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lunedì 14 maggio 2012

Antigua



14 Aprile 2012
Se marzo ci ha regalato giornate favolose anche nelle blasfeme pianure, aprile non ha fatto altro che piangere e raffreddare, perciò pare ora di cambiare aria. Partiamo da Verona con volo British Airways prenotato con www.expedia.com perché più conveniente rispetto all’acquisto sul sito della compagnia aerea (780 euro a testa). Se si vuole partire da un aeroporto in zona è necessario passare una notte a Londra all’andata. Partendo da Milano è richiesto anche un cambio di aeroporto a Londra, da Heathrow a Gatwick e viceversa al ritorno (e non sono proprio due passi, ma un’ora e mezzo di bus), mentre il volo da Verona arriva e riparte da Gatwick e ci risparmia almeno una rottura.
Nei pressi di Gatwick ci sono diversi hotel e bed and breakfast; si opta per il Gatwick Turret Guest House http://www.gatwickturret.com/ prenotato con www.booking .com, per 49 sterline la camera doppia con colazione, e trasporto gratuito da e per l’aeroporto (tra le 7.00 e le 22.00, se si arriva al di fuori di questi orari si deve utilizzare il taxi, che comunque costa solo 5 sterline). Arrivati in aeroporto chiamiamo la guest house, con gli appositi telefoni gialli gratuiti, che si trovano alle fermate degli autobus, e in 2 minuti e mezzo arriva l’autista, che in due minuti ci porta alla guest house.  La stanza è piccola, ma carina e pulita, e la colazione buona e curata. L’unica nota dolente è che ci caricano due sterline per il pagamento con carta di credito.
15 aprile 2012
In aeroporto ai banchi della British non esiste il check in tradizionale, ma solo l’auto check-in alle macchinette (ci sono diversi addetti che aiutano i novizi). Il volo dura meno di 9 ore e l’intrattenimento a bordo è discreto (cioè ottimo rispetto a certe compagnie americane e scarso rispetto a certe compagnie asiatiche).
L’arrivo a St. John è dei peggiori, piove in modo insensato e c’è vento e la procedura di immigrazione è lentissima e le addette piuttosto incazzose. Scopriremo l’incazzosità essere la caratteristica prevalente delle antiguane, insieme alla grossa stazza. Al contrario gli uomini sono più gentili e magri.
Diciamo che la popolazione non è particolarmente accogliente, ma nemmeno ostile. Se ne stanno sulle loro, ma se ti serve un’informazione sono ben disposti a darti una mano. Il sabato e la domenica sono tutti elegantissimi per partecipare alle numerose messe delle più svariate congregazioni religiose.
Ritiriamo l’auto al banco della Dollar, una berlina Nissan Tiida in buone condizioni. Sono 430 Usd per 13 giorni inclusi i 20 usd per l’acquisto obbligatorio della patente locale. La prenotazione è stata fatta tramite il sito http://www.dollar.com/Default.aspx e non ha richiesto la carta di credito, ma il solo pagamento al ritiro dell’auto. La scelta è caduta sulla Dollar non solo per la tariffa decisamente economica per l’isola (si parte in genere da 50-55 usd al giorno), ma anche perché è stato impossibile ottenere dei preventivi da molte altre compagnie presenti sull’isola. Delle compagnie riportate in questa pagina http://www.antiguanice.com/v2/travel.php?cat=51 si sono degnate di una risposta solo Titi rent a car e Tropical rentals antigua, entrambe proponendo preventivi più alti.
Assolutamente da evitare lo scooter, se si vuole girare come noi, come le trottole (se invece si sta nei dintorni di una località si può fare) perché l’isola è grande, le strade pessime, piene di buche e ogni tanto piove.
I cartelli stradali sono pochi e sbiaditi e quindi l’orientamento è difficoltoso. I punti di riferimento sono i benzinai, riportati sulle cartine dell’isola (che si trovano gratuitamente all’aeroporto). Se per caso il benzinaio è stato smantellato è finita. A proposito la benzina costa come al solito meno che in Italia, 15 ECD (dollari dei caraibi orientali) al gallone (circa 5 euro).
Cambiamo pochi soldi alla banca dell’aeroporto, dove c’è anche un bancomat. La carta di credito viene accettata quasi ovunque e si può pagare spesso anche in dollari americani.
Alloggiamo al www.paigepondcountryinn.com, una struttura di studios e appartamenti di varie dimensioni, immersa nel verde al centro dell’isola, nel villaggio di Buckley’s, a circa 20 minuti dall’aeroporto. Lo studio è carino e pulito anche se c’è un buco nel muro, che comunque ci aggiustano la mattina seguente. La cucina è moderna e accessoriata. La cifra pagata è ridicola per gli standard di Antigua, dove anche in ostello chiedono 100 usd per una doppia. Paghiamo infatti circa 50 usd al giorno per lo studio, grazie anche al fatto che la tariffa originale, già bassa, è soggetta a un ulteriore sconto (forse perché non è proprio alta stagione). Il concerto notturno delle raganelle è quasi insopportabile la prima notte, poi ci si abitua.
La tipa della reception ci dice che anche se il cielo è nuvoloso si va comunque in spiaggia, che prima o poi il clima si aggiusta.
La storia delle 365 spiagge è una magagna attira turisti, cioè può darsi che sia vera, ma il conteggio è fatto con una notevole libertà di interpretazione (della matematica o del concetto di spiaggia).
Tutte le spiagge ad Antigua sono pubbliche, cioè sono tutte accessibili anche quando la strada per raggiungerle è sbarrata dal cancello di un resort. Se non vi sono altri accessi pubblici chiedete di entrare e vi sarà (quasi sempre) aperto.
Ecco le spiagge, partendo da English Harbour, in senso orario:
Sud e Ovest
Pigeon Point E’ la spiaggia di English Harbour e si raggiunge da una stretta stradina che si imbocca nei pressi dell’Antigua Yacht Club Marina. Ricorda un’ambientazione mediterranea in un chiuso e lungo golfo contornato da colline, dove sono ormeggiate molte barche a vela. E’ abbastanza frequentata, soprattutto da abitanti dell’isola, ma non ci sono lettini e ombrelloni. Il fine settimana c’è anche un banchetto che vende cibo e bevande. Sempre qui si trova il Bumpkins http://www.tripadvisor.it/Restaurant_Review-g1006156-d1986388-Reviews-Bumpkins-Falmouth_Antigua_Antigua_and_Barbuda.html, ideale per un aperitivo nella luce del tramonto. E’ una delle poche spiagge con un angolo di ombra e quindi nostro rifugio nelle ore di sole spacca cranio.

