivoli sono in perfette condizioni, le coincidenze azzeccate ed il personale molto cordiale e professionale. In fase di imbarco oltre allo stewart ci accoglie una signora vestita da chef; si presume che si mangerà molto bene ed è così. Unica nota stonata è la pilsener turca che perde la sfida con l’alternativa tuborg (il che è tutto dire). L’atterraggio al Kansai airport (Osaka) è di tutto relax. Le procedure di sbarco e immigrazione sono molto agili. Stranamente non ci mettiamo subito alla guida di un’auto a noleggio. Per questa avventura abbiamo optato per la soluzione su rotaia e non abbiamo acquistato il famosissimo Japan Rail Pass per mancanza di convenienza economica, dopo aver fatto due calcoli utilizzando l'utilissimo sito http://www.hyperdia.com/, che fornisce orari e prezzi di tutti i treni del Giappone.
Contrariamente a quanto si possa supporre, date le spiccate caratteristiche tecnologiche del Paese che ci ospita, le carte di credito non sono sempre accettate e per molte attività quotidiane la forma di pagamento più utilizzata è il contante. Non tutti gli ATM accettano carte di credito non giapponesi (gli sportelli dei supermercati Seven Eleven sono l'unica certezza in questo senso). Preleviamo contanti all’ATM situato nei pressi della porta B del T1 international arrivals (vedi http://www.kansai-airport.or.jp/en/service/money/).
Ci spostiamo alla porta H dove ha sede la ditta di servizio taxi MK, con cui abbiamo prenotato online il trasporto fino a Kyoto centro (3600 yen a persona per circa 2 ore di viaggio). Il personale della MK è estremamente gentile ed efficiente: all’arrivo in città il conducente, in guanti bianchi, funge persino da cicerone ed illustra le attrazioni più popolari di Kyoto, compreso l’incrocio tra le strade Shijo e Kawaramachi, dove praticamente si trova il Super hotel ShijoKawara-machi, che abbiamo prenotato tramite agoda per dormire le quattro notti previste. L'hotel si trova in una tranquilla zona pedonale, leggermente all’interno rispetto alle due strade da cui prende il nome. Lo raggiungiamo con facilità dopo essere stati scaricati su Kawaramachi e dopo esserci calati nella nuova mentalità, che non prevede forzatamente la reception a piano terra; sembra di accedere ad un negozio, poi però ci sono gli ascensori e al terzo piano facciamo il check in.
La città in questo periodo è al completo, perciò non ci possiamo lamentare del costo della camera doppia che supera di poco i 100 euro.
La stanza è piccola, ma ben tenuta e, considerando la precedente esperienza giapponese, possiamo ipotizzare che gli standard dimensionali non vadano molto al di là (almeno facendo riferimento al budget a nostra disposizione). La colazione a buffet include, oltre al salato giapponese, brioche, yogurt e bevande calde e fredde scaricabili direttamente dalle macchinette erogatrici. Nell’hotel vi sono anche le Gosho natural hot springs per coloro i quali vogliano provare l’esperienza di un bagno caldo in acque termali senza la fatica di recarsi alle terme. In zona reception c'è uno scaffale di pigiami di varie misure e cuscini di varie altezze, che si possono prendere gratuitamente.
La posizione dell'hotel è ottima, in quanto la zona è ben servita dai mezzi pubblici e la sera si anima, grazie ai numerosi ristoranti e caffè.
23 marzo 2015
Ci mettiamo in marcia di gran carriera. La prima meta della nostra gita è la stazione centrale di Kyoto. Per arrivarci decidiamo di andare a piedi fino alla metropolitana di Shijo e, dopo un paio di fermate, giungiamo in quella che inizialmente può apparire una bolgia infernale senza alcuna logica, poi, dopo alcuni tentativi ed una buona dose di razionalizzazione, comincia a mostrare una discreta organizzazione.
Acquistiamo i biglietti dei treni JR per Nara e per Tokyo
(il rinomato Shinkansen) presso lo sportello della JR (seguire la
scritta verde), dove fortunatamente possiamo pagare con la carta di credito.
