23 dicembre 2013
Destinazione Oman. Approfittiamo di una buona offerta con Turkish Airlines da Malpensa. Il biglietto costa 550 euro, ma l’orario di arrivo
è indecente, le 6 di mattino. Oltre allo scalo
ad Istanbul è previsto uno scalo tecnico in Barhein, dove scendono un paio di passeggeri
e si fa il pieno di carburante. Il totale ore di volo si attesta sulle 8,5.
24 dicembre 2013
24 dicembre 2013
All’arrivo è necessario farsi rilasciare il visto (per i
cittadini italiani è infatti possibile ottenere il visto turistico all’arrivo), ma per farlo non bisogna dirigersi
verso il banco col cartello Tourist Visa (dove il visto viene controllato), ma
al banco del Currency Exchange dove si pagano 5 OMR (ryal omaniti) oppure 12,50 euro per il
visto di 10 giorni (esiste anche un visto di 30 giorni al costo di 20 OMR). Non è necessario compilare
nessun modulo. Insomma basta pagare! Accettano anche banconote in euro di
taglio superiore alla tariffa richiesta e danno il resto in OMR.
Il cambio è piuttosto vantaggioso ed è quindi consigliabile pagare
con la cifra esatta e poi ritirare la valuta locale agli sportelli ATM presenti nella hall degli arrivi.
In ogni caso le carte di credito sono ampiamente accettate (in
quasi tutti gli hotel e ristoranti) e quindi si può ritirare il minimo
indispensabile per qualche pasto e acquisto nei suq. Le mance non sono un'usanza, anche se i camerieri hanno stipendi bassissimi.
La procedura di pagamento è lenta perché tutti i passeggeri
del medesimo volo si dirigono al banco contemporaneamente, mentre il controllo del visto (che è simile a
uno scontrino senza indicazioni di nome o altro) e le formalità di ingresso
sono molto veloci e gli addetti gentili.
L’aeroporto è molto piccolo e tranquillo e i bagagli sono
già sul nastro.
Ritiriamo da Europcar la Ford Focus prenotata tramite Autoeurope al costo di 190 euro per 9 giorni.
Non tutte le zone interessanti dell’Oman sono raggiungibili
con un’auto 2x4, men che meno le piste del deserto, ma si può fare un bel giro
anche senza jeep.
L’aeroporto si trova a Muscat a circa 15 km da Al Khuwair,
che è la zona dove si trova il nostro hotel.
Il navigatore non riconosce i numeri civici e quindi
dobbiamo chiedere indicazioni ai passanti, che sono molto disponibili e parlano
l'inglese, che è molto diffuso. Tutta la segnaletica stradale è
riportata sia in arabo sia in inglese così come le insegne degli esercizi
commerciali. Solo i palazzi governativi hanno scritte esclusivamente in arabo.
Il consiglio per raggiungere l'hotel Samara è di cercare con il
navigatore il vicino Ibis hotel. E’ molto più semplice infatti raggiungere luoghi della città
inserendo nomi di hotel e ristoranti piuttosto che indirizzi.
Abbiamo prenotato l’hotel Samara con un’ottima offerta di
booking a 29 OMR tasse incluse. La stanza, ampia e pulita, è affacciata su una bella moschea illuminata in modo suggestivo Il letto è comodo,
il servizio in camera economico e gentile; la sala da pranzo è invece un po’ triste ed il cibo così così. Non è un problema visto che il quartiere di Al Khuwair è ricco di ristoranti e take away per tutte le tasche.
Il rapporto qualità-prezzo del Samara è validissimo rispetto alla media del
paese. Le strutture sono infatti poche e gli omaniti non sembrano
particolarmente interessati ad offrire alti standard qualitativi.
L’impatto con la città è spiazzante, attraversata com’è da
un’autostrada a tre o quattro corsie, sempre
trafficata.