Rendevouz Bay E’ raggiungibile solo via mare o a piedi in un’ora e mezza, ma considerando il fatto che ci si perde sulle strade asfaltate con segnaletica, valutiamo l’opportunità di non andarci.
Carlisle Bay su cui si trova il lussuoso Carlisle Bay Resort. L’accesso pubblico alla spiaggia, si incontra (proveniendo dal Fig tree drive) poco dopo l’hotel sulla sinistra in prossimità della curva. L’insenatura, di sabbia dorata, è molto suggestiva.


  
Curtain Bluff dove si trova l’omonimo resort. C’è un piccolo promontorio che divide due spiagge, una con mare molto mosso e molto scenica vista dall’alto, l’altra con acque più placide. Qui solo una parte di spiaggia è occupata dall’hotel, la maggior parte è libera, con qualche palma dove si può riposare all’ombra, vicino a qualche amica mucca che pascola nei paraggi. Anche qui la sabbia è dorata e non bianca e quindi non convince del tutto.  Cioè è un bel posto, ma in Sardegna c’è di meglio.



Turners Beach l’unico accesso è dall’omonimo ristorante, che affitta qualche sdraio e ombrellone. E’ molto mediterranea, dalle reminiscenze sarde, ma anche in questo caso in Sardegna c’è di meglio.
Crab Point in questa zona ci sono diverse spiagge, su cui si affacciano due ristoranti, OJ e Gibson (che noleggia anche ombrelloni). La sabbia è come al solito dorata e il mare limpido.
Darkwood Beach non si può sbagliare perchè si trova direttamente sulla strada. Bella e molto tranquilla. I pochi avventori sono discreti e stanno agli ombrelloni noleggiati dal Darwood Beach Bar, e quindi il resto della spiaggia è nostro. E’ l’ideale al tramonto per la luce.

