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martedì 13 settembre 2011

Nuova Zelanda

Dicembre 2003

Dopo una lunga ricerca prenotiamo un volo Koreanair http://www.koreanair.com/ tramite un’agenzia viaggi, perché il sito della compagnia non consente di prenotare voli da Milano ma solo da Roma; in realtà si vola da Milano a Roma con Alitalia, da Roma a Seoul e da Seoul a Auckland con Koreanair e da Christhchurch a Auckland al ritorno con New Zeland Airways.
Decidiamo di fermarci una notte a Seoul perché ci spaventa l’idea di un viaggio così lungo (26 ore) senza una vera sosta e prenotiamo all’hotel Hotel Hub Herb-Incheon vicino all’aeroporto, (tramite www.koreahotels.net), che ha un servizio di trasporto gratuito da e per l’aeroporto. Alla fine ci pentiremo della scelta perché ci sballa ancora di più il fuso orario ed è una sosta inutile visto che della città non vedremo nulla, perché troppo stanchi e perché fa un freddo polare. Inoltre l’aeroporto Incheon di Seoul è fantastico e si possono tranquillamente passare qui alcune ore di sosta tra un volo e l’altro.
Cmq l’hotel ci piace, la stanza è tipica asiatica, mentre la colazione è a base di te e patatine fritte, in un ristorante adiacente.
Prenotiamo l’auto (anzi le auto) con KiwiCar 4WD Rentals www.4wdrentals.co.nz email kiwicarchc@xtra.co.nz spendendo 49 nzd al giorno con chilometraggio illimitato, assicurazione e tasse.
Ritiriamo un’auto all’aeroporto di Auckland, la lasciamo al porto di Wellington (risparmiando 165 nz per il trasporto dell’auto sulla nave),  ne ritiriamo un’altra al porto di Picton all’arrivo del traghetto e la lasciamo all’areporto di Christchurch.
Al noleggio auto prendiamo la guida dei motel della AA http://www.aatravel.co.nz/main/index.php che ci sarà utilissima durante tutto il viaggio.
Abbiamo prenotato alcune sistemazioni allarmati dalle indicazioni  della guida, che descriveva alcune zone come molto turistiche. In realtà si rivelerà inutile tranne che a Te Anau dove c’è veramente tutto pieno.

8 dicembre
Siamo a pezzi e andiamo direttamente ad Orewa al Golden Sands Beachfront Hotel (info@goldensandsbeachfront.co.nz) dove abbiamo prenotato per 95 NZD un bungalow  in legno molto carino, dotato di cucinino, come tutti i motel che visiteremo fortunatamente, perchè la scelta gastronomica si rivelerà alquanto scarsa.
Ceniamo in un pub del luogo e scopriamo l’abitudine locale di togliersi gli scarponi da lavoro all’ingresso ed entrare a piedi nudi. Spendiamo 6 NZD.

9 dicembre
Ci dirigiamo sulla costa ovest, la Kauri Coast, dove vediamo le famose foreste di kauri.
Opononi è un paese minuscolo e un po’ desolante, ma situato in una bellissima posizione, dove ci fermiamo per la notte in un bed and breakfast gestito da una simpatica signora molto british, che ci consiglia di cenare al Opononi Hotel http://www.opononihotel.com/ (45 NZD dinner for two). Il consiglio è saggio perché mangiamo bene.

10 dicembre
L’idea sarebbe di andare a nord fino a Cape Reinga, ma ci accompagna una nausea costante per via del jet- lag e decidiamo di tornare sulla costa orientale per vedere la famosa  Bay of Islands. Qui si trova Pahia, un paese carino in mezzo al quale scorre un fiume con relativa cascatella, che si è sviluppato nell’ottica della ricettività e che è la base di partenza per godersi la baia. Ci sarebbero infatti numerose escursioni a piedi e deviazioni da fare verso la costa, ma siamo distrutti.
Ci fermiamo a  Wangarei per la notte. In questo modo salta l’itinerario che avevamo preparato che prevedeva diversi giorni in questa zona con l’idea di fare anche vita da spiaggia (tra l’altro cosa impossibile per il clima autunnale).
Ci rendiamo conto che il rapporto qualità-prezzo del cibo è piuttosto scarso e inauguriamo la prima delle numerose spese al supermercato, dove si trovano anche prodotti molto buoni, soprattutto di forneria, tipo torte e muffin ( ci sono le offerte del giorno stracciate, si tratta dei prodotti che scadono il giorno dopo e noi ce li mangiamo il giorno stesso tiè) e pesce. I cassieri sono gentili e ci accolgono sempre con un “how you doin guys?”.