L’auto è obbligatoria, considerando che la città è lunga 50
km (dall'areoporto al quartiere opposto di Bustan) e senza è quasi impossibile spostarsi, ma il traffico è abbastanza
scorrevole perché la maggior parte delle strade sono a 2 o 3 corsie per senso
di marcia senza incroci a raso e quindi non offrono molte possibilità di
divagazione. Inoltre non ci sono problemi di parcheggio, che è gratuito quasi ovunque. Pagheremo solo sul lungomare di Mutrah durante l'orario
di apertura del suq (8-13; 17-21). L’alternativa all'automobile è data dagli onnipresenti taxi. Mezzi pubblici non pervenuti.
Muscat è una città molto briosa, punteggiata di moschee
La maggior parte dei luoghi di interesse di Muscat si trova
a Mutrah (o Matrah, come si trova scritto a volte sui cartelli stradali) e Old
Muscat (la città vecchia) chiamata semplicemente Muscat, dove è di grande interesse la visita della zona attorno
al palazzo del sultano, nei pressi del quale si trovano anche due forti
ben conservati.
Old Muscat
Old Muscat
Tutto è molto curato e pulito e vi è
un’attenzione quasi morbosa per le aiuole pubbliche, anche se questa peculiarità
è generalizzata a tutta la città, ricca di palmizi, ciclamini a profusione,
sculture e altre applicazioni artistiche. Gli edifici sono di un bianco
illuminante e per questa maniacale attenzione al mantenimento ed al
restauro, pur essendo antichissimi, appaiono all’occhio incimurrito e cinizzato
dell’osservatore italiano, abituato a ben altro stato di abbandono del proprio
patrimonio artistico e architettonico, come delle copie un po’ fasulle e
legolandiane, ma è tutto autentico.
Come è autentica la spensieratezza che si
respira in città e, nonostante sia molto sentita la componente religiosa, la vita
scorre fluente e si percepisce nei confronti del visitatore, se non la rinomata
cordialità omanita, il forte senso di rispetto per gli usi e costumi altrui.
Piacevole è la visita alla corniche, la strada costiera che, da Mutrah, si spinge per alcuni km verso il
centro storico di Old Muscat con un camminamento
che offre molteplici possibilità di inquadrature fotografiche, come il parco di Al-Riyam con l’incensiera gigante e
la torre di guardia, da cui si gode un panorama privilegiato ed il bel
lungomare di Matrah con il porto, l’antico forte e il frequentato suq
coperto.
Raggiungiamo anche il quartiere di Al Bustan, all'estremità opposta della città rispetto all'areoporto, dove si trova il lussuoso Al Bustan Palace Hotel, che si affaccia su una aiuola fioritissima, e nulla più.
parco di Al-Riyam (Muscat)
Corniche (Muscat)
Anche se in qualche finestra si intravede l’immagine rubata
di un albero di natale la giornata si apre all’insegna della più sobria
normalità. Ci trasferiamo a Nizwa che si trova a 150 km da Muscat con la veloce
autostrada in perfette condizioni. La segnaletica è buona, il limite di velocità
è di 120 km/h (le automobili sono dotate di un segnalatore acustico che avvisa
quando si supera questo limite). Ci sono numerosi distributori di benzina ed è
una vera soddisfazione fermarsi a fare il pieno per 6 euro. La benzina costa
infatti 0,12 OMR al litro (il corrispettivo di 0,24 euro) e se pensiamo che ci
guadagnano, pagando pure un addetto per
ogni pompa… Il paesaggio si apre subito in meravigliose aride visioni, con la
movimentazione emotiva di rilievi rocciosi di forte impatto. Sorprende il fatto
che ci siano aree apparentemente desertiche che hanno offerto la possibilità
di insediamento a comunità così numerose. Costeggiamo cittadine di discrete
dimensioni in luoghi in cui sembrerebbe impossibile passare la notte in camper.