Ffryers Bay poco dopo Darkwood, è indicata da un cartello non molto visibile sulla strada principale. E’ meglio prendere come riferimento il cartello gigante del ristorante Denny’s. La strada si divide in due nei pressi di una piccola laguna: la parte di spiaggia sulla sinistra, quella prima di Denny’s, sta nei parametri della normalità, la lingua di destra, invece, che entra nella baia di Valley Church e Jolly Harbour, appartiene alla categoria fantascienza (forse una delle più belle immagini da tramandare ai posteri). Qui  si trova il Coco Bay Resort e se proprio uno vuole buttare via del denaro per soggiornare in un resort antiguano questo è senza dubbio il posto ideale, con l’ubicazione migliore dell’isola.
 
 
Valley Church Bay per raggiungerla è necessario seguire le indicazioni per il ristorante bar The Nest, che noleggia ombrelloni (forse i più cari dell’isola, 10 usd, anche se una bazzecola paragonato a certe brutte spiagge italiane). Qui c’è la WiFi gratuita. Non bisogna lasciarsi scoraggiare dalle indicazioni di proprietà privata. Si può entrare tranquillamente e parcheggiare all’ombra. Il primo impatto con questa spiaggia è folgorante. Il cielo mostra i suoi muscoli addominali grigioneri ed il mare risponde con un colore inverosimile come se fosse di latte con una punta di menta, che sconfigge disarmando di bellezza anche i gabbiani che, passando, sembrano tingersi di verdino.
 
Jolly Harbour la strada attigua all’ingresso del Jolly Harbour http://www.jollyharbour.com/ è chiusa per lavori in corso e quindi per raggiungere la spiaggia dobbiamo entrare nel complesso, dove non ci sono cancelli o sbarre, e prendere la stradina di sinistra sino a raggiungere un altro ingresso, stavolta sbarrato. Basta dire che si va alla spiaggia e le sbarre si alzano. Lasciamo l’auto nel parcheggio del Bar ristorante Castaways (anche se c’è un cartello che vieta il parcheggio ai non clienti, ma nessuno sembra farci caso), che noleggia anche sdraio e ombrelloni. Il colore dell’acqua è abbastanza inimmaginabile nella sua straziante bellezza e vi è una lunghissima distesa di sabbia bianca che consente di scegliere angoli appartati o vicinanze socializzanti, nella parte centrale occupata dagli ospiti dei complessi alberghieri adiacenti. 

Heritage Bay ci si arriva con una strada, in parte sterrata, che parte nel villaggio di Jennings all’altezza di Christian Valley (è indicato il Royal Cove Hotel). E’ probabilmente è la più bella baia dell’isola. L’hotel è ben mimetizzato nella vegetazione e quindi non dà fastidio.

Nord

Spiagge di Five Islands la presenza di residence e alberghi scassa leggermente la minchia, infatti l’unica spiaggia facilmente accessibile è Hawksbill, per il resto bisogna chiedere di accedere alle barriere di ingresso dei resort, che è una cosa insopportabile, anche perché cozza fortemente con il concetto di repubblica; cioè bisognerebbe piantarla di pubblicizzare il fatto che ogni spiaggia è libera e liberamente accessibile e poi consentire ai privati di costruirci sopra e quasi di recintare tutto intorno e vincolare così, anche se solo psicologicamente, l’accesso. Comunque a Hawksbill Bay, prima della sbarra dell’hotel, si può parcheggiare in uno spiazzo, dove fanno la classica siesta in auto dei lavoratori. La sabbia è dorata e ci sono un paio di palme che forniscono la giusta dose di ombra.
Fort James/Fort Bay la guida la definisce una delle preferite dai locali, forse perché è la più vicina a St. John. E’ molto lunga. L’approccio non è dei migliori, è un po’ squallida, forse anche perchè dagli altoparlanti del Millers’ Bar and Restaurant esce una brutta musica anni 80.
Runaway Beach vicina a Dickenson ne è l’esatto opposto per quanto riguarda la densità di popolazione; non c’è praticamente nessuno, solo qualche passeggiante a cavallo. Il mare è molto bello e la solitudine assoluta. Incantevole.
  