11 dicembre
Nei dintorni di Wangarei visitiamo le Wangarei Falls (che non sono niente di particolarmente impressionante, ma la gita è bella ed il paesaggio incontaminato) e le  Wangarei Heads con le loro calette e baie pittoresche.
 Andiamo anche a Pataua, dove l’acqua ed il verde delle rive generano un’alternanza di ambientazione molto suggestiva. Dormiamo ad Orewa.

12 dicembre
Proseguiamo verso sud  fino a Katikati, un paese carino con edifici abbelliti da murales, che ricorda un paese dei pionieri.
La strada percorsa finora non ha offerto picchi di interesse significativo, ma è una goduria spostarsi in una regione ancora incontaminata. 

13-14 dicembre
Percorriamo la Bay of Plenty, parte della Pacific Coast Highway, una delle migliori strade costiere della Nuova Zelanda (http://www.bayofplentynz.com/) fino a Rotorua.
La cittadina è turistica e si vede: c’è l’imbarazzo della scelta in fatto di motel, situati soprattutto su Fenton Street. Scegliamo lo Studio Motel http://www.studiomotel.co.nz/accommodation.html . È dotato di appartamenti indipendenti che si affacciano su un delizioso cortile interno, in un'atmosfera floreale rilassata e distaccata dal vivace movimento della strada di passaggio; gli interni affiancano alla consueta praticità del motel un'equilibrata raffinatezza di stile. Il gestore è molto gentile e disponibile a fornire tutte le informazioni sulla zona e il rapporto qualità-prezzo è ottimo. Spendiamo 85 NZD per una stanza con il piacevole comfort di una vasca idromassaggio.
Il paese è carino; c’è anche una sagra molto anglosassone (di quelle dove penseresti di incontrare l’Ispettore Barnaby), vicino al laghetto con i cigni grigi.
Visitiamo Te Whakarewarewa http://www.whakarewarewa.com/, stabilimento termale ed area culturale maori (ingresso 18 NZD). E’ un po’ turistico, ma interessante, c’è l’haka haka, si visita il villaggio tipico e si mangiano le pannocchie bollite nell’acqua termale.
Stiamo ancora male e ci facciamo degli aerosol con il vapore dei geyser. Sarà la svolta!
Nei dintorni facciamo una bella escursione a piedi alla Rainbow Mountain, dove è possibile vedere alcuni piccoli laghi formatisi nei crateri.

15 dicembre
Proseguendo verso sud, prima del lago Taupo incontriamo le Huka Falls, che meritano una passeggiata per osservare i giochi d’acqua. Costeggiamo il lago Taupo fino al Tongariro National Park. La strada è molto bella, con le cime innevate dei vulcani a fare da sfondo.
Dormiamo a Ohakune, che è una località per gli sport invernali e in questo momento dell’anno è abbastanza deserta. Fa decisamente troppo freddo.
A 11 km da Okahune vediamo il lago Rotokura, in una bella ambientazione, avvolto da una ricchissima vegetazione, circondato da un sentiero che consente di fare il giro del lago.
Tornando verso il Taupo, la piana del Tongariro offre diverse possibilità di sosta per immortalare nella memoria paesaggi incantevoli.


16 dicembre
Ci fermiamo per la notte in uno dei numerosi motel lungo il lago Taupo, che ha un colore spettacolare www.laketauponz.com.
Ci perdiamo via a guardare dei giocatori di golf che partecipano a un gioco/concorso che consiste nel colpire le palline dalla sponda del lago e centrare una buca che si trova su una piattaforma galleggiante. Ovviamente nella maggior parte dei casi finiscono in acqua dove un sub è incaricato al recupero. E’ una scena abbastanza surreale e ci chiediamo se il sub sia mai stato colpito in testa da una pallina.
Il paese di Taupo non è niente di che, a parte uno stupendo giardino di rose, ma è circondato da panorami suggestivi.
Cerchiamo di raggiungere il Craters of Moon, una zona termale poco turistica consigliata dalla Lonely Planet, che però dà pessime indicazioni su come raggiungerla e non ci arriveremo mai.