Arriviamo a Nizwa, dopo circa un’ora e quaranta. La città è un comodo punto per
raggiungere le attrattive turistiche della zona ed in inverno è necessario
prenotare l’hotel con un certo anticipo data anche la scarsità di strutture.
Soggiorniamo per due notti al Al Diyar hotel, che si trova,
come la maggior parte degli hotel, sulla
vecchia strada Muscat-Nizwa, a circa 5 km dal centro. L’ingresso è elegante e la zona piscina
accogliente. La nostra stanza è enorme e ben arredata, con tv sat con qualche
canale inglese. Il bagno invece avrebbe bisogno di un restyling. Paghiamo 45 OMR incluse tasse e colazione a buffet.
Partiamo nel primo pomeriggio per la visita dei due paesi di Misfat e Al Hamra. Per raggiungerli è necessario dirigersi verso Bahla e svoltare a destra (c'è l'indicazione per Al Hamra) a circa 35 km dalla rotonda del Corano (o book roundabout) di Nizwa.
Il tragitto merita una citazione perché il paesaggio è incantevole, soprattutto al ritorno, quando il sole comincia a calare e gioca con le ombre sul dorso di pietra delle montagne e si capisce di aver attraversato un luogo unico.
Il tragitto merita una citazione perché il paesaggio è incantevole, soprattutto al ritorno, quando il sole comincia a calare e gioca con le ombre sul dorso di pietra delle montagne e si capisce di aver attraversato un luogo unico.
Decidiamo di andare prima a Misfat che è il più lontano dei
due villaggi e si trova in posizione privilegiata; sopraelevato domina la vallata e vive
nella parte antica, fatta di case di terra e mattoni crudi, di oasi e
palmeti e di una pace silenziosa che si distrae nello scroscio d’acqua dei
lavatoi: una piccola poesia fatta di fango e datteri.
Misfat
Misfat
Scendendo da Misfat percorriamo la strada principale di Al
Hamra, su cui si affaccia un numero spropositato di botteghe di sarti, e raggiungiamo la parte antica caratterizzata da costruzioni in stile yemenita
ormai abbandonate a ridosso del palmeto. Non si può rimanere
estranei al coinvolgimento paesaggistico di questa località, che, anche se
inferiore per posizione rispetto a Misfat, di certo non lo è per fascino ed
incanto.
Al Hamra
Al Hamra
Al Hamra
26 dicembre 2013
Partiamo da Nizwa con l’idea di raggiungere
la vetta del Jebel Shams, che con i suoi 3000 metri è la montagna più alta
dell’Oman. Ci addentriamo nel Wadi Guhl lungo una strada molto pittoresca che
conduce alla vetta, con sosta obbligatoria per ammirare il villaggio
fantasma di Guhl.
Guhl
La strada è sicuramente di grande effetto anche per chi ha
già goduto di panorami simili e si incontrano simpatici compagni di scarpinata
tra cui alcune capre dal pelo lungo e lucido, che sembrano uscite da poco da un
salone di bellezza.
Strada per il Jebel Shams
Strada per il Jebel Shams
Sull’altopiano il cielo sembra ancora più terso
e l’orizzonte sembra aprirsi all’inverosimile.
Strada per il Jebel Shams
Lungo il percorso incontriamo molti individui che ci
allarmano relativamente allo stato del fondo stradale e ci sconsigliano di
proseguire oltre l’asfalto con la nostra Focus. L’interessamento è legato
all’offerta di condurci in vetta con la loro jeep per 20 OMR a testa. Già
indecisi e allertati dalla Lonely Planet, che consiglia l’utilizzo di un’auto
4x4, decidiamo di non procedere oltre e dedicare il resto della mattinata alla
visita di Bahla. In realtà la strada è fattibile anche con una 2x4, come
testimoniano vari viaggiatori sul web.