Dopo aver superato anche questo scoglio siamo pronti per navigare in pieno vento verso una giornata di svago e visita dei luoghi più interessanti della parte est del fiume Kamo. Per spostarci in questa zona riutilizziamo la Karasuma line sino a Karasuma Oike, qui cambiamo treno e ne prendiamo uno della Touzai line in direzione Yamashina/Rokujizo. Scendiamo a Higashiyama e scopriamo che il biglietto da 210 yen che avevamo acquistato non è sufficiente per uscire dai tornelli. Dobbiamo integrare con 100 yen; possiamo farlo alle macchinette oppure pagare la differenza all'omino.
Il primo tempio che incontriamo è il Chion-in il cui edificio principale è completamente trasformato in un cantiere, con tanto di copertura integrale, da far commentare: “Ma perché c’è un capannone di prefabbricati in un tempio buddista?”… una roba da star male. Impressionante è la campana gigante con annesso batacchio di pari dimensioni.
Dopo aver superato anche questo scoglio siamo pronti per navigare in pieno vento verso una giornata di svago e visita dei luoghi più interessanti della parte est del fiume Kamo. Per spostarci in questa zona riutilizziamo la Karasuma line sino a Karasuma Oike, qui cambiamo treno e ne prendiamo uno della Touzai line in direzione Yamashina/Rokujizo. Scendiamo a Higashiyama e scopriamo che il biglietto da 210 yen che avevamo acquistato non è sufficiente per uscire dai tornelli. Dobbiamo integrare con 100 yen; possiamo farlo alle macchinette oppure pagare la differenza all'omino.
Il primo tempio che incontriamo è il Chion-in il cui edificio principale è completamente trasformato in un cantiere, con tanto di copertura integrale, da far commentare: “Ma perché c’è un capannone di prefabbricati in un tempio buddista?”… una roba da star male. Impressionante è la campana gigante con annesso batacchio di pari dimensioni.
Molto più
vivace è lo Yasak shrine con i colori sgargianti e l’atmosfera festosa, anche
per la vicinanza del Maruyama park, dove sarebbe piacevole sostare a pranzo
all’aperto se solo non ci fosse una temperatura consona agli orsi bianchi.
Higashiyama District
Da
qui comincia la parte più scenica della visita e, oltrepassato il Kodaiji
temple, nell'Higashiyama District le stradine si fanno sempre più affascinanti, gli edifici bassi in legno
formano una scenografia molto particolare, riportando il visitatore indietro di
qualche secolo, sino a giungere al Kiyomizu-dera che si trova in posizione
privilegiata dominante la città.
Kiyomizu-dera
Kiyomizu-dera
Ridiscendendo verso il fiume passiamo
dal Hokanji temple, presso il quale si trova un’enorme statua del Buddha, che si staglia
sulla collina floridamente arboreata.
Hokanji
24 marzo 2015
Un’altra giornata all’insegna del freddo pungente; ne approfittiamo per fare un bel giro delle gallerie Teramachi (parallele di Kawaramachi), dove si trova di tutto: dal venditore di bambù nano al paradiso della chitarra elettrica, dallo scarpolino abile al ristorante francese, con il grande vantaggio di essere al coperto e riparate dal vento gelido e dalla pioggerellina dall’aria sospetta. Dopo esserci rifocillati con crepes e sidro bretone a La Bretagne siamo pronti per affrontare qualsiasi avversità. Utilizziamo la Karasuma line, scendiamo a Kitaoji per visitare il tempio di Daitokuj, decisamente poco frequentato e molto tranquillo, dove si possono ammirare interessanti edifici religiosi e originali architetture di giardini.
Un’altra giornata all’insegna del freddo pungente; ne approfittiamo per fare un bel giro delle gallerie Teramachi (parallele di Kawaramachi), dove si trova di tutto: dal venditore di bambù nano al paradiso della chitarra elettrica, dallo scarpolino abile al ristorante francese, con il grande vantaggio di essere al coperto e riparate dal vento gelido e dalla pioggerellina dall’aria sospetta. Dopo esserci rifocillati con crepes e sidro bretone a La Bretagne siamo pronti per affrontare qualsiasi avversità. Utilizziamo la Karasuma line, scendiamo a Kitaoji per visitare il tempio di Daitokuj, decisamente poco frequentato e molto tranquillo, dove si possono ammirare interessanti edifici religiosi e originali architetture di giardini.