17 -18 dicembre
In generale non c’è molto traffico, ma a volte capita di trovarsi su una strada molto curvosa con limite di velocità di 100km/h, con un camion carico di legname alle spalle che sembra volerti spingere fuori dalla carreggiata pur di rispettare la sua tabella di marcia.
Raggiungiamo Napier, un paese in stile art decò sulla Hawkes Bay. Dal Bluff Hill lookout osserviamo un magnifico panorama sulla baia.
Visitiamo Hastings, un altro villaggioricco di edifici art decò e ci dirigiamo al Te Mata Peak, a 11km da Hastings, dalla cui cima, dove si arriva in auto, si ammira un panorama eccezionale.
 
19 dicembre
Proseguiamo verso sud passando dal Mt Bruce e dormiamo a Featherston.
Da qui facciamo un giro lungo la Wairarapa Coast che si estende da Palliser Bay a Castlepoint. La strada per Cape Palliser corre tra mare e montagna e ha magnifici panorami e viste dell’isola del sud.
Lungo la strada ci fermiamo ai Putangirua Pinnacles, delle formazioni rocciose simili a canne d’organo, che forse non meritano la camminata di mezz’ora nel letto di un fiume secco; però ci divertiamo perché uno dei due ha trovato un bastone ritorto e finge di essere Gandalf.
A Cape Palliser c’è una piccola colonia di foche vicino alla strada. Il vento è pazzesco e rinunciamo a raggiungere il faro, per arrivare al quale si devono salire 250 scalini.
 
20-21 dicembre
Arriviamo a Wellington, la capitale della Nuova Zelanda, una città di 200.000 abitanti, racchiusa tra il porto e le colline. E’ ricca di ristoranti e caffè e ci sono begli edifici storici. Le dedichiamo una giornata, fotografando le riproduzioni dei personaggi del signore degli anelli che sbucano giganti da ogni parte. Lasciamo l’isola del nord con un po’ di delusione per non avere visto i paesaggi maestosi che ti lasciano a bocca aperta e che uno si aspetta quando acquista un costosissimo biglietto aereo e si accinge ad un viaggio di 30 ore.
 
22 dicembre
Lasciamo l’auto al porto e alle 9.30 parte il traghetto Wellington-Picton. Dura un’ora di mare tranquillo e ci sono belle visuali sulla costa delle due isole.
A Picton ritiriamo la nuova auto, una Starlet a 4 marce, assurda.
La strada costiera da Picton a Motueka è spettacolare con numerose possibilità di sosta per godere splendide viste del Marlborough Sound.

22-23 dicembre
Dormiamo a Motueka al Motueka Garden Motel http://www.motmotel.co.nz/ (80NZD). L’idea è di andare al mare, visto che Motueka è il punto di partenza per l’Abel Tasman NP, ma il clima ci suggerisce che non è il caso. Parlando con la gente del posto, scopriamo che qui l’estate è in gennaio e febbraio, mentre in dicembre il clima è ancora primaverile.
L’Abel Tasman NP è considerato un paradiso degli escursionisti, ma indossiamo k-way e berretta di lana e piove e non facciamo nemmeno una passeggiata.

24 dicembre
Ci femiamo a Westport, dove dormiamo all’Ascot Motor Lodge (90NZD) http://www.ascotmotorlodgemotels.co.nz/.
Scendeno lungo la costa si incontra Punakaiki, una località presso cui è possibile ammirare le Pancakes Rocks e i Blowholes, interessantissime formazioni rocciose, che con l’aiuto della forza della marea e delle onde producono una divertente attività simile a quella di un geyser. Infatti la forza delle acque agitate spinge contro la roccia e dai buchi spruzzano fuori d’improvviso lavaggi gratuiti per tutti.
 
25 dicembre
Arriviamo a Hokitika sotto il diluvio e prendiamo possesso di un bungalow molto bello al campeggio Shining Star http://www.accommodationwestcoast.co.nz/ (75NZD). Lo lasciamo solo per cercare un ristorante in cui mangiare, ma senza fortuna. E’ tutto chiuso e piuttosto triste, sotto la pioggia.