Il piccolo sacrificio viene ricompensato dalla visita alla città
fortificata di Bahla, di cui si possono osservare la cinta muraria, le
immancabili case di mattoni crudi e fango e l’imponente forte, patrimonio
dell’Unesco, purtroppo visitabile solo al venerdì e sabato.
Bahla
Bahla
Anche la visita di
Nizwa è di grande interesse, con l’accoppiata moschea-forte. In
particolare merita una visita il forte. Il biglietto di ingresso costa mezzo Ryal ed è aperto tutti i giorni fino alle 16 ed il venerdì
con orario ridotto.
Nizwa
Dalla sommità della torre, alta 40 metri, si gode di belle panoramiche della
città.
Nizwa
Gli altri luoghi di interesse sono tutti visitabili a piedi ed in
qualche ora si completa la visita della città, che include il suq cittadino situato in edifici storici suddivisi per categoria merceologica ed un giro intorno alle mura.
Nizwa suq
A Nizwa i posti per mangiare sono pochi: un Pizza Hut e un
Hungry Bunny, entrambi sulla strada vecchia che da Muscat conduce a Nizwa e qualche caffè in centro, oltre ai ristoranti degli hotel, alcuni
dei quali propongono buffet serali. Il ristorante del nostro hotel Al Diyar è
parecchio frequentato anche da gente del posto e propone buona carne alla
griglia; gli altri piatti non sono un gran che ed il locale è piuttosto squallido,
come spesso succede da queste parti, dove l’attenzione al design non è
prioritaria.
Per fortuna c’è Al Masharef, un ristorante/take away che propone ottimi falafel e altre specialità turche a prezzi stracciati (ci saziamo con 3 OMR in due).
27 dicembre 2013
Il navigatore è fondamentale per indicarci la strada che conduce a
Ibra ed alle Wahyba Sands. La città ed il deserto non sono indicati in nessun modo
lungo l’autostrada, che imbocchiamo da Nizwa in direzione Muscat. Dopo aver percorso circa
20 km usciamo per Izki e ci dirigiamo in direzione opposta a Izki. Da un certo
punto è necessario seguire l’indicazione Sands Area. Ci sembra talmente assurdo
che non ci fidiamo del navigatore e chiediamo conferma ai gentili passanti. Se
è possibile il paesaggio si fa via via più arido e si vedono le dune di sabbia
in lontananza.
La tappa a Ibra è pressochè inutile e sottrae tempo
all’entusiasmante visita del Wadi Bani Kalhid. La svolta per questo Wadi è ben segnalata lungo la strada 23 Muscat-Sur, in località Bidiyah a soli 100 metri dall’Oriental Nights Rest House, dove alloggiamo. Si tratta di una guest house economica (la camera standard costa 25 OMR tasse incluse) con camere abbastanza spartane, ma pulite, ed un ristorante che propone abbondanti porzioni dei piatti più diffusi.
Posiamo i bagagli e ci dirigiamo di corsa verso il Wadi Bani Kalhid. Percorriamo la vallata per poi salire d’altitudine e
vicinanza alla maestosità della natura. Per raggiungere le frequentatissime
piscine naturali dall’acqua smeraldina è necessario seguire l'indicazione per le Mokal
caves. Il parcheggio è piccolo e pieno all’inverosimile. Ci sono parecchi turisti, ma anche molte famiglie del posto, che si dedicano soprattutto al picnic (è venerdì ed è giorno festivo). Da qui una
camminata impegnativa (che non completiamo) conduce alla grotta e consente
di vedere lungo il cammino altri sprazzi di acqua verde.
Wadi Bani Kalhid
Wadi Bani Kalhid
28 dicembre 2013
Probabilmente agli autori LP piace molto utilizzare il termine capolavoro di ingegneria perché percorriamo un buon tratto (circa un’ora) della Al-Ashkarah a Shana’a road e non ci sembra questa grande opera dell’ingegno. Anche il paesaggio non è entusiasmante trattandosi soprattutto di dune fossili (coperte di una patina nera, che fa perdere loro il fascino del deserto).