Daitokuj
Daitokuj
Al
contrario di quanto indicato dalla Lonely Planet, ogni edificio ha un ingresso a
pagamento e se si entra in tutti, si spende 10 volte quello che si è speso negli
altri templi, che vengono definiti a pagamento.
Con una bella camminata di un
paio di chilometri si giunge al rinomato e frequentatissimo Kinkakuji temple (400 yen a persona).
La visita è breve, ma l’ingresso merita l’esborso, in quanto la costruzione principale, rivestita
d’oro, si trova adagiata sulla sponda di un laghetto che conferisce all’ambientazione un tocco assolutamente suggestivo.
Kinkakuji
Tutto il complesso ha la peculiarità
di essere placidamente incassato nella natura (che, se non fosse per la pioggia,
ora battente, sarebbe dolcemente magnanima).
Non è mai facile
comprendere le linee degli autobus urbani nelle città in cui non si vive,
figuriamoci in un Paese in cui la lingua è così differente per suoni e
rappresentazione grafica. Sorprendentemente invece capiamo al volo il
funzionamento, le direzioni e le tariffe, per cui optiamo per questo mezzo per
far ritorno in zona Shijo dori. Per prendere l'autobus si sale dalla porta posteriore e si paga prima di
scendere (230 Yen), inserendo le monetine in una
macchinetta vicino all'autista. La macchinetta non da resto, ma c'è la possibilità di cambiare le banconote. Le fermate si prenotano con l'apposito tasto e sono indicate sul dispaly in giapponese ed inglese. La rete di autobus è molto più capillare rispetto a quella della metropolitana e consente di giungere molto vicino alle principali attrazioni turistiche.
In serata ci concediamo una passeggiata sulla romantica Shirakawa Minami dori, dove svariati locali tipici (quasi tutti rappresentanti della rinomata cucina kaiseki e troppo dispendiosi per i nostri gusti) proiettano la luce soffusa delle lanterne sull’acqua argentea del canale. Per la cena optiamo per un più grezzo pub irlandese, il Gael, in cui sembra di fare un tuffo nel passato, soprattutto quando, a metà Kilkenny, ci si può accendere una bella sigaretta, alla faccia dell’ipocrisia.
In serata ci concediamo una passeggiata sulla romantica Shirakawa Minami dori, dove svariati locali tipici (quasi tutti rappresentanti della rinomata cucina kaiseki e troppo dispendiosi per i nostri gusti) proiettano la luce soffusa delle lanterne sull’acqua argentea del canale. Per la cena optiamo per un più grezzo pub irlandese, il Gael, in cui sembra di fare un tuffo nel passato, soprattutto quando, a metà Kilkenny, ci si può accendere una bella sigaretta, alla faccia dell’ipocrisia.
25 marzo 2015
Molto bello l’itinerario che decidiamo di intraprendere. Adoperando la Touzai line in direzione Rokujizo, scendiamo alla fermata di Keage, per poter raggiungere con nonchalance il Nanzej temple.
Molto bello l’itinerario che decidiamo di intraprendere. Adoperando la Touzai line in direzione Rokujizo, scendiamo alla fermata di Keage, per poter raggiungere con nonchalance il Nanzej temple.
Nanzej
Il complesso è
molto articolato e prevede persino un camminamento tra natura ed ingegneria
idraulica, infatti è possibile costeggiare tutto l’acquedotto fino a
giungere alla diga poi lungo i binari si ritorna all’urbanizzazione.