26 dicembre
A Franz Josef dormiamo al Glowworrm (90 NZD) http://www.kiwi-backpackers.co.nz/glow_worm.html, un ostello in stile montagnoso in legno, con stanze che si affacciano su un cortile interno, dove servono la zuppa gratis al pomeriggio.
Il ghiacciaio si trova a 5 km dal paese e si raggiunge dal parcheggio in soli 20 minuti a piedi. Da qui si può salire il ghiacciaio con delle escursioni guidate. Noi ci accontentiamo di vederlo da lì anche perché fa freddo, pioviggina e l’atmosfera è inquietante. Ci sono parecchi turisti.
Andiamo anche a Fox Glacier, villaggio più carino rispetto a Franz Josef e percorriamo la passeggiata intorno al Lake Matheson. Anche qui c’è parecchia gente e il giro è di un’ora.
 
27 dicembre
Percorriamo una strada spettacolare con viste stupende sui Lake Wanaka e il Lake Hawea, dai colori intensi. Ci fermiamo per scattare qualche foto e il vento tenta di farci decollare. Arriviamo a Wanaka, una cittadina molto bella con un fornito ufficio del turismo e gente molto cordiale, in particolare i gestori del BB che ci accolgono con tè e biscotti fatti in casa. Non è la prima volta che, oltre al latte, fondamentale per macchiare il tè, all’arrivo in un motel ci offrono dei dolcini di benvenuto. E’ sintomatico dell’estrema ospitalità della popolazione.
Ci fermiamo nella famosa Queenstown, sul Lake Wakatipu solo per una breve sosta. Non ci dice molto ed è piuttosto turistica.

28 dicembre
Glenorchy, che si trova all’estremità del lago, si raggiunge da Queenstown percorrendo in circa 40 minuti una strada panoramica spettacolare che si snoda tra prati circondati da montagne. Dormiamo al Glenorchy Mt Earnnslaw Motel (95NZD) http://www.mtearnslawmotel.co.nz/ e ci troviamo bene.

29-30 dicembre
La strada che va da Queenstown a Te Anau attraversa ancora un paesaggio maestoso ed incontaminato.
A Te Anau ci sono molte sistemazioni per dormire e per la prima volta in tutto il viaggio ci sembrano anche abbastanza piene.
Ci fermiamo al Te Anau Great Lakes Holiday Park (82 nz) http://www.greatlakes.co.nz/. La stanza è senza infamia e senza lode e c’è una cucina comune gigantesca.
Lungo la strada che conduce al fiordo, poco prima del tunnel, troviamo molta neve sul ciglio della strada e sulle parti in ombra della valle. Oltre, il paesaggio si apre in respiri molto più tiepidi e la neve compare solo sulle vette, dando alle immagini fotografabili un fascino particolare. Siamo fortunati perché il cielo è blu e i colori della terra risplendono in tutte le tonalità dal verde al viola e le acque del laghetto all’apertura del fiordo riflettono a specchio tutto ciò che catturano, offrendo possibilità di scatti eccezionali.
Raggiungiamo in circa due ore e mezza il Milford Sound, il più visitato dei fiordi della Nuova Zelanda. E’ lungo 22 km e l’acqua riflette le vette che lo circondano. Secondo la guida LP qui piove quasi sempre. Siamo fortunati perché becchiamo solo una breve pioggerellina. Lo spettacolo merita anche dalla riva, senza bisogno di intraprendere la superpopolare crociera.


31 dicembre
Abbiamo prenotato una stanza al Tuatara Lodge (68 NZD) http://www.tuataralodge.co.nz/, un bell’ostello in centro a Invercargill. La stanza è senza fronzoli, ma è ben arredata e pulita.
La città non è niente di che, ma il Queens Park merita un giro, con voliere, giardini di rose e la casa dei tuatara, di cui non poteva mancare anche la statua.  Nonostante sia l’ultimo dell’anno andiamo a dormire alle 23. Fuori c’è un discreto casino perché la finestra dà su una piazza. Il mattino dopo notiamo con stupore che non c’è una bottiglia per terra; tutto è pulito. Pulitori estremamente mattutini o gente educata??