La
meta di oggi è piuttosto indefinita. Percorrere una parte della strada che
collega Al-Ashkarah a Shana’a, definita dalla LP un capolavoro di ingegneria
costruito in mezzo alle dune.
Lungo
la strada che ci porta verso sud, prima di raggiungere Al Ashkarah, attraversiamo alcune cittadine,
la più interessante delle quali è Jalan Bani Bu Ali, con un bel forte in
decadenza e la stranissima Jami Al Hamoda Mosque dalle 52 cupole.
Jami Al Hamoda Mosque
Probabilmente agli autori LP piace molto utilizzare il termine capolavoro di ingegneria perché percorriamo un buon tratto (circa un’ora) della Al-Ashkarah a Shana’a road e non ci sembra questa grande opera dell’ingegno. Anche il paesaggio non è entusiasmante trattandosi soprattutto di dune fossili (coperte di una patina nera, che fa perdere loro il fascino del deserto).
Al-Ashkarah a Shana’a road
Ci
fermiamo per il pranzo al Al Ashkarah Beach Resort, costruito a circa 15 km dal
paese di pescatori di Al Ashkarah, in mezzo al nulla, su una spiaggia ventosa e un mare che non invita al tuffo riappacificatore. Il servizio e la qualità del
cibo non ci entusiasmano.
Torniamo
verso nord ed imbocchiamo la strada che conduce a Sur. Il tragitto è piacevole
ed il paesaggio molto allettante. La nostra sistemazione per le prossime due notti è il Sur Plaza Hotel. L'hotel è al completo, dato che ci avviciniamo all'ultimo dell'anno. La stanza è dotata di tutti i confort e pulitissima e c'è una bella piscina. Il prezzo è forse un po' alto (45 OMR escluse tasse e colazione).
Il ristorante propone ottimi piatti asiatici (oltre a cucina internazionale) e, per nostra grande gioia, una carta dei vini. I prezzi delle bottiglie non sono molto invitanti, ma mezzo litro di bianco sfuso sudafricano, dopo i giorni analcolici, è un toccasana...
29
dicembre 2013
La
giornata è dedicata alla scoperta di Sur e delle sue splendide fortificazioni.
La prima è il Bylad Sur castle; la svolta per raggiungerlo è ben indicata e si trova a circa un
km dalla prima rotonda di Main Street, provenendo da Al Kamil.
La seconda è il Sunaysilah Fort situato in prossimità della
terza rotonda, provenendo da Al Kamil, e visibile da Main Street. E' visitabile
anche all’interno, pagando un ingresso di mezzo ryal a persona.
Dal
giro delle mura, interamente percorribile, godiamo di una panoramica della città.
Sunaysilah Fort
Ci spostiamo sul lungomare, per una piacevole passeggiata, anche se un po' ventosa. La spiaggia, anche qui, non è molto invitante.
Spiaggia di Sur
Attraversando il bel ponte che unisce le due
sponde della laguna, sorvegliata con amorevolezza dalle torrette di
guardia, si giunge nel paesino di Ayjah dove si trova un’altra costruzione
fortificata di minor prestigio ed un ben visibile faro.
Ayjah
Nei pressi
del ponte sono visitabili i cantieri di costruzioni per la navigazione delle
classiche imbarcazioni dhow.30 dicembre 2013
Da Sur imbocchiamo la strada costiera verso Muscat. In realtà è costiera solo fino
alla località di Quyriat, dopo la quale si addentra oltre le montagne.
A
circa 50 km da Sur si trova il Wadi Tiwi, dove una strada asfaltata costeggia
l’acqua inoltrandosi nella vallata.
Wadi Tiwi
Il
Wadi si percorre con un’auto 2x4 per qualche km, poi la strada si restringe e
il percorso si fa più arduo rendendo necessario l'utilizzo di un'auto con quattro ruote motrici.