Nanzej
Si è già fatta l’ora di pranzo e, nei pressi
dell’Ekando temple, precisamente a Kitanobo-cho Nanzeji Sakyo-ku, ci facciamo
tentare da un locale carino e caratteristico che, nonostante sia citato dalla Lonely Planet, è frequentato solo da studenti, lavoratori e residenti del
quartiere; si chiama Hinode Udon e, come dice il nome, prepara fondamentalmente
questo piatto, con innumerevoli varianti. Simpaticissimi i gestori, prelibata
la qualità del cibo e prezzi popolari. Da qui parte il sentiero dei filosofi, Tetsugako-no-michi (un percorso di 2 km che segue il canale Shishigatani, abitato nella prima parte da carpe
sovradimensionate e da gatti altrettanto obesi (che i secondi si cibino delle
prime e viceversa?!?) e contornato da centinaia d’alberi che sramano sullo
specchio dell’acqua e che, purtroppo per noi, in questi giorni hanno tirato
fuori solamente i boccioli.
Tetsugako-no-michi
Tetsugako-no-michi
C’è anche qualche buffo pescatore.
Fino ad ora ci siamo trovati in un ambiente pacifico e
riflessivo (anche in questo caso il nome ha la sua importanza). Quando ci si
posiziona sul camminamento per il tempio di Ginkakuji, l’atmosfera cambia
radicalmente e tutto si fa caotico, con la presenza di negozi di souvenir e di cibarie
assortite.
Ginkakuji
Fortunatamente all’interno (ingresso a pagamento 500 yen a persona) le cose cambiano, anche per la sacralità
del luogo . Tutto è molto curato nei
dettagli dei giardini, dalla stesura e compattamento delle sabbie, alla
combinazione di acque, rocce e piante.
Ginkakuji
Si procede intruppati con
passo svelto (ora si capisce come i giapponesi riescano a vedere Napoli, la
grotta azzurra, Ischia, Capri, Firenze, Roma, Venezia e Milano in tre giorni
puliti). Ma volendo si riesce a sottrarsi al moto e prendersi degli spazi
personali. Il tempio principale si staglia sul laghetto verde, accarezzato dai
tiepidi raggi di un sole marzolino.
Ci rimettiamo in cammino per visitare anche il Heian-Jingu shrine, un insieme di edifici monumentali in legno dipinto di arancione di incredibile effetto visivo e profonda intimità.
Ci rimettiamo in cammino per visitare anche il Heian-Jingu shrine, un insieme di edifici monumentali in legno dipinto di arancione di incredibile effetto visivo e profonda intimità.
Heian-Jingu shrine
Heian-Jingu shrine
Per la cena optaimo per il Chuleta, un ristorante spagnolo nella
zona tra il ponte di Shijo e la Shirakawa Minami dori, che sconsigliamo
vivamente per le porzioni scarse, i prezzi alti e la lentezza del servizio.
Avremmo voluto includere nella visita di Kyoto, alla quale abbiamo dedicato 4 giorni, il minimo indispensabile, anche il palazzo imperiale, che necessita però di prenotazione anticipata tramite http://sankan.kunaicho.go.jp/english/guide/kyoto.html. La formula easy proposta
dalla guida Lonely Planet, che suggerisce di andare lì mezz’ora prima della visita, non è
applicabile.
26 marzo 2015
I treni JR per Nara partono dai binari 8, 9 e 10 nella stessa zona di partenza
dello Shinkansen della stazione di Kyoto; il costo del biglietto è di 710 yen
per la sola andata e non ci sono posti prenotati in carrozza, infatti se
salgono più passeggeri dei posti disponibili, stanno in piedi come in
metropolitana. La durata del viaggio è di circa 50 minuti con numerose fermate.
Il treno JR arriva alla Nara station, dalla quale sono raggiungibili a piedi il parco di Nara (20 minuti di camminata) e le principali attrazioni turistiche. E' quindi la zona più comoda in cui pernottare.
Noi abbiamo invece prenotato il Toyoko Inn Nara Shin-Omiya Ekimae in prossimità della stazione Shin Omiya della Kintetsu Nara line, dove arriva appunto il treno da Tokyo della Kintetsu line.
Non disponendo di una cartina accurata di Nara ed essendo i nomi delle vie in giapponese prendiamo un taxi (caro e decisamente più costoso che a Kyoto) per raggiungere l'hotel. L'albergo è discreto ed il prezzo molto basso per gli standard giapponesi, 7300 yen per la doppia.