1 gennaio
Il Nugget View Motel (110 NZD) www.catlins.co.nz è in posizione splendida, su una collina con vista sul mare, a Kakapoint. Lungo un sentiero laterale sulla costa si trova Nugget Point, ritratto in molte fotografie. Dal promontorio con il faro si vedono le isole al largo. Sembrano navi in approdo; molto suggestivo. La vista è stupenda e sugli scogli sottostanti vi sono numerosi animali, foche, leoni marini e elefanti marini. Per vederli bene è necessario un binocolo, che noi abbiamo perché era in dotazione alla stanza.
 
2 gennaio
Risaliamo la costa orientale fermandoci a Timaru, una cittadina portuale a metà strada fra Christchurch e Dunedin. Abbiamo la possibilità di assistere al Carnival Concert e viviamo la sensazione piacevole di  una festa locale, che assomiglia alle sagre di paese di una volta che richiamavano tutta la popolazione.
Dormiamo al Homestead Lodge Motel (75 NZD) http://www.homesteadlodgemotel.co.nz/.
Da qui, prendendo la strada n. 8, si arriva a Lake Tekapo, dove comincia un’altra regione assolutamente unica dal punto di vista naturalistico; infatti lo sguardo è continuamente catturato dall’incantevole spontaneità dei luoghi; il cielo terso, le montagne ed i laghi, soprattutto il Pukaki, con le sue acque inverdolite dal limo glaciale dipingono un quadro unico.

3 gennaio
Twizel costruita per ospitare gli operai che costruivano una centrale idroelettrica negli anni sessanta esiste ancora solo grazie alla vicinanza con il Monte Cook, perché per il resto è un posto desolato
Dormiamo all’High Country Lodge (60 NZD) http://www.highcountrylodge.co.nz/index.html in sè abbastanza originale perchè si tratta degli alloggi dei lavoratori e si costituisce di edifici lunghi e tutti uguali; all’interno sembra di stare in un vagone di treno ed anche la camera sembra una cuccetta ed è sporca come un treno italiano.
Fortunatamente il Monte Cook dista solo 45 minuti in auto. Fa parte di un’area patrimonio dell’umanità e, a differenza di altre cosiddette meraviglie, merita appieno il titolo.
E’ grande 700 mq e qui si trovano le principali vette del paese. Già al punto panoramico dove si trova l’hotel The Hermitage si ha una bella vista senza bisogno di camminare. Vi sono molti itinerari a piedi anche lunghi. Noi scegliamo una camminata che inizia in fondo a Tasman Valley Road, prendendo una sterrata a 8 km dal villaggio. Si completa in 40 minuti andata e ritorno dal parcheggio; si incontrano i Blue Lakes e infine il punto panoramico del Tasman Glacier, con spettacolari scorci del Monte Cook. La parte sciolta del ghiacciaio ha un colore impressionante. Anche al ritorno non possiamo non fermarci in continuazione ad ammirare il paesaggio e a strabiliarci la memoria ottica con la cromatica del Pukaki che sembra produrre una fluorescenza radioattiva; fortunatamente invece è la generosa vitalità del limo glaciale.
 
4 gennaio
Troviamo posto all’YMCA di Christchurch (85 NZD) http://www.ymcachch.org.nz/ in una stanza pulita con letti singoli e bagno.
La città è piena di giardini e percorsa dal fiume Avon, lungo il quale si possono fare piacevoli passeggiate. Il giardino botanico è meraviglioso, con un’incredibile varietà di piante http://www.ccc.govt.nz/cityleisure/parkswalkways/christchurchbotanicgardens/index.aspx.

5 gennaio
Si conclude un viaggio memorabile perché la Nuova Zelanda era il sogno da trasformare in realtà e quando ciò è accaduto ha mantenuto le caratteristiche del sogno, quello più bello, quello che si sogna stando svegli.
E’ un viaggio che, a parte il volo intercontinentale senza fine, non ha nulla di particolarmente avventuroso, non ci sono gli animali e la selvaggia ruvidezza dell’Africa, ma la natura esplode in un abbraccio totale dove ogni pensiero si colloca al proprio posto: tra un ruscello da bere ed un campo di lavanda in cui sdraiarsi a fare un pisolino.