Dickenson Bay è talmente bella che neanche la presenza di numerose strutture, soprattutto del Sandals resort, attività di ogni tipo, lettini, ombrelloni e turisti bagnaticci d’ovunque provenienza, è riuscita a scalfire. Nonostante tutto ci ritagliamo uno spazietto di tranquillità in un pezzo di spiaggia poco insediata. Il mare è denso ed il colore riverberante alla luce del sole è originale. Basta oltrepassare un promontorio e ci si ritrova su una parte della stessa spiaggia praticamente deserta.
 

Jabberwock Bay si trova sopra l’aeroporto, in una zona molto statunitense, piena di ville. E’ piuttosto brutta e tira un forte vento. 

Est

Long Bay Beach Da qualcuno denominata Pineapple Beach dal nome del resort che vi si affaccia. Il mare è limpido anche se un po’ mosso e la sabbia rosata, ma il resort rovina l’ambientazione e si aggiungono anche due “stabilimenti balneari”, cioè due noleggiatori di ombrelloni che non migliorano la situazione. Meglio venirci di domenica, quando uno dei noleggiatori è chiuso (e chi se ne frega dell’incasso, bravo!) e quindi la spiaggia è più libera.
Sulla strada per Long Bay Beach, sulla destra si trova la svolta per Devil’s Bridge, un arco di roccia sul mare da cui fuoriescono spruzzi di onde, abbastanza banale.
Sulla stradina per il Devil’s Bridge a un certo punto sulla sinistra si trova un sentierino che costeggia una pozza di acqua e porta alla spiaggia del Verandah Resort. Non è brutta, ma ci sono almeno 5 file di ombrelloni e non ci fermiamo neanche un minuto.

 
 
Nonsuch Bay E’ di difficile raggiungimento; è indicata a un bivio sulla strada che conduce ad Half Moon Bay. La strada è in parte sterrata e ad successivo bivio a destra si arriva all’Harmony Hall hotel, dove c’è un ristorante e una galleria d’arte, mentre a sinistra si raggiunge il Nonsuch Bay resort, molto esclusivo. Chiediamo alla guardia di poter vedere la spiaggia, ma dopo una serie di su e giù ce ne andiamo delusi perché non merita la nostra presenza.


Half Moon Bay E’ ciò che chiunque vuole trovare su un’isola dei Caraibi: sabbia bianca, forma della baia a mezza luna, mare placido e acqua cristallina, soprattutto nella parte sinistra, dove si possono fare bagni internabili.
 
 
  
Da qui in 10 minuti sugli scogli dalla parte sinistra si arriva ad Exchange Bay (è l’unico modo per raggiungerla perché proseguendo sulla strada costiera in auto veniamo bloccati da un gate con una guardia che ci invita a fare inversione). C’è anche una guardia sulla spiaggia del Reef Mill Resort (saranno vippissimi!) E’ molto bella, senza alghe, a differenza di Half Moon, e con sabbia bianchissima, ma non c’è un filo d’ombra.