Non disponendo di una cartina accurata di Nara ed essendo i nomi delle vie in giapponese prendiamo un taxi (caro e decisamente più costoso che a Kyoto) per raggiungere l'hotel. L'albergo è discreto ed il prezzo molto basso per gli standard giapponesi, 7300 yen per la doppia.
Lasciamo gli zaini e raggiungiamo Nara station in una sola fermata (150 yen a persona). Prendiamo Sanjodori street per iniziare la
nostra visita e rimaniamo subito colpiti, nei pressi del Nara National museum,
dalla presenza foltissima di cervi liberi, sia nel parco, sia nella parte urbanizzata.
I più curiosi si infilano anche nei negozi. Vi sono molti venditori di cialde,
di cui gli animali evidentemente sono ghiotti.
Todaiji
Al Todaiji temple c’è una
marea di gente (e cervi) ed il Daibutsuden è preso d’assalto ma è sufficiente spostarsi leggermente
sulla destra, prendendo le scalinate, ancora frequentate dagli amici cervi, per ritrovarsi in
tutt’altra situazione, assai più rilassata e rilassante.
Daibutsuden
Daibutsuden
Nigatsudo hall
Nigatsudo hall
Nigatsudo hall
Piacevole visita
anche al Sangatsudo ed al Tamukeyama Hachimangu shrine, poi tra i boschi
secolari si prende un sentiero per scendere al Kasuga shrine, ma prima è
necessaria una pausa pranzo. Optiamo per la casa da tè Mizutani-chaya, un localino posizionato sul
fiumiciattolo, dove si mangiano degli eccezionali udon di soba al tè verde, con
svariate possibilità di guarnizione a
sostegno, e si spende pochissimo.
Udon al tè verde
Il Kasuga Taisha shrine, con le sue
lanterne e colori, è un punto di spicco nel verde della vegetazione.
Kasuga Taisha shrine
Per
ritornare nell’abitato percorriamo il Sasayachino path che sbuca nel parco,
dove sul laghetto è stato edificato un bel ponticello con gazebo.
Sasayachino path
Molte persone
vengono qui per riposarsi (compresi noi che abbiamo i piedi bombardati e le
ginocchia a mozzarella), a suonare la chitarra o a fare fotografie. Risaliamo
verso il Kofukuji temple,
Kofukuji temple
impressionante per la sua pagoda penta piano, per poi ridiscendere, passando dalla
Sarusawa – Ike pound, entrando nel quartierino di Naremachi, dove si trova una vivace galleria
brulicante di attività commerciali e ristoranti.
Kofukuji temple
Sarusawa – Ike pound
Il Gangoji temple è stato
dichiarato patrimonio dell’umanità, ma sinceramente abbiamo trovato più
accattivanti i precedenti. Riprendiamo la rotaia per l’albergo, perché domani
ci aspetta lo Shinkansen per Tokyo.
27 marzo 2015
La strada che separa il Toyoko Inn dalla stazione JR non è poi troppo lunga e decidiamo di percorrerla a piedi con lo zaino in spalla. Prendiamo lo stesso treno di ieri in direzione contraria (verso Kyoto) e confermiamo la tesi che è molto meno affollato, perché buona parte dei passeggeri è composta da persone che si recano a Nara per visitarla in giornata.
La stazione di Kyoto alle 11.00 di mattina è in fermento: c’è una marea di gente che si sposta seguendo tutte le traiettorie possibili; ci rintaniamo in un bar a mangiare qualcosa in attesa dell’incredibile Shinkansen. Ci rechiamo alla piattaforma con un po’ di anticipo e scopriamo che ne arrivano uno via l’altro (con un intervallo di 6 minuti). Il primo avvistato crea un certo entusiasmo: sembra che il progettista abbia voluto rappresentare un cigno lanciato in picchiata a tutta velocità verso la sua meta agognata; la parte anteriore della motrice ricorda il muso di questo animale.