A
pochi km dal Wadi Tiwi si trova il più famoso Wadi Shab, sovrastato al suo imbocco da un ponte stradale, che ne rovina l'estetica.
Wadi Shab
Questo Wadi non è visitabile in auto. E' necessario lasciarla nell'ampio parcheggio, prendere una barchetta a pagamento e
procedere a piedi per circa 45 minuti. Edotti del fatto che una parte del
percorso va effettuata camminando nell’acqua e non avendo nessuna voglia di bagnarci i piedi, ci limitiamo a qualche fotografia.
Il
paese di Quyrat, descritto dalla LP come località incantevole, è piuttosto
insignificante e la deviazione del tutto inutile.
Da Quryat il paesaggio si fa più montano e si susseguono i cartelli stradali di
pericolo per attraversamento antilopi.
Arriviamo
nel pomeriggio a Muscat, con la prospettiva di passarci ancora un giorno e mezzo e qualcosa ci
dobbiamo inventare. Proviamo con il quartiere di Qurm, in cui, secondo il nostro
lisergico druido, la solita Lonely Planet, vi sono interessanti centri commerciali e in particolare una valida offerta di prodotti artigianali all’interno del Sabco Centre. Niente di più falso. Ce ne andiamo sconfortati.
Sul
lungomare di Qurm non è che vada molto meglio; infatti parcheggiamo per fare
due passi e respirare un po’ di iodio, ma non ci riusciamo, perché tutti gli
altri decidono che l’attività principale è fare avanti e indietro, spesso a
velocità di transumanza, da una rotonda all’altra, a bordo di potentissime
autovetture (l’ispettore Fazio direbbe che così si rovinano!). Evidentemente
vince chi fa più vasche. La spiaggia è al solito un po’ triste, considerando che
la gente ci sta vestita a e non solo per una ragione culturale.
Non
riusciamo a capire come si possano pagare cifre esorbitanti per godere della
spiaggia del Crowne Plaza.
La cosa
divertente è l’inizio di un numero spropositato di partite di calcio sulla
sabbia, che da lontano sembrano la rappresentazione di un formicaio impazzito
e da vicino la scapoli-ammogliati negli anni 80 nei campetti
dell’entroterra marchigiano.
Spiaggia di Qurm
Ceniamo al Grand Lounge Muscat, in zona Al Khuwair, vicino all'hotel Ibis, allettati dalle buone recensioni sul web. L'ambiente è accogliente, ma la qualità del cibo è deludente.
31 dicembre 2013
Il
tema della giornata è come far passare un’intera giornata (fino alle 4 am) a Muscat.
Cominciamo
con la Grand Mosque, un’opera maestosa che meriterebbe una
visita accurata, che manchiamo completamente grazie al receptionist
dell’hotel che ci dice essere aperta fino alle 12.30. In realtà è preciso l’orario
sulla LP dalle 8 alle 11.00 e poi fuori tutti che si prega.
Ci
accontentiamo della parte esterna che è comunque sorprendente per architettura
degli edifici e dei giardini.
Grand Mosque
Grand Mosque
Dopo pranzo facciamo un giro fuori Muscat, lungo la strada che conduce a sud. Ci fermiamo a Qabat che si trova in posizione magnifica. Non è però possibile visitare il villaggio perché è pieno di cartelli che impediscono il passaggio ai turisti.
Qabat
Tentiamo
di raggiungere il mare nei pressi di Bandar Jissah, ma l’unico modo per
accedervi è attraverso le spiagge private del Bandar Jissah Resort o dell’Oman Dive Center, pagando un ingresso. Nei periodi di punta è inoltre necessario prenotare.
Facilmente
raggiungibile è invece la scenografica spiaggia di Yiti, attraverso una bella
vallata.
Yiti
Concludiamo
la giornata con qualche acquisto al suq e un bis da Al Jood.