Il panorama culinario non è dei migliori. Ci sono bar e ristoranti per tutte le tasche, dai baracchini più spartani ai ristoranti lussuosi dei resort, ma il cibo proposto non è molto vario. Il piatto must è l’hamburger.
Noi proviamo alcuni dei posti consigliati sul libretto sulla gastronomia locale che si può trovare all’ufficio turistico.
Roti King http://www.tripadvisor.it/Restaurant_Review-g147242-d1045923-Reviews-Roti_King-Antigua_Antigua_and_Barbuda.html, un bugigattolo con pochi tavoli (qualcuno anche all’aperto) nel centro di St. John, super frequentato dalla gente del posto in pausa pranzo, non tanto per i suoi buoni roti (magari un po’ troppo speziati) quanto per le polpette di ceci. I prezzi sono decisamente cheap (un burger costa 7 ECD e un succo di frutta locale  4 ECD, e i roti vanno dai 15 ai 23 ECD) e se non fosse per la scomodità dell’ubicazione, in mezzo al fastidioso traffico della cittadina, saremmo qui a pranzo tutti i giorni.
Darkwood Beach Bar and Restaurant http://www.tripadvisor.it/Attraction_Review-g147242-d151567-Reviews-Darkwood_Beach-Antigua_Antigua_and_Barbuda.html è un posto molto informale, che prepara sandwich e pesci alla griglia a prezzi non proprio economici. Come spesso succede, la Lonely Planet ha le traveggole a proposito della qualità dei sandwich, che sono appena sufficienti.
Road House, si trova sulla strada per Half Moon Bay sulla destra in zona Newfield, molto spartano, ma non si mangia male, anche se la scelta è ridotta: pollo o pesce (il contorno non si sceglie, è obbligatorio, insalata di pasta, riso e la solita coleslaw). Il tutto per 20 ECD.
Caffe Bella, su Friars Hill Road, a nord di St. John, all’interno del centro commerciale (si fa per dire) Village Walk. E’ molto carino, con una bella atmosfera e il cibo è curato, forse un po’ caro (una baguette al pesce ci costa 24 ECD).
Sweet’s T su Falmouogh Road si trova in una casetta carina rosa fucsia, si mangiano hamburger, insalate e gelati ed è molto frequentato dalla gente del posto, forse è un po’ caro per qualità prezzo.
Fresh to Order in zona St. John all’angolo tra American e All Saints road, all’interno di una specie di centro commercial. La wifi è free, il cibo è medio, i prezzi buoni.
Denny’s http://www.tripadvisor.it/Restaurant_Review-g147242-d2294123-Reviews-Dennis_Cocktail_Bar_Restaurant-Antigua_Antigua_and_Barbuda.html su Ffryers Bay; la posizione è spettacolare con vista sule due baie, l’ambiente è elegante e i piatti discreti, il prezzo è più alto della media e il menù non specifica che le tasse non sono incluse (insopportabile).
Mad Mangoose http://www.madmongooseantigua.com/index.php?p=home con ottimo rapporto qualità prezzo; si trova a English Harbour, non lontano dall’Antigua Yacht and Marina. Gli hamburger e il fish and chips sono ottimi e a buon mercato per gli standard isolani (1 superburger costa 20 ECD); c’è una bella atmosfera e il personale è gentile.
Per fare la spesa ci sono piccoli negozi, superette, in tutta l’isola, dove si trovano le cose essenziali.
Per supermercati degni di questo nome si deve andare in zona St. John, dove si trovano il conveniente SuperValue e il First Choice su Anchorage Road, il più grande dell’isola, con la miglior scelta di prodotti.
In tutti i paesini dell’isola ci sono dei banchetti, in particolare al venerdì verso le 17, dove le casalinghe preparano piatti da asporto. Alcuni banchetti sono più spartani e con poca scelta, altri sono molto curati con le signore con grembiuli e cappelli bianchi.
I banchetti della frutta sono la solita fregatura: per un micro ananas ci chiedono 14 ECD.

Oltre alle spiagge non c’è molto da vedere.
St. John è caotica, soprattutto la via principale Market Street, quella dove si trovano i vari mercati, immancabilmente visitati dai turisti sbarcati dalle navi da crociera. Conferma ulteriore di quale grande cazzata siano le crociere! Si fatica a trovare parcheggio. Meglio lasciare l’auto prima della stazione dei bus nei pressi del Craft Market. L’unica zona caratteristica della cittadina è quella del Redcliff Quay e dell’Heritage Quay, vecchia zona portuale con colorati edifici in legno ben conservati.
English Harbour è un insediamento carino, sul porto turistico, con bar e ristoranti.  Qui si trova il Nelson Dockyard National Park http://nationalparksantigua.com/visiting.php?cat=69, una zona a pagamento (8 usd per gli stranieri e 3 usd per i locali) che contiene vecchi cantieri navali rimodernati, ristoranti e caffè, un museo e una zona paesaggistica . Nel biglietto di ingresso è incluso l’accesso a Sherley Heights, che è l’unica cosa che ci interessa, perché sembra che da qui si goda di un bel panorama, ma decidiamo che due rovine e un panorama non valgono 16 dollari.