27 marzo 2015
La strada che separa il Toyoko Inn dalla stazione JR non è poi troppo lunga e decidiamo di percorrerla a piedi con lo zaino in spalla. Prendiamo lo stesso treno di ieri in direzione contraria (verso Kyoto) e confermiamo la tesi che è molto meno affollato, perché buona parte dei passeggeri è composta da persone che si recano a Nara per visitarla in giornata.
La stazione di Kyoto alle 11.00 di mattina è in fermento: c’è una marea di gente che si sposta seguendo tutte le traiettorie possibili; ci rintaniamo in un bar a mangiare qualcosa in attesa dell’incredibile Shinkansen. Ci rechiamo alla piattaforma con un po’ di anticipo e scopriamo che ne arrivano uno via l’altro (con un intervallo di 6 minuti). Il primo avvistato crea un certo entusiasmo: sembra che il progettista abbia voluto rappresentare un cigno lanciato in picchiata a tutta velocità verso la sua meta agognata; la parte anteriore della motrice ricorda il muso di questo animale.
Shinkansen
Anche a bordo l’esperienza è unica. Vi sono alcune carrozze senza posti
riservati ed altre (la maggior parte) con prenotazione. L’interno dello scompartimento
è molto simile a quello di un aereo e, volendo esagerare, anche la velocità (285
km/h).
Monte Fuji dallo Shinkansen
Ci sono i bagni e le smoking room, dotate di aspiratori potenti. Non si
percepisce alcuna cinetica fastidiosa quindi il viaggio è piacevolissimo e in 2
ore e 21 minuti (qui i tempi teorici di viaggio coincidono perfettamente con
quelli reali) entriamo nella stazione centrale di Tokyo, al cui confronto
quella di Kyoto, sebbene incasinata come un termitaio, fa la figura di quella
di Loano. Per andare a Ikebukuro si potrebbe usare la Yamanote line, con lo
stesso biglietto JR, ma c’è stato un incidente, perciò usiamo la Marunouchi.28 marzo 2015
Se ci si ferma a Tokyo qualche giorno è obbligatorio munirsi della Pasmo Card, una carta ricaricabile che consente di viaggiare su tutte le linee di treno e metropolitana, evitando la necessità di acquistare ogni volta il biglietto alle macchinette perdendendo un sacco di tempo.
La prima giornata effettiva di visita di Tokyo coincide con l’esplosione del
Sakura (sulla quale ci siamo approfonditamente documentati in particolare utilizzando i siti http://www.jnto.go.jp/sakura/eng/index.php e http://www.japan-guide.com/e/e3050.html) e con il sabato, perciò abbiamo la conferma del detto popolare: “A Ueno
c’è sempre pieno”. Migliaia di persone si sono date appuntamento sotto i
ciliegi in fiore del parco di Ueno (Ueno Koen) per l'hanami (come si chiama da queste parti l'osservazione della fioritura dei ciliegi).
Ueno Koen
Ueno Koen
I più moderati si accontentano di fare avanti e
indietro e scattare foto artistiche ai rami variopinti ed alle loro faccette
buffe. I più dissoluti si accampano dal mattino come per un pit di Springsteen e passano il tempo a
sbevazzare e a farsi le foto alle loro facce ancora più buffe.
La zona pedonale di Yanaka lì vicino, superconsigliata dalla LP, non è molto interessante.
29 marzo 2014
Domenica si apre con un bel giro ai Koishikawa Korakuen gardens (ingresso 300 yen) che, nonostante la giornata di festa, non sono particolarmente affollati e permettono di osservare e fotografare con molta più tranquillità lo spettacolo della natura.
La zona pedonale di Yanaka lì vicino, superconsigliata dalla LP, non è molto interessante.
29 marzo 2014
Domenica si apre con un bel giro ai Koishikawa Korakuen gardens (ingresso 300 yen) che, nonostante la giornata di festa, non sono particolarmente affollati e permettono di osservare e fotografare con molta più tranquillità lo spettacolo della natura.
Koishikawa Korakuen gardens
Girovaghiamo nel quartiere di Kagurazawa, famoso per i suoi ristoranti (purtroppo in buona parte francesi) e ci fermiamo a pranzo al Chichukai Uomaru che, come suggerito dal nome, prepara
ottime specialità di mare, tra cui ottime ostriche fritte e addirittura una
pasta del pescatore, molto simile ai nostri spaghetti allo scoglio.
Ostriche fritte
Ci
addentriamo nel quartiere costituito da case basse e fitte viuzze. Un altro
luogo rinomato per la fioritura a go-go è il Chidorigafuchi park, con i
giardini dell’imperial palace e la bella promenade che si inoltra nel
Kitanomaru park; qui si trova il leggendario Budokan, proseguendo oltre il quale
(con grande sconcerto e delusione suona una boyband), si raggiunge una porta
maestosa dove gli alberi vanno a posare i rami nell’acqua del fossato,
generando un incanto di riflessioni.
Budokan
Dopo il cavalcavia di Yasukuni street una
moltitudine di bancarelle di generi alimentari tra i più disparati, accompagna
all’ingresso del Yasukuni shrine.
Yasukuni street
30 marzo 2015
31 marzo 2015
La giornata è dedicata a una meta fondamentale per l'hanami, il parco di
Shinjuku Gyoen (ingresso 200 yen). C'è una lunga coda, ma il parco è talmente vasto che c'è posto per tutti. Ammiriamo i tradizionali giardini giapponesi, la foresta della
madre e del figlio, lo spiazzo tipicamente inglese ed il french formal garden.
Shinjuku Gyoen
Shinjuku Gyoen
Shinjuku Gyoen
Ci
spostiamo a Shibuya, scendendo alla Meiji Jingumae Harajuku station e
percorriamo l’elegante Cat street fino all’incasinatissimo e famosissimo incrocio, dalle strisce pedonali ingarbugliate, su cui si affaccia lo Starbucks più visitato del mondo (è dalle sue terrazze infatti che tutti scattano foto dell'incrocio).
31 marzo 2015
Bella gita a Kamakura. In treno ci si impiega circa un’ora
da Ikebukuro e si giunge in questa ridente località di mare, con placide
colline alle spalle, su cui sono stati edificati vari edifici di interesse
culturale tra cui l’Hasadera temple (ingresso 300 yen), da cui ci gode una splendida vista che arriva fino al mare, il Kotokuin temple, dove
si può ammirare la statua del grande Buddha, ed il Tsurugaoka Hachimangu su ripida
scalinata e
circondato da giardini con laghetto.
Hasadera temple
Hasadera temple
Kotokuin temple
Tsurugaoka Hachimangu
Tsurugaoka Hachimangu
Torniamo verso la stazione a piedi, percorrendo Komachidori street, ricca di negozi e ristoranti tipici e parecchio turistica.
1 aprile 2015
Pesce d’aprile? No, giro a Yokohama (che dista da Tokyo solo mezz'ora con treno diretto), anche se un po’ di scherzo sembra riempire l’aria uscendo dalla stazione e percorrendo la Tachinoki dori, perché ci sono dei palazzi giganteschi e non c’è nessuno per strada.
Kamakura meriterebbe una visita più approfondita e ci dispiace non aver prenotato un posto per la notte.
1 aprile 2015
Pesce d’aprile? No, giro a Yokohama (che dista da Tokyo solo mezz'ora con treno diretto), anche se un po’ di scherzo sembra riempire l’aria uscendo dalla stazione e percorrendo la Tachinoki dori, perché ci sono dei palazzi giganteschi e non c’è nessuno per strada.
Yokohama
Dopo circa 20 minuti di cammino fra architetture
ultra moderne tra cui il “Pacifico”, attraversiamo un ponte che porta allo Shinko
district, un’isola artificiale con un paio di attracchi ed il famoso Red brick Warehouse, nel
cui edificio principale ci sono diversi ristoranti un po' cari.
Red Brick warehouse Yokohama
Meglio spostarsi per il pranzo nel quartiere di Chinatown, dove il cibo la fa da padrone tra ristoranti tradizionali e bancarelle di street food.
Ravioli cinesi ripieni di castagne
Torniamo alla stazione con una piacevole passeggiata fronte mare attraverso lo Yamashita park.
Marine tower Yokohama
Ritorniamo a Tokyo con un treno locale (ci impieghiamo circa il doppio del tempo rispetto all'andata, un'ora), in
questo modo abbiamo la possibilità di scendere alla stazione di Naka Meguro insieme a un milione di persone, per percorrere il lungofiume, che si trova subito dall'altra parte della strada rispetto alla stazione, dove in questi giorni la
presenza di innumerevoli alberi fioriti crea uno scenario
semplicemente stupendo.
Naka Meguro
Basta spostarsi lungo il fiume di qualche decina di metri per allontanarsi dalla folla ed assistere al medesimo spettacolo in tutta tranquillità.
Naka Meguro
Naka Meguro
Se la situazione climatica (nuvoloso con vento) non è
proprio l’ideale per i colori vividi, lo diventa per la scenografia naturale
creata dallo spetalare svolazzante. I venditori ambulanti e gli esercizi commerciali
fanno affari d’oro, vendendo improbabili cocktail al gusto sakura.
2 aprile 2015
2 aprile 2015
Vi sono varie possibilità per avere una vista mozzafiato di Tokyo dall’alto, ad esempio salire al 60esimo piano dello Sunshine City di Ikebukuro, ma, se lo si vuole fare gratuitamente, si può andare ai Tokyo
government offices e salire al quarantacinquesimo piano dell’edificio comunale.
Tokyo
L'edificio è la Notre Dame della modernità e merita di essere fotografato anche all'esterno. La posizione migliore è dal piazzale antistante o dal quinto
piano del palazzo dell’assemblea.
Tokyo government building
Tutto ciò si trova
a Shinjuko e le segnalazioni rendono il percorso agevole, nonostante ci si
trovi nella stazione più frequentata (e imbordellata) del mondo, dove, se non si hanno le idee chiare, ci si può passare il pomeriggio.
Avendo domicilio temporaneo nei pressi della stazione di Kawa Itabashi,
facciamo un giro nel quartiere che, pur essendo molto tranquillo rispetto alle
zone centralissime, è ricco di localini e ristoranti promettenti (e
mantenenti). E’ sufficiente attraversare il passaggio a livello della stazione
della Tobu Tojo line per ritrovarsi in una piccola bomboniera e, in periodo di
Sakura, il lungofiume non ha niente da invidiare a quello di Meguro.
Itabashi
Itabashi
3 aprile 2015
Per gli appassionati dei film d’animazione del grande Hayao Miyazaki consigliatissimo è l’ingresso al Ghibli museum (1000 yen a cranio, da prenotare per tempo http://www.ghibli-museum.jp/en/) dove si svelano alcuni trucchi del maestro e dove si respira un poco di quella poesia che viene poi viene riportata sul grande schermo. Il museo si trova vicino all'Inokashira Koen, un parco molto bello, dove i giapponesi si affollano per fare un giro sui simpatici pedalò a forma di cigno.
Per gli appassionati dei film d’animazione del grande Hayao Miyazaki consigliatissimo è l’ingresso al Ghibli museum (1000 yen a cranio, da prenotare per tempo http://www.ghibli-museum.jp/en/) dove si svelano alcuni trucchi del maestro e dove si respira un poco di quella poesia che viene poi viene riportata sul grande schermo. Il museo si trova vicino all'Inokashira Koen, un parco molto bello, dove i giapponesi si affollano per fare un giro sui simpatici pedalò a forma di cigno.
Museo Ghibli
Inokashira Koen
4 aprile 2015
Passiamo la giornata tra i negozi del quartiere di Ikebukuro, praticamente un gigantesco centro commerciale. Il nostro posto preferito è il Sunchine City, un edificio alto 240 metri, che racchiude negozi di ogni tipo e ottimi ristoranti.
Kirin nama
Lasciamo il Paese con una lacrima di malinconia, per un viaggio che ci ha
regalato immagini meravigliose e la possibilità di riunirci, seppur per pochi
giorni, con una parte della nostra famiglia che qui s’è andata a trovare la
propria casa.